? difficile prevedere quando potr? iniziare il Mondiale.
Ma la volont? di tutti ? correre un numero ragionevole di gare, almeno una decina, non appena possibile. Dovremo adottare misure sanitarie particolari: esami sierologici e tamponi per i membri delle squadre, un numero ridotto di addetti in pista, e anche la possibilit? di correre diversi GP sullo stesso circuito in weekend successivi, molto probabilmente a porte chiuse. Sarebbe importante per regalare un po? di gioia agli appassionati.
In questi giorni difficili Claudio Domenicali, a.d. della Ducati, porta sulle spalle la responsabilit? di far ripartire l?attivit? di un gioiello industriale italiano e di tenere vivo il suo sogno vincente nelle corse. Lo fa con lucidit?, determinazione e ottimismo.
Cosa si pu? fare per aiutare la MotoGP e il suo futuro?
?Il nostro d.g. corse, Gigi Dall?Igna, ha partecipato a diverse riunioni con gli altri costruttori: ne sono usciti suggerimenti apprezzati dalla Dorna. Il primo ? utilizzare anche nel 2021 le moto di quest?anno, con i particolari gi? omologati e congelati a inizio 2020 (motori, cambio e aerodinamica). Soluzione intelligente che consentir? di ridurre i costi di sviluppo senza influire sullo spettacolo. Ma la situazione economica del futuro obbligher? tutte le Case impegnate in MotoGP a un profondo ripensamento dei propri investimenti nelle corse?.
Come si riesce a tenere motivato un gruppo di lavoro cos? competitivo durante lo stop?
?Abbiamo la fortuna di lavorare con un gruppo di professionisti molto legati all?azienda, a partire da Gigi, che si impegnano con passione e competenza anche in un momento simile. Io mi tengo in contatto con i miei collaboratori via telefono, email e WhatsApp per indirizzare e coordinare le varie attivit?. Il d.s. Paolo Ciabatti e il team manager Davide Tardozzi parlano con regolarit? con i piloti e il resto del team. Io ho sentito tutti per Pasqua, compreso Bagnaia che ha vinto la virtual race a Zeltweg con un sorpasso magistrale all?ultimo giro su Vi?ales: la Ducati resta imbattuta sull?A1-Ring! Stiamo a casa ma non perdiamo la voglia di vincere??.
Venite da tre Mondiali chiusi al secondo posto: che voto assegna al vostro 2019?
?Un 8 pieno. Abbiamo conquistato tre gare, e vincere gare in MotoGP ? difficile e importante. Lo abbiamo fatto con entrambi i piloti, lo abbiamo fatto al Mugello per la terza volta di fila. A fine anno avevamo un pilota davanti ma 20 dietro. ? stata una stagione con pi? punti positivi che negativi?.
Su cosa avete lavorato in inverno per essere da titolo?
?Su tutto. La prestazione arriva da un atleta che diventa pi? forte, e sia Danilo sia Andrea hanno margini di crescita, e dal lavoro sul mezzo. Nel 2019 abbiamo perso parte del vantaggio che avevamo sulla moto che ha vinto il Mondiale (la Honda; n.d.r.) in termini di velocit? pura. E abbiamo cercato di migliorare i nostri punti deboli storici: una certa difficolt? a centro curva e in uscita, la fatica in piste su cui conta meno il motore tipo il Sachsenring?.
Si pu? battere Marquez? E ci pu? riuscire Dovizioso?
?Ne abbiamo parlato: bisogna stare attaccati a Marc, non lasciargli spazio ed essere cos? veloci da approfittare di ogni sua sbavatura. Dipende dalla determinazione del pilota e dalla moto che hai: motore, aerodinamica, comportamento in curva. Marquez ? un rivale fortissimo ma anche lui si pu? innervosire. Serve essere pronti a infilarsi in un varco, chi non se lo aspetta pu? commettere errori. Deve crescere la nostra prestazione media: sia Andrea sia noi siamo in grado di farlo?.
Cosa ha apprezzato e cosa non le ? piaciuto di Petrucci al primo anno in Ducati?
?Danilo ha dimostrato, nella prima parte del 2019, di poter essere molto veloce. Pi? complicato ? capire cosa sia successo dopo il Mugello, quando la prestazione ? cambiata. In inverno ha lavorato su preparazione
Ha pi? margine di miglioramento rispetto al compagno?
?Pu? crescere, ma pu? farlo anche Dovi. Nel 2017 Andrea ha cambiato marcia, si ? messo a vincere gare stabilmente ma ha ancora un potenziale inespresso, per quanto strano possa sembrare?.
Avete rimpianti sulla questione piloti, Lorenzo compreso? Avete fatto autocritica negli anni?
?Col senno di poi, giudicate da fuori, alcune scelte sembrano non completamente centrate. Ma gli elementi a disposizione, quando si prendono decisioni, sono diversi. E ogni analisi ? fatta considerando aspetti non trascurabili, come quello economico. Noi siamo comunque un?azienda che vende 53 mila moto all?anno e si autofinanzia: dobbiamo fare valutazioni che vanno oltre quelle sportive. Questo l?appassionato in partenza non lo considera?.
Il pilota resta determinante in MotoGP? E uno dalla forte personalit? ? un ?amico? o un problema per gli ingegneri?
?La moto dev?essere ottima, ma chi la guida fa una grandissima differenza. Un campione dal grande carisma ? un valore sempre: non molla mai, ? un grande stimolo per la squadra, tra i tecnici ? il benvenuto?.
Qual ? il pilota pi? forte che ha avuto in Ducati?
?Stoner. Lui aveva - anzi ha, perch? ce l?ha ancora pur non correndo pi? - un istinto naturale per trovare il limite. Non ? ragionamento, ? talento puro. Ci sono stati altri grandi piloti, anche in Superbike: Bayliss era fortissimo, super determinato. Ma Casey poteva guidare qualsiasi cosa con una naturalezza e un rapporto con la moto straordinari. Poi c?? il carattere, certo: difficile, mai contento di se stesso, complicato. Per? un campione fenomenale?.
Sfidate regolarmente, stando spesso davanti, colossi come Honda, Yamaha, Suzuki e anche Ktm. Come ci riuscite? Quanto conta il genio di un costruttore storico ma ?artigianale? nel trovare soluzioni innovative come alette e pinne e quanto invece ? dovuto a un metodo di lavoro consolidato e moderno?
?Molto pi? il secondo fattore. C?? una parte creativa, senza dubbio. Ma soprattutto un gruppo di ingegneri che fa un lavoro metodico: l?analisi di quanto succede in pista, le prove motore rigorose e dettagliate, l?approccio scientifico allo sviluppo delle moto. Non esiste altro modo per stare ai vertici in MotoGP se non con grande confidenza nella prestazione tecnica. Dall?Igna si fida moltissimo del calcolo, delle simulazioni. C?? un gruppo in Ducati corse che studia il futuro attraverso software e sistemi di analisi che permettono di valutare performance di componenti nuove o modificate. ? il punto di forza pi? importante, che non toglie niente al talento del pilota e alla fantasia dei tecnici. Ma ? la base costruita in ventun anni di corse ed ? la cosa che ci rende pi? soddisfatti. Base in cui integriamo e facciamo crescere gli ingegneri giovani che escono dalle universit? italiane, di cui non sempre si parla bene ma che hanno la capacit? di formare le persone in modo eccellente?.
In tutti questi anni in cui ha vissuto alti e bassi, e molto successo, ha provato dei rimpianti? C?? qualcosa che non rifarebbe?
?Sicuramente s?, almeno un paio di cose. Ma sono chiuse in cassaforte. Parliamo di scelte nostre, momenti in cui ci siamo trovati davanti a un bivio e non abbiamo preso la direzione giusta. Nella vita a volte succede. Io per natura tendo a concentrarmi pi? sulle scelte giuste che su quelle sbagliate. Ma dagli errori si fa sempre tesoro per il futuro?.
Audi, socio unico di Ducati Motor Holding (attraverso la Lamborghini) non vi finanzia, ma vi lascia gli utili per gestire le corse: vi pone condizioni o limiti sulle questioni tecniche?
?Sulle moto da gara no. Sul prodotto di serie c?? rispetto per il marchio e un confronto aperto. Discutiamo ogni 12 mesi un piano quinquennale: presentiamo nuovi prodotti, valutiamo se sono adeguati a rappresentare la Ducati in un contesto di mercato che si evolve, a mantenerci contemporanei, a garantirci la sopravvivenza. C?? un continuo cambiamento: serve essere pronti a mettere in discussione scelte che dieci anni fa sembravano scontate e banali, tanto che ? diventato mortale per molte aziende non averlo fatto?.
Come pu? la Ducati ? che oggi ha moto supersportive, cruiser e altre in generale esuberanti - aumentare produzione e vendite? Ampliando l?offerta verso il basso? Con uno scooter alto di gamma? Provando a introdurre moto pi? ?tranquille?, magari anche un?elettrica?
?Tutte le possibilit? citate sono state prese in considerazione, ma non tutte sono in linea con il valore del marchio: la Ducati si basa su una combinazione straordinaria di design e tecnologia. E in ogni segmento in cui presenta un modello vuol garantire che sia il pi? emozionante di tutti. Esploreremo strade diverse: siamo pronti a mantenere un posto di rilievo tra 10 anni nel mondo delle moto?.
notizia da: GazzettadelloSport.it
Ma la volont? di tutti ? correre un numero ragionevole di gare, almeno una decina, non appena possibile. Dovremo adottare misure sanitarie particolari: esami sierologici e tamponi per i membri delle squadre, un numero ridotto di addetti in pista, e anche la possibilit? di correre diversi GP sullo stesso circuito in weekend successivi, molto probabilmente a porte chiuse. Sarebbe importante per regalare un po? di gioia agli appassionati.
In questi giorni difficili Claudio Domenicali, a.d. della Ducati, porta sulle spalle la responsabilit? di far ripartire l?attivit? di un gioiello industriale italiano e di tenere vivo il suo sogno vincente nelle corse. Lo fa con lucidit?, determinazione e ottimismo.
Cosa si pu? fare per aiutare la MotoGP e il suo futuro?
?Il nostro d.g. corse, Gigi Dall?Igna, ha partecipato a diverse riunioni con gli altri costruttori: ne sono usciti suggerimenti apprezzati dalla Dorna. Il primo ? utilizzare anche nel 2021 le moto di quest?anno, con i particolari gi? omologati e congelati a inizio 2020 (motori, cambio e aerodinamica). Soluzione intelligente che consentir? di ridurre i costi di sviluppo senza influire sullo spettacolo. Ma la situazione economica del futuro obbligher? tutte le Case impegnate in MotoGP a un profondo ripensamento dei propri investimenti nelle corse?.
Come si riesce a tenere motivato un gruppo di lavoro cos? competitivo durante lo stop?
?Abbiamo la fortuna di lavorare con un gruppo di professionisti molto legati all?azienda, a partire da Gigi, che si impegnano con passione e competenza anche in un momento simile. Io mi tengo in contatto con i miei collaboratori via telefono, email e WhatsApp per indirizzare e coordinare le varie attivit?. Il d.s. Paolo Ciabatti e il team manager Davide Tardozzi parlano con regolarit? con i piloti e il resto del team. Io ho sentito tutti per Pasqua, compreso Bagnaia che ha vinto la virtual race a Zeltweg con un sorpasso magistrale all?ultimo giro su Vi?ales: la Ducati resta imbattuta sull?A1-Ring! Stiamo a casa ma non perdiamo la voglia di vincere??.
Venite da tre Mondiali chiusi al secondo posto: che voto assegna al vostro 2019?
?Un 8 pieno. Abbiamo conquistato tre gare, e vincere gare in MotoGP ? difficile e importante. Lo abbiamo fatto con entrambi i piloti, lo abbiamo fatto al Mugello per la terza volta di fila. A fine anno avevamo un pilota davanti ma 20 dietro. ? stata una stagione con pi? punti positivi che negativi?.
Su cosa avete lavorato in inverno per essere da titolo?
?Su tutto. La prestazione arriva da un atleta che diventa pi? forte, e sia Danilo sia Andrea hanno margini di crescita, e dal lavoro sul mezzo. Nel 2019 abbiamo perso parte del vantaggio che avevamo sulla moto che ha vinto il Mondiale (la Honda; n.d.r.) in termini di velocit? pura. E abbiamo cercato di migliorare i nostri punti deboli storici: una certa difficolt? a centro curva e in uscita, la fatica in piste su cui conta meno il motore tipo il Sachsenring?.
Si pu? battere Marquez? E ci pu? riuscire Dovizioso?
?Ne abbiamo parlato: bisogna stare attaccati a Marc, non lasciargli spazio ed essere cos? veloci da approfittare di ogni sua sbavatura. Dipende dalla determinazione del pilota e dalla moto che hai: motore, aerodinamica, comportamento in curva. Marquez ? un rivale fortissimo ma anche lui si pu? innervosire. Serve essere pronti a infilarsi in un varco, chi non se lo aspetta pu? commettere errori. Deve crescere la nostra prestazione media: sia Andrea sia noi siamo in grado di farlo?.
Cosa ha apprezzato e cosa non le ? piaciuto di Petrucci al primo anno in Ducati?
?Danilo ha dimostrato, nella prima parte del 2019, di poter essere molto veloce. Pi? complicato ? capire cosa sia successo dopo il Mugello, quando la prestazione ? cambiata. In inverno ha lavorato su preparazione
Ha pi? margine di miglioramento rispetto al compagno?
?Pu? crescere, ma pu? farlo anche Dovi. Nel 2017 Andrea ha cambiato marcia, si ? messo a vincere gare stabilmente ma ha ancora un potenziale inespresso, per quanto strano possa sembrare?.
Avete rimpianti sulla questione piloti, Lorenzo compreso? Avete fatto autocritica negli anni?
?Col senno di poi, giudicate da fuori, alcune scelte sembrano non completamente centrate. Ma gli elementi a disposizione, quando si prendono decisioni, sono diversi. E ogni analisi ? fatta considerando aspetti non trascurabili, come quello economico. Noi siamo comunque un?azienda che vende 53 mila moto all?anno e si autofinanzia: dobbiamo fare valutazioni che vanno oltre quelle sportive. Questo l?appassionato in partenza non lo considera?.
Il pilota resta determinante in MotoGP? E uno dalla forte personalit? ? un ?amico? o un problema per gli ingegneri?
?La moto dev?essere ottima, ma chi la guida fa una grandissima differenza. Un campione dal grande carisma ? un valore sempre: non molla mai, ? un grande stimolo per la squadra, tra i tecnici ? il benvenuto?.
Qual ? il pilota pi? forte che ha avuto in Ducati?
?Stoner. Lui aveva - anzi ha, perch? ce l?ha ancora pur non correndo pi? - un istinto naturale per trovare il limite. Non ? ragionamento, ? talento puro. Ci sono stati altri grandi piloti, anche in Superbike: Bayliss era fortissimo, super determinato. Ma Casey poteva guidare qualsiasi cosa con una naturalezza e un rapporto con la moto straordinari. Poi c?? il carattere, certo: difficile, mai contento di se stesso, complicato. Per? un campione fenomenale?.
Sfidate regolarmente, stando spesso davanti, colossi come Honda, Yamaha, Suzuki e anche Ktm. Come ci riuscite? Quanto conta il genio di un costruttore storico ma ?artigianale? nel trovare soluzioni innovative come alette e pinne e quanto invece ? dovuto a un metodo di lavoro consolidato e moderno?
?Molto pi? il secondo fattore. C?? una parte creativa, senza dubbio. Ma soprattutto un gruppo di ingegneri che fa un lavoro metodico: l?analisi di quanto succede in pista, le prove motore rigorose e dettagliate, l?approccio scientifico allo sviluppo delle moto. Non esiste altro modo per stare ai vertici in MotoGP se non con grande confidenza nella prestazione tecnica. Dall?Igna si fida moltissimo del calcolo, delle simulazioni. C?? un gruppo in Ducati corse che studia il futuro attraverso software e sistemi di analisi che permettono di valutare performance di componenti nuove o modificate. ? il punto di forza pi? importante, che non toglie niente al talento del pilota e alla fantasia dei tecnici. Ma ? la base costruita in ventun anni di corse ed ? la cosa che ci rende pi? soddisfatti. Base in cui integriamo e facciamo crescere gli ingegneri giovani che escono dalle universit? italiane, di cui non sempre si parla bene ma che hanno la capacit? di formare le persone in modo eccellente?.
In tutti questi anni in cui ha vissuto alti e bassi, e molto successo, ha provato dei rimpianti? C?? qualcosa che non rifarebbe?
?Sicuramente s?, almeno un paio di cose. Ma sono chiuse in cassaforte. Parliamo di scelte nostre, momenti in cui ci siamo trovati davanti a un bivio e non abbiamo preso la direzione giusta. Nella vita a volte succede. Io per natura tendo a concentrarmi pi? sulle scelte giuste che su quelle sbagliate. Ma dagli errori si fa sempre tesoro per il futuro?.
Audi, socio unico di Ducati Motor Holding (attraverso la Lamborghini) non vi finanzia, ma vi lascia gli utili per gestire le corse: vi pone condizioni o limiti sulle questioni tecniche?
?Sulle moto da gara no. Sul prodotto di serie c?? rispetto per il marchio e un confronto aperto. Discutiamo ogni 12 mesi un piano quinquennale: presentiamo nuovi prodotti, valutiamo se sono adeguati a rappresentare la Ducati in un contesto di mercato che si evolve, a mantenerci contemporanei, a garantirci la sopravvivenza. C?? un continuo cambiamento: serve essere pronti a mettere in discussione scelte che dieci anni fa sembravano scontate e banali, tanto che ? diventato mortale per molte aziende non averlo fatto?.
Come pu? la Ducati ? che oggi ha moto supersportive, cruiser e altre in generale esuberanti - aumentare produzione e vendite? Ampliando l?offerta verso il basso? Con uno scooter alto di gamma? Provando a introdurre moto pi? ?tranquille?, magari anche un?elettrica?
?Tutte le possibilit? citate sono state prese in considerazione, ma non tutte sono in linea con il valore del marchio: la Ducati si basa su una combinazione straordinaria di design e tecnologia. E in ogni segmento in cui presenta un modello vuol garantire che sia il pi? emozionante di tutti. Esploreremo strade diverse: siamo pronti a mantenere un posto di rilievo tra 10 anni nel mondo delle moto?.
notizia da: GazzettadelloSport.it
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