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Situazione Tirrenia....
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Che ci volete fare.........il tutto è trasformabile in matematica
Partiti politici=voti
Voti=statali
Statali=sindacato
Sindacato=sinistra
Sinistra=economia sociale
economia sociale=povertà diffusa
povertà diffusa=tracollo economico
Tracollo economico=fanalino di coda dell'europa...........altro che settimo paese industrializzato.........
.........tutto molto semplice direi.......sta nella logica delle cose.........
inutile che vi spieghi come la penso sugli statali.......e sulle aziende pubbliche....fosse per me non ci sarebbe nulla di pubblico.........tranne la sanità........forse......ma forse.......
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Originally posted by Pani View PostChe ci volete fare.........il tutto ? trasformabile in matematica
Partiti politici=voti
Voti=statali
Statali=sindacato
Sindacato=sinistra
Sinistra=economia sociale
economia sociale=povert? diffusa
povert? diffusa=tracollo economico
Tracollo economico=fanalino di coda dell'europa...........altro che settimo paese industrializzato.........
.........tutto molto semplice direi.......sta nella logica delle cose.........
inutile che vi spieghi come la penso sugli statali.......e sulle aziende pubbliche....fosse per me non ci sarebbe nulla di pubblico.........tranne la sanit?........forse......ma forse.......
Quoto!!!!!!
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alla base dell'insucesso di una azienda pubblica c'è una ragione semplicissima........se va male.......nessuno si prende la responsabilità......e non può chiudere piuttosto la mantiene la collettività...........perchè alla priorità di tutto c'è da salvaguardare i lavoratori..........che sono voti........passando il tutto come solidarietà verso i compagni lavoratori sfortunati.......azz.......
Se una azienda privata va male.........chiude e si porta i libri in tribunale......con il risultato che chi fa impresa e fallisce viene davvero fin troppo bastonato........e i suoi dipendenti si trovano a spasso da un giorno con l'altro.........
Poi ci sono le aziende para-statali........tipo Fiat, Parmalat, Cirio, La serie A, Autostrade, Telecom ecc....quelle con tantissimi dipendenti ......che hanno capacità di ricattare i politici.............quelli hanno la cassa integrazione, la mobilità, il prepensionamento............si fa della solidarietà si dice.........in realtà si fa del male a tutti gli altri lavoratori e alla economia in genere.......
Il fatto è che uno stato che decide di adottare il sistema capitalistico si deve regolare su leggi semplici ed efficaci........massima libertà .....uno stato che faccia da amministratore per i servizi di base.......che sia piccolo e leggero.......con pochissime tasse e balzelli burocratici........tutto il resto deve essere gestito dai i suoi cittadini che a loro volta si organizzeranno come meglio credono..........di imprenditore, chi artigiano, chi commerciante, chi dipendente, chi lavoratore nel sociale.......
Un piccolo stato una grande società civile.........posssibile?!......certo è possibile..........basta far capire ai ragazzi fin dalle scuole.....che cosè il capitalismo e il liberismo........che è cosa ben diversa da quello che viene descritto in Italia.........per colpa della sinistra e della chiesa cattolica(favorevole all'economia sociale).....si fa un gran parlare male dell'America..........ma mai nessuno che ci descriva nel dettaglio davvero come funziona.........perchè non fanno mai vedere servizi sull'Irlanda un paese che cresce del 6% annuo e che ha tasse al 7%.......azz......
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Consulenze esterne, moltiplicazione delle poltrone, enti satelliti inutili e costosi, esternalizzazione di servizi per milioni di euro. Un mondo a parte, quello della Tirrenia. La più grande compagnia pubblica di navigazione d'Europa, a cui 'L'espresso' ha dedicato un'inchiesta due settimane fa sulla sicurezza (poca) delle navi e sulla gravissima situazione finanziaria, è un carrozzone che spreca ogni mese un pacco di soldi pubblici.
L'unica azienda a partecipazione statale che nelle ultime settimane, mentre il Poligrafico, Sviluppo Italia, Sogin e Alitalia tagliavano qualche poltrona nei cda, ha al contrario raddoppiato gli incarichi dirigenziali. Nel totale silenzio della Fintecna (la società che la controlla), dei sindacati dei marittimi e del governo. La girandola di consiglieri e amministratori delegati fa venire il mal di testa, un valzer che vede protagonisti sempre le stesse persone. Qualche settimana fa Franco Pecorini, patron indiscusso del Gruppo, ha deciso infatti che un solo amministratore delegato per le quattro controllate regionali era insufficiente. Così ha quadruplicato la carica, in modo che Caremar, Toremar, Siremar e Saremar avessero un responsabile diretto con relativa corte di consiglieri. L'obiettivo è la gestione del potere, ovviamente, e il controllo capillare della compagnia. La cui privatizzazione, recita il Dpef, diventa insieme a quella di Fincantieri sempre più una "priorità".
Viva il direttore
Oggi l'ex numero uno delle quattro regionali, Giampiero Romiti, ha dunque in mano solo il timone della Saremar, mentre amministratore delegato di Caremar è diventato Carlo Stagnaro, che resta però direttore tecnico a Rione Sirignano. Il direttore agli Affari generali Lorenzo Murrali è stato promosso, mantenendo la carica nella capogruppo, alla guida di Toremar, mentre alla Siremar è finito Giorgio Nannini. Che, ovviamente, ha in mano anche la carica di direttore finanziario alla Tirrenia. Qualcuno nell'azienda parla di conflitto di interessi, ma è una voce nel deserto. Insieme al numero dei manager sono raddoppiati anche gli stipendi. Come quello di Pecorini, che come altri dirigenti targati Fintecna prende sia la pensione sia l'emolumento per la carica che continua a ricoprire. Alla Tirrenia giurano che i soldi in più versati dalle società regionali non finiscono nei portafogli dei consiglieri, ma nelle casse della capogruppo. "Una specie di partita di giro, sono compensi figurativi, una vecchia regola dell'Iri", chiosa il direttore generale Roberto Liguori: "I nuovi manager non guadagnano un euro in più rispetto al contratto che hanno. Abbiamo pensato di creare quattro nuovi amministratori solo per migliorare la gestione delle controllate". Qualche rappresentante sindacale sostiene invece che l'operazione serve a caricare sulle aziende più piccole i costi della Tirrenia di Navigazione.
Giubbotti di salvataggio
Mausoleo Fedarlinea
Lasciando perdere gli stipendi dei dirigenti (quasi una trentina, un record), l'entità abnorme delle sovvenzioni pubbliche (quasi un miliardo e mezzo di euro dal 2000 al 2007) e dell'indebitamento (circa 7-800 milioni), ogni anno la compagnia brucia centinaia di migliaia di euro per tenere in piedi un mausoleo come Fedarlinea, l'associazione italiana dell'armamento di linea. Un classico ente inutile all'italiana: nato nel 1945 come organismo sindacale delle società Finmare (vi facevano parte la Tirrenia, l'Italia di Genova, l'Adriatica di Venezia e il Lloyd Triestino di Trieste), è sopravvissuta nonostante tutte le compagnie statali, Tirrenia esclusa, siano state privatizzate. Così il consiglio direttivo, il comitato esecutivo e persino il collegio revisore dei conti rispecchiano, ancora una volta, i soliti nomi della dirigenza di Rione Sirignano: Pecorini, Ravera, Romiti, Nannini, Stagnaro, Perissinotti e Liguori. Che prendono uno stipendio in più ("Ma solo i consulenti esterni vengono effettivamente pagati", ripete Liguori) e gettano via soldi pubblici per mandare avanti la sede romana di piazza Belli, all'interno del palazzo di Confcommercio. Tra gli impiegati (sei in tutto) e l'affitto (68 mila euro l'anno) Fedarlinea costa alla collettività circa 500 mila euro l'anno. Direttore generale dell'associazione è poi il capitano Giovanni Rizzo, vero mito della nomenclatura del gruppo. Anche se in pensione da qualche anno, Rizzo è stato fino a pochi giorni fa capo del personale della Tirrenia (è stato sostituito dal numero due Fulvio Esposito, ex leader dei marittimi della Cgil di Napoli). Ma il capitano ormai settantenne non perderà comunque i proventi della consulenza, che aggiunge all'assegno previdenziale: da poco è stato nominato presidente della Caremar. Chapeau.Last edited by kaciaro; 09-01-08, 20:34.
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Ufficiale e gentiluomo
I sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl-Uiltrasporti che firmano insieme i comunicati, e Ugl trasporti) e i comandanti (sembra che negli ultimi giorni Pecorini abbia effettuato un tour de force sulle navi per portarli dalla sua parte) hanno sparato a zero contro l'inchiesta de 'L'espresso', ma non sembrano ugualmente sensibili al comportamento disinvolto del management. In una lettera spedita a Fintecna oltre un anno fa, invece, l'associazione degli ufficiali Tirrenia puntava gi? il dito contro la gestione finanziaria. Una missiva durissima che denunciava non solo gli investimenti per le quattro motonavi da 250 milioni di euro quasi del tutto inutilizzate perch? anti-economiche, ma anche i miliardi usati per rinnovare le navi modello Strade romane. La trasformazione ? costata circa 60 milioni di euro: soldi finiti non nelle casse di Fincantieri, come ci si potrebbe aspettare, ma negli stabilimenti croati di Fiume. Se a Zagabria festeggiano, negli ultimi anni anche altre ditte esterne debbono ringraziare Tirrenia. La padovana Engineering ha ormai in mano la gestione informatica del gruppo. Che ha speso 10 milioni per acquistare i software che fanno girare il Sap, il sistema informatico per la gestione della contabilit? e degli approvvigionamenti, e altri migliaia di euro per pagare i tecnici (esterni) che badano quotidianamente alla manutenzione del sistema: pare che il personale interno, ben 400 amministrativi, sia infatti sottoutilizzato. Le paghe dei dipendenti vengono gestite da un altro software informatico, l'Omnia. Mentre il nuovo booking elettronico, inaugurato nel 2004, funziona a dovere solo da qualche settimana, dopo una serie infinita di problemi tecnici.
L'avvocato Tremonti
L'esternalizzazione ha investito persino i servizi di catering. Se in passato la ristorazione veniva commissionata direttamente ad aziende terze, nel 2001 Pecorini ha creato una societ? apposita, la Tirrenia Eurocatering, controllata al 51 per cento dalla compagnia pubblica e al 49 dalla Gemeaz Cusin: un passaggio in pi?, denunciano gli ufficiali, che ha portato a costi maggiori e meno controlli sulle forniture. Mentre i dipendenti dell'ex Adriatica ancora piangono la vendita a prezzi da saldo di palazzo Molin, la sede veneziana della compagnia venduta nel 2004 a 12 milioni di euro ("Nello stesso anno un immobile meno pregiato nella zona fu venduto a 20 milioni"), stupiscono anche le consulenze che la Tirrenia paga ogni anno a vari studi legali. Pratica invero diffusa anche in altri enti pubblici, nonostante la presenza di uffici legali e amministrativi interni. Solo nel 2006 lo studio Bazzini, ammettono da Napoli, ha avuto parcelle per 128 mila euro, mentre lo studio Roberti ha guadagnato circa 120 mila euro. Pecorini ha in bilancio anche lo studio Tremonti-Vitali-Romagnoli-Piccardi e associati, che prende un cachet di 90 mila euro l'anno per consulenze di carattere fiscale e tributario. All'epoca in cui Giulio Tremonti era ministro del Tesoro (che ? l'azionista unico di Tirrenia attraverso Fintecna) il professore di Sondrio era di fatto uscito dallo studio (? rientrato da qualche giorno), ma la scelta della Tirrenia - suggeriscono i nemici del manager - poteva forse essere pi? oculata.
Arriva il commissario Interpellato da 'L'espresso', il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha preferito non commentare il dossier. Nemmeno una parola neanche sui 200 mila euro spesi dalla compagnia per pubblicare un comunicato a pagamento su dieci quotidiani per smentire "il servizio scandalistico di un settimanale". Nelle stanze del ministero, per?, qualcosa si muove. E sembra che il commissariamento della societ? di navigazione, per cui spinge soprattutto il viceministro Cesare De Piccoli, sia ormai in agenda. Il nome pi? gettonato nei corridoi della sede dell'Eur ? quello di Silvio Di Virgilio, attualmente direttore generale dell'area tecnica. Secondo qualcuno ? per? troppo vicino a Pecorini. Chi vuole discontinuit? punta su Francesco Nerli, presidente dell'Autorit? portuale di Napoli, e sull'ammiraglio Francesco Lo Sardo, gi? commissario a Civitavecchia, sponsorizzato dalle capitanerie. Altri papabili alla poltrona di Rione Sirignano sono manager esterni specializzati in shipping. Il tempo per l'avvio della privatizzazione stringe: la convenzione scade alla fine del 2008, e a giorni l'allungamento degli aiuti di Stato fino al 2012 deciso in Finanziaria potrebbe finire sotto i riflettori della Commissione europea.
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Siamo in un paese in cui se dici privatizzare ti lapidano tutti, dai sindacati ai lavoratori nullafacenti ke tanto li pagano lo stesso ai manager ultrastipendiati o ai loro supporter politici tangentari...
... io sono per il golpe!
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