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Nuovi dati efficacia vaccini

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    Nuovi dati efficacia vaccini

    Visto che qui si grida ai complotti e tutti i dati son falsi, iss rivede al ribasso l efficacia al contagio dei vaccini rimanendo alta invece la protezione grave/morte .
    sarà un complotto per fare la 123455688990 dose , giustamente non li fan morire i vaccinati ma solo contagiare ,altrimenti salta il business dei richiami ogni 6 mesi.








    Perché la terza dose serve: ecco l’efficacia del vaccino Covid (e come cala dopo sei mesi). I dati

    di Simona Ravizza e Fiorenza Sarzanini

    La terza dose di vaccino contro il Covid è necessaria perché, dopo 6 mesi, la protezione contro la malattia resta alta, ma cala significativamente in tutte le fasce d’età. I dati nel nuovo report dell’Istituto superiore di Sanità

    La terza dose di vaccino contro il Covid è necessaria perché «dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età». È la conclusione contenuta nel bollettino dell’Istituto superiore di sanità che per la prima volta mostra come cambia la protezione offerta dai vaccini in base alla loro data di somministrazione.

    La differenza è tra chi ha fatto il vaccino da più di sei mesi e chi l’ha fatto da meno di sei mesi.

    Il calcolo (che uno studio pubblicato su Science ha realizzato vaccino per vaccino, con i dati esatti su Pfizer, Moderna e J&J) è eseguito su quanti si sono infettati, sono stati ricoverati e sono finiti in terapia intensiva negli ultimi 30 giorni (quindi con la variante Delta).

    Per capire quanto protegge il vaccino per le due rispettive classi si guarda all’incidenza, ossia fare il confronto su 100 mila abitanti, in base alle fasce d’età.

    Scrivono gli analisti dell’Iss: «In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 76% nei vaccinati con ciclo completo entro i sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 50% nei vaccinati con ciclo completo oltre i sei mesi rispetto ai non vaccinati. Nel caso di malattia severa, la differenza fra vaccinati con ciclo completo da oltre e da meno di sei mesi risulta minore. Si osserva, infatti, una decrescita dell’efficacia vaccinale di circa 10 punti percentuali, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 92% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’82% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati».





    PUBBLICITÀ

    I dati del report ISS. In viola i non vaccinati, in azzurro i vaccinati entro i 6 mesi, in verde i vaccinati dopo i sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale


    I CONTAGIATI
    Secondo il bollettino «il 10,5% dei casi segnalati nelle ultime due settimane è di sesso maschile e di età compresa tra 10 e 29 anni, uguale alla percentuale di soggetti di sesso femminile nella stessa fascia di età. In totale, nel periodo 25 ottobre - 7 novembre 2021, il 52,5% dei casi di Covid-19 segnalati sono stati diagnosticati nelle femmine. La percentuale di casi di Covid-19 rilevati in persone con età superiore a 60 anni è stabile (23,4% vs 23,2% rispetto alla settimana precedente). In leggero aumento l’età mediana dei casi (43 anni, range: 0-108 anni)».

    I GIOVANI
    Gli esperti evidenziano come nella fascia d’età tra i 12 e i 39 anni, «i contagiati con due dosi fatte da meno di sei mesi sono 98 contro i 247 che l’hanno fatta da oltre 6 mesi, gli ospedalizzati 0,7 contro 3, ma nessuno in ogni caso è finito in rianimazione». Fin dai più giovani emerge, dunque, come l’efficacia del vaccino vada a diminuire con il tempo.







    L’EFFICACIA VACCINALE
    L’Istituto superiore di Sanità stima che «l’efficacia scenda dall’80 al 59% per i contagi e dal 95 all’82% contro la malattia severa.

    Ma attenzione: i 12-39enni non vaccinati che si sono infettati sono ben 508 su 100 mila abitanti, vale a dire oltre il doppio di chi si è immunizzato più di sei mesi fa, e cinque volte rispetto i vaccinati da meno di sei mesi». E a dimostrare l’efficacia del vaccino sono i ricoveri: «12 per chi è senza immunizzazione (rispettivamente 18 volte in più di chi è vaccinato da meno di sei mesi, e 4 volte da oltre 6 mesi)».

    Stesso discorso vale per le altre fasce d’età. I 40-59 enni contagiati tra chi ha fatto il vaccino da meno di sei mesi sono 127 su 100 mila abitanti contro i 263 protetti da oltre sei mesi, gli ospedalizzati 1,5 contro 5. Ancora nessuna differenza per chi è in terapia intensiva, 1 su un milione in entrambi i casi. L’efficacia del vaccino passa, quindi, secondo le stime dell’Iss dal 72 al 42% per le infezioni, e dal 95 all’87,5% per la malattia severa. La differenza in proporzione rispetto ai non vaccinati resta simile a quella già vista: i contagiati senza immunizzazione sono 484 su 100 mila abitanti e i ricoverati 30,5, quelli in Terapia intensiva 3.

    Nella fascia tra 60 e 79 anni questi sono i risultati: «111 contagiati vaccinati da meno di sei mesi contro i 242 da meno di sei mesi (407 i non immunizzati), gli ospedalizzati 7 contro 14 (ben 72 i senza vaccino), terapia intensiva 0,8 contro 1,6 (altrimenti 15). Stima dell’Iss sull’efficacia vaccinale: dal 72% al 40%, a seconda che si siano fatte le due dosi da più o meno di sei mesi per le diagnosi, da 92 a 78% per la malattia severa».

    Per gli over 80: «contagiati 113 su 100 mila abitanti con le due dosi eseguite da meno di sei mesi contro i 154 che l’hanno fatto da oltre sei mesi (526 i non vaccinati), ospedalizzati 25 contro 31 (altrimenti 184). Poco cambia per la rianimazione per chi in ogni caso ha fatto il vaccino: 1,5 contro 1,4. Ma il numero sale ancora una volta enormemente per chi non ha fatto le due dosi: gli anziani finiti in rianimazione sono 10, ossia oltre 6 volte tanti. Per gli over 80 il calo della protezione vaccinale stimato dall’Iss è dall’80 a 61% contro le infezioni, e dall’89 a 80% contro la malattia severa». I decessi: tra i 60-79 anni 10 su 100 mila abitanti per i no vax, 2 per chi ha fatto le due dosi da più di sei mesi, e 0,7 per chi da meno di sei mesi. Tra gli over 80 rispettivamente 64, 10 e 6.





    «WANING»
    Il risultato finale è che «l’efficacia del vaccino prima e dopo i sei mesi dalla data di somministrazione, in generale sulla popolazione, per le infezioni scende di 25,5 punti, passando da 75,5 a 50,2. Mentre per la malattia severa che porta al ricovero o in terapia intensiva si riduce solo di 9,7 punti (da 91,8 a 82,1), e la protezione resta in ogni caso molto alta. Al 7 novembre i vaccinati con due dosi da meno di sei mesi sono 39 milioni, i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi 3,8 milioni e i non vaccinati ancora purtroppo 8,3 milioni. Il messaggio dell’Istituto superiore di Sanità che accompagna questi dati è che «la terza dose va fatta, soprattutto per le categorie per cui è raccomandata ora, perché il waning (il calo), cioè la perdita di efficacia, già si vede pur restando protetto chi è vaccinato in maniera determinante rispetto a chi non si è immunizzato».















    TERZA DOSE E VACCINAZIONI: LE UL

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    #2
    Con la quarta e la quinta andrà ancora meglio 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣

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      #3
      I nostri sanitari si fidano quindi a lavorare da scoperti, dopo 9 mesi?

      Il papà di un mio amico, aveva fatto il J&J e mercoledì scorso, il richiamo con Pfizer.

      ​​​​​​Ma non era sconsigliato farne due tipi diversi?

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        #4
        Originally posted by Andy96 View Post
        I nostri sanitari si fidano quindi a lavorare da scoperti, dopo 9 mesi?

        Il papà di un mio amico, aveva fatto il J&J e mercoledì scorso, il richiamo con Pfizer.

        ​​​​​​Ma non era sconsigliato farne due tipi diversi?
        Diversificare....
        è la prima regola di ogni buon investitore

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