Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Industriali: servono pi? migranti

Collapse
X
Collapse
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #1

    Industriali: servono pi? migranti

    Industriali al governo: servono pi? migranti

    Franz Baraggino| 23 Settembre 2019

    ?L?ultima volta che un governo ci ha chiesto di quanta manodopera straniera abbiamo bisogno??. Al presidente di Confindustria viene da ridere. A Cernobbio si stanno chiudendo i lavori del Forum Ambrosetti e Vincenzo Boccia infila una lunga serie di interviste. Dopo aver ragionato di crescita, cuneo fiscale, investimenti, l?ultima domanda sembra un po? fuori luogo. O forse no. ?Da tempo non affrontiamo pi? certe questioni?, riparte subito Boccia, ma il tono si fa serio: ?Se blocchiamo i porti creiamo un blocco anche su questi temi?. I dati dicono che siamo ultimi in Europa per numero di permessi di lavoro agli stranieri: 0,23 nuovi ingressi per mille abitanti nel 2018, record negativo di una parabola imboccata ormai da anni. Eppure il Paese invecchia e la natalit? ai minimi storici mette a repentaglio il futuro del nostro welfare. Possibile che nel 2018 gli ingressi per lavoro siano appena 13.877? La Polonia ne conta 600mila. Tanto che il Gruppo di Visegr?d vanta da solo il 60% degli ingressi in Ue per ragioni occupazionali (elaborazione Fondazione Leone Moressa su dati Eurostat 2018). Ma il paragone che preoccupa la classe produttiva presente a Cernobbio ? quello con l?Italia del passato. Che nel 2007 emanava decreti flussi da 250mila permessi di lavoro e in meno di dieci anni ? scesa a poche migliaia (dati Viminale).

    ? vero, c?? stata la crisi. Ma quali sono oggi le reali esigenze del sistema Italia? In base a quale criterio si sono decise le quote (identiche) degli ultimi cinque anni? Rispondere ? quasi impossibile, perch? il Documento di programmazione triennale previsto dalla legge non lo redige pi? nessun governo: l?ultimo ? del 2006, c?era Prodi. Sar? che il nostro sistema produttivo pu? fare a meno degli stranieri? Esattamente l?opposto, stando a quanto affermano i suoi rappresentanti. ?Il nostro centro studi?, racconta Emanuele Orsini di FederlegnoArredo, ?calcola che da qui al 2021 il nostro settore avr? bisogno di 20mila nuovi occupati?. E chiarisce che si tratta soprattutto di piccole e medie imprese dove la maggioranza della manodopera ? straniera. ?Gli immigrati sono un ambito dove formare questa manodopera, un grosso innesto per la nostra economia?, fa eco Achille Colombo Clerici di Assoedilizia, altra associazione di settore a elevata presenza di extracomunitari. E c?? chi va oltre. Per il presidente di Brembo, Alberto Bombassei, ?non ? solo questione di numeri?, e chiede ?un progetto politico sull?integrazione degli extracomunitari?. ?Poi?, aggiunge l?ex deputato di Mario Monti, ?abbiamo tanti italiani disoccupati?. Che la concorrenza tra italiani e stranieri sia un fenomeno marginale e circoscritto ad aree a bassa specializzazione lo dice il il nuovo Rapporto su stranieri e mercato del lavoro pubblicato a luglio dal ministero del Lavoro. ?Gli immigrati fanno lavori molto diversi dai nativi?, si legge. Ma statistiche e numeri non bastano a rassicurare quanti continuano a sentirsi minacciati dall?immigrazione. ?Proprio perch? la disoccupazione ? elevata bisogna ragionare in termini selettivi?, ribatte Riccardo Illy. ?Domanda e offerta spesso non combinano e le aziende non trovano i lavoratori di cui hanno bisogno?. Raffaele De Nigris dell?omonimo e storico acetificio la mette gi? dura: ?I livelli apicali non li trovi perch? fuggono all?estero, e la manodopera ? scarsa perch? i canali per intercettare quella straniera sono insufficienti. Siamo in mezzo a un guado?. Quindi il lavoro ci sarebbe? ?Sicuramente?. E allora? ?E allora l?immigrazione va gestita?, insiste Illy, che rilancia la richiesta di un cambio di paradigma: ?Oltre alla gestione degli arrivi servono inserimento e integrazione?.

    Meno ingressi regolari, pi? economia sommersa

    Altro che ?discontinuit?? col governo gialloverde. Stando ai numeri e alla normativa vigente, le proposte raccolte sembrano pi? una rivoluzione. ?L?Italia non ha pi? una strategia in merito, ed entrare regolarmente per lavoro ? ormai impossibile?, commenta William Chiaromonte, ricercatore di diritto del Lavoro all?Universit? di Firenze. ?La causa principale ? la disciplina legislativa che pretende di far incontrare domanda e offerta quando l?aspirante ? ancora nel suo Paese d?origine?, dice, spiegando che il nostro ? un mercato del lavoro dove la chiamata ? spesso nominativa, tra persone che gi? si conoscono. Eppure, in un Paese che da qui al 2023 avr? bisogno di tre milioni di nuovi occupati (dati Unioncamere), non c?? alternativa. Al contrario c?? chi ci guadagna.

    Se il percorso regolare si estingue, gli immigrati economici ingrossano le fila dei richiedenti asilo allungando i tempi della burocrazia dell?accoglienza. Poi, visto che nessuno pu? assumerli e nessuno li rimpatria, entrano nel mercato nero. ?Una distorsione che arricchisce la criminalit? e ha sconvolto settori macroscopici come edilizia e agricoltura?, denuncia Chiaromonte. Le dimensioni del fenomeno? Gli stranieri sono il 74% dei lavoratori domestici, il 56% dei badanti, fino al 40% dei braccianti di agricoltura e allevamento (Istat). Facile immaginare cosa significhi la drastica riduzione dei permessi di lavoro in settori gi? caratterizzati da ampie quote di sommerso. Sono uomini e donne che non pagano tasse, contributi, che non contribuiscono alla crescita del Pil.

    Lo straniero conviene: l?incasso supera la spesa

    ?Se investissimo nelle persone che arrivano in Italia probabilmente ne caveremmo molto di pi? rispetto alla sensazione che vengano a fare solo lavori di bassa qualit?, peraltro lavori dei quali in Italia continuiamo ad avere un gran bisogno?, sostiene il presidente del gruppo Falk, Enrico Falck. ? convinto che tanta parte dei lavoratori stranieri sia sovraistruita rispetto alle mansioni che svolge. A voler verificare si scopre che si tratta del 37,4% degli stranieri, mentre tra gli italiani ? il 22% (Idos 2017). Ma sono tempi duri per chi la pensa come Falck.

    Fondi europei sprecati: non si vuole l?integrazione

    La giunta leghista della Provincia Autonoma di Trento ha appena rinunciato a 1 milione di fondi europei (Fondo asilo, migrazione e integrazione) destinati ai corsi di italiano per stranieri. Soldi che l?Italia non ricever?. Mentre il Friuli Venezia Giulia, sempre a guida Lega, sta tentando di usarli per i rimpatri volontari. Che manchi un piano unitario ? evidente. Come ci siamo arrivati? Lo chiediamo ad Andrea Stuppini, per anni rappresentante delle Regioni nel Comitato tecnico nazionale sull?immigrazione. ?Nei primi anni Duemila i decreti flussi rispondevano alle associazioni datoriali che chiedevano centinaia di migliaia di stranieri ? racconta ? Gi? allora il grande assente era la politica per l?integrazione. Cos?, in mancanza di un progetto robusto, una legislazione gi? ridimensionata dalla Bossi?Fini venne definitivamente travolta da crisi economica ed emergenze umanitarie. E i permessi di lavoro diventarono un fenomeno da limitare al massimo?. Un esito che imputa ?a scelte politiche?. Vie d?uscita? ?Ricostruire un rapporto forte tra lavoro e integrazione, cambiando le norme e ripristinando l?istituto dello sponsor, che permetteva ad associazioni pubbliche di garantire per la persona, cos? che l?incontro con il datore potesse avvenire anche in Italia?.

    Da ultimo, ?serve un dialogo con i Paesi africani di provenienza?. Un parere diffuso tra gli industriali: ?Un modo per dare ordine ai flussi ? formare le persone a monte?, ragiona Giampiero Massolo di Fincantieri, che nel Nordest fatica ?a trovare carpentieri e saldatori che dobbiamo importare dal Bangladesh?. E Boccia di Confindustria ha gi? la proposta: ?L?industria europea a partire da quella italiana, attraverso partenariati industriali in quei paesi e col nostro governo, pu? fare un?operazione rilevante nell?interesse di tutti?. Ma proprio tutti. Dalla sanit? alla scuola, dai servizi sociali all?accoglienza, lo Stato spende per gli immigrati meno di quanto non incassi in tasse e contributi dai 2,3 milioni di stranieri che dichiarano redditi. I dati sono quelli del 2016, anno record per numero di sbarchi. Eppure il saldo ? positivo: tra +1,7 e +3 miliardi di euro (Dossier statistico immigrazione 2018 Idos).

    ?Tra invecchiamento e natalit? ai minimi, in 20 anni i residenti in et? da lavoro passeranno da 36 a 29 milioni: fossimo un paese normale, ci interrogheremmo sul nostro futuro?, commenta il portavoce di ASviS ed ex presidente Istat Enrico Giovannini. E sul futuro aggiunge un aneddoto: ?Un anno fa proponemmo al governo di istituire un centro di studi sul futuro accanto alla presidenza del Consiglio, come in molti altri paesi. Ci ? stato risposto che non ? una proposta interessante. Ora che il governo ? cambiato speriamo che anche certe risposte possano cambiare?.

  • Font Size
    #2
    E niente

    Comment


    • Font Size
      #3
      Originally posted by arabykola View Post
      Industriali al governo: servono pi? migranti

      Franz Baraggino| 23 Settembre 2019

      ?L?ultima volta che un governo ci ha chiesto di quanta manodopera straniera abbiamo bisogno??. Al presidente di Confindustria viene da ridere. A Cernobbio si stanno chiudendo i lavori del Forum Ambrosetti e Vincenzo Boccia infila una lunga serie di interviste. Dopo aver ragionato di crescita, cuneo fiscale, investimenti, l?ultima domanda sembra un po? fuori luogo. O forse no. ?Da tempo non affrontiamo pi? certe questioni?, riparte subito Boccia, ma il tono si fa serio: ?Se blocchiamo i porti creiamo un blocco anche su questi temi?. I dati dicono che siamo ultimi in Europa per numero di permessi di lavoro agli stranieri: 0,23 nuovi ingressi per mille abitanti nel 2018, record negativo di una parabola imboccata ormai da anni. Eppure il Paese invecchia e la natalit? ai minimi storici mette a repentaglio il futuro del nostro welfare. Possibile che nel 2018 gli ingressi per lavoro siano appena 13.877? La Polonia ne conta 600mila. Tanto che il Gruppo di Visegr?d vanta da solo il 60% degli ingressi in Ue per ragioni occupazionali (elaborazione Fondazione Leone Moressa su dati Eurostat 2018). Ma il paragone che preoccupa la classe produttiva presente a Cernobbio ? quello con l?Italia del passato. Che nel 2007 emanava decreti flussi da 250mila permessi di lavoro e in meno di dieci anni ? scesa a poche migliaia (dati Viminale).

      ? vero, c?? stata la crisi. Ma quali sono oggi le reali esigenze del sistema Italia? In base a quale criterio si sono decise le quote (identiche) degli ultimi cinque anni? Rispondere ? quasi impossibile, perch? il Documento di programmazione triennale previsto dalla legge non lo redige pi? nessun governo: l?ultimo ? del 2006, c?era Prodi. Sar? che il nostro sistema produttivo pu? fare a meno degli stranieri? Esattamente l?opposto, stando a quanto affermano i suoi rappresentanti. ?Il nostro centro studi?, racconta Emanuele Orsini di FederlegnoArredo, ?calcola che da qui al 2021 il nostro settore avr? bisogno di 20mila nuovi occupati?. E chiarisce che si tratta soprattutto di piccole e medie imprese dove la maggioranza della manodopera ? straniera. ?Gli immigrati sono un ambito dove formare questa manodopera, un grosso innesto per la nostra economia?, fa eco Achille Colombo Clerici di Assoedilizia, altra associazione di settore a elevata presenza di extracomunitari. E c?? chi va oltre. Per il presidente di Brembo, Alberto Bombassei, ?non ? solo questione di numeri?, e chiede ?un progetto politico sull?integrazione degli extracomunitari?. ?Poi?, aggiunge l?ex deputato di Mario Monti, ?abbiamo tanti italiani disoccupati?. Che la concorrenza tra italiani e stranieri sia un fenomeno marginale e circoscritto ad aree a bassa specializzazione lo dice il il nuovo Rapporto su stranieri e mercato del lavoro pubblicato a luglio dal ministero del Lavoro. ?Gli immigrati fanno lavori molto diversi dai nativi?, si legge. Ma statistiche e numeri non bastano a rassicurare quanti continuano a sentirsi minacciati dall?immigrazione. ?Proprio perch? la disoccupazione ? elevata bisogna ragionare in termini selettivi?, ribatte Riccardo Illy. ?Domanda e offerta spesso non combinano e le aziende non trovano i lavoratori di cui hanno bisogno?. Raffaele De Nigris dell?omonimo e storico acetificio la mette gi? dura: ?I livelli apicali non li trovi perch? fuggono all?estero, e la manodopera ? scarsa perch? i canali per intercettare quella straniera sono insufficienti. Siamo in mezzo a un guado?. Quindi il lavoro ci sarebbe? ?Sicuramente?. E allora? ?E allora l?immigrazione va gestita?, insiste Illy, che rilancia la richiesta di un cambio di paradigma: ?Oltre alla gestione degli arrivi servono inserimento e integrazione?.

      Meno ingressi regolari, pi? economia sommersa

      Altro che ?discontinuit?? col governo gialloverde. Stando ai numeri e alla normativa vigente, le proposte raccolte sembrano pi? una rivoluzione. ?L?Italia non ha pi? una strategia in merito, ed entrare regolarmente per lavoro ? ormai impossibile?, commenta William Chiaromonte, ricercatore di diritto del Lavoro all?Universit? di Firenze. ?La causa principale ? la disciplina legislativa che pretende di far incontrare domanda e offerta quando l?aspirante ? ancora nel suo Paese d?origine?, dice, spiegando che il nostro ? un mercato del lavoro dove la chiamata ? spesso nominativa, tra persone che gi? si conoscono. Eppure, in un Paese che da qui al 2023 avr? bisogno di tre milioni di nuovi occupati (dati Unioncamere), non c?? alternativa. Al contrario c?? chi ci guadagna.

      Se il percorso regolare si estingue, gli immigrati economici ingrossano le fila dei richiedenti asilo allungando i tempi della burocrazia dell?accoglienza. Poi, visto che nessuno pu? assumerli e nessuno li rimpatria, entrano nel mercato nero. ?Una distorsione che arricchisce la criminalit? e ha sconvolto settori macroscopici come edilizia e agricoltura?, denuncia Chiaromonte. Le dimensioni del fenomeno? Gli stranieri sono il 74% dei lavoratori domestici, il 56% dei badanti, fino al 40% dei braccianti di agricoltura e allevamento (Istat). Facile immaginare cosa significhi la drastica riduzione dei permessi di lavoro in settori gi? caratterizzati da ampie quote di sommerso. Sono uomini e donne che non pagano tasse, contributi, che non contribuiscono alla crescita del Pil.

      Lo straniero conviene: l?incasso supera la spesa

      ?Se investissimo nelle persone che arrivano in Italia probabilmente ne caveremmo molto di pi? rispetto alla sensazione che vengano a fare solo lavori di bassa qualit?, peraltro lavori dei quali in Italia continuiamo ad avere un gran bisogno?, sostiene il presidente del gruppo Falk, Enrico Falck. ? convinto che tanta parte dei lavoratori stranieri sia sovraistruita rispetto alle mansioni che svolge. A voler verificare si scopre che si tratta del 37,4% degli stranieri, mentre tra gli italiani ? il 22% (Idos 2017). Ma sono tempi duri per chi la pensa come Falck.

      Fondi europei sprecati: non si vuole l?integrazione

      La giunta leghista della Provincia Autonoma di Trento ha appena rinunciato a 1 milione di fondi europei (Fondo asilo, migrazione e integrazione) destinati ai corsi di italiano per stranieri. Soldi che l?Italia non ricever?. Mentre il Friuli Venezia Giulia, sempre a guida Lega, sta tentando di usarli per i rimpatri volontari. Che manchi un piano unitario ? evidente. Come ci siamo arrivati? Lo chiediamo ad Andrea Stuppini, per anni rappresentante delle Regioni nel Comitato tecnico nazionale sull?immigrazione. ?Nei primi anni Duemila i decreti flussi rispondevano alle associazioni datoriali che chiedevano centinaia di migliaia di stranieri ? racconta ? Gi? allora il grande assente era la politica per l?integrazione. Cos?, in mancanza di un progetto robusto, una legislazione gi? ridimensionata dalla Bossi?Fini venne definitivamente travolta da crisi economica ed emergenze umanitarie. E i permessi di lavoro diventarono un fenomeno da limitare al massimo?. Un esito che imputa ?a scelte politiche?. Vie d?uscita? ?Ricostruire un rapporto forte tra lavoro e integrazione, cambiando le norme e ripristinando l?istituto dello sponsor, che permetteva ad associazioni pubbliche di garantire per la persona, cos? che l?incontro con il datore potesse avvenire anche in Italia?.

      Da ultimo, ?serve un dialogo con i Paesi africani di provenienza?. Un parere diffuso tra gli industriali: ?Un modo per dare ordine ai flussi ? formare le persone a monte?, ragiona Giampiero Massolo di Fincantieri, che nel Nordest fatica ?a trovare carpentieri e saldatori che dobbiamo importare dal Bangladesh?. E Boccia di Confindustria ha gi? la proposta: ?L?industria europea a partire da quella italiana, attraverso partenariati industriali in quei paesi e col nostro governo, pu? fare un?operazione rilevante nell?interesse di tutti?. Ma proprio tutti. Dalla sanit? alla scuola, dai servizi sociali all?accoglienza, lo Stato spende per gli immigrati meno di quanto non incassi in tasse e contributi dai 2,3 milioni di stranieri che dichiarano redditi. I dati sono quelli del 2016, anno record per numero di sbarchi. Eppure il saldo ? positivo: tra +1,7 e +3 miliardi di euro (Dossier statistico immigrazione 2018 Idos).

      ?Tra invecchiamento e natalit? ai minimi, in 20 anni i residenti in et? da lavoro passeranno da 36 a 29 milioni: fossimo un paese normale, ci interrogheremmo sul nostro futuro?, commenta il portavoce di ASviS ed ex presidente Istat Enrico Giovannini. E sul futuro aggiunge un aneddoto: ?Un anno fa proponemmo al governo di istituire un centro di studi sul futuro accanto alla presidenza del Consiglio, come in molti altri paesi. Ci ? stato risposto che non ? una proposta interessante. Ora che il governo ? cambiato speriamo che anche certe risposte possano cambiare?.
      Muoio dal ridere


      Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

      Comment


      • Font Size
        #4
        Evvai!
        Anche se il titolo dovrebbe essere "Industriali al governo: servono pi? schiavi"
        Last edited by schwarz; 30-09-19, 08:19.

        Comment


        • Font Size
          #5
          Originally posted by schwarz View Post
          Evvai!
          Anche se il titolo dovrebbe essere "Industriali al governo: servono pi? schiavi"
          Ma gli schiavi vengono pagati ?

          Ad ogni modo le scelte per un'azienda sono 2 :
          1) assumere migranti
          2) costruire filiali oltreconfine .

          Di Italiani che lavorano o che vogliono imparare un mestiere non se ne trovano manco a piangere . Se poi hai bisogno per il week end ... buona fortuna

          Vero si , o vero no , questo ? quanto dicono all'unisono tutte le aziende che sento (ma anche tutti i dipendenti che hanno qualche collegamento con le assunzioni.)
          Parlavo l'altro giorno con un venditore di macchinari e mi diceva : "se io avessi l'operatore specializzato per ogni macchinario tecnologicamente avanzato" , ne venderei 10 al giorno invce che 1-2 al mese .
          Infatti moltissime aziende che conosco pure io , non investono in tecnologia avanzata o cmq limitano l'investimento proprio per la problematica del personale .

          Eppure ... eppure ... beh tanto la nazione ? ormai in fase terminale .

          Comment


          • Font Size
            #6
            Originally posted by Lele-R1-Crash View Post

            Ma gli schiavi vengono pagati ?

            Ad ogni modo le scelte per un'azienda sono 2 :
            1) assumere migranti
            2) costruire filiali oltreconfine .

            Di Italiani che lavorano o che vogliono imparare un mestiere non se ne trovano manco a piangere . Se poi hai bisogno per il week end ... buona fortuna

            Vero si , o vero no , questo ? quanto dicono all'unisono tutte le aziende che sento (ma anche tutti i dipendenti che hanno qualche collegamento con le assunzioni.)
            Parlavo l'altro giorno con un venditore di macchinari e mi diceva : "se io avessi l'operatore specializzato per ogni macchinario tecnologicamente avanzato" , ne venderei 10 al giorno invce che 1-2 al mese .
            Infatti moltissime aziende che conosco pure io , non investono in tecnologia avanzata o cmq limitano l'investimento proprio per la problematica del personale .

            Eppure ... eppure ... beh tanto la nazione ? ormai in fase terminale .
            Per la prima domanda ...... bhe quando un poraccio lo paghi 2? all'ora puoi anche non chiamarla schiavit? ma il concetto ? quello

            Lele comprendo benissimo il tuo punto di vista (vissuto in prima persona), il problema ? sempre il solito.
            Gli industriali chiedono gente disposta a lavorare per 400? al mese (grazie al ca....), gli italiani non possono permetterselo (e ammettiamolo tanti non ne hanno voglia).
            Il problema ? sempre che il lavoro costa troppo e la gente per due lire ha poca voglia di sbattersi, come fai incontrare i due mondi? L'unica ? fare in modo che assumere un dipendente per un azienda non sia una trave nel sedere, e fare in modo che gli stipendi siano allettanti per chi si avvicina al mondo del lavoro. In italia si fa da decenni l'esatto contrario ... e poi ci dicono (con una disoccupazione a due cifre) che servono migranti.....
            Last edited by schwarz; 30-09-19, 09:12.

            Comment


            • Font Size
              #7
              Originally posted by schwarz View Post
              Per la prima domanda ...... bhe quando un poraccio lo paghi 2? all'ora puoi anche non chiamarla schiavit? ma il concetto ? quello
              Concordo con te . Ma non ? come le ore di straordinario non retribuite che poi sempre appurato essere unaleggenda metropolitana ?
              Cio? ... tutta sta gente pagata 2 Euro/ora dove la trovate ? Io non ho mai toccato con mano nessuna realt? dove una persona lavorasse a tale retribuzione .
              Per? non metto in dubbio quel che dite , solo che mi vien da chiedermi dove esiste qualcuno che in Italia lavora 10 ore per poter mangiare una pizza .

              Originally posted by schwarz View Post
              Lele comprendo benissimo il tuo punto di vista (vissuto in prima persona), il problema ? sempre il solito.
              Gli industriali chiedono gente disposta a lavorare per 400? al mese (grazie al ca....), gli italiani non possono permetterselo (e ammettiamolo tanti non ne hanno voglia).
              Il problema ? sempre che il lavoro costa troppo e la gente per due lire ha poca voglia di sbattersi, come fai incontrare i due mondi? L'unica ? fare in modo che assumere un dipendente per un azienda non sia una trave nel sedere, e fare in modo che gli stipendi siano allettanti per chi si avvicina al mondo del lavoro. In italia si fa da decenni l'esatto contrario ... e poi ci dicono (con una disoccupazione a due cifre) che servono migranti.....
              Ma chi lavora per Euro=400 mensili ? Io non ho mai conosciuto nessuno . Nemmeno part time . E non ho nemmeno mai visto un'azienda proporre un lavoro 8 ore per 400 Euro mese . Mi mostreresti , ad esempio , qualche link ?

              Il lavoro costa troppo perch? lo stato impone che sia cosi .
              Un dipendente con un netto di 2000 Euro mensile , quanto costa all'azienda come media mensile nell'arco di un anno ?

              Comment


              • Font Size
                #8
                In teoria esistono dei minimi contrattuali
                non in tutti i settori per?

                Comment


                • Font Size
                  #9
                  Se arrivano su chiamata come fanno in svizzera da 1000 anni ben vengano

                  Comment


                  • Font Size
                    #10
                    Originally posted by LucaDB6 View Post
                    Se arrivano su chiamata come fanno in svizzera da 1000 anni ben vengano
                    La svizzera ? un paese civile .
                    L'Itlia non pi? .

                    Comment


                    • Font Size
                      #11
                      Lele, lo straordinario non pagato esiste ed ? "contrattuale"...nei metalmeccanici ad esempio gli impiegati sopra il 7? livello non hanno lo straordinario pagato, se non 4 ore al sabato e 8 la domenica in alcuni contratti, non hanno i viaggi pagati, o meglio se in orario lavorativo hanno le loro 8 ore anche se il viaggio ne dura 24 e se viaggiano nei festivi gli vengono pagate, sempre solo 8 ore, ridotte del 30%...
                      400?/mese forse no, ma poco di pi? non ? una cosa cos? stramba...qui da me ci sono 4-5 elementi che prendono dai 900 ai 1100? /mese per 40 ore /settimana, magari facendo anche qualche oretta di straordinario...
                      Che poi sia colpa del cuneo fiscale sono assolutamente d'accordo. Per dare 2000? netti al dipendente in busta l'azienda ne tira fuori almeno 5000...ed ? assolutamente FOLLE.

                      Comment


                      • Font Size
                        #12
                        I datori di lavoro se ne stra sbattono e il loro unico scopo ? pagare sempre di meno, non tutti, ma almeno 8 su 10 son cos?. Io dopo 17 anni nella stessa azienda e dopo aver fatto un percorso invidiabile (8 anni in montaggio e poi ho deciso di rimettermi in gioco e sono entrato in ufficio tecnico ufficialmente come disegnatore, ma in 10 anni di uff.tecnico sono diventato progettista a tempo pieno di macchine complete e finite, pezzi stampati in alluminio e ad iniezione). Sapete dopo 17 anni e svariate mie richieste di aumento quanti me ne hanno dati? 0 (zero!!!) aumenti, mi sono rotto e ho deciso di andarmene giusto un paio di anni fa con l?ultimo stipendio che ammontava alla cifra monstre di 1430 euro, quando i miei colleghi che facevano lo stesso lavoro ma con titolo di studio, si portavano a casa 1750 euro. Per arrivare ad uno stipendio che ritengo per lo meno decente per quel che faccio ho dovuto cambiare 2 lavori in 2 anni e ora percepisco circa 1700 al mese, ma c?? un ma. Contratto metalmeccanico nazionale, 4? livello, ma per gli impiegati straordinario non pagato?quindi casi di straordinario non pagato esistono eccome.

                        Inviato dal mio LG-H930 utilizzando Tapatalk

                        Comment


                        • Font Size
                          #13
                          Originally posted by tome83 View Post
                          I datori di lavoro se ne stra sbattono e il loro unico scopo ? pagare sempre di meno, non tutti, ma almeno 8 su 10 son cos?. Io dopo 17 anni nella stessa azienda e dopo aver fatto un percorso invidiabile (8 anni in montaggio e poi ho deciso di rimettermi in gioco e sono entrato in ufficio tecnico ufficialmente come disegnatore, ma in 10 anni di uff.tecnico sono diventato progettista a tempo pieno di macchine complete e finite, pezzi stampati in alluminio e ad iniezione). Sapete dopo 17 anni e svariate mie richieste di aumento quanti me ne hanno dati? 0 (zero!!!) aumenti, mi sono rotto e ho deciso di andarmene giusto un paio di anni fa con l?ultimo stipendio che ammontava alla cifra monstre di 1430 euro, quando i miei colleghi che facevano lo stesso lavoro ma con titolo di studio, si portavano a casa 1750 euro. Per arrivare ad uno stipendio che ritengo per lo meno decente per quel che faccio ho dovuto cambiare 2 lavori in 2 anni e ora percepisco circa 1700 al mese, ma c?? un ma. Contratto metalmeccanico nazionale, 4? livello, ma per gli impiegati straordinario non pagato?quindi casi di straordinario non pagato esistono eccome.

                          Inviato dal mio LG-H930 utilizzando Tapatalk
                          Tome, scusa se ti parlo con franchezza, ma dopo 17 anni nella stessa ditta, un bel percorso lavorativo, svariate richieste di aumento inascoltate, e ti lasciano andare senza fare una piega, forse non avevano bisogno di te.
                          Altrimenti avoja che te li davano quei pochi soldi in pi?.
                          Oppure ? una ditta poco lungimirante, che non sa vedere il reale valore di un dipendente.
                          Oppure hai esagerato con le richieste di aumento. Un pressing in tal senso raramente ? apprezzato, e non vedevano l'ora che tu cambiassi aria.

                          Comment


                          • Font Size
                            #14
                            Originally posted by springer View Post

                            Tome, scusa se ti parlo con franchezza, ma dopo 17 anni nella stessa ditta, un bel percorso lavorativo, svariate richieste di aumento inascoltate, e ti lasciano andare senza fare una piega, forse non avevano bisogno di te.
                            Altrimenti avoja che te li davano quei pochi soldi in pi?.
                            Oppure ? una ditta poco lungimirante, che non sa vedere il reale valore di un dipendente.
                            Oppure hai esagerato con le richieste di aumento. Un pressing in tal senso raramente ? apprezzato, e non vedevano l'ora che tu cambiassi aria.
                            No..il fatto ? che l'azienda e' sana e molto conosciuta nel territorio e quindi hanno la pila di domande di lavoro in ufficio...via uno basta pescare nel mazzo e si sostituisce. Inoltre l'azienda era grande (150 persone) e il mantra dell'azienda era tutti utili ma nessuno indispensabile. Le competenze della persona servono quando si hanno poche persone, infatti quando sono entrato che eravamo in 30 circa si stava molto meglio, superate le 70 80 persone tutti diventano solamente un numeretto.

                            Inviato dal mio LG-H930 utilizzando Tapatalk

                            Comment


                            • Font Size
                              #15
                              Originally posted by tome83 View Post
                              No..il fatto ? che l'azienda e' sana e molto conosciuta nel territorio e quindi hanno la pila di domande di lavoro in ufficio...via uno basta pescare nel mazzo e si sostituisce. Inoltre l'azienda era grande (150 persone) e il mantra dell'azienda era tutti utili ma nessuno indispensabile. Le competenze della persona servono quando si hanno poche persone, infatti quando sono entrato che eravamo in 30 circa si stava molto meglio, superate le 70 80 persone tutti diventano solamente un numeretto.

                              Inviato dal mio LG-H930 utilizzando Tapatalk
                              Ma allora si tratta di lavori scarsamente qualificati se basta pescare nel mazzo e si sostituisce una persona da tanti anni in azienda come niente fosse.
                              Eppure dalla descrizione del tuo percorso lavorativo mi sembrava abbastanza specializzato.
                              In ogni caso, ti parlo dall'altra parte della barricata, abbiamo un numero di dipendenti che si avvicina a quello da te riportato, anzi nei periodi di picco, anche maggiore, eppure ti assicuro che non ci priveremmo mai a cuor leggero degli elementi pi? validi. Addirittura ci ? capitato di invogliarli con gratificazioni non richieste per il timore di perderli.
                              Perch? la logica di cui parlavi del tutti utili nessuno indispensabile pu? anche essere grosso modo condivisa, nel senso di non piegarsi a richieste assurde o esagerate, ma un elemento valido con lunga esperienza in ambito aziendale per noi ? una risorsa prezioso ed un valore aggiunto che ? meglio evitare di perdere. Perch? sai quello che perdi ma non quello che trovi nel famoso mazzo di cui sopra.
                              Cmq, ognuno ha le proprie politiche aziendali ed ad esse e di esse risponde.

                              Comment

                              X
                              Working...
                              X