La macchina del tempo; dolce, utopica illusione...
Vivere il passato con la consapevolezza del domani, col nostro bagaglio di sbagli che ci aiuta a correggere gli errori di rotta, a non prendere i bivi sbagliati.
Ma forse ? solo un vigliacco e vano tentativo di fuggire il peso delle proprie colpe, e lo schiacciante carico di ingombranti rimorsi. Noi siamo il frutto del nostro passato, e il risultato dei nostri errori. Nostro Signore ci ha concesso di muoverci in un solo senso, ci ha imposto scelte esclusive, dalle quali non si torna.
Ci ha costretti anche ad avere memoria dei nostri sbagli, affinch? non li si ripeta in futuro, ma questa memoria ? spesso una falce che attanaglia il cervello ottenebrandolo in migliaia di sterili "perch?"...
Ecco... ci sono giorni in cui vorrei non aver memoria; essere un bambino stupido che continua a perseverare nei suoi sbagli ma che almeno non ? soffocato da pesanti ricordi, dai contorni ahim? nitidi e definiti e che con pervicacia si attaccano all'anima per non concederle pace; Qualcuno, ben pi? in alto di me, ha deciso di fare di me un bambino s? stupido, ma con una potente memoria, che non concede tregua, che non ha requie, che non si placa mai...
Inutile fuggire; l'incantevole vista della pi? amena cittadella medievale sperduta nel Chianti pu? lenire certe pene se non per pochi, dolci, illusori attimi; la moto stessa ? rifugio del tuo spirito se non per qualche ora, ma alla fine ti riconsegner? la tua pesante anima, quando a sera la isserai sul cavalletto, in garage.
Sosterr? il peso delle mie scelte, delle strade intraprese, dei "qua" invece dei "l?", solo che a volte, come in questo periodo, un tale fardello diventa troppo arduo da portare e mi accascio in ginocchio, stremato nel fisico e nello spirito, schiacciato in fondo da null'altro che me stesso.
A cosa serve imparare? A che pro diventare pi? scaltro, arguto, preparato e saggio? Qual'? lo scopo se poi le strade che intendevi percorrere le hai ormai gi? superate, e sono a senso unico?
Dov'? il fine ultimo? Dove la consolazione?
"Fuggi lontano da questi morbosi miasmi,
vola a purificarti nell'aria superiore,
e bevi, come un puro e celestiale liquore,
il chiaro fuoco che colma i limpidi spazi.
Alle spalle gli affanni e le vaste pene
che gravano opprimenti sull'esistenza brumosa
fortunato chi pu?, con ala vigorosa,
slanciarsi verso i campi luminosi e sereni"
Forse un giorno sar? anche io come quel fortunato che canta Baudelaire; la moto mi aiuter? certamente, ma il massimo sforzo dovr? metterlo io.
Ma ahim?, i miei nervi cominciano ad esser logori, e stanchi. Anche perch? non esiste sostegno alcuno nelle mie solitudini; quando ogni luce si spegne, quando alfin ogni rumore tace, quel maledetto tarlo ricomincia a rodere risvegliando la mia coscienza, riaccendendo la consapevolezza del mio essere...
Non c'? altra via che vivere giorno per giorno. Domani sar? molto probabilmente sul Muraglione e magari quei monti, e il calore di qualche voce amica, sederan per poche ore quest'urlo che mi assorda dentro...
Vivere il passato con la consapevolezza del domani, col nostro bagaglio di sbagli che ci aiuta a correggere gli errori di rotta, a non prendere i bivi sbagliati.
Ma forse ? solo un vigliacco e vano tentativo di fuggire il peso delle proprie colpe, e lo schiacciante carico di ingombranti rimorsi. Noi siamo il frutto del nostro passato, e il risultato dei nostri errori. Nostro Signore ci ha concesso di muoverci in un solo senso, ci ha imposto scelte esclusive, dalle quali non si torna.
Ci ha costretti anche ad avere memoria dei nostri sbagli, affinch? non li si ripeta in futuro, ma questa memoria ? spesso una falce che attanaglia il cervello ottenebrandolo in migliaia di sterili "perch?"...
Ecco... ci sono giorni in cui vorrei non aver memoria; essere un bambino stupido che continua a perseverare nei suoi sbagli ma che almeno non ? soffocato da pesanti ricordi, dai contorni ahim? nitidi e definiti e che con pervicacia si attaccano all'anima per non concederle pace; Qualcuno, ben pi? in alto di me, ha deciso di fare di me un bambino s? stupido, ma con una potente memoria, che non concede tregua, che non ha requie, che non si placa mai...
Inutile fuggire; l'incantevole vista della pi? amena cittadella medievale sperduta nel Chianti pu? lenire certe pene se non per pochi, dolci, illusori attimi; la moto stessa ? rifugio del tuo spirito se non per qualche ora, ma alla fine ti riconsegner? la tua pesante anima, quando a sera la isserai sul cavalletto, in garage.
Sosterr? il peso delle mie scelte, delle strade intraprese, dei "qua" invece dei "l?", solo che a volte, come in questo periodo, un tale fardello diventa troppo arduo da portare e mi accascio in ginocchio, stremato nel fisico e nello spirito, schiacciato in fondo da null'altro che me stesso.
A cosa serve imparare? A che pro diventare pi? scaltro, arguto, preparato e saggio? Qual'? lo scopo se poi le strade che intendevi percorrere le hai ormai gi? superate, e sono a senso unico?
Dov'? il fine ultimo? Dove la consolazione?
"Fuggi lontano da questi morbosi miasmi,
vola a purificarti nell'aria superiore,
e bevi, come un puro e celestiale liquore,
il chiaro fuoco che colma i limpidi spazi.
Alle spalle gli affanni e le vaste pene
che gravano opprimenti sull'esistenza brumosa
fortunato chi pu?, con ala vigorosa,
slanciarsi verso i campi luminosi e sereni"
Forse un giorno sar? anche io come quel fortunato che canta Baudelaire; la moto mi aiuter? certamente, ma il massimo sforzo dovr? metterlo io.
Ma ahim?, i miei nervi cominciano ad esser logori, e stanchi. Anche perch? non esiste sostegno alcuno nelle mie solitudini; quando ogni luce si spegne, quando alfin ogni rumore tace, quel maledetto tarlo ricomincia a rodere risvegliando la mia coscienza, riaccendendo la consapevolezza del mio essere...
Non c'? altra via che vivere giorno per giorno. Domani sar? molto probabilmente sul Muraglione e magari quei monti, e il calore di qualche voce amica, sederan per poche ore quest'urlo che mi assorda dentro...
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