Riporto l'articolo apparso oggi sul giornale della provincia "L'Arena"
"Alta velocità e brivido. Sfidare la sorte è un vizio per certi giovani centauri. Lo sanno bene i residenti di Trezzolano, una delle località della Valsquaranto che fanno parte del cordone collinare ai piedi della Lessinia.
Per loro da quando iniziano le belle giornate e la luce del sole si protrae per più tempo tutti gli anni è la stessa storia: la loro strada diventa il circuito perfetto per mettere in gioco la vita.
Da qui infatti sfrecciano in curva ai 100 all’ora i centauri veronesi e di tutte le città limitrofe come Mantova e Brescia, che mettono in gioco il proprio destino. La «Trezzo», così viene chiamato «il circuito cittadino» dai motociclisti che su internet si danno appuntamento su questa strada: è considerata tra le strade da brivido da percorrere ai cento allora.
Non bastano nemmeno gli incidenti mortali a farli desistere dal provare «quel nodo allo stomaco» nel piegarsi quasi a terra rimanendo in sella alla moto. E poi sfiorare i guard rail con la ruota anteriore per subito dopo girare mantenendo una curvatura a 90 gradi.
Ai residenti di Trezzolano, dopo anni e anni di lamentele, e dopo anni di richieste di aiuto ai vigili e alle forze dell’ordine, non è rimasto altro che farsi il segno della croce ogni volta che sentono il rombo di una motocicletta e due quando tra il sabato e la domenica sentono all’improvviso un gran silenzio.
Come è accaduto qualche settimana fa, quando un altro motociclista ha perso la vita su una di queste curve. Un motociclista tempo addietro finì addirittura all’interno di una casa che si affaccia sull’unica piazza della frazione. Roberto Bertolo, consigliere dell’ottava circoscrizione vive qui, e non può fare altro che ammettere che questa situazione esiste da sempre.
«Tutti sanno che questa strada è considerata una pista, le ruote che vengono montate sono quelle proprio da circuito, lisce, lo abbiamo constatato ogni volta che andavamo a tirare fuori dai guai qualcuno».
Anche lui è tra quei trezzolani che più di una volta sono usciti di casa per prestare soccorso. In tanti ricordano quando venne addirittura divelta la cabina del gas che è sulla strada. «Da qualche tempo i controlli ci sono», assicurano gli abitanti, «una pattuglia si ferma il fine settimana. E per qualche ora siamo certi che nessuno si farà male. Ma appena se ne va via, se c’è ancora rimasto un pò di sole, ecco che subito le moto arrivano e la gara inizia».
È proprio così, e lo conferma anche un abitante di Montorio, Armando Coatti. Lui è un appassionato di moto d’epoca, ha anche vinto numerose gare di trial. Ma sa che una pista è diversa da una strada urbana o provinciale. Le sue finestre si affacciano proprio sulla sp 35, la strada provinciale che da Montorio arriva a Roverè Veronese, e quindi passa dalla «Trezzo».
È così sgomento per quello che vede che non ce l’ha fatta a rimanere con le mani in mano ed ha realizzato un cartellone con la faccia di Valentino Rossi che riporta una scritta «Vai piano».
Coatti ha 43 anni, ed è già nonno. L’amore per la vita è un punto forte che lui e sua moglie hanno trasmesso ai propri figli. «Mi domando perché debbano mettere a repentaglio la propria vita in questo modo», si domanda.
Il rituale appena la polizia municipale se ne va è sempre lo stesso: una vedetta viene mandata in avanscoperta. Quando la pattuglia sta per muoversi invia un messaggio ad un altro motociclista che aspetta indicazioni alla rotonda di Montorio. Quando la sicurezza d i non essere fermati c’è tutta, allora parte la gara. E la vita diventa come una roulette russa da mettere in gioco sulla «Trezzo»."
Inutile dire che è puro sensazionalismo giornalistico.
Su quella strada dove chiamo i sassi per nome non esistono gare di nessun
tipo. E tantomeno la chiamiamo "la Trezzo".
Le "gomme slick" sono le K3 , le supercorsa o le diablo,
e l'idea che mandiamo avanti UNA VEDETTA per fare le gare
fà pensare che il giornalista abbia visto una volta di troppo fast and furious
e poi sia uscito in cortile a fare le sgomme con la panda a metano.
L'ultimo ragazzo che ci ha rimesso la vita purtroppo è stato due settimane
fa, e scendeva da solo con una hornet, già dall'abbigliamento sembra essere
stato un novizio, purtroppo è una strada difficile se non la si conosce,
ha sbagliato una curva ed è finito sotto ad uno di quegli INCOLPEVOLI
guardrail progettati nel 15-18..
Senza contare che più di una volta i residenti hanno buttato appositamente
olio e ghiaia sulle curve per far cascare i motociclisti,
un signore anche di una certa età addirittura dopo aver gettato i sassi
si fermava a filmare la gente che cadeva.
Purtroppo per lui ha fatto scivolare quello "del formaggio" e le ha bruscate
di santa ragione da alcuni amici. Giustamente aggiungo.
Comunque, apparte tutto questo, a che cavolo porta questo bieco giornalismo?
"Alta velocità e brivido. Sfidare la sorte è un vizio per certi giovani centauri. Lo sanno bene i residenti di Trezzolano, una delle località della Valsquaranto che fanno parte del cordone collinare ai piedi della Lessinia.
Per loro da quando iniziano le belle giornate e la luce del sole si protrae per più tempo tutti gli anni è la stessa storia: la loro strada diventa il circuito perfetto per mettere in gioco la vita.
Da qui infatti sfrecciano in curva ai 100 all’ora i centauri veronesi e di tutte le città limitrofe come Mantova e Brescia, che mettono in gioco il proprio destino. La «Trezzo», così viene chiamato «il circuito cittadino» dai motociclisti che su internet si danno appuntamento su questa strada: è considerata tra le strade da brivido da percorrere ai cento allora.
Non bastano nemmeno gli incidenti mortali a farli desistere dal provare «quel nodo allo stomaco» nel piegarsi quasi a terra rimanendo in sella alla moto. E poi sfiorare i guard rail con la ruota anteriore per subito dopo girare mantenendo una curvatura a 90 gradi.
Ai residenti di Trezzolano, dopo anni e anni di lamentele, e dopo anni di richieste di aiuto ai vigili e alle forze dell’ordine, non è rimasto altro che farsi il segno della croce ogni volta che sentono il rombo di una motocicletta e due quando tra il sabato e la domenica sentono all’improvviso un gran silenzio.
Come è accaduto qualche settimana fa, quando un altro motociclista ha perso la vita su una di queste curve. Un motociclista tempo addietro finì addirittura all’interno di una casa che si affaccia sull’unica piazza della frazione. Roberto Bertolo, consigliere dell’ottava circoscrizione vive qui, e non può fare altro che ammettere che questa situazione esiste da sempre.
«Tutti sanno che questa strada è considerata una pista, le ruote che vengono montate sono quelle proprio da circuito, lisce, lo abbiamo constatato ogni volta che andavamo a tirare fuori dai guai qualcuno».
Anche lui è tra quei trezzolani che più di una volta sono usciti di casa per prestare soccorso. In tanti ricordano quando venne addirittura divelta la cabina del gas che è sulla strada. «Da qualche tempo i controlli ci sono», assicurano gli abitanti, «una pattuglia si ferma il fine settimana. E per qualche ora siamo certi che nessuno si farà male. Ma appena se ne va via, se c’è ancora rimasto un pò di sole, ecco che subito le moto arrivano e la gara inizia».
È proprio così, e lo conferma anche un abitante di Montorio, Armando Coatti. Lui è un appassionato di moto d’epoca, ha anche vinto numerose gare di trial. Ma sa che una pista è diversa da una strada urbana o provinciale. Le sue finestre si affacciano proprio sulla sp 35, la strada provinciale che da Montorio arriva a Roverè Veronese, e quindi passa dalla «Trezzo».
È così sgomento per quello che vede che non ce l’ha fatta a rimanere con le mani in mano ed ha realizzato un cartellone con la faccia di Valentino Rossi che riporta una scritta «Vai piano».
Coatti ha 43 anni, ed è già nonno. L’amore per la vita è un punto forte che lui e sua moglie hanno trasmesso ai propri figli. «Mi domando perché debbano mettere a repentaglio la propria vita in questo modo», si domanda.
Il rituale appena la polizia municipale se ne va è sempre lo stesso: una vedetta viene mandata in avanscoperta. Quando la pattuglia sta per muoversi invia un messaggio ad un altro motociclista che aspetta indicazioni alla rotonda di Montorio. Quando la sicurezza d i non essere fermati c’è tutta, allora parte la gara. E la vita diventa come una roulette russa da mettere in gioco sulla «Trezzo»."
Inutile dire che è puro sensazionalismo giornalistico.
Su quella strada dove chiamo i sassi per nome non esistono gare di nessun
tipo. E tantomeno la chiamiamo "la Trezzo".
Le "gomme slick" sono le K3 , le supercorsa o le diablo,
e l'idea che mandiamo avanti UNA VEDETTA per fare le gare
fà pensare che il giornalista abbia visto una volta di troppo fast and furious
e poi sia uscito in cortile a fare le sgomme con la panda a metano.
L'ultimo ragazzo che ci ha rimesso la vita purtroppo è stato due settimane
fa, e scendeva da solo con una hornet, già dall'abbigliamento sembra essere
stato un novizio, purtroppo è una strada difficile se non la si conosce,
ha sbagliato una curva ed è finito sotto ad uno di quegli INCOLPEVOLI
guardrail progettati nel 15-18..
Senza contare che più di una volta i residenti hanno buttato appositamente
olio e ghiaia sulle curve per far cascare i motociclisti,
un signore anche di una certa età addirittura dopo aver gettato i sassi
si fermava a filmare la gente che cadeva.
Purtroppo per lui ha fatto scivolare quello "del formaggio" e le ha bruscate
di santa ragione da alcuni amici. Giustamente aggiungo.
Comunque, apparte tutto questo, a che cavolo porta questo bieco giornalismo?
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