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    #1

    News-Lavoro

    Disfatta dei contratti a termine senza rinnovo altri 106mila | Repubblica | Miojob

    Marcegaglia: no al salario minimo. Ammortizzatori vanno mantenuti almeno per i prossimi due anni - Il Sole 24 ORE

    Fornero torna sulla riforma del lavoro: su contratti e Cig siamo pronti al confronto con i sindacati - Il Sole 24 ORE


    certo che ala Marcegaglia la proposta del salario minimo non piace.....cos? si scopre quanta gente guadagna una miseria.....e gli industriali dovrebbero sborsare molto molto di pi?....beh, cos? facendo aiuta proprio il sistema...
    no salario minimo, no a cancellazione contratti-fuffa....
    certo, prima devono pensare in quale altro modo potrebbero prendere per il culo la gente e sfrodare lo stato.

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    #2
    Bisogna mettersi in testa ceh fare impresa in Italia oggi conviene sempre di meno quindi bisogna ingenganrsi qualcosa per indurre le aziende ad assumere invece che chiudere e delocalizzare ove si pu? lavorare meglio che in Italia .

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      #3
      tu da imprenditore che proposte faresti lele? per capire il punto di vista di qualcuno che vive questa realt?..

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        #4
        non penso che il salario minimo sia chiss? quanto.....sar? pi? o meno come i contratti di formazione di antica memoria, 20 anni f? prendevo circa 1 milione di lirette....il salario minimo lo faranno di 7/800 euri non credo di pi?

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          #5
          jack, in francia e' previsto il salario minimo garantito, e lo prendi sia che lavori, sia che non lavori, e qualche anno fa era di 1.200 euro!!

          in germania, se sei disoccupato, non solo ti arriva un sussidio che e' piu' alto di tante pensioni italiane, ma lo stato ti paga bollette e affitto.

          la marcegaglia ha il terrore della fine degli ammortizzatori sociali, cosi' come tutta confindustria, per un motivo mooolto semplice: chi e' in cassa oggi, prende una percentuale sulla sua busta paga (dal 90% al 70% dello stipendio mi pare, a seconda del tipo di cassa e del tempo).
          chi prende soldi, spende soldi, compra beni, e magari riesce anche ad avere finanziamenti (piccoli... ma li fanno).
          chi non prende soldi, ovvero con la fine delle "cassa lunga", non spende, non compra piu' nulla, e le aziende i beni dove se li mettono?

          questo governicchio ha preso la via che ha sempre funzionato in italia, in altri tempi pero': alzo le tasse e poi vedo come tappare i buchi.

          oggi invece andrebbe defiscalizzato il piu' possibile, un dipendente non puo' essere piu' impegnativo di un matrimonio: non lo puoi licenziare, ti costa il doppio di quanto lo paghi, se per caso si fa male (non importa se e' colpa sua o meno) rischi la chiusura dell'azienda.
          ecco che tutte le aziende di produzione industriale sono fuori... qui son rimaste le sedi amministrative solo per poter mettere il bollino "made in italy" su prodotti che di italiano hanno solo il prezzo (ma non il costo).

          perche' devo pagare una fiat panda 10.000 euro sia che questa venga prodotta a pomigliano o in polonia?
          se mi vendi la polacca, il prezzo dev'essere piu' basso, perche' i costi per produrla sono 1/3 rispetto all'italia...

          ma ci sono tonnellate di altri esempi...

          tra l'altro vorrei sapere perche' devo pagare con le sigarette chi vuole andare in pensione anticipata... visto che e' uno dei punti di questo decreto.
          Last edited by Larsen_EE; 26-01-12, 08:58.

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            #6
            Originally posted by Larsen_EE View Post
            jack, in francia e' previsto il salario minimo garantito, e lo prendi sia che lavori, sia che non lavori, e qualche anno fa era di 1.200 euro!!

            in germania, se sei disoccupato, non solo ti arriva un sussidio che e' piu' alto di tante pensioni italiane, ma lo stato ti paga bollette e affitto.

            la marcegaglia ha il terrore della fine degli ammortizzatori sociali, cosi' come tutta confindustria, per un motivo mooolto semplice: chi e' in cassa oggi, prende una percentuale sulla sua busta paga (dal 90% al 70% dello stipendio mi pare, a seconda del tipo di cassa e del tempo).
            chi prende soldi, spende soldi, compra beni, e magari riesce anche ad avere finanziamenti (piccoli... ma li fanno).
            chi non prende soldi, ovvero con la fine delle "cassa lunga", non spende, non compra piu' nulla, e le aziende i beni dove se li mettono?

            questo governicchio ha preso la via che ha sempre funzionato in italia, in altri tempi pero': alzo le tasse e poi vedo come tappare i buchi.

            oggi invece andrebbe defiscalizzato il piu' possibile, un dipendente non puo' essere piu' impegnativo di un matrimonio: non lo puoi licenziare, ti costa il doppio di quanto lo paghi, se per caso si fa male (non importa se e' colpa sua o meno) rischi la chiusura dell'azienda.
            ecco che tutte le aziende di produzione industriale sono fuori... qui son rimaste le sedi amministrative solo per poter mettere il bollino "made in italy" su prodotti che di italiano hanno solo il prezzo (ma non il costo).

            perche' devo pagare una fiat panda 10.000 euro sia che questa venga prodotta a pomigliano o in polonia?
            se mi vendi la polacca, il prezzo dev'essere piu' basso, perche' i costi per produrla sono 1/3 rispetto all'italia...

            ma ci sono tonnellate di altri esempi...

            tra l'altro vorrei sapere perche' devo pagare con le sigarette chi vuole andare in pensione anticipata... visto che e' uno dei punti di questo decreto.
            Non lo dire a nessuno che negli altri paesi pagando meno tasse di noi hanno servizi migliori che poi ti dicono che sei un antiitaliano, un non patriota, un anarchico, un comunista e un terrosista nonch? studentello che non ha voglia di fare una mazza se non rompere i quaiones

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              #7
              Non credo che possiamo permetterci il salario minimo e ritengo accettabile una soluzione basata su un sussidio di disoccupazione erogato per il tempo, che deve essere il pi? breve possibile, necessario al ricollocamento.

              Ricollocamento che deve diventare un interesse comune dello Stato e del lavoratore perseguito investendo in formazione e riqualificazione.

              In Italia, negli ultimi dieci anni, si ? fatto pagare ai lavoratori la mancanza di competitivit? del sistema Italia, facendo dumping sociale con tutte le forme contrattuali previste dall'ordinamento vigente, col risultato di impoverire una grandissima parte di cittadini e di impedire loro di pianificare il proprio futuro.

              La confindustria ha chiaramente tutto l'interesse a mantenere bassi i salari ed alto il livello di precariato perch? costa poco ai suoi associati.
              L'interesse del Paese, mi sembra invece diverso perch? senza dare una prospettiva di medio lungo termine a chi lavora i consumi non ripartono e senza di essi la crescita rimane una chimera.
              Lo stesso vale per il potere di acquisto che ? in picchiata da anni.

              Si deve far pagare alle imprese il lavoro precario ben pi? di quello stabile, evitare il ricorso a forme di lavoro precario per mansioni di basso livello, che tipicamente, al netto dei lavori stagionali, non richiedono consulenze per dei lustri.

              Chiaramente spostare i costi dai lavoratori alle imprese ? altrettanto miope e quindi si deve trovare un equilibrio per ridurli e ridistribuire quelli che comunque si devono sostenere.
              Lo Stato si deve far carico di tagliarli riducendo il carico fiscale, e qualcosa l'hanno gi? fatto, per? ci risiamo, senza le risorse i margini di manovra sono ristretti.
              A 'sto giro tocca alle imprese rinunciare a qualcosa (l'attuale enorme flessibilit?) in cambio di un incremento della produzione favorito, nel medio periodo, dall'aumento della domanda interna, e di sgravi per gli investimenti ed i nuovi assunti.

              Sono anni che ci si gira intorno, speriamo che finalmente si riesca a riequilibrare il sistema.

              In Germania, il lavoro costa ben pi? che in Italia, le aziende non si sognano neanche il livello di flessibilit? contrattuale che c'? in Italia, eppure le imprese tedesche producono, crescono, investono, creando profitti e posti di lavoro.
              A dimostrazione che non ? impossibile.

              Nell'Italia di oggi licenziare ? un problema che non si pone, per una buona parte dei lavoratori, i quali possono essere lasciati a casa in ogni momento.

              Gli altri sono maggiormente tutelati ma secondo me, non ? affatto corretto dire che non possono essere licenziati, basta provare che ci siano delle valide ragioni per farlo, il che mi sembra ragionevole oltre che comune in buona parte d'Europa.

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