Perché ovunque nel mondo la pressione fiscale è passata da meno del 10% a oltre il 50%, nel giro di un secolo?
Non è colpa della globalizzazione.
Non è colpa del neoliberismo.
Non è colpa della “crisi”.
È colpa della democrazia.
Sotto le monarchie tradizionali, i sovrani avevano un incentivo molto semplice:
Proteggere il valore del regno nel lungo periodo.
Perché?
Perché il regno era loro proprietà privata.
Un re non saccheggia troppo la sua terra. La vuole fertile anche domani.
Il passaggio alla democrazia ha trasformato lo Stato:
Da proprietà privata del monarca a preda pubblica da spartire tra gruppi di interesse.
Il politico democratico non “possiede” lo Stato.
Lo amministra a tempo determinato.
E quindi lo sfrutta al massimo finché è in carica.
Se sei un re, pensi a lungo termine.
Se sei un politico democratico, pensi alla prossima elezione.
Se sei un re, limiti il saccheggio per non distruggere la base imponibile.
Se sei un politico, ti interessa solo comprare consenso oggi… anche a costo di distruggere domani.
Risultato?
- Tassazione sempre più alta
- Debito pubblico fuori controllo
- Inflazione strutturale
- Trasferimenti di ricchezza dalle classi produttive ai gruppi clientelari
Tutto per garantire rielezione, consenso e redistribuzione politica.
La democrazia ha incentivato il breve termine.
Ha creato una corsa a chi promette di più e tassa di più.
Ogni lobby vota il politico che le promette più soldi pubblici.
Ogni partito vive per distribuire spesa a deficit.
Ogni governo tassa, spende e indebita.
Ecco perché oggi la pressione fiscale in quasi tutte le democrazie occidentali supera il 50%.
Lo Stato moderno è diventato un intermediario parassitario:
Prende sempre più risorse da chi produce, per darle a chi vota di più.
La monarchia era un sistema imperfetto, certo.
Ma almeno il re aveva un interesse economico a mantenere il regno produttivo.
La democrazia, invece, premia chi depreda di più nel minor tempo possibile.
Conclusione?
Non è stata l’evoluzione sociale, la tecnologia o la globalizzazione ad aumentare le tasse.
È stato il passaggio da una gestione patrimoniale dello Stato (monarchia)
a una gestione predatoria e clientelare (democrazia).
É TUTTA COLPA DEL CAPITALISMO!
Quante volte avete sentito questa frase?
In verità la parola “capitalismo” oggi è stata svuota del suo significato e viene usate per etichettare tutto ciò che non funziona nel sistema economico attuale.
Nell’uso comune oggi si usa spesso la parola “capitalismo” per identificare un sistema economico che causa:
- Disuguaglianza
- Crisi finanziarie
- Avidità
- Speculazione
- Ingiustizie sociali
Ma c’è un problema.... Il problema è che…
Quello che odiate NON è il capitalismo.
È una caricatura, un mostro artificiale, un sistema corrotto da:
- Moneta fiat
- Debito pubblico e privato senza limiti
- Interventismo statale
- Banche centrali onnipotenti
- Socializzazione delle perdite
Nel suo significato originario, il capitalismo è una cosa molto diversa:
- Risparmio
- Accumulo di capitale reale
- Investimento produttivo
- Crescita della produttività
- Miglioramento del tenore di vita per tutti Basato su: proprietà privata e scambio volontario.
Il motore dell’economia nel capitalismo vero sarebbe il risparmio, non il debito.
L’investimento produttivo, non la speculazione drogata.
Il capitale reale, non la carta stampata a piacimento.
La moneta sana, non la moneta fiat.
Ma oggi… cosa abbiamo?
Quello che vediamo oggi NON è capitalismo.
È un sistema keynesiano-finanziario drogato da:
- Inflazione monetaria
- Spesa pubblica fuori controllo
- Manipolazione dei tassi
- Boom e bust artificiali
- Ricchezza fittizia per pochi… e stagnazione per molti
La distorsione è così profonda che oggi l’economia si regge su:
- Consumo a debito
- Finanziarizzazione dell’economia reale
- Bolle speculative
- Interventismo statale a ogni crisi Ma ricordiamolo ancora una volta: Questo NON è capitalismo.
In un capitalismo sano:
- Chi risparmia viene premiato
- Chi investe bene prospera
- I prezzi riflettono la scarsità reale
- La crescita è sostenibile e reale
- Le crisi finanziarie sistemiche sono quasi impossibili
Perché allora si demonizza il capitalismo?
Perché fa comodo.
Serve a giustificare sempre più stato, più controllo, più redistribuzione forzata.
Si costruisce un nemico di cartone… Per aumentare il potere politico.
La verità è semplice (e scomoda):
- Se vogliamo meno disuguaglianza parassitaria
- Meno crisi artificiali
- Più crescita reale Non serve più Stato.
Serve più capitalismo vero. Quello basato su risparmio, investimento e proprietà privata.
La prossima volta che sentite dire:
“Il capitalismo è il problema”… Chiedetevi:
Stiamo davvero vivendo in un sistema capitalistico?
O siamo dentro un gigantesco esperimento di statalismo finanziario a debito?
Il sistema attuale? Meglio chiamarlo per quello che è:
- Statalismo clientelare e di relazione
- Socialismo per i ricchi, libero mercato per i poveri
- Fiat-debt economy Un sistema dove:
- I profitti sono privati
- Le perdite sono pubbliche
- E la moneta è carta senza ancoraggi reali.
.... E voi come la pensate?
Non è colpa della globalizzazione.
Non è colpa del neoliberismo.
Non è colpa della “crisi”.
È colpa della democrazia.
Sotto le monarchie tradizionali, i sovrani avevano un incentivo molto semplice:
Proteggere il valore del regno nel lungo periodo.
Perché?
Perché il regno era loro proprietà privata.
Un re non saccheggia troppo la sua terra. La vuole fertile anche domani.
Il passaggio alla democrazia ha trasformato lo Stato:
Da proprietà privata del monarca a preda pubblica da spartire tra gruppi di interesse.
Il politico democratico non “possiede” lo Stato.
Lo amministra a tempo determinato.
E quindi lo sfrutta al massimo finché è in carica.
Se sei un re, pensi a lungo termine.
Se sei un politico democratico, pensi alla prossima elezione.
Se sei un re, limiti il saccheggio per non distruggere la base imponibile.
Se sei un politico, ti interessa solo comprare consenso oggi… anche a costo di distruggere domani.
Risultato?
- Tassazione sempre più alta
- Debito pubblico fuori controllo
- Inflazione strutturale
- Trasferimenti di ricchezza dalle classi produttive ai gruppi clientelari
Tutto per garantire rielezione, consenso e redistribuzione politica.
La democrazia ha incentivato il breve termine.
Ha creato una corsa a chi promette di più e tassa di più.
Ogni lobby vota il politico che le promette più soldi pubblici.
Ogni partito vive per distribuire spesa a deficit.
Ogni governo tassa, spende e indebita.
Ecco perché oggi la pressione fiscale in quasi tutte le democrazie occidentali supera il 50%.
Lo Stato moderno è diventato un intermediario parassitario:
Prende sempre più risorse da chi produce, per darle a chi vota di più.
La monarchia era un sistema imperfetto, certo.
Ma almeno il re aveva un interesse economico a mantenere il regno produttivo.
La democrazia, invece, premia chi depreda di più nel minor tempo possibile.
Conclusione?
Non è stata l’evoluzione sociale, la tecnologia o la globalizzazione ad aumentare le tasse.
È stato il passaggio da una gestione patrimoniale dello Stato (monarchia)
a una gestione predatoria e clientelare (democrazia).
É TUTTA COLPA DEL CAPITALISMO!
Quante volte avete sentito questa frase?
In verità la parola “capitalismo” oggi è stata svuota del suo significato e viene usate per etichettare tutto ciò che non funziona nel sistema economico attuale.
Nell’uso comune oggi si usa spesso la parola “capitalismo” per identificare un sistema economico che causa:
- Disuguaglianza
- Crisi finanziarie
- Avidità
- Speculazione
- Ingiustizie sociali
Ma c’è un problema.... Il problema è che…
Quello che odiate NON è il capitalismo.
È una caricatura, un mostro artificiale, un sistema corrotto da:
- Moneta fiat
- Debito pubblico e privato senza limiti
- Interventismo statale
- Banche centrali onnipotenti
- Socializzazione delle perdite
Nel suo significato originario, il capitalismo è una cosa molto diversa:
- Risparmio
- Accumulo di capitale reale
- Investimento produttivo
- Crescita della produttività
- Miglioramento del tenore di vita per tutti Basato su: proprietà privata e scambio volontario.
Il motore dell’economia nel capitalismo vero sarebbe il risparmio, non il debito.
L’investimento produttivo, non la speculazione drogata.
Il capitale reale, non la carta stampata a piacimento.
La moneta sana, non la moneta fiat.
Ma oggi… cosa abbiamo?
Quello che vediamo oggi NON è capitalismo.
È un sistema keynesiano-finanziario drogato da:
- Inflazione monetaria
- Spesa pubblica fuori controllo
- Manipolazione dei tassi
- Boom e bust artificiali
- Ricchezza fittizia per pochi… e stagnazione per molti
La distorsione è così profonda che oggi l’economia si regge su:
- Consumo a debito
- Finanziarizzazione dell’economia reale
- Bolle speculative
- Interventismo statale a ogni crisi Ma ricordiamolo ancora una volta: Questo NON è capitalismo.
In un capitalismo sano:
- Chi risparmia viene premiato
- Chi investe bene prospera
- I prezzi riflettono la scarsità reale
- La crescita è sostenibile e reale
- Le crisi finanziarie sistemiche sono quasi impossibili
Perché allora si demonizza il capitalismo?
Perché fa comodo.
Serve a giustificare sempre più stato, più controllo, più redistribuzione forzata.
Si costruisce un nemico di cartone… Per aumentare il potere politico.
La verità è semplice (e scomoda):
- Se vogliamo meno disuguaglianza parassitaria
- Meno crisi artificiali
- Più crescita reale Non serve più Stato.
Serve più capitalismo vero. Quello basato su risparmio, investimento e proprietà privata.
La prossima volta che sentite dire:
“Il capitalismo è il problema”… Chiedetevi:
Stiamo davvero vivendo in un sistema capitalistico?
O siamo dentro un gigantesco esperimento di statalismo finanziario a debito?
Il sistema attuale? Meglio chiamarlo per quello che è:
- Statalismo clientelare e di relazione
- Socialismo per i ricchi, libero mercato per i poveri
- Fiat-debt economy Un sistema dove:
- I profitti sono privati
- Le perdite sono pubbliche
- E la moneta è carta senza ancoraggi reali.
.... E voi come la pensate?
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