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Un sedicenne beffa i pretoriani di Bush

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    #1

    Un sedicenne beffa i pretoriani di Bush

    Vifill Atlason ha telefonato a un'utenza top secret della Casa Bianca
    Il numero forse rivelato da una telefonata di Jenna al padre in uno show tv


    "Pronto, Studio Ovale? Qui Reykjavik"
    Un sedicenne beffa i pretoriani di Bush


    dal nostro inivato VITTORIO ZUCCONI


    Vifill Atlason

    WASHINGTON - Nella muraglia di paura che circonda la fortezza Bush, s'intrufola un ragazzino islandese di 16 anni con troppa noia da vincere nella lunga notte dell'Artico, armato di un telefono e di un computer. S'impadronisce del numero diretto del Presidente Americano, finge di essere il primo ministro islandese e dopo aver risposto con successo a tutte le domande di controllo viene premiato con l'irruzione della polizia islandese mobilitata dal servizio segreto americano nella casa del suo villaggio. "Che avevo fatto di male, volevo soltanto parlare con Bush?", si giustifica ora, ma non ? la telefonata, ? il numero, che dovrebbe essere riservato a segreterie di capi di Stato e a persone di famiglia, ad avere scatenato la paranoia della Casa Bianca.

    Mentre il centralino della White House, al (202) 456-1414 ? pubblico, il diretto del Presidente ? ovviamente segreto e come Vifill Atlason, il liceale di un villaggio non lontano da Reykjavik che sta facendo arrossire i pretoriani del Presidente, lo abbia ottenuto, scoperto o dedotto conferma quello che tutti sanno, che non esiste segreto assoluto al mondo. La Casa Bianca ha tentato di mentire, sostenendo che Vifill ha semplicemente chiamato il centralino, come pu? fare chiunque e come avviene migliaia di volte al giorno, ma la prontezza con la quale il Servizio Segreto, il corpo incaricato della sicurezza dei personaggi istituzionale, ha mobilitato la polizia e l'ha spedita dal ragazzo ? la prova che questo teenager aveva toccato un nervo scoperto.

    Qualcuno sostiene che Vifill l'avesse ricavato ascoltando in televisione i toni dei numeri composti da una delle gemelle di Bush, Jenna, che aveva chiamato pap? durante lo show televisivo di Ellen DeGeneres, comica celebre per la sua bravura e la dichiarata omosessualit?, telefonata alla quale "Popi", George, aveva risposto con molto imbarazzo. Vifill spiega invece che lo aveva da tempo, che nella sua scuola quel numero l'hanno tutti e se lo passano tra ragazzi ridendo e progettando scherzi a quel Presidente Bush che, racconta la madre di Vifill, Harpa, "qui da noi in Islanda non ? molto amato", un giudizio confermato dallo stesso governo che in ottobre ha ritirato dall'Iraq e dalla sfatta "coalizione dei volonterosi" la propria truppa. Cio? l'unico soldato islandese presente in Iraq.


    Ma nessuno aveva avuto il coraggio di provarci, preparandosi a rispondere alle domande dei portaborse e assistenti che sempre devono verificare l'autenticit? delle chiamate. Lo fanno quando telefonano da qualsiasi cancelleria, da Downing Street, dall'Eliseo, da Berlino, tutte meno il Cremlino che ancora ha, dai tempi della crisi dei missili negli anni '60, una linea diretta, prima per telescrivente ora per telefono, con la Casa Bianca. Vifill si era presentato come il primo ministro islandese Olafur Ragnar Grimsson e quando gli ? stata chiesta l'et?, l'anno dell'elezione a premier e altre informazioni personali, lui ha risposto leggendo le schede aperte nello schermo del suo computer. "Il presidente la richiamer? tra breve", lo hanno salutato dalla Casa Bianca e sembra che lo abbiano fatto e abbiano chiamato l'ufficio di Grimsson nella capitale Reykjavik, che naturalmente non ne sapeva nulla.

    Quella degli scherzi telefonici alle "alte personalit?" ? una storia ricca e spassosa, anche se le vittime e i loro gorilla non vi trovano molto da ridere. Nel 2003, due dj di Miami telefonarono al Presidente venezuelano Chavez riuscendo a ottenere dal suo staff il numero segreto diretto di Fidel Castro e poi chiamarono Castro fingendosi Chavez.

    George il Vecchio rispose nel 1990 a una chiamata urgente da Teheran, nei mesi di preparazione alla prima guerra nel Golfo, soltanto per scoprire che si trattava di uno scherzo e un altro dj, questo di Montreal, nel Canada francofono, condusse una conversazione con il presidente francese Jacques Chirac in diretta, convinto di parlare con il primo ministro Chr?tien.

    Scherzi innocui, ragazzate goliardiche, ma che assumono immediatamente connotati sinistri nel clima di "guerra" che la Casa Bianca vive ogni giorno e che port? alla irruzione con le armi in pugno di agenti dello Fbi nella camera di una studentessa californiana che aveva scritto sul proprio blog di "odiare Bush" e "sperare che lo ammazzassero". Ma il peggior scherzo telefonico di questi giorni non lo ha sub?to, lo ha fatto proprio il presidente, nella sua conferenza stampa teletrasmessa gioved? scorso per annunciare un'iniziativa di salvataggio diretta ai due milioni e mezzo di americani soffocati dalle rate dei mutui in ascesa. In diretta nazionale, Bush aveva letto il numero telefonico da chiamare per ottenere l'aiuto, ma lo aveva letto sbagliato. Soltanto dopo molte ore e migliaia di chiamate furibonde a quel numero inesistente, la Casa Bianca ha pubblicato il numero corretto.

    (10 dicembre 2007)

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    #2
    e che avrà mai fatto...

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      #3
      bhe e c'era bisogno di smobilitare la polizia ?


      vabbè


      lamps sgasssssss

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        #4
        certo... se un ragazzino inkiappetta la polizia del presidente bosch si dimostra che è vulnerabile, e tutti i milioni che spendono per la sicurezza?

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          #5
          scusate ma quale polizia avrebbe inchiappettato?

          se la figlia chiama in diretta e si sentono i toni.. una persona minimamente "skillata" sa benissimo come fare per recuperare il numero..

          poi al massimo possono fare un attentato pernacchiante
          Last edited by AndreaRS250; 10-12-07, 10:27.

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            #6
            signor presidente???
            PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR


            ahahhahhaha

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