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I 10 circuiti più spettacolari per le gare di moto

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    I 10 circuiti più spettacolari per le gare di moto

    Iconici, amati sia dai piloti che dagli appassionati, piste che hanno caratterizzato la storia del motociclismo e su cui tutti desiderano mettere le ruote


    Ci sono piste che nell’immaginario collettivo sono storiche, sulle quali si sono scritte pagine e pagine di storia delle due ruote e non solo, che siano circuiti cittadini, impianti temporanei o veri e propri circuiti è impossibile che un appassionato di moto non abbia mai visto almeno una foto o un video di questi incredibili circuiti.


    Circuito da Guia


    Uno dei circuiti cittadini più spettacolari del mondo, lungo 6.118 metri il Guia Circuit si snoda all’interno della città di Macao, la città-stato sulla costa cinese è considerata la Las Vegas d’oriente e sede dal 1954 di una delle gare più pericolose al mondo. Il Gran Premio motociclistico di Macao ha debuttato nel 1967, pur non avendo mai fatto parte del calendario del motomondiale negli anni ha raccolto presenze illustri dal paddock del motomondiale e della SBK. Indimenticabile l’edizione del 1988 nella quale vinse Kevin Schwantz con la RGV 500 Gamma ufficiale.

    Ron Haslam vincitore di 6 edizioni negli anni ’80 è stato a lungo il più vincente sul Guia, superato solo da Michael Rutter che con 9 successi è il pilota più vincente della storia della gara asiatica vincendo con ogni tipo di moto: dalla RVF750 RC45 con cui si impose nel 1998 alla Honda RC213V-S con cui s’impose nel 2019, nel mezzo due successi con la Ducati 998R ed uno con la 1098R oltre che tre con la Honda CBR1000RR.

    La pista lunga oltre 6km e delimitata dagli iconici guardrail gialli e neri è rimasta immutata negli anni fin dall’edizione del 1958, ed è composta da 24 curve di cui 9 a sinistra e 15 a destra. La pista si divide sostanzialmente in due parti completamente diverse l’una dall’altra la parte più veloce che va dalla “Fisherman’s Band”, la penultima curva del giro alla “Lisboa”, terza curva del circuito che. Questo è il tratto più veloce della pista, caratterizzato da due curve a 90° e due curvoni da affrontare quasi “full gas”, la seconda è invece quella che ovviamente occupa tutta la parte centrale della pista che si caratterizza da una lunghissima successione di cambi di direzione e curve a bassa e media velocità.


    Snaefell Mountain Course


    Sede della corsa su strada più famosa al mondo, il Mountain Course ospita sia il Tourist Trophy tra maggio e giugno che il ManxGP ed il Classic TT a fine agosto. Lungo i suoi oltre 60km che si arrampicano da Douglass fino quasi alla cima del Snaefell la montagna più alta dell’Isola di Man si corre dal 1904 anche se le moto arrivarono solo nel 1906. Il tracciato ha subito nei primi anni della sua storia diverse modifiche, la configurazione finale sulla quale si corre ancora oggi arrivò nel 1923 con l’introduzione del tratto cittadino di Ramsey. I 60,761 km del Snaefell Mountain Course ospitano dal 1907 il Tourist Trophy mentre dal 1923 il ManxGP, due degli eventi più importanti del mondo delle road race.


    Il TT che si disputa tra l’ultima settimana di maggio e la prima settimana di giugno è l’evento che ogni anno raccoglie i migliori road racer del mondo. Il record di vittorie è detenuto da Joey Dunlop con 26 successi al Tourist Trophy ma ad una sola lunghezza di distanza è arrivato proprio nell’ultima edizione Michael Dunlop. Nipote di Joey, “The Bull” negli ultimi anni è diventato pressoché imbattibile nella Supertwin e Supersport dove quest’anno per la prima volta ha terminato un giro a 130mph, una media che fino a pochi anni fa in pochissimi riuscivano a raggiungere… Con una Superbike! Nel 2023, Michael è riuscito a centrare anche il successo nella Superbike Race sfruttando i problemi elettronici di Peter Hickman vero e proprio mattatore con le 1000 tanto che nella gara della Superstock ha fatto siglare il nuovo record assoluto terminando gli oltre 60km del Mountain Course a 136.358mph ovvero 219.447 km/h.

    Autodromo del Mugello


    Sede del GP d’Italia del Motomondiale, l’autodromo toscano sorge nel comune di Scarperia e San Piero in provincia di Firenze. Di proprietà della Ferrari dal 1988, disputa ininterrottamente il GP d’Italia del motomondiale dal 1994 con l’unica eccezione del 2020 anno in cui il GP non è stato disputato a causa della pandemia di Covid-19. Il Mugello Circuit pur essendo negli anni stato migliorato sotto il punto di vista della sicurezza, non ha mai subito variazioni di layout fin dalla sua apertura nel 1974. Il circuito fu progettato dall’ Ing. Gianfranco Agnoletto al quale dobbiamo quello che per molti piloti ed appassionati è il circuito più bello al mondo. Il Mugello è uno dei pochi circuiti in cui anche i piloti durante i briefing tecnici chiamano le curve con il loro nome e non con un asettico numero. 5.245 metri di lunghezza per 15 curve con numerosi sali e scendi per tutto il circuito che rendono il Mugello una delle piste più spettacolari al mondo.


    La prima edizione del motomondiale al Mugello si disputò nel 1978 con il GP delle Nazioni che andò a Kenny Roberts, il campionato del mondo tornò al Mugello nel 1985 prima di stabilirsi, come detto, nel calendario dal 1994. Il recordman di vittorie, ovviamente, è Valentino Rossi che con 7 successi in MotoGP e uno in 125 e 250 ha sentito l’Inno di Mameli per ben 9 volte. Indimenticabile una storica gara della 250 con Mattia Pasini e Marco Simoncelli a duellare sotto il diluvio per tutta la gara, così come le edizioni del 2003 e 2005 dove in MotoGP il podio fu completamente italiano con Valentino Rossi davanti a Loris Capirossi e Max Biaggi, con il quarto posto di Marco Melandri nel 2005 a completare un poker tutto tricolore. Nelle ultime due edizioni a trionfare è stato in entrambe le occasioni Francesco Bagnaia.


    Phillip Island Grand Prix Circuit



    Unico circuito in questa classifica nell’emisfero australe, la pista si trova nella regione di Vittoria in Australia sulla omonima isola. Il circuito attuale è stato inaugurato il 4 dicembre 1988 ma la storia della pista è molto più antica, già negli anni ‘20 del ‘900 si correva infatti su un circuito sterrato una corsa di 100 miglia che venne poi intitolato Gran Premio d’Australia. La pista australiana è stata abbandonata e riqualificata più volte nella sua storia, le moto arrivarono sull’isola nel 1935 su un tracciato di 16km completamente sterrato prima che nel 1952 la pista venne spostata di qualche km e asfaltata per la prima volta portando la lunghezza a 4.800 metri, dopo qualche anno di attività nel 1978 il circuito venne nuovamente abbandonato fino al 1988 quando ricevette gli ultimi aggiornamenti con la lunghezza della pista che divenne l’attuale 4.445 metri. Solo dodici curve e quasi tutte a sinistra, la sua posizione a pochi metri dall’oceano pacifico la rende una delle piste più suggestive del panorama internazionale.



    Il pilota più vincente in MotoGP è Casey Stoner che si è imposto consecutivamente dal 2007 al 2012, anche Valentino Rossi a Phillip Island ha conquistato 7 vittorie, 5 in MotoGP e 2 250. La pista australiana negli ultimi anni ha regalato gare di gruppo combattute e decise solo nel finale, come nell’edizione 2023 dove Jorge Martin dopo aver comandato la gara fino all’ultimo passaggio è stato passato dal compagno di squadra Johann Zarco, Francesco Bagnaia, Fabio Di Giannantonio e Brad Binder a pochissime curve dalla bandiera a scacchi.


    WeatherTech Raceway Laguna Seca


    Quando i motociclisti parlano di “cavatappi” non c’è bisogno di spiegare a quale pista si fa riferimento. La pista di Laguna Seca sorge sul fondo di un lago prosciugato, da qui il nome, nella contea di Monterey in California. La pista è stata costruita nel 1957 ad un costo di 1,5 milioni di dollari (equivalente a quasi 17 milioni di dollari oggi) dopo che vennero proibite le gare nella vicina Pebble Beach Road Races ritenute troppo pericolose. La pista originale era lunga solamente 1,9 miglia (3,1 chilometri), infatti tutta la parte che oggi va da curva 2 a curva 5 non esisteva e queste due curve erano collegate da un rettilineo. Per poter ospitare il motomondiale, nel 1988 la pista è stata allungata all’attuale lunghezza di 3,692 chilometri aggiungendo come detto il tratto che va dall’Andretti Hairpin a curva 5. Le ultime modifiche vennero apportate nel 2005 con lo spianamento della cunetta che porta dal traguardo a curva 2 e una modifica all’ultima curva con lo spostamento della via d’ingresso della corsia box.


    Il motomondiale ha corso a Laguna Seca dal 1988 al 1991 e nel biennio 1993-1994, queste due edizioni sono state le uniche della storia del motomondiale ad ospitare anche i GP di 125 e 250 mentre dall’88 al ’91 corsero solo 250 e 500. Con l’arrivo della MotoGP nel 2005 a Laguna Seca il motomondiale tornò stabilmente in California fino al 2013 ultimo anno in cui il motomondiale ha corso nella contea di Monterey con la vittoria di Marc Marquez. I piloti più vincenti della storia del motomondiale a Laguna Seca sono Wayne Rainey e Casey Stoner che hanno conquistato per tre volte il GP degli Stati Uniti nella top class.

    Nonostante questo se si pensa all’australiano a Laguna Seca viene subito in mente il duello con Valentino Rossi nel 2008 con il pesarese che sorpassò il campione del mondo sulla ghiaia all’interno del “cavatappi”, andando poi a vincere l’unico suo GP a Laguna Seca. Anche il mondiale SBK ha disputato diverse edizioni sul circuito californiano, per la precisione 19 divise in due momenti distinti, le prime 10 ininterrottamente dal 1995 al 2004, mentre la Superbike tornò a Laguna Seca dopo l’addio della MotoGP dal 2013 al 2019 ultimo anno in cui il circuito ospitò un evento mondiale a due ruote.

    Circuit de Spa-Francorchamps


    Se si pensa al circuito nelle Ardenne le moto non sono probabilmente le prime cose che vengono in mente, invece nel passato la pista belga è stata protagonista del GP del Belgio fin dalla prima stagione del Motomondiale nel 1949. La pista originaria era di fatto un grosso triangolo che univa le città di Malmedy, Stavelot e Francorchamps rendendo la pista molto veloce e composta solo da poche curve e lunghi rettilinei.

    Nella fine degli anni 30 per rendere ancora più veloce la pista il tratto di “Virage du Ancienne Douane” che come il nome suggerisce portava la pista alla dogana che divideva il Belgio dalla Germania fino ai primi anni del ‘900, è stato modificato con l’introduzione di una rapida curva in salita dove in soli 240 metri si ha un dislivello di 24 metri. Quella destra-sinistra prenderà il nome di Raidillon mentre la compressione verso sinistra che la precede e che porta alla valle dell’Eau Rouge (il fiume che attraversa la pista) prenderà proprio il nome del corso d’acqua creando una delle successioni di curve più famose della storia: l’Eau Rouge-Raidillon.

    La pista cambiò nuovamente nel 1978 arrivando alla forma quasi definitiva su cui si corre ancora oggi. La pista passò da 14.120 metri a 6.947 metri con il rettilineo del Kemmel che porta fino a Malmedy e la modifica anche di tutta la parte centrale fino a Blanchimont. Dal 1978 al 2007 anno delle ultime modifiche alla pista, il manto stradale ha subito diverse piccole modifiche nei tratti, soprattutto nella chicane finale la “bus stop”. Proprio questa zona è stata modificata nel 2007 con una nuova chicane destra-sinistra molto stretta e lenta che riporta i piloti sul rettilineo del traguardo.

    Il Motomondiale come detto ha corso a Spa ininterrottamente dal 1949 al 1979 per poi tornarci negli anni ’80 tra il 1981 e il 1986 e per le ultime tre edizioni della storia del motomondiale a Spa tra il 1988 e il 1990. Il pilota più vincente della storia del circuito belga è Giacomo Agostini con 8 successi consecutivi in 500 tra il 1966 ed il 1973 mentre l’ultima edizione del GP del Belgio è andata a Wayne Rainey che si impose davanti a Jean Philippe Ruggia e Eddie Lawson. Tra i motivi per cui il motomondiale lasciò Spa nel 1979 ci fu un clamoroso sciopero voluto principalmente da Kenny Roberts, Kork Ballington e Barry Sheene che definirono troppo pericoloso correre sul nuovo asfalto posato il venerdì notte prima della gara. Nel 2022 le moto sono tornate a correre un evento internazionale a Spa con l’arrivo del FIM Endurance World Championship, nelle edizioni 2022 e 2023 si è tornati dunque a correre la storica 24h di Spa mentre dalla prossima stagione la gara sarà accorciata ad una 8 ore. Nel 1992 anche in mondiale Superbike corse a Spa-Francorchamps, con Giancarlo Falappa che si prese la pole mentre in Gara1 il successo andò a Robert Phillis davanti al padrone di casa Stéphane Mertens e Scott Russel con Doug Polen che si impose in Gara2 davanti a Giancarlo Falappa e Fabrizio Pirovano.


    Suzuka Circuit


    Il circuito voluto da Soichiro Honda negli anni ’50 vede la luce nel 1962 per mano dell’Ingegnere olandese John "Hans" Hugenholtz. Quella di Suzuka, insieme alla pista prova della Ferrari a Fiorano, sono le uniche due piste omologate FIA di Grado 1 ad avere la forma ad 8. Per rallentare la pista nipponica venne introdotta una chicane prima dell’ultima curva, la “Casio Triangle” che negli anni ha subito varie modifiche per andare incontro alle varie richieste degli organizzatori, l’ultima nel 2003 dopo che proprio in quella curva durante il GP del Giappone della MotoGP, Daijiro Kato perse la vita.

    Altre modifiche nel corso degli anni hanno interessato la “Degner Curve” che fino al 1983 era un una curva mentre in quell’anno venne spezzata in due. Discorso simile per la “130R” che negli anni è stata modificata per rallentarne la velocità di percorrenza e aumentare la sicurezza, soprattutto dopo gli incidenti del 2002 e 2003 cambiandone la raggiatura. Fino al 2002 infatti la “130R” era un’unica curva mentre dopo i lavori è stata spezzata con due apici.


    Nonostante l’addio della MotoGP dopo la morte di Kato, a Suzuka le moto hanno continuato a correre ed a ospitare la 8h di Suzuka. La “gara delle gare” si corre dal 1978 quando ad imporsi fu la Suzuki GS1000 del team Yoshimura con Wes Cooley e Mike Baldwin. La 8h di Suzuka rappresenta la gara di confronto diretto tra le case giapponesi con Honda che con le sue 29 vittorie è la casa più titolata della classica giapponese. I piloti più vincenti della 8h di Suzuka sono Toru Ukawa e Takumi Takahashi che con 5 successi comandano l’albo d’oro.


    Autodromo Enzo e Dino Ferrari


    Nato sulle rive del Santerno nella città di Imola, fu inaugurato nel 1953 come autodromo semi permanente. Al momento dell’inaugurazione la pista di Imola non presentava chicane che rallentavano la percorrenza con il “Tamburello”, “Variante Alta” e “Variante Bassa” che erano velocissimi curvoni. L’autodromo rimase in questa configurazione fino al 1972 quando vennero introdotte delle chicane a rallentare la pista: una prima delle “Acque minerali”, mentre le altre in “Variante Alta” e “Variante Bassa.

    Un’ulteriore modifica è arrivata nel 1979 quando la pista venne accorciata di qualche metro ma rimase di fatto identica alla precedente versione, fino alla tragedia del 1994 quando il 1 maggio alla curva del “Tamburello” Ayrton Senna perse il controllo della sua Williams finendo contro le barriere e perdendo la vita.

    Già negli anni ’80 la questione sicurezza sia dai piloti della Formula 1 che da quelli del motomondiale, era stata posta sulla pista ma fino a quel tragico weekend non vennero prese. Dopo la morte di Senna vennero aggiunte due chicane una proprio al “Tamburello” mentre la seconda alla “Villeneuve. Cambia anche la “Variante Bassa” ora in due versioni una per le auto ed una utilizzata dalle moto con una stretta chicane che riporta i piloti sul traguardo.

    L’Autodromo di Imola venne da prima intitolato a Dino Ferrari nel 1957, fino alla morte del “Drake” nel 1988, venne aggiunto anche il nome del patron della Ferrari, Enzo. Imola ha una lunga storia di corse motociclistiche a partire dalla 200 miglia di Imola, corsa dal 1972 al 1978 e dal 1980 al 1985. Ha ospitato in 13 occasioni il motomondiale, la prima nel 1969 mentre l’ultima nel 1999 con Marco Melandri e Loris Capirossi a vincere le gare della 125 e della 250 e Alex Criville a trionfare in 500 dopo che Mick Doohan aveva vinto le tre edizioni precedenti. Perso il motomondiale, Imola è diventata per quasi 20 anni casa della SBK con gare che hanno fatto la storia del motociclismo come lo storico scontro tra Troy Bayliss e Colin Edwards per il titolo 2002 deciso all’ultimo giro dell’ultima gara dell’anno.


    Cadwell Park


    I circuiti inglesi nonostante siano passati gli anni sono spesso rimasti fedeli ai disegni originali senza troppe modifiche che possono far perdere fascino. Tra i più riconoscibili c’è senza ombra di dubbio Cadwell Park, il circuito sorto nel Lincolnshire in Inghilterra, 8km a sud di Louth. La pista è stata tracciata da Mansfield Wilkinson nel 1934 per far gareggiare l’uno contro l’altro i propri figli, negli anni ha subito varie modifiche, nel 1953 aveva raggiunto la lunghezza di 2.012 metri così da poter disputare le gare del campionato Formula TT 3, già in quegli anni sulla pista inglese giungevano oltre 30mila persone per assistere alle competizioni. Nel 1962 la pista venne allungata per l’ultima volta fino agli attuali 3.502 metri, Cadwell Park è nota tra piloti e appassionati principalmente per un tratto: “The Mountain”.

    Dopo la stretta esse di curva 11 e curva 12, infatti il nastro d’asfalto ha una ripida salita che porta le moto a decollare prima di riatterrare qualche metro più avanti regalando show e foto spettacolari. Tra i migliori interpreti di questo circuito senza ombra di dubbio Jonathan Rea che nel biennio corso in patria in quel tratto regalava show ad ogni passaggio mentre negli ultimi anni invece il miglior specialista è Josh Brookes.


    Autódromo Internacional do Algarve


    Il circuito più moderno di questa classifica, la pista di Portimao è stata terminata nell’ottobre del 2008 ricevendo l’omologazione della FIM l’11 ottobre, un mese prima dell’ultima gara della stagione SBK svoltasi proprio in Algarve. La pista è composta da 15 curve ed è lunga 4.592 metri ma la caratteristica principale sono i ripidi sali e scendi che trasformano il nastro d’asfalto portoghese in un rollercoster amatissimo dai piloti. I punti chiave di questa pista sono ovviamente diversi, il primo è la staccata di curva 1 dove dopo un lunghissimo rettilineo i piloti affrontano una violenta frenata in discesa. Poi ci sono le ripide discese con cambio di direzione di curva 8-9 e 11-12 soprattutto in quest’ultima piloti come Jack Miller e Torpak Razgatlioglu hanno iniziato a festeggiare i risultati sfruttando il grosso dislivello per fare vistosi e spettacolari salti.


    Il mondiale SBK ha portato al debutto la pista nel 2008 con quella che è stata l’ultima gara della carriera di Troy Bayliss già campione del mondo per la terza volta e che sulla pista portoghese corse con una iconica livrea celebrativa del suo terzo mondiale. Le derivate di serie hanno fin dal suo debutto corso sulla pista di Portimao con unica eccezione nella stagione 2016 mentre il motomondiale ci è arrivato solo nel 2020 come conseguenza della pandemia di Covid19. In questo caso un problema è stato trasformato in una possibilità infatti la MotoGP non ha più lasciato la pista di Portimao regalando ogni anno gare avvincenti.

    notizia da: motosprint.it




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    #2
    ottimo articolo grazie motosprint

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      #3
      Carino ma manca Assen, e senza Assen non è Motociclismo

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