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Naturale evoluzione del lavoro in Italia.

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    #1

    Naturale evoluzione del lavoro in Italia.

    Naturale evoluzione del lavoro in Italia.

    Secondo le recenti norme che sono in discussione al governo prevedo in Italia uno scenario che vede la dipartita delle aziende in modo spontaneo. Ecco come (secondo la mia visione).
    L?abolizione dell?Art.18 porter? il datore di lavoro a poter licenziare un lavoratore senza motivo. Assumendo che il datore non sia una bestia in preda a droghe sintetiche che sbatta fuori le persone solo per antipatia, potr? licenziare per una serie di suoi buoni motivi quali, per esempio, diminuzione del fatturato e conseguente riduzione di budget, inefficienza del lavoratore avvenuta nel tempo, rimpiazzo con un dipendente pi? efficiente ecc.

    Poniamo che un datore voglia assumere un giovane come dipendente a tutele crescenti. Occorre vedere se allo scoccare di alcune tutele, non voglia licenziarlo per prenderne uno senza tutele e ricominciare daccapo. Certo, perde efficienza nel riformarlo, ma per mansioni in cui la formazione ? breve potrebbe convenire. In questo caso sarebbero ovviamente svantaggiati i lavori poco qualificati; contando che l?Italia non investe in ricerca e sviluppo (che genera lavoro qualificato), ma punta su manodopera a scarso valore aggiunto, lo scenario ? sbilanciato a favore della negativit? sul lungo periodo.

    Poniamo invece che il datore assuma una persona a tutele crescenti, lo formi, si trovi bene e voglia fare di tutto per tenerselo. Probabilmente offrir? benefit ed aumenti di stipendio, ma con la minaccia che se non si mantenga efficiente al 100% lo cacci via, per assumerne uno che dia maggiore produttivit?. Il lavoratore quindi dar? il massimo, spremendosi fino ad un punto di rottura, in cui non riuscir? a reggere un ritmo di produzione superiore alla soglia fisicamente accettabile. A quel punto il datore assumer? un altro costretto a spremersi fino ad un nuovo punto di rottura. Questo genera frustrazione, dipendenti che faranno cicli di alcuni anni fino ad esaurimento. Il macrosistema economico cos? generato sar? efficiente a livello produttivo, ma inefficiente per qualit? della vita e rendimento sul lungo periodo. Possono cos? generarsi problemi di natura sociale, costringendo lo stato ad aumentare l?assistenzialismo.

    Consideriamo anche il fatto che mantenere un lavoratore stabile per poco tempo significa diminuire naturalmente la competenza e la specializzazione in quel campo, riuscendo difficile formare una nuova classe di lavoratori qualificati da affiancare agli esperti in fase di uscita (pensionistica si spera). Ci? renderebbe le aziende impossibilitate a trovare, nel lungo periodo, persone qualificate, rendendone difficile la sopravvivenza in un mercato sempre + competitivo e facilitandone spontaneamente l?uscita verso l?estero, dove la disponibilit? di elementi qualificati sarebbe maggiore.

    Il contratto a tutele crescenti creer? anche lavoratori di serie A, di serie B ed immobilismo del mercato del lavoro, dato che chi ha un posto indeterminato a tutele piene ci penser? ben pi? di 2 volte prima di cambiare per rimettersi in gioco e rischiare di non passare lo scaglione dei 3 anni.

    Lo sbilanciamento della qualit? del personale verso il basso valore aggiunto causerebbe anche minore gettito fiscale per lo stato, dato che gli stipendi medi si abbasserebbero, innescando un circolo vizioso per l?economia, basato sull?assistenzialismo statale, il quale avrebbe sempre meno soldi per permettersi di mantenere i servizi attuali.

    Il mondo del lavoro ? un mercato, e come tale mettere paletti per regolarizzarne una parte non pu? che avere altra soluzione che quella di destabilizzare il sistema portandolo in una zona sconosciuta. Occorre invece creare il lavoro, detasandolo, creando il substrato infrastrutturale che pu? portare le aziende ad essere efficienti sul territorio italiano, semplificando la burocrazia, offrendo sostegno alle aziende che decidono di investire, puntando sulla formazione del personale ed investendo in ricerca e sviluppo (inutile nel breve periodo ma indispensabile nel lungo).

    E se ci arrivo io...

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    #2
    di tutto il discorso la sintesi e' che sto' jobs act fa schifo...e che per fare qualcosa di utile bisognerebbe ti cito testualmente

    "Occorre invece creare il lavoro, detasandolo, creando il substrato infrastrutturale che pu? portare le aziende ad essere efficienti sul territorio italiano, semplificando la burocrazia, offrendo sostegno alle aziende che decidono di investire, puntando sulla formazione del personale ed investendo in ricerca e sviluppo (inutile nel breve periodo ma indispensabile nel lungo)."

    aggiungici una legge anti-corruzione come d.i.o. comanda, una giustizia con barlume di efficienza...e servizi all'altezza delle tasse pagate...

    ma questo...i nostri politici..o non lo sanno fare...(e comincio a pensarlo seriamente) oppure non lo vogliono fare (per interessi di chi in questa situazione ci guadagna a cannone)...

    e nel frattempo loro...si aumentano indennizzi e provvigioni come se niente fosse....

    come diceva un tale..."a certa gente fai prima a metterglielo nel cu.o che in testa"
    Last edited by hal1969it; 11-10-14, 09:28.

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      #3
      sto Jobs Act ? stile Tatcher......ma tanti che votano pd sembra che abbiano il fumo negli occhi....

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        #4
        Originally posted by Anima998 View Post
        sto Jobs Act ? stile Tatcher......ma tanti che votano pd sembra che abbiano il fumo negli occhi....
        aggiungo che secondo me sto' blow-jobs act () servira' a spingere ancora di piu' gli imprenditori ad andarsene da qui....

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