In effetti perche stare al p.s. tra covid ..no vax..denunce..assicurazioni costose...meglio lasciar perdere.
SANITÀLa fuga di medici e infermieri dai Pronto Soccorso: stress e rischio denunce, i concorsi restano deserti
di Fabio Savelli16 nov 2021

Èun allarme senza precedenti. Che potrebbe anche determinare un calo della qualità dell’assistenza medica nelle situazioni di emergenza, sebbene senza un repentino cambio di rotta. A ben vedere i professionisti che lanciano l’allarme — che siano medici o infermieri — rivelano come sia a rischio la tutela universalistica del nostro sistema sanitario. Recarsi in un Pronto Soccorso è sinonimo di urgenza. Chi lo fa ha bisogno di essere visitato subito. Se chi ci lavora è in condizioni di stress profondo, è sotto-organico, è massacrato da turni non più gestibili, è terrorizzato dalle denunce e costretto a costose coperture assicurative allora il quadro diventa impietoso e segnala la necessità di ripensare il modello di risposta immediata alle richieste dei pazienti.
La protesta
A lanciare l’allarme la Simeu, l’associazione di rappresentanza dei medici e degli infermieri del Pronto Soccorso e del 118, che martedì ha deciso di inscenare una protesta per sensibilizzare le istituzioni che ormai il limite è superato. Il dato inquietante — scrive Simeu — «è che la perdita di professionisti ha ormai raggiunto i massimi livelli storici e oggi si è molto vicini a compromettere, in maniera decisiva, la qualità dell’assistenza offerta, peggiorando il livello di rischio clinico per la salute dei cittadini. Nella realtà dei fatti possiamo affermare che siamo di fronte alla concreta possibilità di un fallimento che si ripercuote su tutto il Sistema Sanitario Nazionale». Un duro atto d’accusa che inevitabilmente interroga il ministero competente, quello guidato da Roberto Speranza, ma a conti fatti tutto il governo considerando le risorse del Pnrr, il piano europeo di ripresa e resilienza, che al capitolo Sanità destinano una buona parte di fondi.
La carenza degli organici
I propositi di potenziamento del sistema sanitario li conosciamo. Vengono esplicitati ad ogni convegno. Però lo spaccato attuale segnala le carenze profonde di quella che potremmo chiamare una clamorosa perdita di appeal dei Pronto Soccorso da cui fuggono i professionisti della Sanità per i rischi che lavorarci comporta. Il disagio lavorativo dei professionisti viene confermato quasi ogni giorno dalla scelta dei molti che accelerano percorsi in uscita, prediligendo nuovi ambiti di lavoro e specialità o scivoli pensionistici. «Il ricambio generazionale non è più assicurato: la scarsa attrattiva che la disciplina ha sui giovani laureati è stata evidenziata da una Scuola di specialità che registra abbandoni, di anno in anno superiori, e borse di studio non assegnate», segnala Simeu.
Oggi si registra una carenza di circa 4.000 medici e 10.000 infermieri di Pronto Soccorso e 118. I concorsi vanno deserti in tutte le regioni italiane con contestuale abbandono dei professionisti. Il 50% circa delle Borse di Studio della Specialità di Emergenza Urgenza non sono state assegnate nell’anno accademico 2021/22, per disinteresse dei neolaureati. Simeu segnala il 18% di abbandoni di studenti nell’anno accademico 2020/21
SANITÀLa fuga di medici e infermieri dai Pronto Soccorso: stress e rischio denunce, i concorsi restano deserti
di Fabio Savelli16 nov 2021

Èun allarme senza precedenti. Che potrebbe anche determinare un calo della qualità dell’assistenza medica nelle situazioni di emergenza, sebbene senza un repentino cambio di rotta. A ben vedere i professionisti che lanciano l’allarme — che siano medici o infermieri — rivelano come sia a rischio la tutela universalistica del nostro sistema sanitario. Recarsi in un Pronto Soccorso è sinonimo di urgenza. Chi lo fa ha bisogno di essere visitato subito. Se chi ci lavora è in condizioni di stress profondo, è sotto-organico, è massacrato da turni non più gestibili, è terrorizzato dalle denunce e costretto a costose coperture assicurative allora il quadro diventa impietoso e segnala la necessità di ripensare il modello di risposta immediata alle richieste dei pazienti.
La protesta
A lanciare l’allarme la Simeu, l’associazione di rappresentanza dei medici e degli infermieri del Pronto Soccorso e del 118, che martedì ha deciso di inscenare una protesta per sensibilizzare le istituzioni che ormai il limite è superato. Il dato inquietante — scrive Simeu — «è che la perdita di professionisti ha ormai raggiunto i massimi livelli storici e oggi si è molto vicini a compromettere, in maniera decisiva, la qualità dell’assistenza offerta, peggiorando il livello di rischio clinico per la salute dei cittadini. Nella realtà dei fatti possiamo affermare che siamo di fronte alla concreta possibilità di un fallimento che si ripercuote su tutto il Sistema Sanitario Nazionale». Un duro atto d’accusa che inevitabilmente interroga il ministero competente, quello guidato da Roberto Speranza, ma a conti fatti tutto il governo considerando le risorse del Pnrr, il piano europeo di ripresa e resilienza, che al capitolo Sanità destinano una buona parte di fondi.
La carenza degli organici
I propositi di potenziamento del sistema sanitario li conosciamo. Vengono esplicitati ad ogni convegno. Però lo spaccato attuale segnala le carenze profonde di quella che potremmo chiamare una clamorosa perdita di appeal dei Pronto Soccorso da cui fuggono i professionisti della Sanità per i rischi che lavorarci comporta. Il disagio lavorativo dei professionisti viene confermato quasi ogni giorno dalla scelta dei molti che accelerano percorsi in uscita, prediligendo nuovi ambiti di lavoro e specialità o scivoli pensionistici. «Il ricambio generazionale non è più assicurato: la scarsa attrattiva che la disciplina ha sui giovani laureati è stata evidenziata da una Scuola di specialità che registra abbandoni, di anno in anno superiori, e borse di studio non assegnate», segnala Simeu.
Oggi si registra una carenza di circa 4.000 medici e 10.000 infermieri di Pronto Soccorso e 118. I concorsi vanno deserti in tutte le regioni italiane con contestuale abbandono dei professionisti. Il 50% circa delle Borse di Studio della Specialità di Emergenza Urgenza non sono state assegnate nell’anno accademico 2021/22, per disinteresse dei neolaureati. Simeu segnala il 18% di abbandoni di studenti nell’anno accademico 2020/21
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