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Ricordo di Fabrizio

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    Ricordo di Fabrizio

    Nuvolari ricorda Fabrizio Meoni, il grande Campione scomparso durante una tappa della Dakar. Questa sera alle 21 un appuntamento speciale di Forum riproporr? i momenti pi? commoventi delle sue vittorie, i passaggi pi? significativi delle sue interviste e il ricordo pi? toccante dei suoi amici.

    Oggi ? un giorno amaro, perch? da oggi siamo diventati tutti un po? pi? soli.
    Sulle piste mai tracciate del deserto dakariano, oggi abbiamo perso uno di noi. Un amico che, come molti di noi, faceva ruotare la propria vita intorno alla passione per le moto. Un entusiasmo che aveva spinto all?ennesima potenza, cos? come talvolta avviene in chi decide di diventare pilota professionista.

    Fabrizio Meoni viveva per le moto, ma non si lasciava appagare ?solo? dall?ebbrezza della velocit?: la moto rappresentava, per lui, un moderno destriero, con cui tracciare sentieri e itinerari inesplorati, lontano dal quotidiano caos e dalla quotidiana folla.
    Lui e la sua moto ? Ancillotti, Fantic, SWM, Honda, Yamaha o KTM, non importa ? hanno costruito insieme mille avventure, e tante e tante volte sono partiti, di buon mattino, come due vecchi amici, per prepararsi a gare sempre pi? importanti. L?essenziale era che sotto le ruote non ci fosse l?asfalto. Dopo i fettucciati del motocross e gli sterrati pi? o meno rocciosi dell?enduro, ? scoppiato l?amore per la sabbia: la sabbia dorata e soffice dell?Africa.

    Con il suo fisico possente, Fabrizio Meoni riusciva a far galleggiare sulla sabbia dell?Africa moto pesantissime, agile come un ballerino con la propria dama. E nel deserto, dove il vento distrugge e ricrea continuamente nuove dune, stravolgendo qualsiasi punto di riferimento, Fabrizio Meoni riusciva ad orizzontarsi sempre e comunque. Perch? amava l?Africa pi? di ogni altra cosa al mondo.
    Aveva vinto l?estenuante Dakar due volte, nel 2001 e nel 2002. Ma prima, nel 1988, era stato campione italiano juniores di enduro nella 250, nel 1990 aveva vinto il Rally Incas, nel 1992 la TransItalia Marathon, nel 1994 e nel 1995 aveva sfiorato la vittoria alla Dakar, poi aveva infilato tre successi nel Desert Cannonball, nel rally di Tunisia e nel rally d'Egitto, dove si era riconfermato anche nel 1999. E poi ancora, nel 2000 aveva vinto il Rally del Dubai e di nuovo quello di Tunisia, ma anche il Master Rally e la Coppa del Mondo Tout Terrain. E negli ultimi anni, oltre alle due Dakar, aveva portato a casa altre due vittorie al Rally di Tunisia e una al Rally d?Egitto.
    Ma i dati statistici dicono troppo poco di Meoni ?l?africano? e della sua passione per i terreni sabbiosi.

    Questa avrebbe dovuto essere la sua ultima Dakar. Lo aveva annunciato alla vigilia della partenza. Voleva vincerla, per chiudere in bellezza la sua carriera. Ma chiss? se Fabrizio Meoni sarebbe riuscito a stare davvero lontano dalle sue moto e dalla sua Africa: non era la prima volta che parlava di un ritiro dall?attivit? agonistica. Lo aveva fatto anche quando correva nel cross e poi nell?enduro. E invece, a quarantatr?, anni aveva meravigliato il mondo, vincendo la sua prima Dakar.
    Stava correndo la gara che amava di pi? quando ? stato inghiottito dal suo deserto, nella sua Africa. E ancora, a qualche ora di distanza dalla comunicazione ufficiale della sua morte, ci sembra impossibile che Fabrizio Meoni abbia veramente cessato di vivere.

    La sua forza d?animo, la sua grinta, la sua capacit? di tirarsi fuori da ogni situazione, la sua voglia di crearsi nuove e continue sfide ci avevano regalato l?illusione che un uomo cos? potesse e dovesse sopravvivere in eterno, che fosse in grado di beffare ogni destino avverso e di affermare, sempre e comunque, la propria invulnerabilit?. E invece no? anche il suo cuore ha cessato di battere, in un giorno qualsiasi, sotto il sole abbagliante dell?Africa, tra le dune mutevoli, accanto ad una moto che lo vegliava impotente.

    E noi, popolo di motociclisti, oggi siamo pi? poveri, perch? abbiamo perso uno di noi. Non avremo pi? la possibilit? di incrociare lo sguardo di Fabrizio Meoni e di indovinare nei suoi occhi cristallini il traboccante amore per le moto, per l?avventura, per la conquista di nuove mete e di nuovi orizzonti. Il suo entusiasmo si ? spento e non potr? trasmettercelo pi?. E nemmeno potr? pi? raccontarci la sua Africa, la magia di colori, di suoni e di odori che lo ammaliava e che lo riportava ogni anno a competere nei rally pi? difficili. Non potr? pi? combattere per nuove vittorie.

    Questa del 2005 ? stata la sua ultima Dakar. E, sia pure nel modo pi? assurdo, e anche se la corsa non si ? ancora conclusa, il protagonista ? stato proprio lui. E? come se la maratona africana l?avesse vinta per la terza volta. Perch? questa rimarr? per sempre la ?sua? Dakar, chiunque sia il primo a tagliare il traguardo.
    Se n?? andato cos?, Fabrizio Meoni: da combattente. Cos? come da combattente aveva sempre voluto vivere. Chiss? se aveva mai pensato di morire alla Dakar?

    Ora, libero da qualsiasi vincolo, forse si star? librando sui suoi deserti, per incantarsi davanti ai tramonti incandescenti dell?Africa. Passer? in mezzo ai villaggi popolati da nativi curiosi, si specchier? nei tortuosi corsi d?acqua, accender? fal? per riscaldarsi nelle notti gelide e respirer? ancora aria mista a sabbia. E continuer? a stringere nella mano destra l?acceleratore, per correre leggero fra le dune e andare all?infinito su quei sentieri mai tracciati per i quali ha sempre vissuto.


    Autore: Fiammetta La Guidara

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