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RC: l'attestato di rischio diventa digitale, quali vantaggi?

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    RC: l'attestato di rischio diventa digitale, quali vantaggi?

    Dopo la patente e il certificato assicurativo, anche l’attestato di rischio diventa digitale. Al di là “comodità” di avere il documento in formato elettronico, forse, potrebbe trattarsi di un primo passo verso unmercato assicurativo europeo unificato, se così fosse ci sarebbero ovvi vantaggi in termini di costi…​

    Attestato di rischio digitale


    Il 2025 prosegue nel segno della digitalizzazione dei documenti. Dopo la patente e i certificati assicurativi, arriva ora l’attestato di rischio digitale, che potrà essere consultato e condiviso direttamente dallo smartphone. In pratica, se ci si sposta in un altro Paese europeo, sarà possibile mostrare il proprio attestato in formato elettronico, con la stessa validità del documento cartaceo.
    Fino a ieri, l’attestato, che riassume la storia assicurativa dell’automobilista o del motociclista (cioè i sinistri, la classe di merito e l’andamento del premio), era disponibile solo in formato PDF scaricabile dal portale della propria compagnia. Oggi invece potrà essere integrato nel wallet digitale, accanto agli altri documenti personali, così da renderne più semplice la consultazione e il riconoscimento anche in caso di trasferimento della residenza all’estero, dove il documento avrà piena validità. Un passo in avanti che, oltre alla praticità, potrebbe forse aprire alla possibilità di creare un sistema assicurativo più trasparente e interoperabile in tutta l’Unione Europea. Maggiore concorrenza per le Compagnie?


    Forse (o, almeno, speriamo perchè sarebbe effettivamente l’unica vera utilità del processo) la digitalizzazione dell’attestato di rischio potrebbe un giorno dar vita ad un mercato unico dove ogni cittadino può stipulare una polizza RC con qualunque compagnia operativa in un paese membro, mantenendo la propria residenza. In prospettiva, questo significherebbe maggiore libertà di scelta e prezzi più competitivi, dato che le compagnie dovranno confrontarsi su scala europea e non più solo nazionale. Un mercato più aperto e trasparente che, almeno in teoria, potrebbe ridurre i costi medi delle polizze e rendere più equo il sistema.

    notizia da: insella.it
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