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    #1

    Crescere...

    Dopo un p? impari
    la sottile differenza
    fra tenere una mano
    e incatenare un'anima.
    E impari che l'Amore
    non'? appoggiarsi a qualcuno
    e la compagnia non'? sicurezza.
    E cominci ad accettare le tue sconfitte
    a testa alta e con gli occhi aperti,
    con la grazia di un adulto,
    non col dolore di un bambino.
    E impari a costruire le tue strade oggi
    perch? il terreno di domani
    ? troppo incerto per fare piani.
    Dopo un p? impari
    che il sole scotta se ne prendi troppo.
    Perci? pianti il tuo giardino e decori la tua anima,
    invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori.
    E impari che puoi davvero sopportare
    che sei davvero forte e che vali davvero
    e s'impara...
    e ad ogni addio s'impara...
    E' raro ascoltare parole che valgono piu del silenzio........



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    #2
    ...non ? bellissima...?????

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      #3
      Originally posted by alem74
      ...non ? bellissima...?????
      certo che ? bella, ma per dire queste cose credo che bisogna sentirsi predisposti, quindi la domanda ?.......... CHE TI ? SUCCESSO?

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        #4
        Niente di particolare...ho un p? di casini con donne, lavoro e qlke sfiga di troppo e leggendola mi ha colpito...tutto qua...ho voluto rendere partecipe DDG...

        Ciaps...torno ai miei casini...

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          #5
          Bella Alem...mi hai fatto ripensare a LEI e venire gli occhi lucidi

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            #6
            recentemente ho scritto questo, vedi te:

            "Il linguaggio e' una convenzione, decidere di usarla e' gia' un buon passo; quando si ha il cuore in mano e' difficile esprimere quello che si prova, si passa alle parole mute.
            Quelle dell'anima che alle volte teniamo sopite, quelle hanno il significato.
            Parlare con il cuore in mano puo' capitare ma normalmente lo evitiamo e siamo costretti a farlo quando non c'e' piu' tempo; quando l'interesse del singolo "io" viene meno, per una contingenza diversa.
            Il linguaggio dell'anima non ha convenzioni, e' una lingua muta.
            Prescinde dal poter essere tradotta, non ne ha bisogno. E' universale.
            Le parole mute hanno ancora un senso e non rompono il silenzio."

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