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Colloqui di lavoro: l'Europa chiede all'Italia trasparenza salariale

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    #1

    Colloqui di lavoro: l'Europa chiede all'Italia trasparenza salariale

    Con la nuova direttiva europea i datori di lavoro saranno obbligati a informare subito i candidati su effettiva mansione e stipendio. Lotta senza quartiere alle differenze salariali fra uomini e donne.


    Una piccola grande rivoluzione investirà presto il mercato del lavoro. L’obiettivo è duplice: introdurre trasparenza salariale e porre fine al cosiddetto gender gap pay. Stop dunque ai colloqui in cui l’azienda passa ai raggi X la vita del candidato, ma omette di fornire informazioni in merito allo stipendio offerto.
    Trasparenza salariale e lotta al gender gap


    La paga dovrà obbligatoriamente venire espressa in sede di colloquio o addirittura prima, nel testo dell’annuncio pubblicato. E non solo: a lavoratori e lavoratrici, a parità di mansione, dovranno essere garantiti gli stessi salari. Lo stabilisce la direttiva europea su parità salariale e trasparenza, approvata a grande maggioranza dal Parlamento di Strasburgo. Entro i prossimi tre anni la direttiva dovrà essere recepita dalla legislazione di tutti i 27 Stati membri dell’Unione.

    Oggi è quasi impossibile trovare un annuncio di lavoro che indichi con esattezza la RAL (Retribuzione Annua Lorda) offerta per la posizione in oggetto. Alcuni datori di lavoro poi hanno l’abitudine di indicare nei loro annunci dei range retributivi eccessivamente elastici e per nulla indicativi, ad esempio da 400 a 800 euro per uno stage, da 1.200 a 1.500 euro per una posizione a tempo determinato e così via…

    Sul web, oltre ai classici consigli su come affrontare un colloquio di lavoro individuale,o anche un colloquio di gruppo, abbondano anche sedicenti guru delle risorse umane che spesso suggeriscono al candidato di non chiedere informazioni in merito al salario perché ciò potrebbe farlo apparire venale o più interessato al denaro che alla condivisione della vision aziendale.

    Con la nuova direttiva saranno considerate carta straccia eventuali clausole di segretezza salariale firmate fra azienda e lavoratore. L’Ue obbligherà anche a indicare, nell’annuncio o durante il colloquio di lavoro, quale sarà l’effettiva mansione che il candidato andrà a ricoprire. Agli addetti alle risorse umane sarà inoltre proibito chiedere ai candidati informazioni sulle retribuzioni percepite in lavori precedenti. Ciò servirà a evitare che le aziende facciano offerte al ribasso a chi provenga da salari modesti.
    Trasparenza su stipendi e aumenti salariali


    Le donne sono tradizionalmente i soggetti deboli del mercato del lavoro. Già
    in sede di colloquio una donna può sentirsi rivolgere domande che a un uomo non verrebbero mai fatte.

    Entro i prossimi tre anni le aziende con più di 100 dipendenti saranno obbligate a riferire ai dipendenti situazioni in cui, senza giustificazioni, si vengano a creare disparità salariali che superino il 5%. E saranno di conseguenza obbligate a correggerle.

    Ai dipendenti sarà permesso di accedere a dati aggregati per genere sulle retribuzioni e potranno conoscere i criteri utilizzati per la definizione degli stipendi e degli aumenti. Stipendi e aumenti che dovranno naturalmente essere neutrali, cioè non influenzati dal genere.
    Europa e gender gap


    La direttiva, proposta dalla Commissione europea, è stata approvata dal Parlamento di Strasburgo lo scorso 30 marzo con 427 voti favorevoli, 79 contrari e 76 astenuti. Oltre a introdurre maggiore trasparenza, l’Europa punta così ad eliminare definitivamente il gender pay gap.

    Nel 2021 l’Eurostat ha stimato un divario medio del 13% fra le paghe delle lavoratrici rispetto alle paghe dei lavoratori, a parità di carriera. Media che registra picchi in alcuni paesi, come l’Estonia dove il divario si attesta al 20,5%. A fine carriera tale gap si ripercuote inevitabilmente anche sui trattamenti pensionistici

    notizia da: quifinanza.it

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    #2
    ma boh, forse casco dal pero, ma ai colloqui che ho sempre fatto mi hanno sempre detto con che ccnl sarei stato assunto e con che mansione...da li se sai leggere lo sai da solo lo stipendio

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      #3
      Originally posted by doc67 View Post
      ma boh, forse casco dal pero, ma ai colloqui che ho sempre fatto mi hanno sempre detto con che ccnl sarei stato assunto e con che mansione...da li se sai leggere lo sai da solo lo stipendio
      Non so dalle altre parti di Italia, ma per quello che ho sentito io e per esperienza personale posso dire che a Milano è uno stillicidio....prima di poter arrivare a parlare di stipendio devi passare minimo due colloqui. Questo accade sia nelle grandi aziende che nelle piccole aziende e qualora tu ti azzardi a chiedere l'inquadramento retributivo ti guardano male in sede di colloquio, con il rischio che ti scartino perchè nel chiedere quale sarà la retribuzione si innesca il pregiudizio da parte del selezionatore che se chiedi subito qual'è lo stipendio, allora vuol dire che non sarai un buon dipendente, perchè pensi solo alla busta paga a fine mese.

      In realtà sapere subito quale sarà la retribuzione è una forma di rispetto nei confronti del candidato che hai davanti. Ma siccome ci sono più candidati che posti di lavoro, allora i selezionatori in Italia si possono permettere di innescare anche questi giochi di forza dove tu sei lo sfigato in posizione di debolezza e loro sono quelli che sono in posizione di forza e che hanno il coltello dalla parte del manico.
      E di pregiudizi discriminatori simili ne è pieno il processo di selezione di personale all'italiana: se sei donna ti chiedono se sei sposata o hai figli, se non sai l'inglese anche per fare l'operatore ecologico ( spazzino) ti scartano, se hai più di quarant'anni sei già da scartare, se non metti la foto sul cv sei da scartare perchè magari non hai una bella presenza, se sul curriculum hai delle esperienze variegate e non sei stato 20 anni nella stessa azienda, insinuano che tu non sia affidabile e allora con sospetto ti chiedono come mai hai cambiato cosi tante aziende...come se anche loro non sapessero che viviamo nel precariato al giorno d'oggi. Viceversa, le esperienze lavorative trasversali all'estero, vengono apprezzate perchè ti permettono di avere un'apertura mentale a 360 gradi nel tuo ambito lavorativo.

      Se il colloquio poi è in ambito turistico non ne parliamo....salta fuori uno zibaldone di porcherie...mezza busta paga in nero....se non ti offri volontariamente di lavorare sette giorni su sette sei uno scansafatiche etc etc
      Potrei continuare all'infinito con questi pregiudizi. In talune aziende poi è la norma chiedere quanto prendevi di retribuzione in precedenza, cosa che si trasforma non di rado in una contrattazione da mercato del pesce. Bene dunque che arrivi finalmente una direttiva europea in aiuto dei candidati in cerca di lavoro.


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        #4
        Originally posted by Semiramide View Post

        Non so dalle altre parti di Italia, ma per quello che ho sentito io e per esperienza personale posso dire che a Milano è uno stillicidio....prima di poter arrivare a parlare di stipendio devi passare minimo due colloqui. Questo accade sia nelle grandi aziende che nelle piccole aziende e qualora tu ti azzardi a chiedere l'inquadramento retributivo ti guardano male in sede di colloquio, con il rischio che ti scartino perchè nel chiedere quale sarà la retribuzione si innesca il pregiudizio da parte del selezionatore che se chiedi subito qual'è lo stipendio, allora vuol dire che non sarai un buon dipendente, perchè pensi solo alla busta paga a fine mese.

        In realtà sapere subito quale sarà la retribuzione è una forma di rispetto nei confronti del candidato che hai davanti. Ma siccome ci sono più candidati che posti di lavoro, allora i selezionatori in Italia si possono permettere di innescare anche questi giochi di forza dove tu sei lo sfigato in posizione di debolezza e loro sono quelli che sono in posizione di forza e che hanno il coltello dalla parte del manico.
        E di pregiudizi discriminatori simili ne è pieno il processo di selezione di personale all'italiana: se sei donna ti chiedono se sei sposata o hai figli, se non sai l'inglese anche per fare l'operatore ecologico ( spazzino) ti scartano, se hai più di quarant'anni sei già da scartare, se non metti la foto sul cv sei da scartare perchè magari non hai una bella presenza, se sul curriculum hai delle esperienze variegate e non sei stato 20 anni nella stessa azienda, insinuano che tu non sia affidabile e allora con sospetto ti chiedono come mai hai cambiato cosi tante aziende...come se anche loro non sapessero che viviamo nel precariato al giorno d'oggi. Viceversa, le esperienze lavorative trasversali all'estero, vengono apprezzate perchè ti permettono di avere un'apertura mentale a 360 gradi nel tuo ambito lavorativo.

        Se il colloquio poi è in ambito turistico non ne parliamo....salta fuori uno zibaldone di porcherie...mezza busta paga in nero....se non ti offri volontariamente di lavorare sette giorni su sette sei uno scansafatiche etc etc
        Potrei continuare all'infinito con questi pregiudizi. In talune aziende poi è la norma chiedere quanto prendevi di retribuzione in precedenza, cosa che si trasforma non di rado in una contrattazione da mercato del pesce. Bene dunque che arrivi finalmente una direttiva europea in aiuto dei candidati in cerca di lavoro.

        ma forse viviamo in realtà diverse, la mia impressione è che i problemi sono di chi deve essere assunto quello che segnali tu, da me non succede, o succede in modo marginale.

        poi ovvio che se devo assumere qualcuno, anche per fare lo spazzino, tendo a scegliere il migliore...se ho uno che parla italiano stentato ed ha 60 anni con tutti gli acciacchi e i problemi del caso ed uno di 30 laureato in piena salute...scelgo il secondo per ovvi motivi

        a prima che mi si veda nel modo sbagliato...lavoro come dipendente da 23 anni e ho anche partita iva da circa 6 anni

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          #5
          Sono completamente d'accordo con Semiramide, in Italia spesso e volentieri ci si ritrova davanti a situazioni assurde! Speriamo cambino davvero le cose🤞

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            #6
            I datori di lavoro invece chiedono Trasparenza delle magliette ... in particolare per quello femminile

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              #7
              vi racconto questa apre un'azienda in città...il titolare, un amico, mi chiede di mettere in giro la voce per assumere a tempo indeterminato a 6 ore CCNL di categoria circa 50 persone

              quindi gli mando circa 20 curriculum di amici e di amici di amici...vuole evitare le agenzie interinali

              a farla breve delle 20 persone che gli ho mandato, dopo aver passato il colloquio si presentano al corso 12...delle altre sono due hanno chiamato per dire che avevano trovato altro.

              le altre 6 nulla e sono, ti assicuro, le 6 più disperate dei 20, che mi hanno letteralmente PREGATO e una piangendo di farle entrare!

              quando le ho chiamate le risposte sono state:

              - ti ringrazio ma ci ho ripensato, tanto a te che cambia?
              - guarda preferisco tenere il reddito di cittadinanza finchè dura
              - troppa strada da fare ogni giorno (8 km ...)
              - non me la sento di lavorare in questo momento
              - ho in ballo altre proposte-
              - mi rimetto a studiare

              colpa mia che continuo a cercare di fare favori alla gente

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                #8
                p.s. tutte e 20 hanno chiesto lo stipendio ...a nessuna è stato chiesto se sposati, gusti sessuali o se avessero certificazioni mediche

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                  #9
                  Ah gli amici...i parenti poi....

                  Mia moglie è responsabile in un ufficio di una piccola azienda. Cerca un'assistente contabile. Dopo vari colloqui e prove pensa a una "nipote" (figlia della cugina)...ha fatto la maturità ma non ha continuato gli studi, lavora in un ipermercato facendo turni con contratto a termine....pensa che anche se il titolo di studio non è attinente una ragazza di buona volontà si può istruire, fotocopie, rispondere al telefono, classificazione documenti...

                  L'ha assunta, contratto 8h per 3anni.

                  Naturalmente ha ringraziato e mostrato gratitudine.

                  Dopo tre mesi comincia a fare assenze per accompagnare il padre, quindi si è resa fruitrice della L104....
                  Dopo 5 mesi ci "informa" che deve svolgere un esame perché ha capito che non sarà il lavoro della sua vita e si è iscritta all'università.

                  Tutto giusto e tutto lecito, finché era all'iper non poteva perché l'avrebbero lasciata a casa, adesso si sente protetta e.....grazie Zia....grazie un c@zzo...

                  Ho l'impressione che alla scadenza dei 3anni non le rinnoveranno il contratto

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                    #10
                    Scusate ma io non capisco sta differenza salariale…ma sarà che sono io a non capire ci mancherebbe. Dove lavoro se assumono un segretario/ segretaria la paga é quella stop. Poca o tanta non so, ma no c’è differenza..uomo/ donna/ bi sex…bohhhhh

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                      #11
                      Originally posted by Ice74 View Post
                      Scusate ma io non capisco sta differenza salariale…ma sarà che sono io a non capire ci mancherebbe. Dove lavoro se assumono un segretario/ segretaria la paga é quella stop. Poca o tanta non so, ma no c’è differenza..uomo/ donna/ bi sex…bohhhhh
                      Vero, il contratto nazionale è uno.
                      Ma per aumentarlo ci sono i vari superminimi.

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                        #12
                        Originally posted by Ice74 View Post
                        Scusate ma io non capisco sta differenza salariale…ma sarà che sono io a non capire ci mancherebbe. Dove lavoro se assumono un segretario/ segretaria la paga é quella stop. Poca o tanta non so, ma no c’è differenza..uomo/ donna/ bi sex…bohhhhh
                        questo è un altro discorso che magari si basa per figure manageriali o per gente in nero? non saprei onestamente...perchè se esiste un contratto di categoria non puoi fare più o meno a seconda della razza, religione colore dei capelli ecc e da quanto ne so io oltre il 90% dei dipendenti in italia hanno contratti di categoria

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                          #13
                          Originally posted by Andy96 View Post

                          Vero, il contratto nazionale è uno.
                          Ma per aumentarlo ci sono i vari superminimi.
                          il superminimo è a discrezione del datore di lavoro e in accordo con il dipendente...non credo esista un datore di lavoro che decide di aumentare uno stipendio perchè uno è maschio

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                            #14
                            Originally posted by Roby_Mototelling View Post
                            Sono completamente d'accordo con Semiramide, in Italia spesso e volentieri ci si ritrova davanti a situazioni assurde! Speriamo cambino davvero le cose🤞
                            Infatti non per nulla abitiamo nella stessa metropoli dove probabilmente riusciamo ad avere una visione amplificata su quelli che sono i problemi di chi è in cerca di un lavoro. Magari in altre realtà della provincia italiana come sottolinea doc67 non è così.... ma a Milano è una specie di tana delle tigri...

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                              #15
                              Originally posted by doc67 View Post

                              il superminimo è a discrezione del datore di lavoro e in accordo con il dipendente...non credo esista un datore di lavoro che decide di aumentare uno stipendio perchè uno è maschio
                              È discrezione, l'hai detto tu

                              È l'unico motivo per il quale un uomo può percepire più di una donna, a parità di contratto 😅

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