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Le 24 ore in sella alla mini-moto: i «Guinness» del 62enne

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    Le 24 ore in sella alla mini-moto: i «Guinness» del 62enne


    Il giornalista milanese aveva tentato l’impresa nel 1979, sulla sua Vespa: ora, sulla Polini, ha sancito il nuovo record di 751 chilometri, superando il precedente di 250. «Sono già pronto a ripartire»


    Lockdown di marzo 2020, Valerio Boni è chiuso in casa, cerca spunti per avventure post-pandemiche in attesa dello spegnimento dei semafori Covid. Giornalista di 62 anni, milanese di Niguarda, da poco emigrato nella Bergamasca, un’inclinazione (da pista) per i lunghi viaggi in motocicletta e per le «cose particolari», «senza senso».

    L’occhio cade su un record da «Guinness dei primati»: l’australiano Mark Brown, nel 2005, ha percorso 928 chilometri in 24 ore in sella a un cinquantino Yamaha. La stessa impresa che il Boni aveva tentato oltre 30 anni fa, nel 1979, sulla sua Vespa, modello con cui, già 15enne, tradì il milanesissimo amore paterno verso l’autoctona Lambretta. «Era un novembre gelido e nebbioso al circuito di collaudo della Pirelli a Vizzola Ticino... Ma di chilometri ne feci 940,118. Dodici in più.

    Ho ancora i carteggi dei cronometristi e le foto dei rifornimenti volanti: avevamo modificato la sella apposta per non doverci fermare…». Purtroppo però il Guinness non può «retrodatare» le imprese, così Boni decide di riprendersi ciò che gli è stato tolto ma cambiando mezzo: sempre 24 ore, ma in sella una mini-moto, la Polini, palestra per baby campioni da 40 cc modificata con luci da notte e accorgimenti tecnici per l’occasione del debutto in un «Guinness».

    «Asfalto bagnato e posizione sono stati i maggiori problemi, tuttavia non mi sento neppure troppo stanco — spiega Boni a fine prova —: la pioggia ci ha costretto a uno stop, ma ero ben messo con i tempi, e alla fine siamo riusciti a forzare il ritmo per triplicare il primato». Il plurale è per il team coinvolto, gli amici, i figli e i testimoni a rotazione richiesti dal Guinness.

    Traguardo raggiunto e meritato riposo? Nient’affatto. Il 21 giugno, Boni sarà già pronto a ripartire. Dalla Svezia all’Italia, da Malmö a Varese, 2mila chilometri di asfalto da inghiottire su una Mv Agusta, ovviamente in 24 ore. Un primato dell’associazione di guida endurance «Iron butt» (letteralmente «c... di ferro») che già esiste ma con dieci Stati attraversati mentre Boni punta a raggiungerne undici. Poi si torna al Guinness dei primati con un’altra 24 ore, su una fuoristrada, anche se le regole impongono che i record del «Libro» possano essere ottenuti solo in pista.

    Per scoprire l’origine di questa passionaccia di Boni, bisogna tornare ancora più indietro nel tempo, al giugno del 1978, quando con l’amico Negri si proposero come rappresentanti di commercio itineranti alla Fantic motor per far mostrare i loro cinquantini «Issimo» ai potenziali importatori europei: il viaggio fu un successo, 4.220 mila km dalla sede lecchese di Barzago e ritorno in 13 giorni, passando da Sion, Digione, Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Stoccarda e Vienna con tanto di passi montani come il Sempione («Gli ultimi 5 km li abbiamo fatti a pedali») con rientro da Tarvisio.

    In spalla chilogrammi di tende, viveri e sacchi a pelo. Impressionanti i consumi del veicolo, sottolineati anche dalle cronache dell’epoca: solo 50mila lire di benzina per l’intero tour europeo, pari a 87 litri, al ritmo di quasi 50 km a litro. «Partimmo a due settimane dalla maturità e tornammo giusto in tempo per lo scritto...».

    notizia da:milano.corriere.it
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