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Claudio Castiglioni intervista del 2003 Affari e Finanza

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    #1

    Claudio Castiglioni intervista del 2003 Affari e Finanza

    Milano. "Lei mi chiede se ho dei bei ricordi. Ne ho tantissimi. Ricordo ancora come se fosse oggi quella volta che siamo andati, con Giacomo Agostini, a portare una MV Augusta F4 serie Oro al re di Spagna. Andiamo nella sua villa, c'era un grande parco, scendiamo da una scalinata e, in fondo, c'era la F4, una moto da perdere la testa. C'erano infilate dentro le chiavi perch? con Agostini, il campione mondiale, avevamo deciso di far fare al re un giro, sul sellino dietro. Ma lui ? salito sopra, ha girato la chiave e ? partito. Le confesser? che ho passato dieci minuti d'inferno. Il re era sparito in sella alla moto e io continuavo a dire a Agostini: "E se quello adesso ci casca, che figura ci facciamo?". Ma non ? cascato. Anzi, ? tornato e ci ha detto: ? una favola".
    Claudio Castiglioni, probabilmente il pi? geniale e creativo "inventore" di motociclette che l'Italia abbia mai conosciuto, ? una miniera di racconti.
    "Un'altra volta eravamo in Giappone, sempre con Agostini, a una fiera di motociclette. E a un certo punto si forma come una piccola colonna di giapponesini. Arrivano fino a noi e, uno dopo l'altro, vanno a accarezzare il marchio della MV Agusta e Agostini. Noi non capiamo che cosa stia succedendo. Ci informiamo e uno dei giapponesini ci spiega: "Siamo ingegneri della Honda, delle motociclette, e rendiamo omaggio ai nostri avversari, a due campioni, Agosti e la moto".
    Altro racconto:
    "Una volta si girava un film in America, con Tom Cruise e c'era una sequenza di motociclette, in un aeroporto. Cruise doveva girare una scena con una moto che non era una delle nostre. Ma noi avevamo dato una F4 tutta nera, opaca non lucida, alla sua controfigura. A un certo punto, la controfigura esce dall'hangar su questa moto a Tom Cruise la vede. Si ferma e vuole girare con quella. Poi, al ristorante, mi ha detto che gliene doveva far avere una uguale, nera opaca. Adesso ha letto da qualche parte che c'? la Brutale, e la vuole, sempre nera opaca".
    Quella di Claudio Castiglioni ? una storia sfortunata/fortunata (si spera) del "made in Italy". Che si tratti di un personaggio raro ? chiaro dopo tre minuti che l'hai conosciuto. Delle moto sa qualsiasi cosa. "Ci vogliono 1700 pezzi per fabbricarle" spiega e ti lascia capire che li conosce tutti. Ti racconta le qualit? delle sue moto e, se appena non hai l'aria convinta, si toglie la giacca, davanti al ristorante, si infila il giubbino della MV Agusta (rosso, ovviamente), il casco e parte in quarta. E lo vedi che si dondola in sella e fa le pieghe come un giovanotto di vent'anni.
    Di anni, invece, ne ha un po' meno di sessanta e nelle moto c'? si pu? dire da sempre. Di recente la rivista Motociclismo ha pubblicato la classifica delle migliori moto in circolazione e al primo posto c'? la sua Brutale S, al secondo c'? la Ducati Monster S4 (una variante della Monster da lui inventata quando stava alla Ducati), al terzo posto c'? una Honda, ma al quarto c'? un'altra Ducati (la Monster 900 a iniezione elettronica), e di nuovo si torna a lui. Tre moto sulle prime quattro portano il segno della sua mano.
    Nel mondo delle due ruote entra venticinque anni fa e rischia di uscirne nel 1995, per sempre. Ma, per fortuna le cose hanno preso una strada diversa.
    Venticinque anni fa rileva vicino a Varese uno stabilimento che la mitica Harley-Davidson aveva in Italia per fare delle motorette. La passione per le moto viene dal fatto che da giovani, come tanti, correva e aveva tirato a fare un po' il campione. Di famiglia, oltre a vari interessi, avevano (lui e il fratello Gianfranco) una fabbrica di minuterie metalliche. La ditta di moto che fondano si chiama Cagiva (che vuole dire Giovanni Castiglioni Varese, Giovanni era il padre). Cagiva era anche il nome delle moto con la quale faceva le gare di motocross.
    "Le cose vanno bene, facciamo belle macchine, vinciamo molte gare (non so pi? quante Parigi-Dakar) e decidiamo di allargarci. Nel 1985 compriamo la Ducati, che faceva tante cose e che era delle partecipazioni statali. La parte moto, per?, era di fatto chiusa. Ci mettiamo a lavorare come matti e tiriamo fuori due gioielli che sono ancora oggi alla base del successo della Ducati: la 916 e la Monster. Della 916 ho poco da dire. Chiunque sia andato in moto sa che quella (da cui ? poi derivato tutto il resto) ? semplicemente "la moto". Della Monster devo dire che ? stata la prima naked pensata proprio come tale, progettata per girare con il suo telaio bene in vista, compatta, elegante. Ricordo che quando l'ho presentata per la prima volta qualcuno fra il pubblico mi ha chiesto: "Ma quando arriva la carrozzeria?". Io ho risposto: "Domani, abbiamo avuto dei problemi con la verniciatura". Invece quella moto non ha mai avuto una carrozzeria perch? era stata pensata cos?".
    Insomma, tutto bene.
    "S?, al punto che nel 1990 avevamo rilevato la MV Agusta, un marchio molto glorioso, ma che ormai da 32 anni non produceva pi? niente. E per la MV facciamo la F4. Il nome mi ? venuto in mente per richiamarmi alla Ferrari F40: la Ducati doveva diventare (e in parte lo ? diventata) la Ferrari delle moto. La F4, quella che abbiamo fatto provare al re di Spagna, ? ancora oggi un mito. Insomma, belle moto, tanta storia, e tantissime vittorie. Abbiamo in casa, fra una marca e l'altra, 121 campionati del mondo, nelle varie categorie. Nel frattempo si eravamo comprati anche la Husqvarna dagli svedesi. Una moto che ? la regina del cross".
    Una vera meraviglia.
    "Ma poi c'? l'orribile anno 1995. In famiglia abbiamo delle difficolt?. Non troviamo nessuno che ci aiuti e siamo costretti a cedere la Ducati, una casa che era diventata la numero uno delle moto. Un vero simbolo di eleganza e di "made in Italy", con appassionati in tutto il mondo. Con gente che arriva<va dall'America o dall'Australia in fabbrica a ritirare la moto che aveva ordinato, tanta era la voglia di possederla. Ma non c'? stato niente da fare: abbiamo dovuto cederla per cercare di salvare il resto".
    Ma le difficolt? finanziarie non sono finite l?.
    "No. Anzi, le cose in un certo senso sono addirittura peggiorate. Noi avevamo delle moto bellissime, innovative e molto richieste, ma ci siamo infilati in una serie di trattative con banche e con aziende del nostro settore che in realt? ci hanno completamente paralizzati. Avevamo i prodotti e avevamo i clienti. Ma non riuscivamo a produrre perch? non c'erano soldi. Dovevano sempre arrivare la settimana successiva, ma "quella" settimana non ? mai arrivata".
    E quindi siete finiti in amministrazione controllata.
    "S?, nell'ottobre del 2002, con la produzione praticamente ridotta a zero".
    Poi, il grande incontro.
    "Dopo anni di banchieri che promettevano dieci e davano uno, sono andato da Corrado Passera, della Banca Intesa. Passera ha studiato la mia azienda, ha capito che c'era del buono. E mi ha dato persino un po' di pi? di quello che avevo osato chiedere. Oggi ci assistono anche la Lazard e la Franco Tat? & Partners. E' stato come rinascere una seconda volta. Oggi, nel 2003, produrremo 21 mila moto. E sono gi? tutte vendute. Anzi, le richieste sono molto superiori. E credo che chiuderemo l'anno con 5-6 milioni di euro di utili. E pensare che questo ? il nostro primo anno di amministrazione controllata".
    Insomma, Claudio Castiglioni ? davvero soddisfatto, proprio come uno a cui ? stata offerta una seconda occasione per riprovarci. Ma ? soprattutto un fabbricante di moto. E allora non resiste alla tentazione di mostrare i suoi oggetti. Davanti al ristorante c'era parcheggiato da alcune ore un camioncino telonato con la scritta "Cagiva". Tira gi? il telone e mostra i suoi due campioni: la MV Brutale 750, che ? gi? in giro, che tutti conoscono e che ? stata premiata tre volte come moto dell'anno ancora prima di uscire, e la F4 1000, che sar? esposta al salone del motociclo che si apre fra pochi giorni a Milano. "Questa F4 ? un gioiello da 307 chilometri all'ora. Non le dico che cosa c'? dentro di tecnologia. E' una cosa semplicemente fantastica".
    E, in effetti, si tratta proprio di un bell'oggetto.
    "Ma continua la mia passione ? la Brutale, ? cos? bello che me la stanno copiando un po' tutti. Ma la Brutale Brutale ? questa, ovviamente, e solo questa".
    Scusi Castiglioni, ma come mai questo nome un po' inconsueto, ammetter??
    "Guardi, io volevo chiamarla Disco Volante, volevo cio? riprendere il nome di una gloria della MV Agusta (ho ripreso un po' il disegno del serbatoio). Ma poi un giorno in fabbrica un operaio mi dice: "Ma l'? proprio brutale questa moto qui". Ci siamo innamorati tutti subito di quel nome e il nome ? rimasto"

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    #2
    Certo che ti ? rimasta nel cuore eh? [emoji6]

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      #3
      21000 moto nel 2003 con solo F4 750 e Brutale? mi sembra un po' troppo. oggi ne fanno 8000, tra F3, F4, Brutale 3 e 4, Rivale, Turismo, Dragster, ecc...

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        #4
        Claudio Castiglioni un uomo che ha avuto un grande cuore e passione che mal si sposano con i rigidi schemi della finanza, per di pi? nato in un paese dove le lobby dettano legge e determinano il futuro .

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          #5
          considerando che i progetti non sono nuovi ,ma le basi sempre le stesse dovrebbero essere super affidabili, e invece.... Claudio Castiglione , grande appassionato ma pessimo imprenditore, come mai nell'intervista non si parla della avventura della Cagiva 500gp? quanti miliardi hanno buttato?

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