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Ecco come stiam messi...

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    #46
    non mi hai del tutto convinto...
    ritorno sempre alla teoricit? dei discorsi... che prendendola cos?, asetticamente, potrebbe far pensare che anche il ragionamento di monti et c. sia giusto...

    io ribatto sullo stesso concetto: non puoi pretendere che lo stato spenda dei soldi che ha prelevato ai cittadini per poi ridistrubuirli e parlare di rilancio dell'economia: ? in parte quello che vuol fare monti ovvero accantonare tesoretto (nel suo caso no perch? il tesoretto delle maggiori entrate lo ha gi? speso e sappiamo come ) per poi ridistribuirlo! lo puoi fare in momenti di benessere ma mai in momenti di crisi come questo.

    teoricamente ? vero che il benessere di una nazione si basa ANCHE sulle spese che lo stato fa... ma queste non devono pesare (come negli ultimi anni a causa del fatto che non possiamo stampare moneta ma prenderla a prestito) selle tasche di chi poi in ultima analisi ne va a beneficiare: ? come il cane che si morde la coda! parafrasando tutti il ragionamento allora in un economia ideale si troverebbe al centro di tutto uno stato che incassa e redistribuisce tutto come stipendi (lavoratori pubblici) e come compense (imprese private che lavorano per il pubblico) e stop! in questo modo si rigira sempre la stessa minestra e via...
    globalmente ? tutto molto pi? difficile: gli scambi commerciali non sono mai gli stessi negli anni, le economie emergenti cambiano decennio dopo decennio e chi prima comprava da noi oggi magari vende e ci vende per? l'aspetto carente del nostro stato da questo punto di vista ? stato NON salvaguardare le nostre industrie e permettere 1) la delocalizzazione come panacea ad imprese marce e stanche 2) non salvaguardare i nostri prodotti 3) permettere l'entrata di cani e porci e poi pianger miseria adesso perch? le nostre aziende non son competitive...

    io riparto dal concetto che uno stato ? competitivo se ha un apparato industriale efficente che genera profitti, lavoro, produzione. la nostra specializzazione il nostro comparto produttivo. le nostre imprese sono da sempre state piccole/medio imprese se non artigianato: ecco proprio quelle colpite e non aiutate... puntando tutto su grossi gruppi che una volta non realizzato l'utile previsto chiudono baracca e burattini e si spostano da altre parti! lo stato deve valorizzare le industrie nazionali che producono per il mercato interno (sostenuto non dallo stato ma dal benessere generato dal fatto che c'? lavoro, ci sono guadagni ci sono soldi) ma sopratutto per il mercato estero rendendo competitivo il prodotto interno tramite svalutazione della moneta, tramite contributi statali, tramite convenzioni con stati alleati, tramite joint-venture con stati emergenti ecc..
    questo non ? stato fatto ma ? stato fatto solo assistenzialismo e paraculismo spendendo risorse in modo sbagliato negli anni, depauperando di fatto il nostro assetto produttivo (era quello che auspicava il mortadella che diceva si entra in europa e ci trasformeremo tutti in aziende di servizi.... si di callcenter!!! ) tassando in modo inverosimile il privato senza di contro rendere servizi adeguati... di fatto indebitandosi senza poi generare un assetto economico adeguato: perch? si ? giusto indebitarsi ma per costruire qualcosa! come se uno prende un mutuo e poi invece di comprare casa se lo sputtana al videopoker... questo ha fatto l'itaglietta degli ultimi 30 anni!
    poi ha contribuito a ci? come detto l'entrata nell'euro, che, sventura assoluta, ha dato il colpo di grazia alle nostre imprese.
    l'italia ha sempre avuto dalla sua il made in italy, le idee, la collocazione geografica invidiabile, le risorse storiche, la conoscenza, il riconoscimento estero per il suo patrimonio... beh tra un p? nemmeno questo avremo e voglio vedere con che cosa ci metteremo sul mercato mondiale

    qui entrano in ballo le ideologie economiche che prevedono questo e quello ma si va ben oltre a quello che pu? essere l'aspetto economico di un paese come l'italia, sul fatto che lo stato debba intervenire e massicciamente anche per far girare l'economia, sul fatto che lo stato di fatto debba, secondo me ma a quanto vedo non solo, essere il potere decisionale assoluto sull'emissione di nuova moneta o meno in base ai debito contratti e alle valute dei debiti contratti (e qui sta l'errore di fondo con il raffronto dei debiti usa: loro hanno debiti in dollari e stampano dollari e se ne infischiano della svalutazione... tu se hai debiti in euro e stampi l'euro sei nella stessa situazione ma se hai debiti in dollari e stampi l'euro svalutandolo non risolvi in pratica niente a livello di debiti rilanciando magari la competitivit? dei propri prodotti e quindi l'economia ma non risolvendo quello del debito)
    insomma il discorso diventa molto complicato (non per nulla chi se ne occupa a volte viene insignito del premio nobel ) e con molte sfaccettature
    fatto sta che non si pu? dire solo che lo stato deve spendere (nel bene e nel male) per far girare l'economia: lo stato deve spendere bene e operare le sue scelte a volte a breve e a volte a lungo termine, a volte lacrime e sangue altre volte meno... ma sempre PER IL BENE della propria popolazione: ecco su questo punto lo stato italiano ? moooooolto carente e andrebbe profondamente riformato tenendo in considerazione anche gli altri aspetti che ripeto hanno contribuito alla debacle

    si fa per parlare perch? ricette sicure non ce ne sono da nessuna parte purtroppo...

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      #47
      Originally posted by bennymax View Post
      si fa per parlare perch? ricette sicure non ce ne sono da nessuna parte purtroppo...
      Ti sbagli, tassare il risparmio ed i consumi senza fare altro ? la ricetta sicura per il fallimento.

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        #48
        Originally posted by MiKiFF View Post
        Ti sbagli, tassare il risparmio ed i consumi senza fare altro ? la ricetta sicura per il fallimento.

        beh su questo concordo.. ma ancora non siamo falliti (ci rido su per non piangere )

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          #49
          questa ? l'ultima perla ...

          Redditometro, compri Btp? Allora devi dimostrare come hai risparmiato in 4 anni - Corriere.it

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            #50
            Originally posted by bennymax View Post
            non mi hai del tutto convinto...
            ritorno sempre alla teoricit? dei discorsi... che prendendola cos?, asetticamente, potrebbe far pensare che anche il ragionamento di monti et c. sia giusto...

            io ribatto sullo stesso concetto: non puoi pretendere che lo stato spenda dei soldi che ha prelevato ai cittadini per poi ridistrubuirli e parlare di rilancio dell'economia: ? in parte quello che vuol fare monti ovvero accantonare tesoretto (nel suo caso no perch? il tesoretto delle maggiori entrate lo ha gi? speso e sappiamo come ) per poi ridistribuirlo! lo puoi fare in momenti di benessere ma mai in momenti di crisi come questo.

            E' l'esatto opposto! E' proprio nei periodi di recessione dove gli scambi orizzontali sono mal redidistribuiti che serve un'iniezione di domanda dall'estero o dallo stato visto che il privato ? ingessato! Si chiama azione anticiclica cio? agisci in senso opposto alla tendenza del mercato interno. Diversamente agire in senso prociclico come ha fatto il governo monti ? deleterio.

            teoricamente ? vero che il benessere di una nazione si basa ANCHE sulle spese che lo stato fa... ma queste non devono pesare (come negli ultimi anni a causa del fatto che non possiamo stampare moneta ma prenderla a prestito) selle tasche di chi poi in ultima analisi ne va a beneficiare: ? come il cane che si morde la coda! parafrasando tutti il ragionamento allora in un economia ideale si troverebbe al centro di tutto uno stato che incassa e redistribuisce tutto come stipendi (lavoratori pubblici) e come compense (imprese private che lavorano per il pubblico) e stop! in questo modo si rigira sempre la stessa minestra e via...
            globalmente ? tutto molto pi? difficile: gli scambi commerciali non sono mai gli stessi negli anni, le economie emergenti cambiano decennio dopo decennio e chi prima comprava da noi oggi magari vende e ci vende per? l'aspetto carente del nostro stato da questo punto di vista ? stato NON salvaguardare le nostre industrie e permettere 1) la delocalizzazione come panacea ad imprese marce e stanche 2) non salvaguardare i nostri prodotti 3) permettere l'entrata di cani e porci e poi pianger miseria adesso perch? le nostre aziende non son competitive...

            Sicuramente il coordinamento con il mercato estero ? necessario, ma ripeto non si pu? basare la crescita impoverendo costantemente l'estero perch? non dura. Lo stato cio? il paese deve crescere con le sue risorse se cerca equilibrio, deve garantire la possibilit? alla classe operaia di vivere, agli imprenditori di creare un capitale incentivando gli investimenti nel territorio anzich? tassare il tutto rispettando l'ambiente



            io riparto dal concetto che uno stato ? competitivo se ha un apparato industriale efficente che genera profitti, lavoro, produzione. la nostra specializzazione il nostro comparto produttivo. le nostre imprese sono da sempre state piccole/medio imprese se non artigianato: ecco proprio quelle colpite e non aiutate... puntando tutto su grossi gruppi che una volta non realizzato l'utile previsto chiudono baracca e burattini e si spostano da altre parti! lo stato deve valorizzare le industrie nazionali che producono per il mercato interno (sostenuto non dallo stato ma dal benessere generato dal fatto che c'? lavoro, ci sono guadagni ci sono soldi) ma sopratutto per il mercato estero rendendo competitivo il prodotto interno tramite svalutazione della moneta, tramite contributi statali, tramite convenzioni con stati alleati, tramite joint-venture con stati emergenti ecc..
            questo non ? stato fatto ma ? stato fatto solo assistenzialismo e paraculismo spendendo risorse in modo sbagliato negli anni, depauperando di fatto il nostro assetto produttivo (era quello che auspicava il mortadella che diceva si entra in europa e ci trasformeremo tutti in aziende di servizi.... si di callcenter!!! ) tassando in modo inverosimile il privato senza di contro rendere servizi adeguati... di fatto indebitandosi senza poi generare un assetto economico adeguato: perch? si ? giusto indebitarsi ma per costruire qualcosa! come se uno prende un mutuo e poi invece di comprare casa se lo sputtana al videopoker... questo ha fatto l'itaglietta degli ultimi 30 anni!
            poi ha contribuito a ci? come detto l'entrata nell'euro, che, sventura assoluta, ha dato il colpo di grazia alle nostre imprese.
            l'italia ha sempre avuto dalla sua il made in italy, le idee, la collocazione geografica invidiabile, le risorse storiche, la conoscenza, il riconoscimento estero per il suo patrimonio... beh tra un p? nemmeno questo avremo e voglio vedere con che cosa ci metteremo sul mercato mondiale

            La svalutazione non bisogna auspicarla, ? solo uno strumento per riallineare la competitivit? senza che l'aggiustamento si scarichi sul salario.

            Per il resto sono grossomodo d'accordo


            qui entrano in ballo le ideologie economiche che prevedono questo e quello ma si va ben oltre a quello che pu? essere l'aspetto economico di un paese come l'italia, sul fatto che lo stato debba intervenire e massicciamente anche per far girare l'economia, sul fatto che lo stato di fatto debba, secondo me ma a quanto vedo non solo, essere il potere decisionale assoluto sull'emissione di nuova moneta o meno in base ai debito contratti e alle valute dei debiti contratti (e qui sta l'errore di fondo con il raffronto dei debiti usa: loro hanno debiti in dollari e stampano dollari e se ne infischiano della svalutazione... tu se hai debiti in euro e stampi l'euro sei nella stessa situazione ma se hai debiti in dollari e stampi l'euro svalutandolo non risolvi in pratica niente a livello di debiti rilanciando magari la competitivit? dei propri prodotti e quindi l'economia ma non risolvendo quello del debito)
            insomma il discorso diventa molto complicato (non per nulla chi se ne occupa a volte viene insignito del premio nobel ) e con molte sfaccettature
            fatto sta che non si pu? dire solo che lo stato deve spendere (nel bene e nel male) per far girare l'economia: lo stato deve spendere bene e operare le sue scelte a volte a breve e a volte a lungo termine, a volte lacrime e sangue altre volte meno... ma sempre PER IL BENE della propria popolazione: ecco su questo punto lo stato italiano ? moooooolto carente e andrebbe profondamente riformato tenendo in considerazione anche gli altri aspetti che ripeto hanno contribuito alla debacle

            si fa per parlare perch? ricette sicure non ce ne sono da nessuna parte purtroppo...
            E invece ci sono!

            Cmq. spetta, non complichiamo le cose

            Se tu stampi per pagare i prodotti importati automaticamente la tua valuta perde potere d'acquisto verso l'estero

            Se tu stampi per finanziare l'economia interna la moneta non perde potere d'acquisto verso l'estero

            Non si stampa moneta in base al debito, lo si fa in base a cosa e a quanto vuoi finanziare

            Poi il discorso debito in dollari o in euro, ma scusa, Francia e Germania hanno ridotto del 50% del loro portafogli di titoli italiani nell'ultimo anno grazie agli LTRO che problema c'? stato?? cosa si ? svalutato??

            Niente, grazie all'euro che non ha fatto rivalutare i paesi creditori non determinando la svalutazione del paese debitore.

            Se poi parliamo di dollari il fatto che rientriamo sul debito estero pagando in euro non causa il deprezzamento della nostra valuta perch? ? compensato dalle esportazioni della zona ?, ovviamente c'? una lieve flessione al ribasso inizialmente ma l'appetibilit? di un bene che costa meno attrae l'acquisto dall'esterno riportando su il cambio.
            Ma proprio perch? l'eurozona ? disomogenea e manca un bilancio automatico di compensazione gli squilibri si aggravano sempre pi?!

            Con una nuova moneta nazionale cosa faremmo??

            Monetizzeremo il debito a scadenza riducendo lo stock e la spesa per interessi.
            Non so quanto fattibile potrebbe essere ridurre o azzerare le posizioni con l'estero perch? dipende da accordi in essere, di certo i paesi partner dovrebbero adottare la nostra stessa politica di cooperazione e stabilit? di qualsiasi mercato (azionario, agricolo, meccanica) e contemporaneamente fissare un basso tasso di interesse basso (politica monetaria espansiva) per scoraggiare gli investitori e creare crediti di banca centrale nazionale dei titoli invenduti. Cio? come accadeva fin prima dell'81...


            Sono le forzature o gli shock che provocano forti svalutazioni o rivalutazioni ma generalmente i cambi fluttano per mantenere la stabilit? degli scambi.


            Cmq se vuoi leggere un p?:

            E dopo che si fa?
            Proviamo allora a unire i puntini.

            Questa crisi richiede un deciso cambio di paradigma, che ? fuori dalla portata di chi si ostina a difendere l?esistente, per difetto etico (collusione col potere, incapacit? di ammettere un errore), o politico (incapacit? di immaginare un cambio di rotta senza sopportare enormi costi in termini elettorali). Il nuovo paradigma, evidentemente, deve muovere dal superamento degli errori del vecchio, e da una percezione chiara, e articolata per priorit?, dei problemi che abbiamo di fronte. Problemi, giova ricordarlo, che quando non sono stati creati, non sono stati nemmeno risolti dall?entrata nell?euro. Problemi, va anche detto, che non sono tutti alla nostra portata, n? come singoli, n? come collettivit? nazionale. Tuttavia se prima non si acquisisce una consapevolezza, ? impossibile proporre un?azione politica tale da coinvolgere altri soggetti (siano essi il vicino di casa, o altre nazioni europee). L?agenda di quello che si pu? fare parte anche da una visione costruttiva, e non scaltramente distruttiva, di quello che non si pu? fare, o non da soli, o non adesso.

            Il quadro sopra delineato chiarisce che l?uscita dall?euro, di per s?, non risolverebbe tutti i problemi. Ma questo nessuno potrebbe pensarlo, nessuno l?ha mai n? creduto n? detto n? in Italia n? altrove. Le analisi dei possibili percorsi di uscita dall?euro abbondano e sono facilmente consultabili su Internet. Da inventare c?? veramente poco, e nessuna fra le analisi proposte, che esamineremo in dettaglio, considera l?uscita dall?euro come risolutiva. Chi sostiene il contrario ? disinformato o in cattiva fede.

            Se abbiamo unito bene i puntini, l?agenda mi sembra sia evidente: bisogna smontare pezzo per pezzo le istituzioni partorite dai paradigmi fallimentari che hanno messo in crisi la nostra economia e soprattutto la nostra democrazia, seguendo quattro linee guida:

            1) Uscire dall?euro, come affermazione di sovranit? e di democrazia, riprendendo il controllo della politica valutaria.

            2) Ristabilire il principio che la Banca centrale ? uno strumento del potere esecutivo, e non un potere indipendente all?interno dello Stato.

            3) Riprendere il pieno controllo della politica fiscale, non pi? costretta ad agire in funzione prociclica (cio? a rispondere alle crisi con tagli).

            4) Adottare, nella misura consentita dagli atteggiamenti dei partner commerciali, e propugnare nelle sedi istituzionali, una politica di scambi con l?estero basata sul principio che squilibri persistenti della bilancia dei pagamenti, quale ne sia il segno, cio? siano essi surplus o deficit, devono essere simmetricamente combattuti, secondo il principio che abbiamo definito dell?External Compact.

            Queste quattro linee guida hanno una serie d?implicazioni. Precisiamo subito le pi? importanti.

            Riprendere il controllo della politica valutaria significa, in primo luogo, lasciare che il tasso di cambio nominale torni a un valore pi? allineato con i fondamentali dell?economia. Per l?Italia, oggi, ci? implica una svalutazione non catastrofica, di un ordine di grandezza verosimilmente inferiore a quello sperimentato dalla lira dopo la crisi del 1992, o dall?euro nei primi due anni della sua introduzione. In nessuno di questi due precedenti storici l?Italia ? stata devastata dall?iperinflazione. Discuteremo fra breve, razionalmente, quale sarebbe l?impatto di questo provvedimento sul nostro tenore di vita. Ma riprendere il controllo della politica valutaria significa anche rientrare in possesso di uno strumento che consenta di difendersi da shock esterni, siano essi determinati da crisi economiche, siano essi il risultato di politiche deliberate di aggressione commerciale (nelle pagine precedenti abbiamo visto esempi dell?uno e dell?altro caso).

            Riprendere il controllo della politica monetaria significa:

            1) Rifiutare il dogma dell?indipendenza della Banca centrale, e quindi l?art. 104 del Trattato di Maastricht, il quale al primo comma recita:

            ? vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle Banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate ?Banche centrali nazionali?), a istituzioni o organi della Comunit?, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, cos? come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle Banche centrali nazionali.

            Se ci? comporti un?uscita dall?Unione, o solo una sospensione dell?applicazione del Trattato, ? materia controversa, la cui soluzione dipende comunque dall?atteggiamento delle controparti europee (ne parleremo pi? avanti). Certo, alla luce di quanto abbiamo detto finora, l?Italia, se intende difendere i valori fondanti della propria Costituzione, non pu? pi? permettersi di aderire a un progetto d?integrazione continentale fondato sul principio antidemocratico della costituzione di un ?quarto potere? monetario indipendente. L?insofferenza crescente nelle sedi internazionali verso questo principio e verso l?ideologia ad esso sottostante potrebbero consigliare atteggiamenti interlocutori alle controparti europee.

            2) Rivedere la riforma bancaria del 1994, ripensando il concetto di banca ?universale? o ?mista?, di derivazione tedesca, da essa introdotto, e ristabilendo la separazione delle funzioni fra banca commerciale e banca d?affari, sancita in Italia dalla legge bancaria del 1936. Quest?ultima si ispirava al Glass-Steagall Act del 1933, che aveva riformato il sistema bancario statunitense smantellando i meccanismi che avevano fomentato la speculazione borsistica prima della crisi del 1929. Oggi numerosi commentatori (ad esempio, Stiglitz, 2012) attribuiscono all?abrogazione del Glass-Stegall Act una responsabilit? diretta nella crisi finanziaria statunitense, e nei paesi anglosassoni ? animato il dibattito sul cosiddetto ring fencing (separazione delle funzioni)[1].

            3) Reintrodurre il ?vincolo di portafoglio?, cio? l?obbligo per le banche di acquistare titoli di Stato fino a una certa quota del proprio attivo. Questa norma, introdotta nel 1973, aveva lo scopo di contenere il costo del debito pubblico, favorendone il collocamento. Essa venne abrogata nel 1983, ?anche grazie all?incessante pressione di Mario Monti? (Zingales, 2012). Andreatta (1991) ricorda che il progetto complessivo di ?divorzio? prevedeva la ?costituzione di un consorzio di collocamento tra banche commerciali?, ma che ?i tempi non erano maturi per affrontare questi aspetti e la Banca d?Italia prefer? procedere solo sul nuovo regolamento della sua presenza nelle aste?. Prevalse insomma la ?linea Monti?, che, come sempre, aveva motivazioni ideali ?alte? (favorire l?efficienza allocativa del mercato), e conseguenze politiche pi? spicciole (orientare il conflitto distributivo). Vedremo che la reintroduzione di un simile vincolo viene data per scontata da tutte le proposte pi? sensate di smantellamento dell?euro, sia che provengano da economisti di sinistra come Sapir (2011b), sia da economisti espressione della comunit? finanziaria come Bootle (2012).

            Riprendere il controllo della politica fiscale significa evidentemente ripudiare gli obiettivi di pareggio di bilancio e di rientro coattivo del debito verso soglie prive di particolare valore economico, come quelle stabilite dal Fiscal Compact. Ci? posto, la politica fiscale dovrebbe:

            1) Nel breve periodo, stimolare l?economia attraverso una politica di piccole opere volte:
            a. alla riqualificazione del patrimonio pubblico (edilizia scolastica, patrimonio artistico e archeologico, ecc.);
            b. alla messa in sicurezza del territorio (viabilit? locale, monitoraggio e gestione del rischio idrogeologico, ecc.);
            c. all?integrazione e riqualificazione degli organici della pubblica amministrazione, stabilizzando le posizioni precarie, normalizzando i percorsi di carriera e le procedure di reclutamento.

            Queste misure devono avere come obiettivo complementare quello di rilanciare l?occupazione, riportando rapidamente il tasso di disoccupazione sotto al 6%, e riattivando il tessuto economico del paese, tramite la valorizzazione del tessuto delle piccole e medie imprese.

            2) Nel medio-lungo periodo, finanziare e gestire misure che favoriscano la crescita sostenibile e la competitivit? del paese, da orientare secondo i seguenti assi prioritari:
            a. Definire le linee di un piano energetico nazionale che affronti il tema del contenimento degli sprechi e dell?incentivazione delle energie rinnovabili, adeguando il paese alle best practices europee, con l?obiettivo minimo di rispettare l?obiettivo definito dalla strategia europea 20-20-20 (Parlamento Europeo, 2008), rispetto alla quale l?Italia si trova in ritardo (Deutsche Bank, 2012), e l?obiettivo strategico di ridurre la dipendenza da fonti fossili, che vincola la crescita del paese.
            b. Adeguare, anche in questa ottica, gli investimenti in istruzione e ricerca al livello dei partner europei, portando la spesa in ricerca e sviluppo dall?1% al 2% del Pil, riaffermando il ruolo chiave dello Stato nell?incentivazione e nella tutela della ricerca fondamentale.
            c. Recuperare il digital divide (ritardo nell?uso delle tecnologie digitali) che separa l?Italia dagli altri paesi industrializzati e ne penalizza la crescita, adeguando il paese ai requisiti dell?Agenda Digitale Europea (Unione Europea, 2012c; Messora, 2011).
            d. Adeguare la dotazione infrastrutturale del paese, con particolare riguardo alle reti di trasporto locale.
            e. Promuovere una riforma strutturale della Pubblica Amministrazione volta all?abbattimento dei costi della politica e della corruzione, incidendo in particolare sulla disciplina delle societ? a partecipazione pubblica (disciplina delle nomine, ripristino dei controlli di legittimit? sugli atti, ecc.), e su quella delle autonomie locali attuata con la riforma del Titolo V della Costituzione (Barra Caracciolo, 2011).

            Certo, immagino le perplessit?: queste sono solo affermazioni di principio, ma poi, le difficolt? pratiche, le ritorsioni degli altri paesi, l?Italia ? piccola, la liretta, il mutuo di casa, l?iperinflazione... Giusto! Si tratta, in effetti, di affermazioni di principio, che devono essere precisate nel contenuto (ma questo ? un compito politico, e questo non ? un programma elettorale), e, soprattutto, che lasciano indietro due ordini di problemi: come gestire in pratica l?uscita (cosa succede al mutuo, ecc.), e come guidare il paese nella fase di transizione (come contenere l?inflazione, come comportarsi rispetto ai partner europei, ecc.). Ne parleremo, promesso. Prima, per?, sgombriamo il campo da equivoci pericolosi.

            (ndC: e il resto lo trovate nel libro tutto insieme, e ne parliamo, o ne abbiamo parlato qui, un pezzo alla volta)

            Goofynomics: L'"agenda Bagnai" e la maldicenza e mediocrit? molto tenaci

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              #51
              ma lo hai scritto te o lo hai copiato?
              letto... deve essere ancora assimilato e masticato... problematiche economico/politiche come quelle che hai evidenziato non sono di semplice impatto sopratutto per chi oramai vive di "rendita" e non segue l'argomento giornalmente come me!
              comunque per ribadire: non auspico nessuna svalutazione anzi... ma sono profondamente convinto che all'italia serva "purtroppo" un p? un'amara medicina che ogni tanto dobbiamo mandar gi? se vogliamo stare a cavallo (detto tra me e te nel 1992 a me l'inflazione gioc? un brutto scherzo maledetta lei e i crucchi: avevo fatto il contratto per la macchina dei miei sogni una golf GTI che pluriaccessoriata mi sarebbe costata la bellezza di 25 milioni delle vecchie lire... ritardi di consegne e crisi economiche del periodo successe che la mia macchina non arrivava e ogni tanto partiva la svalutazione della lira. fatto sta che dopo 10 mesi arriva la mia macchina "lanovelladellostento" al prezzo di lire 31milioni e spiccioli! ero giovane e sprovveduto e per di pi? troppo cocciuto che nonostante l'incazzamento vedeva finalmente l'auto dei sogni davanti a se e che decise di prenderla lo stesso ma non potrai mai capire quanti vaffa tiravo alla svalutazione ogni volta che veniva annunciata )

              detto questo: fosse stato per me nell'euro non ci saremmo nemmeno entrati (in quello speudoreferendum io votai contro) sono sempre stato euroscettico e molto campanilista come vedute. non ho mai creduto nel progetto europa cos? come era stato prospettato tantomeno poi con l'allargamento successivo alle altre nazioni... considero e auspico come te l'uscita dalla moneta unica e il ritorno alla centralit? della banca d'italia come un vantaggio alla lunga (nel breve periodo sono lacrime e sangue ma tanto ce le fanno versare lo stesso) cos? come i considero i vincoli europei una sorta di cappio al collo: vorrei fare i conti e vedere ad oggi i vantaggi e gli svantaggi economici in ambito cee ovvero tutti i contributi europei erogati in raffronto alle rinunce di fatto e alle tasse di fatto pagate all'europa per quantificarne il guadagno! secondo me ? in rosso ma vado a naso non ho nessun dato certo: mi piacerebbe che i nostri luminari ci illustrassero... ma ? troppo difficile non sanno nemmeno fare i conti di bilancio. ogni volta son numeri diversi e non si mettono mai d'accordo! sicuramente prodi e co direbbero che ci abbiamo guadagnato mentre maroni e la lega direbbero che ? stata una rimessa!

              ma io dico... ma chi ce lo ha fatto fare di mischiarci con gli europei? cazz c'entriamo noi con i francesi e i tedeschi? abbiam sempre fatto guerra contro e ora vogliamo far l'europa unita

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                #52
                Originally posted by bennymax View Post
                ma lo hai scritto te o lo hai copiato?
                letto... deve essere ancora assimilato e masticato... problematiche economico/politiche come quelle che hai evidenziato non sono di semplice impatto sopratutto per chi oramai vive di "rendita" e non segue l'argomento giornalmente come me!
                comunque per ribadire: non auspico nessuna svalutazione anzi... ma sono profondamente convinto che all'italia serva "purtroppo" un p? un'amara medicina che ogni tanto dobbiamo mandar gi? se vogliamo stare a cavallo (detto tra me e te nel 1992 a me l'inflazione gioc? un brutto scherzo maledetta lei e i crucchi: avevo fatto il contratto per la macchina dei miei sogni una golf GTI che pluriaccessoriata mi sarebbe costata la bellezza di 25 milioni delle vecchie lire... ritardi di consegne e crisi economiche del periodo successe che la mia macchina non arrivava e ogni tanto partiva la svalutazione della lira. fatto sta che dopo 10 mesi arriva la mia macchina "lanovelladellostento" al prezzo di lire 31milioni e spiccioli! ero giovane e sprovveduto e per di pi? troppo cocciuto che nonostante l'incazzamento vedeva finalmente l'auto dei sogni davanti a se e che decise di prenderla lo stesso ma non potrai mai capire quanti vaffa tiravo alla svalutazione ogni volta che veniva annunciata )

                detto questo: fosse stato per me nell'euro non ci saremmo nemmeno entrati (in quello speudoreferendum io votai contro) sono sempre stato euroscettico e molto campanilista come vedute. non ho mai creduto nel progetto europa cos? come era stato prospettato tantomeno poi con l'allargamento successivo alle altre nazioni... considero e auspico come te l'uscita dalla moneta unica e il ritorno alla centralit? della banca d'italia come un vantaggio alla lunga (nel breve periodo sono lacrime e sangue ma tanto ce le fanno versare lo stesso) cos? come i considero i vincoli europei una sorta di cappio al collo: vorrei fare i conti e vedere ad oggi i vantaggi e gli svantaggi economici in ambito cee ovvero tutti i contributi europei erogati in raffronto alle rinunce di fatto e alle tasse di fatto pagate all'europa per quantificarne il guadagno! secondo me ? in rosso ma vado a naso non ho nessun dato certo: mi piacerebbe che i nostri luminari ci illustrassero... ma ? troppo difficile non sanno nemmeno fare i conti di bilancio. ogni volta son numeri diversi e non si mettono mai d'accordo! sicuramente prodi e co direbbero che ci abbiamo guadagnato mentre maroni e la lega direbbero che ? stata una rimessa!

                ma io dico... ma chi ce lo ha fatto fare di mischiarci con gli europei? cazz c'entriamo noi con i francesi e i tedeschi? abbiam sempre fatto guerra contro e ora vogliamo far l'europa unita

                da se vuoi leggere un p? ho copiato ed incollato.

                Se vuoi capire meglio cerca sul tubo Alberto Bagnai Ce lo chiede l'Europa
                che forse con il video ? pi? facile capire, poi nel blog puoi approfondire.

                Come hai visto la svalutazione rende meno appetibili i prodotti esteri e pi? convenienti i nostri per l'estero, non ? stata l'inflazione a fregarti perch? la uno costava sempre quello ? stata la rivalutazione del marco che t'ha fregato!

                Cmq capire l'economia ? pi? facile di quel che sembra, il principio fondamentale ? quello del mercato ovvero l'interazione tra domanda ed offerta.
                Siamo noi che non conoscendola tendiamo a complicarla.

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                  #53
                  Originally posted by x-erre View Post
                  da se vuoi leggere un p? ho copiato ed incollato.

                  Se vuoi capire meglio cerca sul tubo Alberto Bagnai Ce lo chiede l'Europa
                  che forse con il video ? pi? facile capire, poi nel blog puoi approfondire.

                  Come hai visto la svalutazione rende meno appetibili i prodotti esteri e pi? convenienti i nostri per l'estero, non ? stata l'inflazione a fregarti perch? la uno costava sempre quello ? stata la rivalutazione del marco che t'ha fregato!
                  (1)

                  Cmq capire l'economia ? pi? facile di quel che sembra, il principio fondamentale ? quello del mercato ovvero l'interazione tra domanda ed offerta.
                  Siamo noi che non conoscendola tendiamo a complicarla.
                  (2)
                  (1) e qui ti sbagli perch? fu la svalutazione della lira in quel momento non solo nei confronti del marco (che pi? si apprezz? comunque) per decisione dei governi di allora
                  si se compravo la uno era meglio va... per lo meno non davo i soldi ai cruccoladri no sbagliato: ho contribuito nel mio piccolo a mantenere appetibili quei prodotti che gli italiani vendevano all'estero

                  (2) e ti risbagli perch? OGGI le valute fluttuano non solo in base alla domanda e offerta ma in base a quello che il FMI vole ottenere e in base ad un gran numero di speculatori che possono stravolgere i mercati in men che non si dica ... magari fosse solo la domanda e l'offerta

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                    #54

                    veramente mi conviene portare tutto in Austria

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                      #55
                      Originally posted by bennymax View Post
                      (1) e qui ti sbagli perch? fu la svalutazione della lira in quel momento non solo nei confronti del marco (che pi? si apprezz? comunque) per decisione dei governi di allora
                      si se compravo la uno era meglio va... per lo meno non davo i soldi ai cruccoladri no sbagliato: ho contribuito nel mio piccolo a mantenere appetibili quei prodotti che gli italiani vendevano all'estero

                      (2) e ti risbagli perch? OGGI le valute fluttuano non solo in base alla domanda e offerta ma in base a quello che il FMI vole ottenere e in base ad un gran numero di speculatori che possono stravolgere i mercati in men che non si dica ... magari fosse solo la domanda e l'offerta
                      Allora La svalutazione della lira nel settembre 92 fu "pilotata" per riaggiustare il cambio al ribasso nel tentativo di voler restare agganciati all'Ecu, solo che dur? 1 settimana perch? il costo dei nostri prodotti non era allineato ai prezzi del resto del mondo cos? fu sospeso a tempo indeterminato l'aggancio con l'ecu e la lira potette continuare a svalutare nel day by day finch? dopo raggiunse il suo equilibrio ad un valore del 20% in meno dell'anno prima verso il marco.

                      La svalutazione o la rivalutazione dipende solo ed esclusivamente dai rapporti finanziari o dalla transazione di beni e servizi tra un paese e l'altro, l'FMI ? un istituzione che osserva gli andamenti e registra i dati detenendo appunto un fondo finanziario che si attiva a tassi calmierati (fuori dal mercato) per intervenire nel momento in cui uno stato entra in crisi.

                      Consigli di lettura:

                      Lo sme in pillole

                      Goofynomics: La svolta di Draghi ? comunque inutile (quindi dannosa)


                      la bilancia dei pagamenti

                      TEMPESTA PERFETTA: RITORNO ALLA LIRA: LA BILANCIA COMMERCIALE ITALIANA E I VANTAGGI DELLA SVALUTAZIONE


                      ..Poi ne riparliamo sul perch? hai acquistato la macchina sbagliata nel momento sbagliato...

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                        #56
                        Originally posted by arabykola View Post
                        Esattamente

                        Nn a caso la scuola e listruzione son almeno 30 anni ( da quando ci andavo io) che vien trascurata

                        In italia c? la percentuale minore di laureati tra i paesi sviluppati
                        E le poche teste valide devon emigrare

                        Daltra parte ? pi? facile imbonire dei pecoroni che degli scienziati


                        Giusto per scherzare, mi pare che l?istruzione l?hai trascurata un po? anche tu


                        Non sono d?accordo sulle teste valide ; quelle che emigrano non sono poche ma la maggioranza rimane .

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                          #57
                          Originally posted by monikaf View Post
                          Stavolta voto ALTRI....se decido di andare a votare.
                          cos? non fai altro che rendere ingovernabile il paese..bisogna votare B., bersani/monti visto che ormai sono pappa e ciccia e m5s..STOP

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                            #58
                            Originally posted by andry View Post
                            Giusto per scherzare, mi pare che l?istruzione l?hai trascurata un po? anche tu


                            Non sono d?accordo sulle teste valide ; quelle che emigrano non sono poche ma la maggioranza rimane .
                            Che nn lo so ? Quando un quindicenne si rende conto della pochezza dei suoi professori direi c? da meditare ... E da allora nn credo si sian fatti passi in avanti, anzi

                            Le statistiche di laureati in relazione al popolo e della spesa x l istruzione nei paedi sviluppati parlan chiaro, pure un deperito come me li capisce

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                            • Font Size
                              #59
                              Originally posted by dragamine View Post
                              B. ha commissionato un nuovo sondaggio ... pian piano le liste si stanno formando.



                              Boccaloni in aumento :gaen:

                              Previste precipitazioni

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                                #60
                                ... eggi???? ... aumenta, aumenta

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