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Aiuti alle imprese, tutto fermo: come faranno bar e ristoranti a resistere?

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    #1

    Aiuti alle imprese, tutto fermo: come faranno bar e ristoranti a resistere?

    Aiuti alle imprese: tutto fermo. E intanto dalla prossima settimana in cinque Regioni d’Italia - Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto - bar e ristoranti torneranno ad essere chiusi, mentre per palestre e piscine non è ancora in programma la riapertura.

    In un contesto del genere è essenziale riconoscere alle imprese degli aiuti per “sopravvivere” in questi mesi di difficoltà; un piccolo aiuto è stato previsto nel Decreto Natale, con la promessa poi di un nuovo Decreto Ristori approvato dopo l’autorizzazione ad un ulteriore scostamento di bilancio da 20 miliardi di euro.

    Eppure, non tenendo conto degli errori fatti in passato, il Governo sta ritardando nell’introdurre le nuove misure, come pure nel rendere operative quelle previste dal Decreto Ristori.

    A pagarne le conseguenze sono tutte le attività penalizzate dalle restrizioni introdotte e che potrebbero restare in vigore ancora per molto visto il rischio concreto di una terza ondata. Serve fare in fretta, anche se le minacce di una crisi non aiutano in tal senso.

    Decreto Ristori quinquies, tutto fermo

    Le frizioni all’interno della maggioranza hanno comportato il blocco dei lavori per il Decreto Ristori quinquies. Un provvedimento che secondo i piani del Governo dovrebbe fare da contenitore a molteplici interventi, come nuove misure per la crisi d’impresa oltre ai nuovi indennizzi - si parla di un ulteriore bonus da 1.000 euro - per le Partite IVA e i professionisti danneggiati dalle restrizioni introdotte nella seconda ondata. E con questo provvedimento potrebbe essere trovata una soluzione per le cartelle esattoriali ancora sospese: si parla di una nuova rottamazione, come pure della possibilità di un saldo e stralcio.

    Un provvedimento per il quale si prevede uno stanziamento di 20 miliardi di euro, per il quale però servirà il voto del Parlamento riguardante l’autorizzazione ad un nuovo scostamento di bilancio.

    La promessa fatta da Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di presentazione del Decreto Natale non sta trovando riscontri nei fatti: ad oggi, infatti, sul Decreto Ristori quinquies che doveva essere approvato nei primi giorni di gennaio è tutto fermo.

    Certo, tutto dipende dallo spettro della crisi di Governo, con Matteo Renzi pronto a sfiduciare il Presidente del Consiglio per poi pensare ad una nuova maggioranza. Ma bisognerà fare in fretta, qualunque sia la soluzione: perché le imprese chiuse ormai da mesi non hanno altro tempo.

    Decreto Natale: fermi gli aiuti previsti

    Ma non c’è solo questo problema: anche gli aiuti riconosciuti dal Decreto Natalesi sono fatti attendere da settimane. Ricordiamo che con questo provvedimento sono stati stanziati 645 milioni di euro per una nuova tranche di contributi a fondo perduto, per lo stesso importo di quello riconosciuto con il Decreto Rilancio, destinato a diverse attività del settore della ristorazione (ristoranti, bar, mense, gelaterie e pasticcerie).

    Il Ministero dell’Economia aveva assicurato che il contributo sarebbe arrivato in tempi brevi; queste attività, invece, hanno atteso invano durante le feste - nel mentre il locale era chiuso eccetto per chi ha deciso comunque di andare avanti con le attività di ristorazione d’asporto e consegna a domicilio - e fino ad oggi non hanno avuto notizia di quanto potranno godere di questo ulteriore contributo.

    Secondo quanto dichiarato dal Ministro Gualtieri, infatti, solo oggi l’Agenzia delle Entrate ha effettuato i bonifici per tutte le attività interessate (bar, ristoranti e pasticcerie).

    notizia da:money.it


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    #2
    Ieri sono uscita e i bar erano tutti aperti e fuori c'era un sacco di gente che si trastullava con bicchieri vari del take away... capisco che ormai per loro si tratta di sopravvivenza...

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      #3
      da noi no...solo perditempo dell'est nei bar....invece nei locali modaioli pieno di ragazzotti stupidelli

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        #4
        Chiuderanno in tanti....

        Se pensate che in germania.. alle aziende.. stanno dando l'80% del fatturato.. come ristoro.... vien da ridere qua....

        Ma come ci si pensa... 2020 han chiuso 300mila partite iva e ne hanno aperte solo 82... fate voi.. e se chiudono... la gente spende 0, non paga le tasse.. lo stato ci perde... è una cazzata madornale come il superbollo...

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          #5
          Tranquilli.....lo stato ha già speso 150 miliardi nel frattempo...di bonus

          L'economia deve necessariamente riprendersi.

          Hanno fatto anche il bonus gatti, tipo 90eu al mese.... Voglio dire...economia progresso


          Last edited by Funik; 12-01-21, 20:54.

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            #6
            Ma se invece di fare bonus ad caz*** investissero su qualsiasi cosa di concreto? Dall'Europa sono anni che chiedono "riforme".... E noi? Incentivi per lettiere.... Per non scontentare l'ultimo elettore si vendono anche la nonna... E i nipoti...

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              #7
              Originally posted by Funik View Post
              Tranquilli.....lo stato ha già speso 150 miliardi nel frattempo...di bonus

              L'economia deve necessariamente riprendersi.

              Hanno fatto anche il bonus gatti, tipo 90eu al mese.... Voglio dire...economia progresso


              Gabe75 e Funik . Ditemi che sta roba qui dei gatti è una battuta. Per favore...​​​​​​​

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                #8
                Fossi un ristoratore, messo in sicurezza locale e personale, resterei aperto, dovrebbe fare così l'intera categoria, visto che al Governo ci sono perfetti idioti! Al ristorante ci vado con la famiglia, la fidanzata, ecc, se li frequento a casa, per quale motivo non posso portali a mangiare una pizza ​​​​​​

                Ps: lo scorso weekend, all'Ikea c'era una fila di almeno 300mt, però al bar, seduto al tavolo non posso andarci

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                  #9
                  Originally posted by giova3419 View Post

                  Gabe75 e Funik . Ditemi che sta roba qui dei gatti è una battuta. Per favore...
                  Di "Bonus lettiere" non sono sicuro.... Ma il bonus per animali domestici lo hanno fatto davvero....

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                    #10
                    Originally posted by giova3419 View Post

                    Gabe75 e Funik . Ditemi che sta roba qui dei gatti è una battuta. Per favore...

                    La Legge di Bilancio 2021 porta con sé buone notizie per gli amanti degli animali domestici, con un aumento della soglia massima di spese veterinarie detraibili.

                    Già la scorsa manovra aveva leggermente elevato il tetto massimo per la detrazione.

                    La Legge di Bilancio 2021 fa un altro piccolo passo, solo 50 euro in più rispetto al 2020, per un totale di 550 euro da poter portare in detrazione al 19% in dichiarazione dei redditi.

                    Poi ci sono quelli già noti, occhiali, monopattini ecc ecc. Hanno distribuito milioni e milioni in mille rivoli senza un piano strutturato.

                    Di fatto diceva la Meloni ieri al TG2 che abbiamo già fatto fuori quasi 150milardi di euro.... praticamente ci siamo già mangiati quasi tutti i fondi europei prima ancora di usarli. Senza contare che la quota parte a fondo perso di quei fondi era irrisoria, il resto è prestito coi relativi interessi e condizioni. Debito su debito ...

                    Siamo in un mare di m3rda insomma.

                    ​​​​​​​

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                      #11
                      Venerdì chi andrà al ristorante in occasione della protesta #ioApro1501 ?

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                        #12
                        Originally posted by Funik View Post


                        La Legge di Bilancio 2021 porta con sé buone notizie per gli amanti degli animali domestici, con un aumento della soglia massima di spese veterinarie detraibili.

                        Già la scorsa manovra aveva leggermente elevato il tetto massimo per la detrazione.

                        La Legge di Bilancio 2021 fa un altro piccolo passo, solo 50 euro in più rispetto al 2020, per un totale di 550 euro da poter portare in detrazione al 19% in dichiarazione dei redditi.

                        Poi ci sono quelli già noti, occhiali, monopattini ecc ecc. Hanno distribuito milioni e milioni in mille rivoli senza un piano strutturato.

                        Di fatto diceva la Meloni ieri al TG2 che abbiamo già fatto fuori quasi 150milardi di euro.... praticamente ci siamo già mangiati quasi tutti i fondi europei prima ancora di usarli. Senza contare che la quota parte a fondo perso di quei fondi era irrisoria, il resto è prestito coi relativi interessi e condizioni. Debito su debito ...

                        Siamo in un mare di m3rda insomma.
                        Definizione corretta ​​​​​​​

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                          #13
                          Originally posted by Funik View Post


                          La Legge di Bilancio 2021 porta con sé buone notizie per gli amanti degli animali domestici, con un aumento della soglia massima di spese veterinarie detraibili.

                          Già la scorsa manovra aveva leggermente elevato il tetto massimo per la detrazione.

                          La Legge di Bilancio 2021 fa un altro piccolo passo, solo 50 euro in più rispetto al 2020, per un totale di 550 euro da poter portare in detrazione al 19% in dichiarazione dei redditi.

                          Poi ci sono quelli già noti, occhiali, monopattini ecc ecc. Hanno distribuito milioni e milioni in mille rivoli senza un piano strutturato.

                          Di fatto diceva la Meloni ieri al TG2 che abbiamo già fatto fuori quasi 150milardi di euro.... praticamente ci siamo già mangiati quasi tutti i fondi europei prima ancora di usarli. Senza contare che la quota parte a fondo perso di quei fondi era irrisoria, il resto è prestito coi relativi interessi e condizioni. Debito su debito ...

                          Siamo in un mare di m3rda insomma.
                          Quindi il bonus lettiere e animali in realtà non esiste! Hanno semplicemente aumentato di 50 Il limite per poter detrarre spese fatturate dei veterinari. 50 euro al 19% fanno ben 9,50 euro....50 euro che il veterinario beve fatturare. Non credo che l'Italia vada in bancarotta per quello. Anzi, sono più le tasse che paga il veterinario rispetto a quanto risparmia il cliente.

                          Lo ha detto la Meloni? Sticaxxi ​​​​​​​ Ovviamente lei spara sul governo....edddai...

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                            #14
                            Piangete piangete ... e piangete

                            Germania, la rabbia delle imprese: tra lentezza e pasticci burocratici pagato solo l’8% degli aiuti-ponte e il 4% dei ristori

                            di Daniele Fiori| 16 Gennaio 2021

                            “Fate come la Germania”: qui in Italia, per tutta la pandemia Berlino è stata indicata come il modello da seguire per garantire i ristori alle imprese colpite dalle chiusure per via del coronavirus. “I rimborsi siano certi e immediati come in Germania”, diceva il 23 dicembre scorso il leader dell’opposizione, Matteo Salvini, commentando le restrizioni natalizie. “Non facciamo paragoni con la Germania perché loro danno i soldi alle piccole e medie imprese mentre noi stiamo morendo di fame”, dice lo chef Gianfranco Vissani all’Adnkronos, rilanciando la protesta “Io apro” indetta per il 15 gennaio dai ristoratori. In Germania, però, i ristori non sono né certi né immediati. Anzi, uno studio dell’Institut der Deutschen Wirtschaft (Iw) mostra che le imprese tedesche citate da Vissani hanno ricevuto in realtà appena l’8%dei fondi stanziati questo autunno per gli Überbrückungshilfe I e II (gli aiuti-ponte, ovvero i rimborsi di una parte dei costi fissidelle imprese, introdotti da settembre). E ancora peggio è andata sul fronte dei ristori promessi per i mesi di novembre e dicembre: a destinazione è arrivato solo il 4% del totale previsto. I motivi sono da una parte un pasticcio burocratico che ha costretto il governo a modificare in corsa le condizioni di accesso, dall’altra una lentezza – dovuta anche a problemi informatici – che sembra essere stata risolta solo negli ultimi giorni. E le imprese tedesche? Sono sul piede di guerra e preoccupate, perché il paradosso è che alcune rischiano anche di dover restituireparte dei soldi ricevuti.

                            Il quotidiano economico Handelsblattdenuncia la rabbia di tutte le aziende, dalle piccole e medie imprese ai grandi colossidella ristorazione. Solo da martedì 12 gennaio hanno iniziato a ricevere gli aiuti promessi a novembre, quando la cancelliera Angela Merkel annunciò il semi-lockdown e le conseguenti chiusure, inasprite poi a metà dicembre. Ci sono stati anche dei problemi con la piattaforma online per la presentazione delle domande. I bug informatici però spiegano solo in parte la lentezza della macchina che dovrebbe distribuire gli aiuti. I dati raccolti da Iw, uno dei principali istituti economici tedeschi, mostrano che solo il 76% dei fondi stanziati per gli aiuti immediati a piccole aziende, autonomi e liberi professionisti sono stati utilizzati. Dei 24,6 miliardi di euro disponibili per gli aiuti-ponte, invece, ne sono stati pagati appena 2,1 miliardi (l’8%). I ristori di novembre e dicembre invece sono fermi al 4%: appena 1,5 miliardi versati a fronte di 39,5 disponibili. In totale, riassume Iw, nel bilancio 2020 erano previsti 42,6 miliardi di euro di ristori, ne sono stati erogati 15,8 miliardi, solo il 37%. “Un aiuto credibile non deve essere solo mirato e sufficientemente ampio, ma deve anche essere fornito in tempo utile“, conclude l’istituto nella sua analisi.

                            Il ministro delle Finanze tedesco, il socialdemocratico Olaf Scholz, ha spiegato questi numeri sostenendo che “la situazione economica di molte aziende si è sviluppata più favorevolmente di quanto si temesse e gli affari sono ripresi rapidamente“. Stefan Genth, presidente dell’associazione dei commercianti tedeschi, a Die Welt l’ha definita un’affermazione “oltraggiosa“. Le imprese denunciano infatti come dietro ai pochi ristori incassati ci sia una complessità burocraticaeccessiva, che sta mettendo in crisi anche i consulenti fiscali. “Veloce e non burocratico: questo era stato promesso dai politici. Purtroppo, l’impegno non è stato mantenuto. Anzi”, è il commento all’Ard di Hartmut Schwab, presidente della Bundessteuerberaterkammer (l’organismo di autogestione professionale dei consulenti fiscali tedeschi, ndr). Al contrario dell’Italia, dove i ristori previsti per la seconda ondatavendono distribuiti direttamente dall’Agenzia delle Entrate con lo stesso meccanismo varato in giugno con il decreto Rilancio, il governo tedesco ha invece previsto diversi tipi di aiuti, calcolati mese per mese sulla base del confronto con l’anno precedente.

                            Il principale pasticcio burocratico di Berlino ha riguardato però gli aiuti-ponte, ovvero i rimborsi di una parte dei costi fissi delle imprese. Introdotti da settembre, prevedono un contributo pari a un massimo del 90% dei costi fissi mensili, che varia in base al crollo delle vendite avuto in confronto allo stesso mese del 2019. Però, per adeguare la legge ai paletti stabiliti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato, il governo tedesco ha dovuto successivamente correggere il provvedimento. I costi fissi sono diventati quindi “Ungedeckte Fixkosten“: sono rimborsabili solo i costi fissi non coperti dai ricavi o da altre forme di sussidio. In altre parole, deve esserci una perdita di bilancionel mese per cui si chiede il ristoro e la somma garantita dallo Stato arriverà a coprire al massimo questa perdita, non di più. Chi ha già fatto richiesta, rischia ora di dover restituireparte degli aiuti. Oppure, di doverla rifare da capo.

                            “Questi piccoli cambiamenti hanno conseguenze drammatiche per noi “, dice all’Handelsblatt Olaf Stegmann, che con la sua azienda di famiglia gestisce sette teatrida Brema a Monaco. Anche i criteri di accesso ai ristori di novembre e dicembre sono stati modificati successivamente, sempre in modo restrittivo. Il risultato è che le aziende possono contare su meno aiuti di quanto avevano inizialmente previsto. Stefan Romberg, ristoratore di Essen, sempre all’Handelsblatt riassume la situazione: “Siamo ormai al terzo mese senza alcun aiuto. Finora per novembre è stato versato solo un anticipo di 10mila euro”. Per le grandi imprese parla Mirko Silz, capo della catena di pizze e pasta L’Osteria che gestisce circa 130 ristoranti in Germania. E’ la testimonianza della complessità del sistema di ristori tedesco: la sua società non ha ancora richiesto alcun aiuto perché i suoi consulenti fiscali e revisori dei conti non sono stati in grado di calcolarel’esatto importo a cui avrebbe diritto.

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                              #15
                              Eccolo qua il Negazionista degli aiuti alle imprese in Germania...

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