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Venduta per 28mila euro la "scultura che non c'è"

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    Venduta per 28mila euro la "scultura che non c'è"

    Garau stupisce di nuovo.

    Dopo il successo di "Io sono", l'artista sardo firma una nuova opera invisibile. L'unico oggetto fisico è il certificato d'autenticità




    È stata venduta per 28mila euro "Davanti a te", l’ultima creazione di Salvatore Garau, l'artista sardo che la scorsa primavera ha fatto parlare di sé in tutto il mondo per "Io sono", una scultura immateriale. No, non si tratta opere digitali, ma di creazioni letteralmente invisibili. Ora Garau torna a sfidare i limiti della definizione stessa di arte con una nuova scultura che non si vede né si tocca.

    La cifra record (diritti compresi) è stata raggiunta durante l'asta 4-U Arte Contemporanea di Art-Rite, l'auction house milanese, leader nella contemporary art. L'opera - come indica il certificato di autenticità firmato dall’artista - deve essere collocata in uno spazio libero da qualsiasi ingombro e di circa 200x200 cm. Pur partendo da un valore stimato di 12-16mila, l’opera è stata venduta a una cifra pari a oltre il doppio di quella iniziale.


    Come è accaduto per la sua prima scultura immateriale, messa in catalogo dalla stessa casa e venduta per 15mila euro, l'unico elemento materiale che il compratore si porta a casa è il certificato d'autenticità. Per il resto l'opera non esiste, o meglio, è invisibile. Una concezione dell'arte tutt'altro che tradizionale, tanto che quando il 18 maggio è stata venduta "Io sono", la notizia ha fatto il giro del mondo, arrivando perfino su giornali esteri come "Le Monde" o il "New York Post".


    Oggi, con "Davanti a te", Garau, artista formatosi nell’Accademia di belle arti di Firenze e pittore dal 1984 - anno in cui ha esordito presso lo studio Cannaviello di Milano, duplica il successo di "Io sono". Le sue opere immateriali hanno segnato una svolta nella concezione stessa dell’arte contemporanea, superando anche il principio alla base del "ready made" di Marcel Duchamp.


    Il rivoluzionario artista francese aveva infatti affermato che qualunque oggetto di uso comune può diventare arte se è un artista ad affermarlo. Garau ha fatto di più: ha concretizzato l’idea per cui anche il nulla può essere arte, purché lo dica l’artista.


    Nessuno potrebbe spiegarlo meglio di Garau stesso che ha interpretato il successo di "Io sono" come prova di "un fatto inconfutabile: Il vuoto non è altro che uno spazio pieno di energia, e se anche lo svuotiamo e resta il nulla, secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg quel nulla ha un peso. Ha quindi energia che si condensa e si trasforma in particelle, insomma in noi! Nel momento in cui decido di 'esporre' in un dato spazio una scultura immateriale, quello spazio concentrerà una certa quantità e densità di pensieri in un punto preciso, creando una scultura che dal solo mio titolo prenderà le più svariate forme. In fondo non diamo forse forma a un Dio che non abbiamo mai visto?"


    Fonte: Tgcom24

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    #2
    Ma perché un'idea così non è venuta a me? Minima spesa, massima resa...

    Comunque chiunque abbia acquistato proprio bene bene probabilmente non sta

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