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Invermictina e cure domiciliari dall evento al senato.

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    #1

    Invermictina e cure domiciliari dall evento al senato.

    Partendo dall assunto della "libertà di espressione" sancita in costituzione ,nel momento in cui si parla di farmaci che "avrebbero" azione sul covid , ci si 'dimentica",se non si è medici, della concentrazione plasmatica sufficiente allo scopo e dell emivita del farmaco stesso.(1 cp 200mcg ogni 12 ore, la compressa ha la quantità di farmaco utile a livello plasmatico 200mcg e data l emivita dello stesso bisogna prenderne 1 ogni 12 ore )

    Con il termine concentrazione plasmatica di un farmaco si intende la quantità di una determinata sostanza disciolta in un volume noto (ad esempio un decilitro, o un litro) di plasma, vale a dire la parte liquida del sangue.

    L'emivita è un valore indipendente dalla concentrazione del farmaco e dall'attività metabolica del nostro corpo. Se il T/2 è corto, la diminuzione della concentrazione sarà veloce, viceversa più l'emivita è lunga, più la diminuzione della concentrazione è lenta

    Per raggiungere concentrazioni utili a raggiungere l apparato respiratorio umano sia l invermictina che l idrossicloruchina etc venivano e vengono utilizzati in una posologia tossica per l organismo umano ,fuori dai parametri suggeriti nell uso per altre patologie .(da qui il paradosso ,se viene utilizzata per altre malattie note perchè le associazioni mediche mondiali ne sconsigliano l utilizzo senza trials clinici) se vengono utilizzati con la posologia gia sperimentata ,non hanno effetto conclamato.

    I medici che usavano idrossicloruchina a scopo preventivo ,la usavano con la posologia sperimentata,sperando che avesse effetto.

    Per questo ,nessun medico( che non abbia un tornaconto personale in termini monetari ) perde tempo sui social o in tv mancando nell interlocutore le nozioni base peŕ una discussione profittevole.

    Mancando le nozioni base ,ci si fa trascinare inconsapevolmente in "facili" soluzioni fai da te.



    Replica all evento al senato sulle cure domicicliari.

    Se mai ce ne fosse ancora bisogno, la Fda ha utilizzato una frase assolutamente esplicativa per fermare l’uso dell’Ivermectina come cura contro Covid: “Non siete cavalli. Non siete mucche. Davvero, ci rivolgiamo a voi tutti. Smettete di utilizzarla”. Il chiarimento è arrivato dopo l’impennata di vendite, in particolar modo negli Stati Uniti, del farmaco antiparassitario, che stava mettendo in serio pericolo la salute delle persone. Nonostante lo stop della comunità scientifica, tuttavia, il dibattito non si placa e ha oltrepassato l’oceano arrivando anche in Italia dove recentemente si è tenuto un Convegno, nientemeno che in Senato, sull’argomento e a favore della tesi. ”E’ assolutamente inappropriato”, tuona la Professoressa Stefania Salmaso, membro dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, raggiunta da HuffPost. “La politica deve assumersi le proprie responsabilità e quando fornisce l’aula per un Convegno dovrebbe selezionare argomenti credibili, non si può concedere uno spazio così prestigioso a discussioni senza fondamento scientifico”.

    Professoressa, facciamo un passo indietro. Ci spiega innanzitutto che cos’è l’Ivermectina e perché non è efficace come cura contro Covid?

    Contro Covid all’inizio sono state sperimentate tante cose diverse proprio per trovare una soluzione anche a basso costo. L’Ivermectina è un farmaco antiparassitario, si usa per curare i vermi o altri parassiti che causano infezioni nell’uomo e soprattutto negli animali. L’ivermectina per l’uomo in genere è stata utilizzata anche come prodotto locale per esempio nelle creme contro la scabbia e esiste anche in compresse. Ma in realtà è un farmaco che viene utilizzato soprattutto in ambito veterinario, per mucche, cavalli.

    Come si è arrivati a provarlo contro Covid?

    A un certo punto è stato testato per vedere se poteva funzionare contro Covid. Sono usciti alcuni studi e qualcuno ha avanzato l’ipotesi che funzionasse. In particolare c’è stato uno studio egiziano, che è stato citato da molti ma che non è stato mai pubblicato su una rivista scientifica. Questo perché, con la fretta di mettere a disposizione i risultati di ricerche nel tempo minore possibile, esiste la possibilità di caricare articoli scientifici su dei siti anche prima che vengano passati al vaglio di revisori esterni. Questo articolo pubblicato su Research Square, sito britannico, che riportava risultati di un trial, cioè di una sperimentazione clinica controllata, quella che viene usata normalmente usata per i farmaci, diceva appunto che l’Ivermectina funzionava contro Covid. In realtà poi su quello studio qualcuno ha fatto dei commenti, sono state scoperte delle incongruenze interne, sono stati chiesti più dati e lo studio è stato ritirato completamente dal sito dove era stato, perché sono state evidenziate talmente tante incongruenze che si è sospettato che i dati non fossero veri.

    Quindi nulla di fatto?

    Nel frattempo su questa scorta sono stati fatti altri studi di cui uno pubblicato su Jama: uno prodotto in Colombia e un altro in Argentina che hanno dimostrato che l’Ivermectina non è efficace contro Covid e non serve. Si è pronunciata la Fda e anche l’Ema, già a marzo, dicendo che non c’erano evidenze per utilizzare l’Ivermectina, anzi le evidenze erano piuttosto contrastanti, soprattutto perché il dosaggio da utilizzare per far raggiungere una concentrazione utile a livello dell’apparato respiratorio del farmaco era un dosaggio molto elevato e quindi potenzialmente tossico. E in effetti sono stati segnalati degli effetti collaterali abbastanza importanti.

    Tuttavia, molti continuano a sostenere il contrario, contro il parere scientifico. Penso al Convegno al Senato, ma anche all’intervento dell’Europarlamentare leghista Francesca Donato che ancora ieri citava dati “a sua disposizione” a favore di questa tesi...

    Tutti i palinsesti sono strapieni di trasmissioni che parlano di Covid. Il motivo per cui la gente li guarda è probabilmente per chiarirsi le idee e non certo per confondersele. E’ molto fuorviante e dannoso quando c’è qualcuno che si presenta dicendo “questi sono i dati”, tra l’altro senza specifiche competenze.

    In America l’uso dell’Ivermectina continua a essere promosso da molti gruppi cospirazionisti

    Esatto, le vendite di Ivermectina sono salite alle stelle perché la gente poi se l’è comprata. Viene prescritta da medici che offrono consultazioni per 90 dollari per dire se te la devi prendere o no. In Italia è un fenomeno che ancora non c’è, per fortuna. Ci sono dei dati su cui le persone competenti hanno trovato il consenso, ce ne sono alcuni su cui c’è forte dissenso anzi si dice di non usarli. La stessa Oms ha detto che l’Ivermectina per Covid dovrebbe essere usata solo all’interno di studi clinici controllati utilizzati per verificare gli effetti del farmaco.

    Insomma l’unica arma contro Covid continua a essere il vaccino per ora...

    Il vaccino ci sta salvando la vita, perché anche se prendi l’infezione hai pochissime probabilità di complicanze severe e questo è un dato di fatto e siamo molti contenti. Sappiamo però che anche la vaccinazione non azzera tutti i rischi e sappiamo che il Covid non se ne andrà subito. Quindi probabilmente dovremmo rivaccinarci, vedere di cambiare vaccini. Il punto su cui voglio porre l’attenzione è un altro.

    Quale?

    I politici avrebbero bisogno di una struttura in Parlamento, come c’è anche in Gran Bretagna, indipendente che filtri le notizie scientifiche e che li aiuti a orientarsi su dati che possono essere anche complessi e che possono essere utilizzati per prendere decisioni. E’ importante che non si perda fiducia in chi prende le decisioni.





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