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Roberts, un marziano su due ruote (sky can. 208)

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    Roberts, un marziano su due ruote (sky can. 208)

    Alla fine degli anni Settanta l?americano rivoluzion? il motociclismo. La sua storia e quella di Rayney, il suo erede

    Alla fine degli anni Settanta nel motomondiale l?America era Marte, un posto molto distante, sconosciuto e affascinante. Forse anche per quel motivo Kenny Roberts fu soprannominato il Marziano. Arrivava da Modesto, in California, ed era cresciuto nel dirt track, dove si corre in tondo su ovali in terra battuta con moto che fanno a meno dei freni sulla ruota davanti. Kenny non era il primo pilota a stelle e strisce arrivato a correre in Europa, ma fu quello che cambi? per sempre il Continental Circus, come si chiamava allora. Il 1978 fu la sua prima stagione completa, vinse il titolo in 500 e si ripet? anche nei due anni successivi, diventando The King, il re del motociclismo.

    Kenny fu un rivoluzionario, il primo a strisciare il ginocchio a terra in curva. Nessuno lo faceva, le tute si bucavano e inizi? ad attaccare le visiere dei caschi per potere completare la manovra senza danni. Poi, con Lino Dainese, sviluppo le prime tute moderne, con le saponette sulle ginocchia, che i piloti usano ancora oggi. Anche fuori dalla pista Roberts stupiva, portando il suo gigantesco motorhome nei paddock, allora semplici prati, costellati di roulotte e piccoli camper. Bigger, better, faster, direbbero gli americani, che dopo di lui dominarono la scena per 15 anni. Arrivarono Freddie Spencer, uno dei talenti pi? cristallini della storia, ed Eddie Lawson, che vinse sia con la Honda che con la Yamaha, oltre a regalare il primo successo in 500 alla Cagiva.

    C?era Schwantz, ma soprattutto Wayne Rainey, forse l?erede di King Kenny. Anche lui era nato in California, a Los Angeles, e fu Roberts a chiamarlo in Europa. Era diventato team manager per la Yamaha e non voleva farsi sfuggire un talento come quello di Wayne. Non sbagli?, due buone stagioni nel 1988 e nel 1989, poi 3 titoli consecutivi nella classe regina, esattamente come il suo mentore. Rainey sbagliava poco e guidava sopra i problemi, mettendoci del suo quando moto e gomme non erano all?altezza.

    Nel 1993 stava puntando il suo 4? titolo consecutivo, ma a Misano cadde e rimase paralizzato alle gambe. Quell?anno vinse il Mondiale un altro americano, un texano, Kevin Schwantz. Wayne non abbandon? le corse, anche lui divenne team manager e nella sua squadra corsero, tra gli altri, Cadalora e Capirossi. Dal 2014, invece, ? organizzatore del MotoAmerica, il campionato nazionale SBK statunitense.

    Anche Kenny rest? a lungo nel paddock, realizzando anche una sua moto da corsa la KR, che partecip? al motomondiale prima in 500 e poi in MotoGP. La guidarono anche i sui figli: Kurtis e Kenny Roberts junior, anche lui campione in 500, nel 2000 davanti a Valentino Rossi.

    Kenny e Wayne, insieme all?amico Lawson, pochi mesi fa si sono ritrovati sulla pista di Suzuka, in Giappone. Naturalemente, hanno fatto qualche giro del circuito in moto e per Rainey era la prima volta dopo l?incidente. Una parata di stelle che hanno cambiato per sempre il motociclismo. Per rivivere l?epopea dei due campioni, Sky dedica loro questa sera alle 18,30 una programmazione speciale sul canale 208 dedicato alla MotoGp.

    Fonte lastampa.it


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    #2
    bella cosa

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      #3
      Da quest'anno che non ho pi? Sky ovviamente tutti bei servizi ultimamente, ok dovuti anche al fatto che non avendo eventi da trasmettere.

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