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Io sono abbastanza daccordo. A biaggi darei 5 e 6,5 a Checa
Noriyuki Haga - 10 e lode
Non dovrebbero servire spiegazioni: ha guidato con sicurezza e autorità senza errori, senza sbavature, senza eccessi. E aggiungo: con una clavicola operata da pochi giorni, per questo la lode.
Troy Bayliss - 9,5
Oggi per la prima volta la Ducati ufficiale ha dato l'impressione di essere davvero in difficoltà rispetto al 4 cilindri, ma Bayliss non si è mai rassegnato, ha tentato il tutto per tutto andando ben oltre il suo dovere di pilota professionista. Avrebbe potuto dare semplicemente il massimo, e magari avrebbe colto comunque due buoni risultati, invece ha voluto puntare comunque alla vittoria impossibile, stando sempre a cavallo del limite e anche un po' oltre. Alcuni li hanno chiamati errori. Per me sono quel qualcosa in più che distingue Bayliss dalla normalità.
Max Neukirchner - 8,5
Va bene così, è andato forte, ha guidato bene, pulito, in modo redditizio. Forse non ancora del tutto sicuro, perché quando si è sicuri, di sé e della moto, si azzarda qualcosa e il pubblico se ne accorge. Con il talento e la pulizia di guida ha guadagnato due terzi posti. Con un po' di azzardo sarebbe forse arrivato anche più in alto sul podio.
Troy Corser - 9
Con enorme soddisfazione abbiamo rivisto un Corser volitivo, combattivo, capace di vincere. Le prime avvisaglie del grande risveglio si erano avute in Gara-1 in America, oggi c'è stata la conferma. Nel voto c'è un po' di incoraggiamento. Ben tornato, Troy!
Carlos Checa - 7,5
Sembra evidente che la Honda non abbia gradito molto questo circuito. Rispetto al GP USA la Fireblade Ten Kate era irriconoscibile, quindi è difficile dare la colpa al pilota (anche perché i suoi colleghi non hanno fatto meglio di Carlos). Siccome però per dare un voto bisogna basarsi anche sul risultato, è difficile assegnare al campione spagnolo un punteggio superiore.
Max Biaggi - 6
Una gara da dimenticare e una iniziata benissimo e finita in modo abbastanza opaco. Ho chiesto al Team e non mi è stata indicata alcuna difficoltà di carattere tecnico o "gommistico".
Michel Fabrizio - 7,5
Comincia a farsi vedere regolarmente nelle zone alte e appare in crescita. Ha imboccato la strada giusta per la conferma.
Ruben Xaus - 7
Altalenante fra tempi mediocri e tempi da protagonista. Per lui il giudizio che tante volte echeggia nelle scuole: potrebbe fare di più, ma non si impegna...
Broc Parkes - 5
Non è possibile condurre una gara tutta al comando, poi, al primo vero attacco, farsi da parte e rinunciare a una vittoria meritata senza neanche provare a far ballare un po' la moto. Aveva un po' di problemi a un piede, ma non ha proprio opposto resistenza. Quantomeno ha sbagliato completamente strategia.
Andrew Pitt - 9
Il massimo risultato col minimo sforzo. Si è lasciato trascinare per tutta la gara, poi ha chiesto "permesso", gli è stato risposto "avanti" e ha vinto.
Brendan Roberts - 9,5
La Ducati ha due grandi australiani, uno si chiama Troy, l'altro Brendan. Uno se ne andrà a fine anno dopo aver fatto tutto il suo dovere, l'altro – spero – non se lo faranno scappare perché ha ancora moltissimo da fare. Ha vinto una gara forse più dura del previsto, e non gli assegno il 10 solo perché sono convinto che la sua 1098R qui al Nurburgring gli abbia dato quel piccolissimo margine che i suoi avversari con la Suzuki non avevano.
Davide Giugliano - 10 e lode
Una gara tutta all'attacco, con la moto sempre di traverso, col cuore oltre l'ostacolo. Questo il 10. Un'ultima curva con un "numero" di alta acrobazia motociclistica che, se fosse stato fatto da un campione noto al grande pubblico, sarebbe diventato il video più cliccato di YouTube per un anno almeno. Questa la lode.
Claudio Corti - 6
Buffo vedere come la Yamaha R1 Superbike sia stata la moto più competitiva al Nurburgring e come la R1 Superstock non lo abbia invece digerito. Ma Corti, il pilota su cui la Yamaha-Italia (quindi la Yamaha Superbike) punta molto, l'ha digerito ancor meno del suo collega Pirro.
Ducati - 8,5
Ha un pilota eccezionale a cui va il merito di risultati non alla portata di tutti. Ma i miracoli di guida di Bayliss sono anche merito di una moto che glieli permette. Resta ancora da dimostrare che altre moto gli permetterebbero altrettanto. Al voto contribuisce anche la vittoria nella Superstock 1000.
Yamaha - 9
10 e lode per la doppietta in Superbike, qualcosa in meno per la sconfitta in Supersport e soprattutto in Superstock 1000
Honda - 6,5
Reduce da una doppietta autorevole in America, ci si aspettava qualcosa di più di due sudati piazzamenti fuori del podio. Si è rifatta con la vittoria in Superport, ma con un buon aiuto da parte di Parkes.
Suzuki - 8
Due podi nel gradino più basso sono la testimonianza di una moto competitiva che però oggi probabilmente non era vincente. Bilancio positivo anche nella Superstock, dove invece fra le quattro cilindri oggi al Nurburgring era senz'altro, complessivamente, la migliore.
Kawasaki - 4
Faccio il tifo per la verde, per il Team PSG-1, ma non posso ignorare la realtà: il distacco dai primi è diminuito, ma quel mezzo secondo di gap sembra il traguardo massimo raggiungibile. In Germania c'erano autorità giapponesi, ma si sono viste in giro altre volte e non è cambiato nulla.
Circuito del Nurburgring - 8
Bello, affascinante, abbastanza sicuro, ma non del tutto, visto che c'erano alcune curve col guard rail che, anche se all'interno, era troppo vicino al bordo pista e non protetto. Non rispondete, per favore, che i piloti hanno approfittato molto degli spazi di fuga e che non c'è stato nessun incidente di rilievo: si tratta della stessa risposta che veniva data prima che – in circuiti pericolosissimi – accadessero tragedie. Una nota di demerito anche perché nella collezione di foto di campioni che hanno vinto al Nurburgring hanno confuso il mitico Nuvolari col molto più modesto Chiron.
Tempo: 5
Un freddo da pieno inverno, pioggia sempre in agguato, ma per fortuna la maggior parte delle prove e delle gare si è disputata con asfalto totalmente asciutto.
Noriyuki Haga - 10 e lode
Non dovrebbero servire spiegazioni: ha guidato con sicurezza e autorità senza errori, senza sbavature, senza eccessi. E aggiungo: con una clavicola operata da pochi giorni, per questo la lode.
Troy Bayliss - 9,5
Oggi per la prima volta la Ducati ufficiale ha dato l'impressione di essere davvero in difficoltà rispetto al 4 cilindri, ma Bayliss non si è mai rassegnato, ha tentato il tutto per tutto andando ben oltre il suo dovere di pilota professionista. Avrebbe potuto dare semplicemente il massimo, e magari avrebbe colto comunque due buoni risultati, invece ha voluto puntare comunque alla vittoria impossibile, stando sempre a cavallo del limite e anche un po' oltre. Alcuni li hanno chiamati errori. Per me sono quel qualcosa in più che distingue Bayliss dalla normalità.
Max Neukirchner - 8,5
Va bene così, è andato forte, ha guidato bene, pulito, in modo redditizio. Forse non ancora del tutto sicuro, perché quando si è sicuri, di sé e della moto, si azzarda qualcosa e il pubblico se ne accorge. Con il talento e la pulizia di guida ha guadagnato due terzi posti. Con un po' di azzardo sarebbe forse arrivato anche più in alto sul podio.
Troy Corser - 9
Con enorme soddisfazione abbiamo rivisto un Corser volitivo, combattivo, capace di vincere. Le prime avvisaglie del grande risveglio si erano avute in Gara-1 in America, oggi c'è stata la conferma. Nel voto c'è un po' di incoraggiamento. Ben tornato, Troy!
Carlos Checa - 7,5
Sembra evidente che la Honda non abbia gradito molto questo circuito. Rispetto al GP USA la Fireblade Ten Kate era irriconoscibile, quindi è difficile dare la colpa al pilota (anche perché i suoi colleghi non hanno fatto meglio di Carlos). Siccome però per dare un voto bisogna basarsi anche sul risultato, è difficile assegnare al campione spagnolo un punteggio superiore.
Max Biaggi - 6
Una gara da dimenticare e una iniziata benissimo e finita in modo abbastanza opaco. Ho chiesto al Team e non mi è stata indicata alcuna difficoltà di carattere tecnico o "gommistico".
Michel Fabrizio - 7,5
Comincia a farsi vedere regolarmente nelle zone alte e appare in crescita. Ha imboccato la strada giusta per la conferma.
Ruben Xaus - 7
Altalenante fra tempi mediocri e tempi da protagonista. Per lui il giudizio che tante volte echeggia nelle scuole: potrebbe fare di più, ma non si impegna...
Broc Parkes - 5
Non è possibile condurre una gara tutta al comando, poi, al primo vero attacco, farsi da parte e rinunciare a una vittoria meritata senza neanche provare a far ballare un po' la moto. Aveva un po' di problemi a un piede, ma non ha proprio opposto resistenza. Quantomeno ha sbagliato completamente strategia.
Andrew Pitt - 9
Il massimo risultato col minimo sforzo. Si è lasciato trascinare per tutta la gara, poi ha chiesto "permesso", gli è stato risposto "avanti" e ha vinto.
Brendan Roberts - 9,5
La Ducati ha due grandi australiani, uno si chiama Troy, l'altro Brendan. Uno se ne andrà a fine anno dopo aver fatto tutto il suo dovere, l'altro – spero – non se lo faranno scappare perché ha ancora moltissimo da fare. Ha vinto una gara forse più dura del previsto, e non gli assegno il 10 solo perché sono convinto che la sua 1098R qui al Nurburgring gli abbia dato quel piccolissimo margine che i suoi avversari con la Suzuki non avevano.
Davide Giugliano - 10 e lode
Una gara tutta all'attacco, con la moto sempre di traverso, col cuore oltre l'ostacolo. Questo il 10. Un'ultima curva con un "numero" di alta acrobazia motociclistica che, se fosse stato fatto da un campione noto al grande pubblico, sarebbe diventato il video più cliccato di YouTube per un anno almeno. Questa la lode.
Claudio Corti - 6
Buffo vedere come la Yamaha R1 Superbike sia stata la moto più competitiva al Nurburgring e come la R1 Superstock non lo abbia invece digerito. Ma Corti, il pilota su cui la Yamaha-Italia (quindi la Yamaha Superbike) punta molto, l'ha digerito ancor meno del suo collega Pirro.
Ducati - 8,5
Ha un pilota eccezionale a cui va il merito di risultati non alla portata di tutti. Ma i miracoli di guida di Bayliss sono anche merito di una moto che glieli permette. Resta ancora da dimostrare che altre moto gli permetterebbero altrettanto. Al voto contribuisce anche la vittoria nella Superstock 1000.
Yamaha - 9
10 e lode per la doppietta in Superbike, qualcosa in meno per la sconfitta in Supersport e soprattutto in Superstock 1000
Honda - 6,5
Reduce da una doppietta autorevole in America, ci si aspettava qualcosa di più di due sudati piazzamenti fuori del podio. Si è rifatta con la vittoria in Superport, ma con un buon aiuto da parte di Parkes.
Suzuki - 8
Due podi nel gradino più basso sono la testimonianza di una moto competitiva che però oggi probabilmente non era vincente. Bilancio positivo anche nella Superstock, dove invece fra le quattro cilindri oggi al Nurburgring era senz'altro, complessivamente, la migliore.
Kawasaki - 4
Faccio il tifo per la verde, per il Team PSG-1, ma non posso ignorare la realtà: il distacco dai primi è diminuito, ma quel mezzo secondo di gap sembra il traguardo massimo raggiungibile. In Germania c'erano autorità giapponesi, ma si sono viste in giro altre volte e non è cambiato nulla.
Circuito del Nurburgring - 8
Bello, affascinante, abbastanza sicuro, ma non del tutto, visto che c'erano alcune curve col guard rail che, anche se all'interno, era troppo vicino al bordo pista e non protetto. Non rispondete, per favore, che i piloti hanno approfittato molto degli spazi di fuga e che non c'è stato nessun incidente di rilievo: si tratta della stessa risposta che veniva data prima che – in circuiti pericolosissimi – accadessero tragedie. Una nota di demerito anche perché nella collezione di foto di campioni che hanno vinto al Nurburgring hanno confuso il mitico Nuvolari col molto più modesto Chiron.
Tempo: 5
Un freddo da pieno inverno, pioggia sempre in agguato, ma per fortuna la maggior parte delle prove e delle gare si è disputata con asfalto totalmente asciutto.
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