Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Dopo 26 anni la Buell chiude i battenti...

Collapse
X
Collapse
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #1

    Dopo 26 anni la Buell chiude i battenti...

    Notizia da Motociclisto... anche se potete trovarla un pochino ovunque.


    Harley-Davidson chiuder? la fabbrica della Buell ed il Marchio delle sportive americane cesser? la produzione. Ma i possessori di una motocicletta Buell possono stare tranquilli, perch? Jon Flickinger, presidente della Buell Motorcycle Company, ha assicurato che Harley-Davidson continuer? a fornire i pezzi di ricambio e l?assistenza attraverso le sue concessionarie e che la garanzia della casa continuer? ad essere applicata come di consueto. Le linee di montaggio si fermeranno il prossimo 30 di ottobre, ma come ha annunciato la Casa di Milwaukee nello stesso momento in cui ha ufficializzato la chiusura della Buell le moto di quest?ultima saranno vendute dai concessionari, sino all?esaurimento delle scorte. Erik Buell ha voluto ringraziare tutti i clienti, i dipendenti e i concessionari ?per questo indimenticabile viaggio fatto insieme?.

    Spiegando che la drastica decisione ? stata dovuta alla strategia a lungo termine della Harley-Davidson, volta a sostenere tutti gli sforzi e le risorse verso il Marchio H-D, anche Flickingerl ha commentato la la conclusione dell'attivit? : ?Voglio personalmente ringraziare tutti i dipendenti, i dealers e i fornitori (attuali e passati) e tutti i possessori Buell per il loro supporto e la passione dimostrata nei confronti di questo Marchio?. Ha aggiunto Erik Buell: ?Sar? sempre fiero dei traguardi che abbiamo raggiunto. Sono la testimonianza di cosa un piccolo gruppo di veri appassionati possa fare. Con alcune eccezionali innovazioni, abbiamo prodotto alcune delle moto pi? guidabili di tutti i tempi. Personalmente sto vedendo come potr? continuare a collaborare con Harley-Davidson per portare ai motociclisti dei prodotti tecnologicamente avanzati. Ho avuto la grande fortuna di incontrare e conoscere tanti Buellisti in tutti questi anni: sono un gruppo interessante e divertente di liberi pensatori?.

    Il fondatore della Buell ha fatto anche un augurio a tutti gli appassionati delle sue moto: ?Affrontate con orgoglio il vostro viaggio verso il futuro. E possano le strade davanti a Voi essere cos? avventurose e piene di soddisfazioni come sono state le mie negli ultimi 26 anni?. Erik Buell aveva fondato la sua azienda nel 1983 ed era stata poi acquistata da Harley-Davidson nel 1998. Nel corso di 26 anni di attivit? industriale ha prodotto pi? di 135.000 motociclette. La Casa sportiva statunitense si ? distinta nel tempo per aver ricevuto tanti riconoscimenti e premi per il design. ? stata sempre forte anche nello sport, dove ha vinto moltissime gare e campionati in tutto il mondo, incluso il campionato AMA Pro Daytona SportBike del 2009.


    Last edited by Dueruote_; 19-10-09, 12:15.

  • Font Size
    #2
    Mi spiace...
    Per un pelo non ne compro una prima dell'estate..

    Comment


    • Font Size
      #3
      Ubi maior minor cessat...

      Mah! A me dispiace...le Buell mi stavano simpatiche

      Comment


      • Font Size
        #4
        Non è la mia moto, ma mi spiace...

        Comment


        • Font Size
          #5
          Mi spiace per la marca, ma mi sapeva di tonnellate di soluzioni anticonvenzionali che alla fine non avevano ritorno alcuno in prestazioni...

          .. mi è capitato di provare un 1200 e di vederla andare in montagna, beh... non sono certo fulmini di guerra

          ...insomma ottime per andare al lago e all'aperitivo..... ma per quello, ci sono ~1500 naked in commercio che costan la metà e vanno strabene e non consumano 1kg d'olio ogni 1000km !!

          ....forse se ci avessero creduto e montato il motore della Vrod, o fatto na moto decente col rotax 3/4 anni fa le cose sarebbero state differenti...

          ....ma sembra che allo stato attuale spazio per Buell nel mercato nn ce ne sia...

          Comment


          • Font Size
            #6
            La mia è in vendita...

            http://88.149.192.114/forum/showthread.php?t=399704
            Last edited by illogicalsense; 19-10-09, 14:37.

            Comment


            • Font Size
              #7
              dispiace molto anche a me..

              Comment


              • Font Size
                #8
                Funzionari della contea Walworth pronti a salvare la Buell

                Dopo il clamoroso annuncio di Harley-Davidson della messa in vendita di MV Agusta e delle chiusura definitiva del marchio Buell, una cordata di imprenditori americani avrebbe intenzione di acquistare l’azienda americana con sede a East Troy.

                La cordata è formata da alcuni funzionari di East Troy, dalla giunta comunale della contea di Walworth e dalla camera di commercio di East Troy. La fabbrica ed il quartier generale Buell hanno proprio base a East Troy, nel Wisconsin.

                Si parla di una possibile offerta pubblica di acquisto che consentirebbe di mantenere in vita lo stabilimento nel quale lavorano circa 170 persone. La cordata ha in programma di incontrare nel brevissimo il fondatore della compagnia americana Erik Buell.


                http://www.motoblog.it/post/21254/fu...lvare-la-buell

                Comment


                • Font Size
                  #9
                  roba da matti va ben la crisi ma anche con pochi utili un azienda mica si chiude di botto così....... e poi la h-d vendere la MV ..mahaha.. purtoppo ce ne sono pochi di Marchionne e Colaninno come manager....

                  Comment


                  • Font Size
                    #10
                    Originally posted by Paolino81 View Post
                    Funzionari della contea Walworth pronti a salvare la Buell

                    Dopo il clamoroso annuncio di Harley-Davidson della messa in vendita di MV Agusta e delle chiusura definitiva del marchio Buell, una cordata di imprenditori americani avrebbe intenzione di acquistare l?azienda americana con sede a East Troy.

                    La cordata ? formata da alcuni funzionari di East Troy, dalla giunta comunale della contea di Walworth e dalla camera di commercio di East Troy. La fabbrica ed il quartier generale Buell hanno proprio base a East Troy, nel Wisconsin.

                    Si parla di una possibile offerta pubblica di acquisto che consentirebbe di mantenere in vita lo stabilimento nel quale lavorano circa 170 persone. La cordata ha in programma di incontrare nel brevissimo il fondatore della compagnia americana Erik Buell.


                    http://www.motoblog.it/post/21254/fu...lvare-la-buell
                    SPERIAMO!

                    Comment


                    • Font Size
                      #11
                      nooooo sono tristissimo...

                      buell ha prodotto alcune delle moto + belle della storia(secondo me)
                      moto con soluzioni molto aveneristiche,un desing grintoso a dal grande successo SEMPRE(!!!),una guidabilità fantastica e un gran carattere!!!

                      spero tanto che riescano a salvarla!!!!

                      Comment


                      • Font Size
                        #12
                        mi dispiace sono moto particolari forse estreme ma da appassionato belle da vedere

                        Comment


                        • Font Size
                          #13
                          finalmente una buona notizia.

                          Comment


                          • Font Size
                            #14
                            dispiace tantissimo....................

                            Comment


                            • Font Size
                              #15
                              ho trovato in rete la storia della buell....




                              E' il 1977 quando Erik Buell, giovane ingegnere di belle
                              speranze, riesce a coronare uno dei suoi tanti sogni facendosi assumere in Harley Davidson come collaudatore. Ma testare pedane avanzate e frange per le selle, oltre che impazzire tentando di dare un senso ai trecento chili di metallo americano che aveva sotto il sedere, non era la sua unica occupazione.

                              Erik amava correre, e lo faceva nel campionato AMA Formula One (che poi diventerà AMA Superbike) con una Yamaha TZ750, che era la scelta quasi obbligata per chi non aveva un team ufficiale alle spalle: potente, difficile da guidare, ottima per un giovane come Buell che voleva mettersi in luce fra i privati.

                              Non era un mago della guida pulita, ma un ruvido combattente con una predilezione per i motori grossi, potenti, ignoranti (le Harley, contro le quali capitava di gareggiare, erano delle pessime moto da corsa, come si può immaginare, da evitare in pista come fossero chicanes mobili).

                              La Yamaha pose ben presto un paio di problemi, nonostante fosse un’ottima
                              moto. Il primo, che… era una ottima moto, ma giapponese, fattore in
                              realtà non proprio secondario per un dipendente della casa di Milwaukee. Il secondo, che venne anche per lei il tempo delle rotture. E nonostante fosse piuttosto diffusa all’epoca, divenne sempre più difficile recuperare ricambi e materiale di consumo. Le alternative esistevano, certo, sotto forma di Ducati, Honda, la stessa Harley, ma la soluzione che il nostro Erik si trovò a scegliere fu la meno convenzionale.


                              Nel 1981 acquistò infatti una semi-sconosciuta moto inglese da GP, la Sparton, prodotta dall’altrettanto sconosciuta Casa di nome Barton. Il telaio, di sicuro, era da buttare, perché non all’altezza delle moto di quei tempi. Anzi, un vero e proprio cesso. Ma, fortunatamente, costruire un telaio adatto alle gare era l’ultimo dei problemi di Buell, che disegnò una struttura d’acciaio che contenesse adeguatamente, senza flettere come un foglio di carta ad ogni apertura del gas, l’esuberanza del motore.

                              Il quale, invece, era un vero portento: quattro cilindri in quadrato di 750cc a due tempi, con una potenza superiore a 160 cavalli, imbizzarrito come pochi (pare che in un punto della fascia d’utilizzo prendesse 40 cavalli in 550 giri!) e, soprattutto, inaffidabile al punto di rompersi frequentemente ancor prima di essere usciti dalla corsia box!

                              Ma venne tenuto, sviluppato, i pezzi più fragili sostituiti, lavorando sacrificando il tempo libero, i soldi (pochi) e, alla fine, il suo proprio lavoro. Già, perché per seguire lo sviluppo della propria creatura, Erik decise di lasciare il posto in seno alla mamma di tutte le moto americane, dedicandosi "anema e core" a quella che sarebbe diventata la prima vera Buell: la RW750.

                              Il nome, Road Warrior – guerriero della strada – sembra piuttosto appropriato per quella che era una vera bestia da circuito, in grado, nelle mani di un pilota adeguatamente capace, di dare fondo con successo ai suoi 165 cavalli per 138 chilogrammi di peso.

                              Con la RW 750 nasce ufficialmente anche la Buell Motorcycles. La data ufficiale è, appunto, il 29 Ottobre del 1983, esattamente vent'anni fa. Erik si era messo in testa di produrne una serie limitata, avendo acquistato i fondi di magazzino di quella Barton alla cui fine si deve tutto il resto della storia. E sembrava che ci fosse un posto, nel mercato delle moto per il campionato AMA Formula One, per la "creatura".

                              La Yamaha aveva infatti smesso di importare la TZ, e le Honda costavano ben più del doppio. I giornalisti provarono la moto e ne diedero recensioni molto positive. La strada sembrava essere tutta in discesa. Ma ecco il classico imprevisto che cambia il corso degli eventi: il regolamento del campionato cambiò, facendo spazio esclusivamente alle Superbike. A quattro tempi. Che mazzata…

                              E così, con un ottimo telaio tra le mani (anzi, una ventina, perché di RW750 ne aveva venduta una sola..) Buell si asciugò le lacrime e si rimboccò ancora una volta le maniche, cercando un "motorone" che facesse da sostituto al poderoso inglese. Lo trovò, più vicino di quanto potesse immaginare. Il solito fondo di magazzino: cinquanta motori Harley XR1000 che prendevano polvere in un angolo della fabbrica di bicilindrici più famosa ad ovest di Borgo Panigale. Presi e resi adatti all’uso in pista.

                              Un’altra congiunzione astrale venne incontro a Erik: la commessa da parte dell’American Motorcycling Association di costruire una moto per celebrare i 100 anni di motociclismo USA (doveva essere, ovviamente, un V-twin). Il risultato fu la Buell RR1000 Battletwin, completamente carenata (e, in verità, non proprio aggraziata nelle forme), che segnò l’ingresso della Buell Motorcycles nel mondo dei grossi Bicilindrici ad aste e bilanceri.

                              Se il telaio era un’evoluzione dei concetti introdotti con i primi tentativi, leggero e molto più rigido delle Superbike giapponesi dell’epoca, l’aerodinamica era assolutamente superiore, e le dimensioni più simili a quelle di una moderna MotoGP che ad una moto di venti anni fa. Ma le moto presero in gran parte una strada diversa da quella per la quale erano nate, finendo in gran parte in mano ai collezionisti. Solo pochissime di esse si trovarono a battagliare in pista.

                              La strada era segnata. Arrivarono la RR1200, equipaggiata col motore della Sportster, la SR1200, che perse gran parte della carenatura, la S2 Thunderbolt, la S1, che iniziarono a vendersi discretamente anche in Italia grazie al supporto di Carlo Talamo che ne intuì tra i primi il potenziale commerciale, e così via, fino alle XB9 e XB12 dei giorni nostri, moto speciali, uniche nel loro genere, tecnicamente rivoluzionarie. Possono piacere o non piacere ma le Buell non sono mai moto "scontate". Il genio di Erik prende lentamente corpo sotto forma di soluzioni ardite e brevetti. Suo il sistema Uniplanar che annulla i poderosi scuotimenti del bicilindrico americano, ma poi come dimenticare l'ammortizzatore orizzontale sotto il motore, o ancora il telaio e il forcellone delle ultime XB, capaci di contenere benzina ed olio. Da citare anche la parentesi della Blast unica monocilindrica della storia Buell, vera moto d'accesso spesso la più venduta in america.
                              Nel 1998, la società venne rilevata quasi interamente da "mamma Harley", che si rese conto che le soluzioni inventate da Buell potevano fare un gran comodo e che quelle impertinenti motine riempivano perfettamente una nicchia nella quale le grosse H-D non riuscivano a entrare…

                              La perdita del controllo della sua società non infastidì più di tanto il nostro Erik, lasciandogli anzi la libertà di tornare ad ideare e progettare a tempo pieno, all’interno della rassicurante – e finanziariamente solida – struttura Harley-Davidson. Senza perdere un briciolo di identità. Le sue moto, comprese quelle che sono in vendita oggi, attingono tutt'oggi a quei concetti: design originale, dimensioni compatte, motore Harley debitamente "massaggiato" e ciclistica svelta ed efficace.

                              Chi sceglie una Buell sa bene cosa aspettarsi, nel bene e nel male. Anche perché la parentela con le cruiser americane la rende, agli occhi di molti, qualcosa di diverso da una moto come la intendiamo noi europei. Una moto molto speciale, come il suo fondatore. Ah, non chiamatela Buell, si pronuncia "Biull".
                              Last edited by Paolino81; 22-10-09, 07:38.

                              Comment

                              X
                              Working...
                              X