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È nata la scuola del fallimento, che insegna a fallire meglio

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    #1

    È nata la scuola del fallimento, che insegna a fallire meglio

    “Celebrate i vostri fallimenti”: scrive così, Annalisa Monfreda nel suo libro Come se tu non fossi femmina. Che cosa sia un fallimento lo sappiamo tutti (d’altronde, a chi non è capitato di fallire almeno una volta nella vita?) ma come imparare a celebrarlo è possibile farlo in una nuova realtà accademica italiana.

    A Modena è nata La Scuola del Fallimento, la prima al mondo. Perché dire “Ho fallito” reca con sé tanti significati, che il più delle volte sono affetti dalla negatività degli stigmi sociali. Quello che possiamo scoprire, invece, è che il fallimento è il primo passo – necessario – per tendere verso l’evoluzione.

    La Scuola di Fallimento è la prima scuola che nasce con lo scopo di insegnare a perdere per vincere – spiega il sito web aziendale - e lo fa puntando sulla singolarità e le eccezioni, valorizzando i buoni errori”. La missione è aiutare gli allievi a sviluppare un mindset completamente differente da quello che normalmente fa da background nella carriera professionale di ognuno.

    Si comincia dall’accettazione del fallimento per procedere poi con una dettagliata analisi dell’errore. “Se non cambiamo la mentalità con cui ci rapportiamo al fallimento – prosegue la fonte - gli incentivi al successo risulteranno inutili. Se è importante la mentalità, deve esserlo anche il metodo. Facciamo gli stessi errori perché non ci fermiamo ad analizzarli ponendoci le giuste domande. Una buona risposta non nasce mai da una domanda mal posta”.

    notizia da: Elle.com


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    #2
    no, guarda, il concetto di fallimento nella cultura anglosassone e' gia' piuttosto chiaro: non esiste nessuno che sia arrivato da qualche parte senza aver fallito n-volte prima.
    il problema culturale del fallimento e' tutto italiano, nemmeno europeo.
    questo e' il paese che ti seppellisce se fallisci, costruito per avere tutti dipendenti allineati e sotto controllo.
    chi non tenta nulla, non fallisce, ma soprattutto non esce dal sistema, non si rende indipendente.

    un fallimento economico in italia e' morte civile... intendo uno vero, non dei professionisti dei fallimenti, che invece spostano valanghe di denaro ed evitano la galera.
    e' la nostra societa' non permette, non concepisce l'idea di "tentare qualcosa".

    per dire, nonostante ormai siano quasi 15 anni che si parla piu' di contratti a termine, progetto, sarcazzo, ancora storcono il naso se un candidato ha cambiato tot aziende negli anni precedenti, figurati se gli dici che arrivi da un fallimento e vuoi rimetterti in piedi.

    e questo solo per quello che riguarda l'ambito professionale ovviamente, ma non ne e' esente la sfera personale.
    fallisci in un matrimonio, e sei fottuto a vita... piu' come uomo che come donna in effetti, nonostante sfracellino la minchia con le pari opportunita'.

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      #3
      Originally posted by Semiramide View Post
      “Celebrate i vostri fallimenti”: scrive così, Annalisa Monfreda nel suo libro Come se tu non fossi femmina. Che cosa sia un fallimento lo sappiamo tutti (d’altronde, a chi non è capitato di fallire almeno una volta nella vita?) ma come imparare a celebrarlo è possibile farlo in una nuova realtà accademica italiana.

      A Modena è nata La Scuola del Fallimento, la prima al mondo. Perché dire “Ho fallito” reca con sé tanti significati, che il più delle volte sono affetti dalla negatività degli stigmi sociali. Quello che possiamo scoprire, invece, è che il fallimento è il primo passo – necessario – per tendere verso l’evoluzione.

      La Scuola di Fallimento è la prima scuola che nasce con lo scopo di insegnare a perdere per vincere – spiega il sito web aziendale - e lo fa puntando sulla singolarità e le eccezioni, valorizzando i buoni errori”. La missione è aiutare gli allievi a sviluppare un mindset completamente differente da quello che normalmente fa da background nella carriera professionale di ognuno.

      Si comincia dall’accettazione del fallimento per procedere poi con una dettagliata analisi dell’errore. “Se non cambiamo la mentalità con cui ci rapportiamo al fallimento – prosegue la fonte - gli incentivi al successo risulteranno inutili. Se è importante la mentalità, deve esserlo anche il metodo. Facciamo gli stessi errori perché non ci fermiamo ad analizzarli ponendoci le giuste domande. Una buona risposta non nasce mai da una domanda mal posta”.

      notizia da: Elle.com
      Molto interessante
      Io sono d'accordo bisogna educare al fallimento i ragazzi

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        #4
        Per fallire si ma con stile

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          #5
          Originally posted by Semiramide View Post
          “Celebrate i vostri fallimenti”: scrive così, Annalisa Monfreda nel suo libro Come se tu non fossi femmina. Che cosa sia un fallimento lo sappiamo tutti (d’altronde, a chi non è capitato di fallire almeno una volta nella vita?) ma come imparare a celebrarlo è possibile farlo in una nuova realtà accademica italiana.

          A Modena è nata La Scuola del Fallimento, la prima al mondo. Perché dire “Ho fallito” reca con sé tanti significati, che il più delle volte sono affetti dalla negatività degli stigmi sociali. Quello che possiamo scoprire, invece, è che il fallimento è il primo passo – necessario – per tendere verso l’evoluzione.

          La Scuola di Fallimento è la prima scuola che nasce con lo scopo di insegnare a perdere per vincere – spiega il sito web aziendale - e lo fa puntando sulla singolarità e le eccezioni, valorizzando i buoni errori”. La missione è aiutare gli allievi a sviluppare un mindset completamente differente da quello che normalmente fa da background nella carriera professionale di ognuno.

          Si comincia dall’accettazione del fallimento per procedere poi con una dettagliata analisi dell’errore. “Se non cambiamo la mentalità con cui ci rapportiamo al fallimento – prosegue la fonte - gli incentivi al successo risulteranno inutili. Se è importante la mentalità, deve esserlo anche il metodo. Facciamo gli stessi errori perché non ci fermiamo ad analizzarli ponendoci le giuste domande. Una buona risposta non nasce mai da una domanda mal posta”.

          notizia da: Elle.com
          Basterebbe un pò di educazione da parte dei genitori.. che non tutti possono essere SPECIALI, NUMERI UNO, CHEMERITITUTTOILMEGLIO....

          La gente è fatta di persone NORMALI... o anche meno...

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            #6
            Originally posted by Larsen_EE View Post
            no, guarda, il concetto di fallimento nella cultura anglosassone e' gia' piuttosto chiaro: non esiste nessuno che sia arrivato da qualche parte senza aver fallito n-volte prima.
            il problema culturale del fallimento e' tutto italiano, nemmeno europeo.
            questo e' il paese che ti seppellisce se fallisci, costruito per avere tutti dipendenti allineati e sotto controllo.
            chi non tenta nulla, non fallisce, ma soprattutto non esce dal sistema, non si rende indipendente.

            un fallimento economico in italia e' morte civile... intendo uno vero, non dei professionisti dei fallimenti, che invece spostano valanghe di denaro ed evitano la galera.
            e' la nostra societa' non permette, non concepisce l'idea di "tentare qualcosa".

            per dire, nonostante ormai siano quasi 15 anni che si parla piu' di contratti a termine, progetto, sarcazzo, ancora storcono il naso se un candidato ha cambiato tot aziende negli anni precedenti, figurati se gli dici che arrivi da un fallimento e vuoi rimetterti in piedi.

            e questo solo per quello che riguarda l'ambito professionale ovviamente, ma non ne e' esente la sfera personale.
            fallisci in un matrimonio, e sei fottuto a vita... piu' come uomo che come donna in effetti, nonostante sfracellino la minchia con le pari opportunita'.
            Concordo al 100% con te, all'estero aver fallito è considerato un plus perché partono dal presupposto che sei una persona che si è arricchita di esperienza ed ha imparato dai suoi sbagli, ed avendo sbagliato una volta difficilmente ripeterai l'errore una seconda volta. In Italia sei punito e svantaggiato se hai un fallimento alle spalle anche se magari è causa delle circostanze e non direttamente tua, sei punito e ostracizzato se hai cambiato una serie di lavori e il tuo curriculum è variegato di esperienze ( mentre all'estero è considerato un plus perché significa che hai una mente elastica e sei in grado di gestirti in svariati ruoli ed hai accumulato esperienza) ....e last but not least se hai superato i 40 anni e cerchi lavoro o cerchi di cambiare lavoro in Italia sei già un vecchio fallito che nessuno vorrà assumere.

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              #7
              Originally posted by Semiramide View Post

              Concordo al 100% con te, all'estero aver fallito è considerato un plus perché partono dal presupposto che sei una persona che si è arricchita di esperienza ed ha imparato dai suoi sbagli, ed avendo sbagliato una volta difficilmente ripeterai l'errore una seconda volta. In Italia sei punito e svantaggiato se hai un fallimento alle spalle anche se magari è causa delle circostanze e non direttamente tua, sei punito e ostracizzato se hai cambiato una serie di lavori e il tuo curriculum è variegato di esperienze ( mentre all'estero è considerato un plus perché significa che hai una mente elastica e sei in grado di gestirti in svariati ruoli ed hai accumulato esperienza) ....e last but not least se hai superato i 40 anni e cerchi lavoro o cerchi di cambiare lavoro in Italia sei già un vecchio fallito che nessuno vorrà assumere.
              eh, lo so bene
              ma non solo, il fallimento e' previsto quando si intraprende un'iniziativa imprenditoriale, resti in mutande, ma poi sei "pulito", pronto per poter ricominciare, con piu' esperienza magari, e meno errori.
              qui se fallisci addio... manco un conto in banca ti aprono poi, non parliamo di finanziamenti o fidi... ti uccidono "civilmente".
              ricominciare in italia e' impossibile, a meno di non aver fatto le cose da "furbi", all'italiana, usando i fallimenti per imboscare guadagni illeciti: e anche questa e' un'attivita' tipica "italiana", perche' tanto se ti beccano, al massimo ti fanno multe... all'estero finisci dritto in galera, senza sconti, senza messe in prova, senza domiciliari... ospite del sistema carcerario.

              quanto al superare la soglia dei 40, ahime', so bene... lasciamo perdere quest'anno con st'inculata del covid, anche in condizioni "normali" e' dura.

              dura perche' pensano che tu sia un disperato, mentre invece magari vuoi solo cambiare lavoro (e' tanto strano rompersi le palle di fare le stesse cose per 20 anni? a meno che tu non sia un dipendente statale che passa la mattina al bar e il pomeriggio a fare shopping ovvio), e cosi' ti fanno "offerte" ridicole, che tanto sei in "competizione" con stagisti gratuiti.
              non importa se lo stagista sa fare un cazzo, mentre tu grazie all'esperienza pregressa sei immediatamente produttivo... lui e' gratis, tu se vuoi ti accontenti di quello che ti si offre.

              altro che cultura del fallimento, c'e' da rivedere la cultura della dignita' del lavoro (con successi e fallimenti direttamente connessi: chi non sbaglia mai e' perche' non fa mai nulla).

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                #8
                Originally posted by LucaDB6 View Post
                Per fallire si ma con stile
                meglio farlo con...i soldi

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                  #9
                  Originally posted by mito22 View Post

                  Basterebbe un pò di educazione da parte dei genitori.. che non tutti possono essere SPECIALI, NUMERI UNO, CHEMERITITUTTOILMEGLIO....

                  La gente è fatta di persone NORMALI... o anche meno...
                  Giustissimo!
                  A parte che la parola "fallimento" è proprio brutta ed io non la associo mai alle azioni, diciamo, non proprio ben riuscite delle persone, e neanche alle mie ovviamente ah ah!
                  Le persone sbagliano, chi più chi meno e se hanno cervello ( e hanno ricevuto la giusta educazione dai genitori perchè PARTE SEMPRE TUTTO DA QUI) imparano dai propri errori, stà scuola mi pare proprio l'ennesima cagata che qualcuno si è inventato.
                  Ovvio che sbagliare non fa piacere se si ha un pò di amor proprio ma solo chi non lavora o più in generale chi non fa un chezz non sbaglia mai!

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