Probabilmente qui sul forum se ne ? gi? parlato in questi giorni, anche se non ho trovato nulla. Ma di quest'articolo??
Milano e le gare in moto di notte
Il gioco estremo in Corso Sempione di cinque amici, quattro universitari e un impiegato: fermati e denunciati
Il motore rugge, stringono il sellino con i muscoli delle gambe, sgasano, il rumore assorda. Sono in cinque: cavalcano tre KTM 660 e due Kawasaki Ninja. Roba tosta, moto da competizione: l?alta tecnologia che modella mostri meccanici dalla potenza di 600 cc.
A guidarle cinque centauri che indossano il casco, si preparano alla gara, si allineano a un filo invisibile.
Il conto alla rovescia giunge al termine, partono con una accelerazione impressionante, il cuore pompa all?impazzata, l?adrenalina circola nel corpo, stona tanto ? eccitante. I copertoni abradono l?asfalto, i cinque ragazzi bruciano il primo semaforo in un soffio, gi? si intuisce un vincitore.
Stop. Fermo immagine. Che storia sto raccontando? La giovent? bruciata americana, figlia del mito deaniano? Una torbida storia di scommesse clandestine fra sbandati di periferia? La giovent? violenta extracomunitaria, che si fa padrona delle nostre citt?? Nulla di tutto ci?. ? tutto pi? terra terra. Sto raccontando la storia di cinque imbecilli.
Una storia grottesca, ridicola, che solo per caso non ? diventata una tragedia. ? marted? notte, dopo qualche birra quattro studenti universitari e un amico impiegato, tutti fra i diciannove e i ventidue anni, decidono di fare un gioco. Sono all?Arco della Pace, uno dei luoghi canonici della movida milanese. Davanti a loro c?? il rettilineo di Corso Sempione, che a suo tempo serviva a Napoleone per spostare le truppe e oggi, pi? umilmente, fa da arteria di traffico cittadino. Decidono che possono tranquillamente fare un?unica tirata, bruciare tutti i quattro semafori che li distanziano da Piazza Firenze, lanciarsi per un chilometro solo per vedere chi arriva primo. O, detto in un altro modo, per vedere chi ? pi? maschio. Ovviamente per questo gruppo di idioti, il fatto di portare le moto a centotrenta all?ora nel cuore della citt?, superando le macchine che in quel momento circolavano tranquillamente, era una cosa divertente, per nulla pericolosa.
Ovviamente il fatto che, per pura fortuna, la loro idiozia non si ? trasformata in tragedia ? un puro caso. Ma questo loro mica lo capiscono. Sono imbecilli. E lo dimostra il fatto che questa demenziale bravata l?hanno fatta sotto gli occhi attoniti di una macchina dei carabinieri, che subito li ha inseguiti e fermati. Ritiro della patente, sequestro della moto e denuncia per gara in pubblica via. Bene, chiunque, a questo punto, capirebbe di aver fatto una cosa senza senso. Ma i nostri cinque amici? dei quali mai e poi mai vi dir? il nome perch? non si meritano neppure la gogna, neppure la fama al negativo, ma solo la damnatio memoriae? loro, poveretti, si disperano per le moto: e ora come faccio? Sto pagando le rate, non ho i soldi per acquistarne un?altra! In questi casi l?animale giustizialista che si nasconde nel mio profondo io, rimpiange la chiusura delle miniere del Sulcis, la mancanza di lavori forzati, le purghe staliniane, o pi? casarecciamente gli schiaffoni paterni in pieno volto.
Ma io sono un uomo razionale, e mi placo. Che fortuna non essere uno psicologo, mi toccherebbe dover spiegare il loro rapporto irrisolto con i genitori o con il concetto di maturit?, che piacere non essere un sociologo, ch? ora dovrei parlare di senso di noia e perdita di valori. No. Io sono uno scrittore e ho, come nelle favole, l?innocenza dei bambini che ridono quando passa il re nudo. Il re ? nudo, insomma, e voi, ragazzi, siete cinque imbecilli. Fatene tesoro. E girate a piedi.
Ditemi cosa ne pensate DDG, perch? magari sono io strano a farmi salire il nervoso per articoli di giornale del genere.
Milano e le gare in moto di notte
Il gioco estremo in Corso Sempione di cinque amici, quattro universitari e un impiegato: fermati e denunciati
Il motore rugge, stringono il sellino con i muscoli delle gambe, sgasano, il rumore assorda. Sono in cinque: cavalcano tre KTM 660 e due Kawasaki Ninja. Roba tosta, moto da competizione: l?alta tecnologia che modella mostri meccanici dalla potenza di 600 cc.
A guidarle cinque centauri che indossano il casco, si preparano alla gara, si allineano a un filo invisibile.
Il conto alla rovescia giunge al termine, partono con una accelerazione impressionante, il cuore pompa all?impazzata, l?adrenalina circola nel corpo, stona tanto ? eccitante. I copertoni abradono l?asfalto, i cinque ragazzi bruciano il primo semaforo in un soffio, gi? si intuisce un vincitore.
Stop. Fermo immagine. Che storia sto raccontando? La giovent? bruciata americana, figlia del mito deaniano? Una torbida storia di scommesse clandestine fra sbandati di periferia? La giovent? violenta extracomunitaria, che si fa padrona delle nostre citt?? Nulla di tutto ci?. ? tutto pi? terra terra. Sto raccontando la storia di cinque imbecilli.
Una storia grottesca, ridicola, che solo per caso non ? diventata una tragedia. ? marted? notte, dopo qualche birra quattro studenti universitari e un amico impiegato, tutti fra i diciannove e i ventidue anni, decidono di fare un gioco. Sono all?Arco della Pace, uno dei luoghi canonici della movida milanese. Davanti a loro c?? il rettilineo di Corso Sempione, che a suo tempo serviva a Napoleone per spostare le truppe e oggi, pi? umilmente, fa da arteria di traffico cittadino. Decidono che possono tranquillamente fare un?unica tirata, bruciare tutti i quattro semafori che li distanziano da Piazza Firenze, lanciarsi per un chilometro solo per vedere chi arriva primo. O, detto in un altro modo, per vedere chi ? pi? maschio. Ovviamente per questo gruppo di idioti, il fatto di portare le moto a centotrenta all?ora nel cuore della citt?, superando le macchine che in quel momento circolavano tranquillamente, era una cosa divertente, per nulla pericolosa.
Ovviamente il fatto che, per pura fortuna, la loro idiozia non si ? trasformata in tragedia ? un puro caso. Ma questo loro mica lo capiscono. Sono imbecilli. E lo dimostra il fatto che questa demenziale bravata l?hanno fatta sotto gli occhi attoniti di una macchina dei carabinieri, che subito li ha inseguiti e fermati. Ritiro della patente, sequestro della moto e denuncia per gara in pubblica via. Bene, chiunque, a questo punto, capirebbe di aver fatto una cosa senza senso. Ma i nostri cinque amici? dei quali mai e poi mai vi dir? il nome perch? non si meritano neppure la gogna, neppure la fama al negativo, ma solo la damnatio memoriae? loro, poveretti, si disperano per le moto: e ora come faccio? Sto pagando le rate, non ho i soldi per acquistarne un?altra! In questi casi l?animale giustizialista che si nasconde nel mio profondo io, rimpiange la chiusura delle miniere del Sulcis, la mancanza di lavori forzati, le purghe staliniane, o pi? casarecciamente gli schiaffoni paterni in pieno volto.
Ma io sono un uomo razionale, e mi placo. Che fortuna non essere uno psicologo, mi toccherebbe dover spiegare il loro rapporto irrisolto con i genitori o con il concetto di maturit?, che piacere non essere un sociologo, ch? ora dovrei parlare di senso di noia e perdita di valori. No. Io sono uno scrittore e ho, come nelle favole, l?innocenza dei bambini che ridono quando passa il re nudo. Il re ? nudo, insomma, e voi, ragazzi, siete cinque imbecilli. Fatene tesoro. E girate a piedi.
Ditemi cosa ne pensate DDG, perch? magari sono io strano a farmi salire il nervoso per articoli di giornale del genere.
