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    Generosit?

    Generosit? e fiducia un piacere, anche fisico
    Sensazioni piacevoli quando si ? generosi. Gli scienziati: ora analizzeremo l?impatto della scoperta sullo sviluppo economico

    La scoperta pubblicata oggi su Science da un gruppo di psicologi, neurobiologi ed economisti di Houston (Texas) e di Pasadena (California) invita tutti coloro che attribuiscono un valore alle radici biologiche della natura umana ad aprire un po? il cuore e a sperare con pi? fondatezza in un domani migliore. Detto in modo molto semplice, questi ricercatori hanno registrato nel cervello umano un segnale che rivela sensazioni piacevoli quando una persona decide di essere generosa con un?altra, in particolare quando, in situazioni di incertezza, decide liberamente di dar fiducia al prossimo.

    La copertina di ?Science? dedicata allo studio su cervello e generosit?
    Nella stessa regione del cervello, il celeberrimo ?striato dorsale?, zona notoriamente sensibile a piaceri e ricompense, un secondo segnale, strettamente correlato al primo, si manifesta sempre pi? precocemente nel tempo, quanto pi? aumenta la nostra certezza della buona fede altrui. Il consolidarsi della fiducia nel prossimo pu? accelerare progressivamente questo segnale cerebrale fino a ben 14 secondi, un tempo enorme sulla scala delle reazioni dei neuroni, che si misurano di solito in millesimi di secondo. Uno degli autori, notissimo psicologo ed economista del California Institute of Technology, Colin Camerer, in un?intervista esclusiva, mi dice: ?La fiducia nel prossimo ? un motore possente dello sviluppo economico, strettamente associata anche allo sviluppo di intere nazioni. Adesso possiamo studiarne i meccanismi e le conseguenze a molti livelli, da quello economico-politico fino a quello dei singoli neuroni. Capire come il nostro cervello genera e modifica la fiducia nel prossimo pu? aiutarci a capire come coltivarla e come ristabilirla, sia nella sfera privata che in quella pubblica?.

    L?ESPERIMENTO - Il loro raffinatissimo esperimento, corredato di grafici, immagini di diverse regioni del cervello e robuste analisi statistiche, si basa su una tecnica nuova: la iper-risonanza magnetica funzionale, cio? l?analisi combinata dei centri cerebrali corrispondenti in due (si badi bene: due) cervelli, non pi? in uno solo, come ? ormai corrente fare nei migliori ospedali e nei pi? attrezzati laboratori di neuropsicologia. Camerer ne ? comprensibilmente fiero. ?? abbastanza intuitivo che i segnali cerebrali del benefattore e del beneficiato debbano corrispondere l?uno all?altro a distanza di pochi secondi. ? un po? come quando io parlo e tu ascolti: le regioni cerebrali specializzate nel linguaggio si attiveranno sia nel mio che nel tuo cervello?.

    Hanno utilizzato 48 coppie di soggetti, abbinati a caso. Ciascuna coppia si applicava ripetutamente a un gioco monetario di offerta e accettazione di somme in denaro reale. La ripetizione del gioco consentiva a ciascun partecipante di crearsi una ?reputazione? di egoista, o di generoso. Le difficolt? tecniche per registrare e analizzare in risonanza magnetica, congiuntamente, ambedue i segnali sono notevoli, ma sono state superate, registrando segnali specifici alla fiducia e all?altruismo in entrambi i partecipanti, in ciascuna coppia, nel corso dello stesso esperimento. Camerer precisa: ?La sfida futura sar? quella di registrare tali segnali in ambedue i soggetti in tempi brevissimi, dell?ordine del millesimo di secondo e magari, chiss?, in pi? di due soggetti?. Passando, con un ampio sorriso, dalla scienza alla fantascienza, aggiunge: ?Immaginiamo di poter passare dalla semplice somma dei segnali cerebrali, come abbiamo appena fatto, a un vero duetto di tali segnali. Immaginiamo, cio? di poter seguire le interazioni tra i due cervelli, spiare il segnale nell?uno in modo da prevedere un attimo prima il segnale cerebrale indotto nell?altro cervello, e quindi prevedere la decisione in corso di consolidamento nell?altra persona. Uno decide di indire uno sciopero, quindi ha rifiutato l?offerta finale appena ricevuta (il segnale cerebrale ce lo avr? annunciato un attimo prima). Adesso l?altro sviluppa un segnale di stizza, forse odio (il diverso segnale cerebrale, una volta di pi?, ci ha messo in guardia). E cos? via?.

    LA SCELTA - Ma torniamo alla scienza, cio? al lavoro oggi pubblicato e a una nutrita serie di lavori ?puri e duri? (cio? con tanto di modelli matematici raffinati) pubblicati negli ultimi anni (anche dallo stesso Camerer) sul valore monetario sonante dell?altruismo, della fiducia e del senso di equit?. Immaginate di dover fare una libera scelta tra due possibilit?.
    Situazione A: voi ricevete 100 euro e una persona a voi ignota, agli antipodi della terra, non riceve niente. Situazione B: voi ricevete 95 euro, e lo sconosciuto ne riceve 40. Che fareste? La maggior parte di noi sceglierebbe l?opzione B. E tutti noi ancor pi? lo faremmo se l?altra persona fosse un parente, un amico o una vittima dello tsunami. Supponete, adesso, che venga il turno dell?altro. Ora siete voi il ricevente e sta a lui o lei decidere.

    ? molto umano reciprocare. Se noi ci siamo mostrati generosi, anche l?altro risponder? con generosit?. Fino a qualche anno fa, la teoria economica aveva grande difficolt? a prevedere e giustificare queste comunissime scelte (per non parlare di quelle ben pi? generose). Gli economisti, per?, hanno ormai saldamente inserito nel calcolo matematico dell?utilit? soggettiva l?altruismo, la reciprocit? e l?equit?. I loro nuovi modelli sono assai pi? complessi, ma anche assai pi? realistici, e sono ancora trattabili. Ci dicono, insomma, che essere generosi e ricambiare non ? ?solo? umano, ma pu? benissimo essere anche economicamente, non solo psicologicamente, vantaggioso. I neuro-economisti come Camerer e colleghi ora ci dicono che trarre piacere dal benessere altrui e godere nel ricambiare la generosit? ? (come si sarebbe detto un tempo) un piacere quasi ?carnale?. In barba a chi sostiene che gli istinti brutali ed egoisti ci vengono dalla biologia, mentre tutti gli impulsi nobili sono esclusivo, faticoso, frutto del patto sociale.

    Fonte : Corriere della Sera

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    Io sono noneso, con genitori genovesi e parenti in scozia

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