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ATTUALITA' Terrorismo: l'equivoco del dialogo

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    ATTUALITA' Terrorismo: l'equivoco del dialogo

    L'equivoco del dialogo

    Alessandro Corneli da Il Giornale


    L'Occidente - si dice - deve dialogare con l'Islam moderato. Ci? ? politicamente corretto. Ma ? praticabile? Il primo problema consiste nell' individuare le due part? chiamate a dialogare. Chi o che cosa ? l'Occidente, e chi o che cosa ? l'Islam moderato? Il secondo problema ? se questo sia il dialogo risolutore visto che, a grandi linee, le due parti sono d'accordo nel condannare il terrorismo, ma la parte terza, quella terroristica, non dimostra nessun interesse a dialogare. La sua ?comunicazio-ne? ? fatta di morte e di minacce.
    In questo schema che unisce tutti gli uomini di buona volont? sono presenti equivoci rilevanti. Non ? chiaro se, sotto l'etichetta di Occidente, si tende a raccogliere tutto ci? che s? rif? alla civilt? giudeocristiana; ma come escludere, ad esempio, il Giappone, che di certo (..J
    (... ) vuole essere della partita. Inoltre, almeno per il momento, l'Occidente ? diviso. Tre anni fa, si diceva: ?Siamo tutti americani?. Ora non pi?. Anche se la ?triplice? Parigi-Berlino-Mosca si sta dissolven-do. Putin ? passato chiaramente alla politica dell'azione preventiva.
    Parallelamente, sotto l'etichetta di Islam moderato si tende a raccogliere sia i musulmani che vivono in Paesi dove sono minoranze immigrate (anzitutto ? Paesi europei), o almeno quelli che hanno condannato il terrorismo, e si arruolano anche i governi cosiddetti moderati dei Paesi a maggioranza musulmana. I primi servono per bloccare le spinte integraliste o per ripulire le comunit? di immigrati dai (pochi) elementi pericolosi. Sii alcuni dei secondi pesa il sospetto di complicit?, passate o presenti, con il terrorismo. Senza contare che nemmeno l'Islam ha una sola voce. Non c'? nessuno che possa parlare, e soprattutto trattare, a nome di tutti.
    L'equivoco pi? grande ? per? altrove. II terrorismo islamico costituisce un incubo per l'Occidente, ma ? essenzialmente un problema intemo all'Islam. Per cui l'unico dialogo efficace sarebbe quello tra Islam moderato (governi dei Paes? musulman?) e Islam terrorista. II terrorismo colpisce l'Occidente (ma non solo: vedi Indonesia, Turchia, Arabia Saudita) come ?schermo? per condurre la sua guerra all'interno del mondo islamico, per farvi prevalere una ideologia politico-religiosa che arresti il processo di modernizzazione che esso considera, analizzando la storia dell'Occidente, come un processo la cui prima vittima ? (o sarebbe) la fede religiosa.
    Il vero e unico dialogo che servirebbe ? quello tra i leader politici e religiosi dei Paesi musulmani con i gruppi estremisti. Perch? il fondamentalismo ? nato in terra d'Islam e l? deve essere risolto, 1 danni che l'Occidente subisce dal terrorismo sono noti: stragi e paura. Ma i danni che i regimi dei Paesi musulmani possono subire dal radicalismo sono ben pi? gravi: la perdita del potere e la loro sostituzione con regimi integralisti. L'Occidente pu? dare v?ta a un'alleanza delle democrazie, per la pace, per la sicurezza. Ma parla a se stesso.
    Altro equivoco ? che quando diciamo ?Occidente?, intendiamo essenzialmente un insieme di valori umani e civili, tra i quali c'? il diritto a professare una fede religiosa o a non professarne alcuna e, istintivamente, pensiamo che l'Islam dovrebbe accettarli sia in via di principio sia in pratica. ? tutte da dimostrare che l'eventuale controparte islamica sia pronta ad accettarli. Vanno bene ? riti in comune, le condanne unanimi e senza dubbio sincere. Ma quel dialogo risolutivo che cerchiamo per mettere fine ai nostri incubi dovrebbe avvenire con coloro che quegli incubi alimentano.
    Il punto ? che non si dialoga senza uno scopo. L'Occidente vuole dialogare con lo scopo preciso d? uscire dall'incubo del terrorismo. I; lslam moderato vuole dialogare perch? sente minacciata la propria leadership. Ma ? terroristi vogliono dialogare?
    Si sostiene per l'Occidente la necessit? di dialogare con gli islamici moderati e - aggiunge qualcuno - liberali. Ma il dialogo tra chi ? gi? d'accordo sui punti fondamentali ? superfluo.
    ? paradossale che in Francia si sostenga che il sequestro di due giornalisti favorisca l'integrazione della sua numerosa (cinque milioni) comunit? musulmana. La Francia era gi? andata molto avant? nel processo di assimilazione: ? stato l'integralismo islamico a fare rinascere il problema, a mettere a punto una strategia presso i musulmani viventi tra gli ?infedeli? per sollecitare una ripresa di coscienza e di identit?, che poi consiste in una strategia di perpetuazione di subordinazione della donna. Giustamente Angelo Panebianco (Carriere della Sera, 6 settembre) ha sottolineato che la Francia avrebbe fatto megl?o a ricorrere ai ?principi immortali? dell'uguaglianza tra uomo e donna, e chiederne la rigorosa applicazione combattendo tutte le vessazioni, anzich? alla giustificazione della laicit?.
    Ma torniamo pure all'ausp?cato, e riduttivo, dialogo tra Occidente e islamici moderati, e andiamo ai contenuti. La sensazione ? che i leader politici e religiosi islamici siano disposti a collaborare per neutralizzare i terroristi, che mettono ?n pericolo anche loro, ma sulla prospettiva della tolleranza religiosa in un quadro di reciprocit? e del pluralismo politico interno non sono disponibili. Perch?, alla fine, questo ? quello che l'Occidente vuole: tolleranza e reciprocit? in materia religiosa e applicazione dei diritti umani e civili.
    Molti leader politici dei Paesi musulmani sono ufficialmente laici, ma non vogliono sfidare l'opi-nione della maggioranza. Mentre gli islamici rivendicano il diritto, nei Paesi occidentali, di costruire moschee e di praticare i loro riti, non accettano lo stesso diritto per i cristiani o gli ebrei o i buddisti nei loro Paesi.

    Eppure un dialogo concreto tra Occidente e Islam dovrebbe affrontare il tema cruciale della reciprocit?> ed eventualmente anche il diritto al proselitismo. In Occidente ? lecito diventare musulmana; in un Paese islamico, ? un delitto abbracciare un'altra religione. Se si esce dagli incontri tra capi di polizie, di servizi segreti o di forze armate, la disponibilit? al dialogo manca. Accontentarsi di generiche espressioni di fratellanza, di rifiuto dello scontro di civilt? non basta. Un dialogo produttivo ? tale se va sui fatti concreti e non su un comune lamento per i morti e l'esecrazione della violenza.
    Per un fedele ortodosso, di qualsiasi fede, questo tipo di tolleranza ? un piano inclinato verso l'indifferenza religiosa, oppure verso I' assi-milazione della religione a una manifestazione d? cultura, collettiva o individuale. In una parola: ? una minaccia per la fede e per tutte le organizzazioni ad essa collegate e le identit? che sostengono.
    Forse, per capire il terrorismo e le risposte che bisogna dargli, bisogna andare pi? a fondo con la riflessione. Ancora non siamo scesi abbastanza e le pubbliche lamentazioni e gli inviti, ancorch? sinceri, al dialogo, restano desolatamente alla superficie del problema


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    #2
    Parole.....ma oggi ? stato il primo giorno di scuola per mio figlio, e ho ancora le immagini della strage di bambini nella ex Unione Sovietica.
    Ho ancora davanti lo sguardo smarrito di mio figlio che mi chiede "mamma da noi nn succede vero?" gli ho detto di no ma nn ne ero convinta..so solo una cosa sto diventando profondamente cattiva e delle chiacchiere non me ne faccio piu niente.

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