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Ippocrate.org cure domiciliari e libri best seller .

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    Ippocrate.org cure domiciliari e libri best seller .





    IppocrateOrg, chi sono i guru delle false cure sul Covid (tra trame e zenzero)

    diGoffredo Buccini
    Dal cooperante nelle Mauritius al terapista. Chi c’è dietro al movimento che è riuscito a farsi ospitare in Senato. Miti, bugie, illusioni: «Suffumigi anti virus»

    Il loro guru si è fatto il picco della nostra pandemia alle Mauritius (non sono pirla, direbbe Mourinho). Scrutando pensoso i dottori di laggiù (dove, certo non a caso, si contavano solo una decina di morti), il cooperante Mauro Rango, che dottore in medicina non è, ha elaborato un cocktail anti Covid. E il suo movimento, IppocrateOrg, l’ha tosto trasformato in modulistica per «aderenti», malati e spaventati da Big Pharma. «Esonerando il medico curante da ogni responsabilità, il sottoscritto chiede di essere curato con idrossiclorochina, colchicina e ivermectina, off label», si legge. «Off label», uso difforme dalle indicazioni terapeutiche, non sta lì a casaccio: perché stiamo parlando di un farmaco per la gotta, un controverso antimalarico e un antiparassitario per bestiame contro il quale l’agenzia federale Fda ha ammonito gli americani dopo che il ricorso ai centri antiveleni s’era quintuplicato: «Non siete cavalli, non siete mucche, smettetela di usarlo!».

    Rimedi della nonna o da Cagliostro contro il flagello del nuovo secolo: per il quale, s’intende, la cura facile ci sarebbe, ma la Spectre ve ne oscura la conoscenza. «L’informazione non è al servizio del fruitore, ma di correnti politiche, partitiche e di potere. Che muovono i fili. Nell’interesse di chi?», si domanda, comprensibilmente angosciata, Laura Campanelli, «venuta dal mondo della scuola» e convertita alla virologia accanto al guru sin dai primi passi del movimento tra mail e social. Se, del resto, come sostiene con certezza Rango nei testi fondativi, si tratta di «scalfire il velo che ci separa dalla realtà», beh, ogni azzardo è buono. Uno che riesca a «scalfire» un velo può ben convincere migliaia (?) di italiani frastornati alla ricerca di una parola di conforto per inverosimile che sia.

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    Di sicuro, lui e i suoi sodali hanno persuaso le avanguardie salviniane più radicali: è l’ex campionessa di ciclismo leghista Roberta Ferrero, benedetta da pezzi da novanta del gruppo parlamentare come Alberto Bagnai e Massimiliano Romeo, ad avere ospitato lunedì al Senato un «convegno mondiale» che, catapultando alla ribalta questa scienza, diciamo così, parallela, ha messo in imbarazzo la presidente Casellati, costretta a ritirare in tutta fretta un benvenuto concesso più per ragioni di etichetta che di coalizione (il povero Salvini, in deficit di controllo sui suoi, ha socraticamente fatto sapere di non sapere, informato solo all’ultimo: come Hyde con Jekyll, la scapigliata Lega di lotta gode infatti un sacco nel mettere in imbarazzo la cauta Lega di governo).





    Intendiamoci. Il milieu leghista c’è . Talvolta con gli accenti smisurati di Francesca Donato, l’europarlamentare tifosa dell’antiparassitario che s’è spinta a irridere la famiglia d’un medico morto di Covid (salvo poi scusarsene); talaltra con quelli dickensiani di Claudio Borghi che, contro l’obbligo di green pass ha paventato immagini di ragazzini non vaccinati che restano fuori col naso appiccicato alla vetrina del ristorante mentre dentro genitori e nonni, pass muniti, si rimpinzano di leccornie... E tuttavia sarebbe un errore ridurre a costola del leghismo, per quanto pre-giorgettiano, il mondo che s’è manifestato a Palazzo Madama. Rango e i suoi parlano agli incerti e agli smarriti, ai quali è dovuto il massimo di rispetto e (nei limiti della plausibilità scientifica) di verità. E se davvero il suo movimento conta un centinaio di dottori volontari, come ha sostenuto la Campanelli in una lunare trasmissione su Radio Italiana in Florida lo scorso 1° aprile (sì, la data è quella), vanno riconosciute a costoro, salvo prova contraria, buonafede e voglia di aiutare i malati in prima istanza e a casa loro.




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    Il punto è: con quali cure e quali competenze? Il cooperante che, a giugno di un anno fa, spiegava il miracolo delle Mauritius «Covid-free» grazie a idrossiclorochina e plasma iperimmune (in realtà inutile sui pazienti gravi e introvabile in dosi adeguate per i tanti lievi) è salito al primo posto di Amazon nella categoria «Enciclopedie e opere di consultazione» con il suo Guarire il Covid-19 a casa (14,89 euro). Al convegno si è avventurato in paragoni tra i morti delle Mauritius e quelli della Lombardia che hanno provocato qualche fremito di indignazione persino nei meglio disposti. Per la «salute della nostra patria Terra» certo si batte il dentista anti Covid Andrea Stramezzi, famoso terapista domiciliare a distanza: «In questo momento seguo contemporaneamente un paziente in Belgio, uno a Rio, uno in Grecia e uno a Dubai».

    Il gastroenterologo Fabio Burigana, direttore del comitato scientifico di IppocrateOrg, è un indefesso apostolo della vitamina D e si duole che chi voglia rimpinzarne un malato di Covid sia trattato da stregone. Pronto a salire sulla pira, accusa le «società scientifiche» di fare ciò che un tempo faceva il clero «impedendo la lettura dei Vangeli» (tema anche questo alquanto controverso). Adoratori di Luc Montagnier, il Nobel che, smentito dalla totalità dei colleghi, s’è fatto principale diffusore di teorie complottistiche, gli adepti di Rango contano anche su una brigata internazionale, non meno controversa.

    Robert Malone (purtroppo nemmeno parente di Jimmy Malone, lo sbirro eroe degli Intoccabili) non è solo considerato dalla comunità medica un grande diffusore di balle sul Covid e sui vaccini che indurrebbero tumori e infertilità, ma è stato anche costretto a ridimensionare la notizia che lo voleva «inventore dei vaccini a mRNA»: il merito andrebbe alla biochimica Katalin Karikò (lui ha allora sostenuto di esserne il mentore, lei di averlo incontrato una sola volta nel 1997...). L’americano Pierre Kory, come ricorda il cacciatore di bufale David Puente, è stato sottoposto a «verifica dai colleghi di PolitiFact» per aver sostenuto che l’ivermectina cancella la trasmissione del virus. Grane simili per Stephen Malthouse collegato via digitale alla «sporca dozzina» (i dodici influencer più famosi al mondo per diffusione di fake news).

    Certo, al netto degli avvelenamenti, c’è da fare i conti con la speranza. «Se sono innocue, perché non darle?», s’è chiesto Burigana ancora in proposito delle vitamine. E, tuttavia, c’è da domandarsi se anche la speranza, mal riposta, non sia un veleno. Un post di IppocrateOrg del 7 novembre 2020 lancia i suffumigi contro la pandemia: «L’inalazione di semplice vapore acqueo riesce a rendere meno attivi i virus, ad ucciderli». Seguono commenti di questo tenore: «Sono guarita dal Covid a marzo facendo suffumigi di zenzero fresco grattugiato».

    Replicando stizzita alle molte critiche, Roberta Ferrero ha sostenuto che l’ivermectina è valida «anche per l’uomo, come si legge nella Gazzetta ufficiale», dimenticando che sulla Gazzetta ufficiale 199 del 20 maggio di quest’anno, il farmaco «Iverscab» è autorizzato per scabbia e malattie parassitarie varie, «non giustificato in assenza di prurito»: stop. E mentre noi litighiamo su convegni e fandonie, anche le Mauritius che ispirarono Rango vivono ora il loro dramma: 12.600 contagi in due mesi, il doppio dei casi di Covid per 100 mila abitanti rispetto alla media continentale. Perché, come la verità, nemmeno i paradisi riescono infine a restare «off lab
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