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La storia di CLAUDE FIOR

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    La storia di CLAUDE FIOR


    Classe 1955 è quello che considero un tecnico ed appassionato di motori a 360°, a soli 9 anni sposta la trasmissione a rullo dalla ruota anteriore a quella posteriore del Solex che apparteneva al fratello dimostrando un talento precoce che non va a braccetto con la teoria dei banchi di scuola ma sfocia nel lavoro manuale in officina tanto da diventare a vent'anni un apprezzato meccanico di monoposto in F3 dove si specializza nella realizzazione di telai.
    È soprannominato "Pif" per via del suo grande naso.



    Si scopre essere anche una buona manetta tanto da correre nella categoria Endurance ma abbandona questa strada per seguire le sue creazioni come la ACS S3 1000 (maxi sportiva francese tre cilindri con motore portante voluta dal gruppo Siccardi) dove crea tutto il compartimento ciclistico e della Lamborghini Boxer Bike che si rivelerà un progetto poco riuscito.
    Ma la vera folgorazione avviene nel mondo dei GP dove Claude disputa varie annate tra il 1982 ed il 1989 dove, grazie alla sponsorizzazione Marlboro, riesce ad avere più fondi e dà libero sfogo al suo estro creando la "Fior 500" che è una moto anticonvenzionale in pieno stile e di essa ve ne parlerò più avanti con un bel report dettagliato.
    Dopo l'avventura nel mondo tutto lustrini del mondiale Claude fonda la Nogaro Technologies, proprio a Nogaro vicino alla curva numero 9 del circuito, ed è un bel centro di progettazione meccanica con alcuni fantastici lavori al limite dell'assurdo come un kart con motore Yamaha da Gp, uno skateboard con motore a scoppio e dei pattini elettrici! E non è finita qui.
    La Renault ha una brillante idea, creare una vettura basica per farne una scuola di pilotaggio per i giovani "campioni del domani" e si rivolge a Claude. Detto fatto e sforna la struttura della Formula Renault.

    Poi passa alla versione da corsa della Spider Renault Sport (se non la conoscete documentatevi perché ne vale la pena) e nel 1999 sforna la Spider Fior F99 con la quale viene organizzato un campionato monomarca.
    Ma Fior è eclettico, non si ferma mai, le idee gli passano in testa a velocità supersonica e quindi riversa le sue fatiche sulle mountain bike con Telaio monoscocca in alluminio e sugli aeroplani ultraleggeri.

    Con quest'ultimi stabilisce anche il record mondiale (nel 2001) di altitudine sino a quando in una fredda mattinata di dicembre trova tragicamente la morte.
    È stato un brillante ed audace tecnico che ha sbizzarrito tutta la sua fantasia in forme metalliche appagando la sua sete di conoscenza e fame di innovazione, ha lasciato un eredità di scelte tecniche sempre poco convenzionali e mai scontate, ha saputo essere uno degli ultimi privati, in un mondo dove i piccoli vengono soppressi dai più grandi, a creare quasi tutto in casa riuscendo ad accendere la fantasia in ognuno di noi.
    da wheels and chassis

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    #2
    semplicemente un genio

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