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L'affare Alvaro Bautista divide la Superbike: le Case vanno contro i loro piloti!
Alvaro Bautista ha chiuso il Mondiale '25 senza vittorie ma alla soglia dei 41 anni continua a far parlare di sè. L'obbligo di correre con una zavorra ad personam adesso corre il rischio di sprofondare la Superbike nel ridico. Ecco perchè.
L'antefatto
Come i nostri lettori più affezionanti ormai sanno a memoria, ad inizio 2024 è entrata in vigore la famigerata norma sul peso minimo del pilota. In assetto gara, cioè con tuta, casco, guanti e stivali occorre raggiungere la quota di 80 chili. In mancanza, viene imposta una zavorra pari alla metà del delta fra peso effettivo e soglia regolamentare. Nel Mondiale solo Alvaro Bautista non raggiunge il valore fissato, quindi nei fatti è una norma che colpisce esclusivamente lui, da due stagioni costretto a correre con 5-6 chili di peso aggiuntivo dislocati sulla Panigale V4 R. L'entità è variabile perchè i piloti vengono pesati alla vigilia di ogni round.
La motivazione
Questa misura è entrata in vigore in coda ai due Mondiali dominati da Bautista con la Ducati nel 2022-23: secondo gli avversari (piloti e Marche) lo spagnolo vinceva per via del suo peso piuma. Così, a furor di popolo, la Superbike ha varato questa norma. E' come se nel basket fosse stata imposta la zavorra ad una squadra di giganti, oppure se nel calcio avessero deciso di allargare la porta di una sola specifica formazione perchè il portiere è troppo bravo. I paragoni sono un pò forzati, ma danno il senso: quello che nel mondo normale parrebbe implausibile, in Superbike da un pò di tempo passa come normalità.
La petizione
Uscito dalle strategie del team Ducati Aruba, Alvaro Bautista si è offerto a tutti, vendendosi sbattuta la porta in faccia. Nel paddock tutti sanno che, anche ad una certa età, è uno dei top rider. Classifiche alla mano, è il più veloce di tutti i piloti ufficiali della prossima stagione, Nicolò Bulega escluso. Ma nessuno lo ha preso perchè sopperire alla zavorra è stato visto come un problema in più, a maggior ragione da parte di Costruttori che prendono regolarmente paga pur correndo con prototipi grazie alle super concessioni tecniche. A questo punto, fra Estoril e Jerez, Bautista ha lanciato un appello ai colleghi piloti invocando la cancellazione di questa norma. L'hanno firmata tutti, eccetto Jonathan Rea che essendo ormai un ex si è comprensibilmente tenuto fuori.
Istanza respinta
La proposta è arrivata alla MSMA, l'ente che riunisce tutti i costruttori da corsa e nel motociclismo di oggi ha un ampio potere di indirizzo sui regolamenti tecnici. La Ducati è stata l'unica ad esprimersi positivamente, mentre BMW, Yamaha, Honda, Bimota e Kawasaki hanno rigettato l'istanza del pilota. La MSMA può deliberare cambiamenti solo con l'unanimità, per cui la richiesta di Bautista è stata respinta.
Le scelte politiche della Ducati
Vengono a galla due contraddizioni. La prima è relativa alla Ducati stessa, che alla vigilia del 2024 aveva votato essa stessa per la zavorra, andando di fatto contro gli interessi dell'allora suo pilota di punta. Perchè? Semplice, alla marca italiana interessava che venisse abrogata la norma sulla limitazione dei giri motore, come poi è effettivamente successo. Da inizio 2025 infatti le prestazioni vengono bilanciate con il controllo del flusso carburante. Una misura tecnica rivelatasi completamente inutile, visto che Ducati e BMW hanno gareggiato per metà stagione con 1,5 kg/ora di benzina meno delle altre vincendo quasi tutte le corse, con due piloti (Razgatlioglu e Bulega) che hanno dato regolarmente 15 secondi di distacco a tutti gli altri. Adesso la Ducati sarebbe favorevole all'abolizione della zavorra. La circostanza vi fa capire perchè nel Mondiale il regolamento tecnico non funziona. Questo elemento basilare non è frutto di una visione strategica assunta nell'interesse del campionato, ma di continue negoziazioni fra le Case. Tu dai una cosa a me, io ti concederò un'altro vantaggio a te.
E ora viene il bello...
La vicenda fa già ridere così, ma c'è un aspetto ancora più grottesco. In sede di Msma cinque costruttori sono andati contro l'opinione dei rispettivi piloti ufficiali, che firmando la petizione di Bautista avevano preso posizione sulla richiesta del collega. Quindi su una materia così importante come il regolamento tecnico, i piloti la pensano in un modo e la marca che li fa correre (e li paga...) ha un'opinione diversa e prende decisioni opposte. Questa vicenda è lo specchio di tornasole della Superbike di oggi. Un campionato che va avanti per inerzia, sfruttando il fascino riflesso da un passato sempre più lontano, ma senza una guida, nè una visione comune.
Da corsedimoto.com
L'affare Alvaro Bautista divide la Superbike: le Case vanno contro i loro piloti!
Alvaro Bautista ha chiuso il Mondiale '25 senza vittorie ma alla soglia dei 41 anni continua a far parlare di sè. L'obbligo di correre con una zavorra ad personam adesso corre il rischio di sprofondare la Superbike nel ridico. Ecco perchè.
L'antefatto
Come i nostri lettori più affezionanti ormai sanno a memoria, ad inizio 2024 è entrata in vigore la famigerata norma sul peso minimo del pilota. In assetto gara, cioè con tuta, casco, guanti e stivali occorre raggiungere la quota di 80 chili. In mancanza, viene imposta una zavorra pari alla metà del delta fra peso effettivo e soglia regolamentare. Nel Mondiale solo Alvaro Bautista non raggiunge il valore fissato, quindi nei fatti è una norma che colpisce esclusivamente lui, da due stagioni costretto a correre con 5-6 chili di peso aggiuntivo dislocati sulla Panigale V4 R. L'entità è variabile perchè i piloti vengono pesati alla vigilia di ogni round.
La motivazione
Questa misura è entrata in vigore in coda ai due Mondiali dominati da Bautista con la Ducati nel 2022-23: secondo gli avversari (piloti e Marche) lo spagnolo vinceva per via del suo peso piuma. Così, a furor di popolo, la Superbike ha varato questa norma. E' come se nel basket fosse stata imposta la zavorra ad una squadra di giganti, oppure se nel calcio avessero deciso di allargare la porta di una sola specifica formazione perchè il portiere è troppo bravo. I paragoni sono un pò forzati, ma danno il senso: quello che nel mondo normale parrebbe implausibile, in Superbike da un pò di tempo passa come normalità.
La petizione
Uscito dalle strategie del team Ducati Aruba, Alvaro Bautista si è offerto a tutti, vendendosi sbattuta la porta in faccia. Nel paddock tutti sanno che, anche ad una certa età, è uno dei top rider. Classifiche alla mano, è il più veloce di tutti i piloti ufficiali della prossima stagione, Nicolò Bulega escluso. Ma nessuno lo ha preso perchè sopperire alla zavorra è stato visto come un problema in più, a maggior ragione da parte di Costruttori che prendono regolarmente paga pur correndo con prototipi grazie alle super concessioni tecniche. A questo punto, fra Estoril e Jerez, Bautista ha lanciato un appello ai colleghi piloti invocando la cancellazione di questa norma. L'hanno firmata tutti, eccetto Jonathan Rea che essendo ormai un ex si è comprensibilmente tenuto fuori.
Istanza respinta
La proposta è arrivata alla MSMA, l'ente che riunisce tutti i costruttori da corsa e nel motociclismo di oggi ha un ampio potere di indirizzo sui regolamenti tecnici. La Ducati è stata l'unica ad esprimersi positivamente, mentre BMW, Yamaha, Honda, Bimota e Kawasaki hanno rigettato l'istanza del pilota. La MSMA può deliberare cambiamenti solo con l'unanimità, per cui la richiesta di Bautista è stata respinta.
Le scelte politiche della Ducati
Vengono a galla due contraddizioni. La prima è relativa alla Ducati stessa, che alla vigilia del 2024 aveva votato essa stessa per la zavorra, andando di fatto contro gli interessi dell'allora suo pilota di punta. Perchè? Semplice, alla marca italiana interessava che venisse abrogata la norma sulla limitazione dei giri motore, come poi è effettivamente successo. Da inizio 2025 infatti le prestazioni vengono bilanciate con il controllo del flusso carburante. Una misura tecnica rivelatasi completamente inutile, visto che Ducati e BMW hanno gareggiato per metà stagione con 1,5 kg/ora di benzina meno delle altre vincendo quasi tutte le corse, con due piloti (Razgatlioglu e Bulega) che hanno dato regolarmente 15 secondi di distacco a tutti gli altri. Adesso la Ducati sarebbe favorevole all'abolizione della zavorra. La circostanza vi fa capire perchè nel Mondiale il regolamento tecnico non funziona. Questo elemento basilare non è frutto di una visione strategica assunta nell'interesse del campionato, ma di continue negoziazioni fra le Case. Tu dai una cosa a me, io ti concederò un'altro vantaggio a te.
E ora viene il bello...
La vicenda fa già ridere così, ma c'è un aspetto ancora più grottesco. In sede di Msma cinque costruttori sono andati contro l'opinione dei rispettivi piloti ufficiali, che firmando la petizione di Bautista avevano preso posizione sulla richiesta del collega. Quindi su una materia così importante come il regolamento tecnico, i piloti la pensano in un modo e la marca che li fa correre (e li paga...) ha un'opinione diversa e prende decisioni opposte. Questa vicenda è lo specchio di tornasole della Superbike di oggi. Un campionato che va avanti per inerzia, sfruttando il fascino riflesso da un passato sempre più lontano, ma senza una guida, nè una visione comune.
Da corsedimoto.com

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