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MV storia di un INSUCCESSO italiano

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    MV storia di un INSUCCESSO italiano

    MV Agusta ? una di quelle aziende che mezzo mondo ci potrebbe invidiare… Se solo non fosse sull’orlo del baratro.

    Meccanica Verghera Agusta ? un’azienda italiana che ha prodotto moto commerciali e da competizione. Fu fondata dal Conte Domenico Agusta nel 1945, diventando Societ? per Azioni nel 1952. Il marchio fu acquisito dalla Cagiva nel 1992: fu un ventennio fatto di alti e bassi, dove l’azienda passo poi nel 2008 al gruppo Harley Davidson, che poi lo cedette di nuovo allo stesso Claudio Castiglioni, che era l’ex proprietario del marchio Cagiva.

    I problemi si iniziano a vedere dal 1971, con la morte del Conte Domenico Agusta. L’azienda, guidata dal fratello Corrado, si espanse anche nel settore elicotteristico, che port? via non pochi liquidi per il settore motociclistico.

    Gi? nel 1974 ci fu il primo blocco della produzione. Fu presentano negli anni successivi qualche modello, e nel 1977 al salone di Milano (quello che oggi chiamiamo l’EICMA) lo stand MV rimase completamente vuoto. La MV chiuse i battenti, e per vent’anni non si seppe nulla di questa storica casa, andata nel baratro a causa delle scarse decisioni manageriali.

    Fino al 1991, non si sente parlare di MV, fino a che il marchio non viene acquisito dalla Cagiva Motor dei fratelli Castiglioni, Claudio e Gianfranco (vedi immagine sopra).

    C’? quindi un progetto di rilancio che ? destinato a segnare una delle pi? belle pagine della storia motociclistica italiana. Il progetto di rinnovamento part? dal visionario Massimo Tamburini, uno dei pi? grandi designer di moto dei tempi recenti, che realizz? un motore 4 cilindri frontemarcia costruito interamente in Italia (in pieno stile MV, quindi). Il motore aveva le valvole radiali, distribuzione centrale con comando a catena e cambio estraibile. Era l’inizio dell’F4, considerata da molti come la pi? bella moto sportiva di sempre.

    Nascono molti altri modelli dopo la F4, come la Brutale. Negli anni 2000 tuttavia, ? in arrivo un’altra grave crisi, la seconda. La produzione viene fermata, e solo nel 2004, dopo un accordo con Proton la situazione riesce a sbloccarsi. Il gruppo non si chiama pi? Cagiva Motor, ma Gruppo MV Agusta, che controllava MV Agusta, Cagiva e Husqvarna.

    L’azienda va male, e passa negli anni di mano a GEVI S.p.A nel 2005 per il 57,57% delle azioni. Nel 2007 la divisione Husqvarna viene venduta alla BMW Motorrad: il gruppo inizia a sgretolarsi.

    Nel 2008 la Harley-Davidson compra addirittura tutto il gruppo MV Agusta (Cagiva compresa), per poi rivenderlo un anno dopo, a seguito dei dati disastrosi sulle vendite.

    Dal 2010 al 2014 il Gruppo ? completamente di Castiglioni. Nel 2014 il gruppo viene acquisito per il 25% dalla AMG Mercedes per 30 milioni di euro, questo significa che l’azienda nel suo complesso vale sui 120 milioni.

    Negli anni successivi, l’azienda si indebita pesantemente, con 20 milioni di debiti con la Popolare di Milano e 30 milioni con i fornitori, debiti che ancora tutt’oggi sono da saldare.

    Le vendite oggi non vanno poi cos? male, ma il problema ? strutturale. L’azienda ? passata repentinamente da 3 modelli a venti nel giro di qualche anno, la grande crescita aziendale ha allungato i tempi d’incasso. Non c’? neanche pi? Claudio, ma il figlio Giovanni ? solo al comando, e sono in molti a mettere in dubbio la sua qualit? imprenditoriale.

    MV Agusta non ha obbedito neanche ai crucchi di AMG Mercedes, che in cambio di garantire il debito, aveva richiesto un controllo totale dell’azienda, e ripensandoci, forse sarebbe stato meglio cedere tutto ai tedeschi della AMG Mercedes, che forse un po’ pi? di sale in zucca di noi ce l’hanno (oh, del resto anche la Ducati, che sta andando benissimo, ? controllata da Audi).
    La terza crisi di MV Agusta

    Il 22 Marzo 2016 ? il giorno in cui viene ufficializzata la terza vera crisi di MV Agusta (beh forse possiamo parlare di una grande crisi partita nel 1991 e che perdura tutt’oggi, saremmo pi? sinceri con noi stessi). La casa di Schiranna ha infatti annunciato di aver richiesto un concordato di continuit? (parolone che vi spieghieremo in seguito, continuate a leggere, intanto): tecnica per congelare i crediti e procedere con la ristrutturazione dopo la crisi di liquidit?.

    A Schiranna per?, la produzione ? tutt’oggi ferma, in quanto i fornitori hanno bloccato le consegne, a causa del rinvio dei pagamenti.

    I dipendenti, pi? di trecento, sono in cassa integrazione, e la produzione ? stata letteralmente congelata. La paura che la MV Agusta, o comunque che i lavoratori di MV Agusta, facciano la stessa fine della Husqvarna (un tempo di propriet? proprio di Castiglioni attraverso il Cagiva Group) sono sempre pi? crescenti.

    Ricordiamo che la Husqvarna era una delle pi? grandi aziende motociclistiche con impronta motocross (vincitrice di numerosi mondiali) presenti in Italia. L’azienda fu venduta dal Gruppo Cagiva alla BMW, che ha poi “regalato” l’azienda agli austriaci di KTM, che nel 2013 pens? bene di chiudere la storica sede a Cassinetta di Biandronno, che dal 1999 produceva il Made in Italy di Husqvarna. 211 persone mandate in cassa integrazione straordinaria, spazzati via come della carne da macello. Un vero e proprio saccheggio industriale: la Ktm acquist? dalla Bmw un’azienda che da tre anni era in negativo, per poi disfarsene dopo poco, mantenendo per? un marchio e l’area immobiliare (che nel 2015 ? diventata la fabbrica, inaugurata anche da Maroni, di SWM, altra storica marca italiana, adesso comprata dai cinesi).

    La MV Agusta era un grande marchio, ma che adesso ha in realt? stufato anche troppo. Sono veri i dati di vendita mondiali di quest’anno? Sono veri i grandi investimenti fatti dall’azienda negli ultimi anni? Sono veri i grandi consensi che ha avuto l’azienda negli ultimi modelli?

    Ora, non vorrei fare un discorso populista, ma io difficilmente vedo in strada modelli nuovi di MV Agusta, e sto anche a Milano, che ? una delle province con il pi? alto numero di nuove immatricolazioni moto.

    Se MV Agusta avesse avuto veramente tutti questi numeri spettacolari che molti sembrano decantare, avrebbe venduto un p? di pi? di quello che ha fatto veramente; infatti, nel primo quadrimestre del 2016, il modello che ha venduto di pi? di MV Agusta ? la Brutale 800: 80 pezzi e 95esima in classifica. Briciole in confronto ai numeri della giapponese Honda, che con l’Africa Twin ha venduto oltre 1834 moto, o BMW che tra R 1200 GS e GS Adventure ha fatto oltre 2000 vendite in 4 mesi. Non ? solo una mia impressione, i numeri, non mentono.

    AMG Mercedes compr? il 25% di MV per 30 milioni, ma quei 30 milioni Castiglioni li avr? usati per sanare l’azienda oppure per rimpinguare il suo portafoglio? A quanto pare sarebbe pi? papabile la seconda opzione, visto che oggi Castiglioni vuole che i debiti dell’azienda li paghi la catena di fornitura e le banche.

    I risultati dicono che che a pagare sono quasi sempre i fornitori, i partner e sopratutto i lavoratori, che ora sono in cassa integrazione. Adesso che lo Stato fornisce il concordato preventivo in continuit? aziendale, MV Agusta potr? in qualche modo “sfuggire” a dover restituire il 100% del debito, dovendone restituire forse solo un 10-20%. Molto probabilmente andr? cos?, ma resta comunque un mistero come possa essere in fallimento dichiarato oggi un’azienda che ha investito anni fa per la creazione ex-novo di tutto il progetto. Lo stabilimento e le attrezzature ci sono infatti gi? da anni, e se le vendite sono aumentate (in italia per? non pare cos?, secondo i dati riportati) questo significa che l’azienda si porta da anni e anni addietro una serie di debiti “nascosti sotto al tappeto” e una situazione manageriale discutibile, che non consente all’azienda di “andare in pari”.

    In conclusione, l’azienda MV Agusta ? un malato terminale al quale vanno staccati i fili al pi? presto possibile.
    di Giuseppe Motta da e-conomy.it
    Last edited by mito22; 25-07-16, 18:44.

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    #2
    Sarei curioso di sapere se ha lo stesso pensiero per la Fiat!

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      #3
      mettici pure la benellli..cosi al cara gli va di traverso il tavernello

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      25 luglio 2016
      279
      La Benelli Qj di Pesaro, la storica azienda del Leoncino produttrice di moto e scooter, acquistata nel 2005 dalla multinazionale cinese Qianjiang Group, ? stata dichiarata fallita dal tribunale di Pesaro. Il fallimento ? stato dichiarato il 19 luglio scorso e il tribunale ha nominato come curatore il commercialista Vincenzo Galasso. Il termine per il deposito dell'ammissione allo stato passivo ? stato fissato al 26 settembre.

      La sentenza ha sorpreso il management dell'azienda, "in quanto - fa sapere la stessa Benelli in una nota - il credito vantato dalla societ? fornitrice che ha proposto l'istanza (120mila euro; ndr), era stato a suo tempo contestato, anche se, ai fini della risoluzione della questione, Benelli aveva manifestato l'intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta gi? organizzando il reclamo alla Corte D'Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio ? solido e dispone di liquidit? sufficiente per l'adempimento delle obbligazioni assunte". Pi? di cento anni di storia alle spalle, sette campionati del mondo vinti con piloti come Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, la Benelli ? stata una delle prime aziende storiche del Made in Italy a passare in mano cinese.

      La Benelli viene fondata nel 1911 dai sei fratelli Benelli: Tonino, Francesco, Giovanni, Giuseppe, Filippo e Mimo, spinti dalla mamma Teresa Boni, vedova, che non esita a vendere dei terreni per allestire in un fabbricato in centro a Pesaro la prima 'Officina meccanica di precisione'.

      L'azienda attraversa il secolo tra grandi successi commerciali e sportivi (due motomondiali, 16 campionati italiani, un mondiale costruttori, solo per citarne alcuni), le rovine provocate da terremoti e due guerre, e poi le rinascite, i litigi tra fratelli, modelli di successo come il Leoncino, la motorella, il Tornado, il Tnt, scissioni come la creazione della Motobi, passaggi di propriet?: dagli eredi Benelli a De Tomaso, da Giancarlo Selci di Biesse alla Fineldo della famiglia Merloni, per poi passare nel 2005 ai cinesi della Qj. Con la multinazionale si allargano le vendite all'Oriente e al Sudamerica, e viene diversificata la produzione anche nelle biciclette elettriche. Attualmente, nella fabbrica di Pesaro lavora una settantina di operai. Il bilancio del 2015 si ? chiuso con un -5.700.000,

      a cui si deve aggiungere il risultato negativo dell'anno precedente per -800mila euro. La sentenza di fallimento arriva per? proprio quando le vendite segnano un trend positivo sia per i modelli 50 che per quelli pi? potenti come la Naked da oltre 300 cc.

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        #4
        Originally posted by mano View Post
        mettici pure la benellli..cosi al cara gli va di traverso il tavernello

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        25 luglio 2016
        279
        La Benelli Qj di Pesaro, la storica azienda del Leoncino produttrice di moto e scooter, acquistata nel 2005 dalla multinazionale cinese Qianjiang Group, ? stata dichiarata fallita dal tribunale di Pesaro. Il fallimento ? stato dichiarato il 19 luglio scorso e il tribunale ha nominato come curatore il commercialista Vincenzo Galasso. Il termine per il deposito dell'ammissione allo stato passivo ? stato fissato al 26 settembre.

        La sentenza ha sorpreso il management dell'azienda, "in quanto - fa sapere la stessa Benelli in una nota - il credito vantato dalla societ? fornitrice che ha proposto l'istanza (120mila euro; ndr), era stato a suo tempo contestato, anche se, ai fini della risoluzione della questione, Benelli aveva manifestato l'intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta gi? organizzando il reclamo alla Corte D'Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio ? solido e dispone di liquidit? sufficiente per l'adempimento delle obbligazioni assunte". Pi? di cento anni di storia alle spalle, sette campionati del mondo vinti con piloti come Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, la Benelli ? stata una delle prime aziende storiche del Made in Italy a passare in mano cinese.

        La Benelli viene fondata nel 1911 dai sei fratelli Benelli: Tonino, Francesco, Giovanni, Giuseppe, Filippo e Mimo, spinti dalla mamma Teresa Boni, vedova, che non esita a vendere dei terreni per allestire in un fabbricato in centro a Pesaro la prima 'Officina meccanica di precisione'.

        L'azienda attraversa il secolo tra grandi successi commerciali e sportivi (due motomondiali, 16 campionati italiani, un mondiale costruttori, solo per citarne alcuni), le rovine provocate da terremoti e due guerre, e poi le rinascite, i litigi tra fratelli, modelli di successo come il Leoncino, la motorella, il Tornado, il Tnt, scissioni come la creazione della Motobi, passaggi di propriet?: dagli eredi Benelli a De Tomaso, da Giancarlo Selci di Biesse alla Fineldo della famiglia Merloni, per poi passare nel 2005 ai cinesi della Qj. Con la multinazionale si allargano le vendite all'Oriente e al Sudamerica, e viene diversificata la produzione anche nelle biciclette elettriche. Attualmente, nella fabbrica di Pesaro lavora una settantina di operai. Il bilancio del 2015 si ? chiuso con un -5.700.000,

        a cui si deve aggiungere il risultato negativo dell'anno precedente per -800mila euro. La sentenza di fallimento arriva per? proprio quando le vendite segnano un trend positivo sia per i modelli 50 che per quelli pi? potenti come la Naked da oltre 300 cc.

        http://www.daidegasforum.com/forum/b...a-fallita.html

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          #5
          e la AMG mette 30 mln di euro nel 2014 per il 25% di un rottame di azienda? Sono scemi?
          dal 2014 a oggi non ? cambiato granch? negli scenari MV, qualche modello recentissimo e nulla pi? ... quello che ? oggi era anche allora ...i soldi sono (probabilmente) stati impiegati per ridurre debiti ancora maggiori e finanziare lo sviluppo, e non sono sufficienti.

          Il problema ? che nessuna banca d? pi? soldi a Giovanni, a ragione o a torto non so ... e quei 5-6 mesi di scoperto tra costi e ricavi pesano tanto proprio per questo.

          Una vera perla dire che Husqvarna era una grande storica azienda italiana

          altra perla dire che HD vendette subito per le basse vendite ... SI, DI HD PERO', DISMISE GLI ASSET NON STRATEGICI DOPO UNA ANNATA PESSIMA NEGLI USA.

          Per? almeno questo Motta ? riuscito a farsi leggere

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            #6
            Beh signori , fare impresa in Italia ? da folli . E sono folli coloro che si beffano dicendo che le tasse per un'azienda sono il 46%

            All'atto pratico ? troppo disincentivante la pressione fiscale , le tutele per i lavoratori slandroni e tutta la burocrazia degli enti statali . Troppi parassiti , troppe sorprese economiche che generano malcontento e , soprattutto SFIDUCIA nello stato .

            Fintanto ci sar? sfiducia , l'imprenditore italiano continuer? ad essere quello ceh sta diventando sempre pi? : un opportunista . L'esempio vien dall'alto , si dice ... no ?

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              #7
              Ma a parte l'articolo qua sopra dell'amico del cuore di giovanni castiglioni....

              MV Agusta oggi come ? messa? Sono in concordato e in cassa integrazione o stanno producendo?

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                #8
                Originally posted by mito22 View Post
                Ma a parte l'articolo qua sopra dell'amico del cuore di giovanni castiglioni....
                In effetti....
                Pare un'articolo contro Castiglioni
                Pure i dati delle vendite mette in discussione.....
                Poi, paragonare le vendite della MV a quelle della honda......

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                  #9
                  Originally posted by mano View Post
                  mettici pure la benellli..cosi al cara gli va di traverso il tavernello

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                  25 luglio 2016
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                  La sentenza ha sorpreso il management dell'azienda, "in quanto - fa sapere la stessa Benelli in una nota - il credito vantato dalla societ? fornitrice che ha proposto l'istanza (120mila euro; ndr), era stato a suo tempo contestato, anche se, ai fini della risoluzione della questione, Benelli aveva manifestato l'intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo. Benelli sta gi? organizzando il reclamo alla Corte D'Appello di Ancona, in quanto il proprio bilancio ? solido e dispone di liquidit? sufficiente per l'adempimento delle obbligazioni assunte". Pi? di cento anni di storia alle spalle, sette campionati del mondo vinti con piloti come Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, la Benelli ? stata una delle prime aziende storiche del Made in Italy a passare in mano cinese.

                  La Benelli viene fondata nel 1911 dai sei fratelli Benelli: Tonino, Francesco, Giovanni, Giuseppe, Filippo e Mimo, spinti dalla mamma Teresa Boni, vedova, che non esita a vendere dei terreni per allestire in un fabbricato in centro a Pesaro la prima 'Officina meccanica di precisione'.

                  L'azienda attraversa il secolo tra grandi successi commerciali e sportivi (due motomondiali, 16 campionati italiani, un mondiale costruttori, solo per citarne alcuni), le rovine provocate da terremoti e due guerre, e poi le rinascite, i litigi tra fratelli, modelli di successo come il Leoncino, la motorella, il Tornado, il Tnt, scissioni come la creazione della Motobi, passaggi di propriet?: dagli eredi Benelli a De Tomaso, da Giancarlo Selci di Biesse alla Fineldo della famiglia Merloni, per poi passare nel 2005 ai cinesi della Qj. Con la multinazionale si allargano le vendite all'Oriente e al Sudamerica, e viene diversificata la produzione anche nelle biciclette elettriche. Attualmente, nella fabbrica di Pesaro lavora una settantina di operai. Il bilancio del 2015 si ? chiuso con un -5.700.000,

                  a cui si deve aggiungere il risultato negativo dell'anno precedente per -800mila euro. La sentenza di fallimento arriva per? proprio quando le vendite segnano un trend positivo sia per i modelli 50 che per quelli pi? potenti come la Naked da oltre 300 cc.

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                    #10
                    ma al momento qualcuno sa come stanno le cose? mv verr? rilevata, comprata da qualcuno, abbandonata... cosa succeder? tipo dopo l'estate? da un p? di tempo tutto tace...

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                      #11
                      Cosa succeder? ai concessionari?
                      Chi ne possiede UNA.....dovr? temere qualcosa oppure non cambia nulla?
                      Spero almeno che continuino a fornire ricambi
                      Che situazione.....moto cosi belle

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                        #12
                        Che poi devono passare praticamente tutta la gamma ad euro 4 per il 2017....Eicma non ? lontana a settembre dal ritorno ferie si sapr? tutto. Comunque ? una tristezza per non dire di molto peggio.

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                          #13
                          Tempi moderni....tempi strani.....
                          La fabbrica di moto che produce le pi? belle moto del mondo rischia di chiudere.
                          E chiude non perch? non venda......Quel "giornalista" pu? dire il ***** che vuole ma io in questi ultimi anni di mv in strada ne ho viste molte! Ovvio che non fa i numeri di Honda. Per? quando vedo parcheggiata una brutale, un f4, una rivale o una turismo veloce non posso non fermarmi a guardarla e non restare a bocca aperta. Se vedo un Honda manco mi fermo. Anche Ferreri non fa i numeri della FIAT....
                          I Castiglioni avranno pure sbagliato qualcosa in vita loro per? tanti gioielli ITALIANI esistono grazie a loro! Non voglio immaginare la chiusura di MV

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                            #14
                            Se deve continuare ad essere moribonda ? meglio che chiuda e non se ne parla pi? con grande dispiacere per chi ci lavora non si pu? pi? sentire questa lagna i castiglione non sono mai stati capaci di fare gli imprenditori ,hanno solo avuto manie di grandezza come quando correvano in 500 con la Cagiva con grandissimi risultati...

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                            • Font Size
                              #15
                              nuovo futuro all'0rizzonte e nuovi investitori e....probabilmente si riprendono le quote di AMG.

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