ROMA – L’88% degli automobilisti italiani (contro l’83% di quelli europei) teme il comportamento aggressivo degli altri conducenti. Circa il 50%, poi, ammette di insultare gli altri conducenti. Oltre il 44% suona il clacson a sproposito ai conducenti che lo irritano, circa il 30% segue deliberatamente a brevissima distanza il veicolo di un conducente che lo irrita mentre oltre il 15% scende dal veicolo per discutere con un altro conducente.
Sono alcuni dei risultati del 15° Barometro della Guida Responsabile, realizzato da Ipsos per la Fondazione Vinci Autoroutes, nel quale si analizzano i comportamenti di italiani ed europei legati alla guida. Le risposte degli intervistati dimostrano che, se i dati sui comportamenti a “rischio” sono in diminuzione, quelli relativi a casi di inciviltà e intolleranza continuano a incidere in modo sostanziale sul rispetto delle regole autostradali e sulla sicurezza degli utenti alla guida.
Dalla ricerca emerge inoltre che l’autoindulgenza di italiani ed europei nei confronti della propria condotta e la loro severità verso quella degli altri rimangono piuttosto elevate.
Gli automobilisti italiani sono convinti di essere dei conducenti provetti: il 96% (così come il 98% di quelli europei) cita almeno un aggettivo positivo per descrivere il proprio comportamento alla guida. La stragrande maggioranza dei nostri concittadini si considera infatti attento (80%), calmo (49%) o cortese (22%). Sebbene alcuni ammettano di essere stressati (15%), non si considerano quasi mai aggressivi (3%), irresponsabili (solo 1%) o pericolosi (0,5%).
I cattivi conducenti sono, ai loro occhi, sempre e comunque gli altri utenti della strada: quasi 8 conducenti su 10 citano almeno un aggettivo negativo per descrivere i comportamenti altrui, ritenendoli pericolosi (32%), irresponsabili (47%), aggressivi (25%) o stressati (39%).
Alcuni automobilisti poi ammettono di comportarsi diversamente quando sono al volante, sentendosi protetti dall’abitacolo dell’auto. Nervosismo, impulsività o aggressività: quasi 1 automobilista su 6 ammette di non essere più la stessa persona quando è al volante (13%), il 18% degli automobilisti si sente “come in una bolla” e presta meno attenzione agli altri (18%) e il 14% arriva addirittura a considerare che, sulla strada, vale il principio “ognuno per sé”. E anche se quest’anno i comportamenti aggressivi e incivili sembrano essere in diminuzione, sono ancora troppi frequenti.
Per quanto riguarda invece il rispetto del codice stradale sia gli automobilisti italiani sia quelli europei hanno fatto registrare un lieve miglioramento dei diversi comportamenti al volante anche se i dati restano allarmanti: 80% degli automobilisti italiani dichiara di superare di alcuni chilometri orari il limite di velocità indicato (mentre la media europea sale al 85%); Il 54,5% non rispetta le distanze di sicurezza, circa il 50% circola sulla corsia centrale in autostrada e il 33% sorpassa a destra in autostrada.
Per quanto concerne i comportamenti a rischio più frequenti, permangono per lo più costanti, rispetto agli anni passati, quelli che possono causare gravi rischi alla guida: il 78% degli automobilisti in Italia ammette infatti di utilizzare lo smartphone o imposta il Gps mentre si trova al volante; il 71% telefona mentre guida (percentuale stabile e sopra la media europea che si attesta 67%); circa il 24% invia o legge messaggi di testo o e-mail mentre guida.
Infine, il 79% degli automobilisti italiani dichiara di distogliere talvolta lo sguardo dalla strada per più di 2 secondi quando è al volante; l’8% guarda un film o un video su smatphone o tablet mentre è alla guida. Inoltre, il 26% degli automobilisti italiani (contro il 32% egli europei) si mette al volante nonostante si senta molto stanco e il 5% dei conducenti dichiara di guidare in stato di ebbrezza, ossia con un tasso alcolemico superiore a quello consentito; il 2% ha già guidato dopo aver fumato cannabis e circa il 5% degli automobilisti italiani ammette di guidare dopo aver assunto farmaci che potrebbero compromettere l’attenzione (percentuale che sale all’8% per quelli europei).
notizia da: dire.it
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