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Domenica torna ORA LEGALE, curiosità e cenni storici

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    Domenica torna ORA LEGALE, curiosità e cenni storici


    In Italia l’ora legale cambierà nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo. Alle 2 di notte sposteremo le lancette un’ora in avanti. Il sole, quindi, sorgerà e tramonterà un’ora più tardi. Sette mesi dopo, nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, le lancette saranno nuovamente spostate, questa volta indietro di un’ora.




    Quando e dove è nata l’ora legale?
    Il cambio d’orario per i mesi estivi, rispetto al fuso di appartenenza , è un’iniziativa nata in Gran Bretagna nel 1916, con l’obiettivo di sfruttare meglio la luce del sole. Il primo ad aver espresso pubblicamente la necessità di approfittare delle prime luci del giorno, però, è stato Benjamin Franklin già nel 1784. Durante un soggiorno in Francia scrisse una lettera pubblicata dal Journal de Paris, in cui suggeriva di far suonare le campane a prim’ora, tutte nello stesso momento. Raggiungere lo scopo spostando le lancette dell’orologio, però, è stata un’intuizione di un entomologo e astrologo neozelandese di origine britannica, circa un secolo più tardi: George Vernon Hudson, nel 1895. Ma fu ancora più tardi, nel 1916, appunto, che l’idea prese la forma di un atto pubblico, il British summer time. Determinante la necessità di risparmiare energia per via della guerra in corso. L’esempio della Gran Bretagna fu seguito da molti Paesi coinvolti nella prima guerra mondiale.

    Quando è stata stabilita l’ora legale in Italia?
    L’Italia fu uno dei Paesi a sperimentare l’ora legale fin dal 1916. Tuttavia inizialmente fu un provvedimento straordinario, ripetuto infatti durante la seconda guerra mondiale. È stato il 1966, invece, l’anno in cui il provvedimento è diventato definitivo e ripetuto ogni anno. All’inizio il periodo di vigenza dell’ora legale era dalla prima domenica di maggio all’ultima di settembre. Negli anni Ottanta l’avvio è stato anticipato ad aprile.

    Quando l’ora legale è diventata una regola dell’Unione europea?
    Nel 1980 con una prima direttiva, il Consiglio europeo «si propone come unico obiettivo di armonizzare progressivamente le date di inizio e di fine dell’ora legale». Un intervento derivante dalla «necessità di abolire gli ostacoli alla libera circolazione dei beni e dei servizi che disposizioni nazionali diverse in merito all’ora legale potrebbero creare». Questa armonizzazione sulle prime ha riguardato solo la data di inizio. Dal 1994, poi, un’altra direttiva ha fissato inizio e fine dell’ora legale: «dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre in tutti gli Stati membri». Durante il lungo iter di consultazione degli esperti e delle categorie dei diversi Paesi, il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea avevano constatato (e inserito in direttiva) che «nessuno di essi aveva, per il momento, l’intenzione di abbandonare l’applicazione del sistema dell’ora legale». Il calendario stabilito in ambito Ue è stato mutuato anche da Stati terzi come la Svizzera e, fino al 2011, la Russia. L’ora legale si adotta in estate anche negli Stati Uniti, in Canada e - ovviamente con un altro calendario - in Australia.

    Quanto si risparmia?
    Secondo la stima fatta quest’anno da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi di ora legale l’Italia risparmierà oltre 190 milioni di euro e avrà un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora, che equivalgono al fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie. «Un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera». Dal 2004 al 2021, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.

    Perché si parla di abolizione dell’ora legale?
    Il cambio d’ora non è più un’esigenza condivisa da tutti. Soprattutto i Paesi del Nord Europa che beneficiano meno della luce solare, hanno chiesto da tempo di modificare le disposizioni europee. Prima c’è stato un referendum internazionale on line al quale hanno partecipato 4,8 milioni di cittadini europei: l’84% si è detto favorevole a porre fine al cambio di orario. Ne è seguita una proposta della Commissione europea in questo senso. Nel 2018, quindi, è arrivata la risoluzione legislativa, approvata dal parlamento europeo con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astenuti, che sostiene la proposta avanzata dalla Commissione di porre fine all’ora legale. L’Unione europea ha così invitato tutti gli Stati membri a decidere la propria posizione sull’ora legale.

    La prossima sarà l’ultima estate con il cambio d’orario?
    A giugno 2019 l’allora presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, ha depositato a Bruxelles un position paper: una richiesta formale di mantenere l’ora legale, alla quale era allegato un documento in cui Terna quantificava il risparmio per il Paese. Anche la Spagna, come l’Italia, è contraria all’eliminazione dell’ora legale. Il 2022 potrebbe essere l’ultimo anno di ora legale se l’Unione europea emanasse una direttiva che, come quella che nel 1996 ne uniformò l’adozione, uniformasse l’orario unico in tutta Europa.
    da corriere.it

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