Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Ci Lascia Un Altro Grande Del Passato: Emilio Mendogni

Collapse
X
Collapse
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #1

    Ci Lascia Un Altro Grande Del Passato: Emilio Mendogni

    Grande campione e collaudatore specie nelle piccole cilindrate qua trovate una bella intervista

    http://www.in-alba.com/informazione/...a.asp?id=11663





    Esordisce giovanissimo, ad appena 16 anni, su una DKW 98 cm?, al circuito di Parma. Si dimostra subito un buon pilota, ma dopo qualche gara viene diffidato dal correre (per limiti d'et?) sino al compimento del diciottesimo anno d'et?.

    Nel 1950 il debutto ufficiale nelle corse, alla Milano-Taranto (la prima del dopoguerra), con una Moto Morini 125 2 tempi, con la quale ? nono nella sua categoria. Inizia a farsi notare vincendo, a fine anno, il circuito di Finale Emilia, e attirando su di s? l'interesse della Morini, che lo ingaggia all'inizio della stagione 1951.
    L'esordio da pilota ufficiale ? alla gara di Campionato Italiano classe 125, all'Aerautodromo di Modena, il 25 aprile.
    Nonostante la scarsa esperienza (deve ottenere una dispensa speciale da parte della FMI), riuscir? a vincere (nonostante una caduta), mettendo dietro a s? piloti come Carlo Ubbiali, Raffaele Alberti, Luigi Zinzani, Franco Bertoni e Guido Leoni.
    Alla gara successiva, il circuito di Ferrara (6 maggio) ? coinvolto nell'incidente che costa la vita ad Alberti e Leoni, ed ? costretto a ritirarsi. Alfonso Morini, il patron della Casa bolognese, crede in Mendogni, e lo fa debuttare nel Motomondiale, al GP d?Olanda, nel quale si classifica sesto nella gara della 125 solo per problemi tecnici. Il pilota parmense ? sfortunato anche al successivo GP delle Nazioni, nel quale un altro guasto lo relega al decimo posto. Nell'Italiano ? comunque terzo.

    Il 1952 non inizi? benissimo, a causa della scarsa competitivit? della Morini 125 nel Campionato Italiano. Da met? stagione, per?, la situazione miglior? decisamente: al GP d'Olanda la vittoria sfum? solo per un guasto al motore.
    La sfortuna ricompenser? Mendogni sul finale della stagione, dandogli la vittoria al GP delle Nazioni e al GP di Spagna.
    A fine stagione il parmense fu terzo nel Mondiale.

    Dopo aver respinto le offerte di MV Agusta e Moto Guzzi, Mendogni apr? la stagione 1953 vincendo la gara inaugurale dell'autodromo di Imola, per poi perdere in volata il GP delle Nazioni; si rifar? facendo suo il Campionato Italiano 125 cm?. Nella stagione 1954, invece, la Morini 125 non si dimostr? per niente competitiva.
    La Casa bolognese decise quindi di abbandonare la categoria, passando alla 175 (categoria del Campionato Italiano istituita proprio in quella stagione) con una 125 maggiorata: il pilota parmense vincer? il titolo.

    Nelle stagioni 1955 e 1956 l'attivit? di Mendogni e della Morini si limita al Campionato Italiano e alle gare di Gran Fondo come la Milano-Taranto e il Motogiro, vinto dal pilota parmense nel 1955 con la nuova "Rebello 175". Il ritorno alle gare internazionali ? al GP delle Nazioni 1957, con una nuova 250 monocilindrica bialbero. La moto si dimostra competitiva, ma non ancora abbastanza affidabile: Mendogni si deve ritirare mentre ? quarto.

    Speso l'inverno 1957-58 ad aggiornare e migliorare la 250, questa si ripresent? nella nuova stagione insieme a Mendogni, terzo nella Coppa d'Oro Shell a Imola e sorprendentemente primo al GP delle Nazioni, davanti al compagno di squadra Zubani e a Ubbiali.
    La vittoria monzese fece da stimolo a un ritorno della Morini al Mondiale.
    Se le prime gare della nuova stagione furono positive (vittoria a Modena e alla Coppa d'Oro Shell), successivamente i rapporti tra il pilota parmense e la Morini si fecero sempre pi? tesi, fino a giungere al divorzio a fine stagione '59.

    Per il 1960 Mendogni si accord? con la MV Agusta. L'esordio, al circuito di Cesenatico, fu positivo (terzo in 500 dietro a Surtees e Venturi) e anche le successive partecipazioni nel Motomondiale nella classe regina si dimostrarono discrete (terzo in Germania e Olanda, secondo a Monza). A fine stagione, per?, la MV Agusta decise di ritirarsi da 125 e 250, e di limitare l'attivit? in 350 e 500.
    La decisione prese alla sprovvista Mendogni, che decise di ritirarsi.
    Nel 1964, per?, dopo alcuni anni di inattivit?, ritorn? alle gare, con le MV 250 e 500: con la mezzo litro lombarda riuscir? a vincere a Cervia (nonostante una caduta). Quella romagnola sar? l'ultima gara di Mendogni, che si ritirer? definitivamente dalle competizioni.

    Terminata l'attivit? sportiva viene assunto dall'Autobianchi come meccanico, per poi diventarne collaudatore e responsabile tecnico; successivamente sar? assunto dall'Iso Rivolta, dove rester? sino alla chiusura della fabbrica di Bresso.
    Dopo essere andato in pensione divenne una presenza frequente nelle manifestazioni dedicate alle moto d'epoca, sino alla sua morte, avvenuta in conseguenza di un'improvvisa malattia.

    fonte

    https://it.wikipedia.org/wiki/Emilio_Mendogni
    Last edited by kaciaro; 17-08-19, 04:49.

  • Font Size
    #2
    Un altro grande del passato e della mia infanzia motociclistica ci ha lasciato!
    Addio Emilio!

    Comment


    • Font Size
      #3
      Non lo conoscevo molto, un altro grande del passato che ci lascia.

      Comment


      • Font Size
        #4
        purtroppo ci sono pochissime notizie on line

        http://www.mv-agusta-club.de/Rennfah...a/mendogni.htm

        http://en.wikipedia.org/wiki/Emilio_Mendogni

        Comment


        • Font Size
          #5
          MI UNISCO ALLE CONDOGLIANZE E LO RICORDO CON QUESTA FOTO TRATTA DA MOTOCICLISMO N 13 DEL 4.4.1959 , CHE LO RITRAE VINCITORE AL CIRCUITO DI MODENA ,DURANTE LA PRIMA PROVA DEL CAMPIONATO ITALIANO CAT. 250. SENIOR . LA CLASSIFICA FU' LA SEGUENTE :
          1? MENDOGNI MORINI
          2?PERFETTI PATTON
          3? PROVINI MV
          4 MARCHESANI CM
          5 LIBERATI MORINI

          Comment


          • Font Size
            #6
            ho recuperato , questa bella foto,tratta dal volume : LE MOTO, dell'istituto geografico De Agostini

            Comment


            • Font Size
              #7
              Anchio ho letto su di un blog della sua morte.......

              Kaciaro al solito sei prodigo di foto e notizie.......

              Comment


              • Font Size
                #8
                C'E UNA BELLA, intervista sul fondamentale libro MATTI DALLE GARE

                http://www.motorbox.com/Moto/4658.html

                Comment


                • Font Size
                  #9




                  quà sulla Morini 250 bialbero a Imola (1959)


                  con l'MV Agusta 250


                  Comment


                  • Font Size
                    #10
                    CHISSA' PERCHE' CORSE COSI' POCO A LIVELLO MONDIALE

                    http://www.gazzetta.it/dyn/dyn/speci...i/513905.shtml

                    http://www.raisport.mondomoto.rai.it...i/513905.shtml

                    Comment


                    • Font Size
                      #11
                      Ci sono molti modi di raccontare una storia. Ma stavolta ? pi? difficile. Ci
                      vorr? un p? di tempo. Fatemi fare un bel respiro, ho bisogno di un attimo
                      prima di cominciare.
                      Potrei raccontare di quando, a 16 anni, per poterlo far correre gli
                      dovettero falsificare i documenti. Raccontare del suo terzo posto finale nel
                      campionato del mondo 125 del '52. Raccontare la sua vittoria a Monza nel
                      '58, con 10 secondi di vantaggio sul primo degli inseguitori.
                      Ma non c'ero. Non ho potuto vivere quei momenti, anche se avrei tanto
                      voluto. Eroi, uomini con un coraggio incredibile che rischiavano la vita a
                      velocit? folli.. con standard di sicurezza lontani anni luce da quelli di
                      oggi. E lui era uno di loro.
                      Sarebbe bello tornare indietro, rivivere quei momenti e raccontarli. Sedermi
                      alla tribuna Ascari e potermi godere da spettatore quel Gran Premio delle
                      Nazioni del '58. Ma non si pu?. Tutto quello che posso fare ? raccontare
                      un'altra storia, un p? pi? recente. Ma per me, ? sempre qualcosa di
                      bellissimo. Anche se non ci sono di mezzo vittorie o trionfi.
                      Ricordo una notte d'estate, a Milano. C'erano moto dappertutto, rombavano
                      avanti e indietro in continuazione.. moto d'epoca. Ero piccolo, avevo s? e
                      no quattro anni, e non capivo bene cosa stesse succedendo intorno a me, la
                      presenza di tutti quei centauri in tuta nera sulle loro lucenti e romurose
                      moto di un tempo mi galvanizzava... ma io ero l? solo per uno di loro.
                      Sorridente, tranquillo, imperturbabile come al solito, si sistemava la
                      pettorina bianca con il numero, sentivo che stava per succedere qualcosa ma
                      non realizzavo bene.. ero l? di fianco a lui e lo osservavo, senza dire una
                      parola, il "nonno che correva in moto", lui per me era un idolo, ogni sua
                      mossa, espressione, gesto.. meritavano attenzione. Nel trambusto generale,
                      mentre era intento a prepararsi, trov? un p? di tempo anche per me... lo
                      trovava sempre. Con quel sorriso che mi affascinava, calcmo, tranquillo e
                      sicuro di s?, mi abbracci? forte e mi sollev? fino ad appoggiarmi sul
                      serbatoio della sua moto. Ricordo che un giornalista ci fece una foto. Ero
                      contentissimo, ma lui doveva andare. Di l? a poco, insieme ad altre decine e
                      decine di piloti, spar? rombando a tutto gas nell'oscurit?. Era la prima
                      rievocazione della milano Taranto e, come allora, le moto partivano
                      dall'Idroscalo di Milano a mezzanotte in punto, per poi avventurarsi a tutta
                      velocit? nel buio.
                      Gli anni passavano e io crescevo, lui non si fermava mai, sempre impegnato
                      tra raduni, rievocazioni storiche e viaggi. Ricordo una giornata passata al
                      seguito di altre decine di moto d'epoca sul circuito del Lario, dietro di
                      lui sulla Morini Corsaro 125. Ricordo il divertimento, le emozioni e un p?
                      di paura quando scendendo dai tornanti del ghisallo sentivo le pedane della
                      moto grattare fragorosamente a terra... ma in fondo non c'era molto da avere
                      paura.. si stava solo divertendo, anzi, probabilmente io l? dietro gli stavo
                      solo facendo da zavorra. Ricordo quando arrivai ai fatidici 14 anni e
                      dovetti fare i conti con la sua scuola precisa e intransigente mentre mi
                      insegnava i primi rudimenti di guida con il Corsarino 50... un piccolo,
                      rumorosissimo, singolare oggetto a due ruote con motore 50 cc a quattro
                      tempi ad aste e bilancieri, che mi rendeva oggetto di derisione da parte di
                      tutti i miei coetanei con i loro fiammanti scooter dell'ultima generazione..
                      ma non mi importava, guidavo una moto a marce e gi? quello mi bastava. E poi lui mi aveva sempre insegnato che non fa la differenza cosa guidi ma come lo guidi.
                      Erano gli anni delle superiori, dei primi amori, delle avventure in sella al
                      mio singolare 50ino... ma anche gli anni in cui la mia passione cresceva a
                      dismisura. Con le sue conoscenze, per lui non era un problema trovare
                      biglietti d'ingresso per ogni manifestazione che volessimo andare a vedere.
                      Anzi, era lui il primo a volerci andare. Come dimenticare quei giorni
                      passati insieme in tribuna Ascari a goderci i virtuosismi di Fogarty,
                      Slight, Chili, Corser, Haga, a parlere di moto, di velocit?, e di quanto gli
                      piacessero ancora le corse di oggi, anche se rimaneva sempre innamorato dei
                      suoi tempi. Ma stare l? gli piaceva da morire, cos? come il rumore delle
                      Ducati, la grinta di Chili, lo spettacolo delle supersport "ammucchiate del
                      genere ai miei tempi se ne vedevano di rado" poi scoppiava a ridere "per
                      fortuna!" .
                      Ricordo che era stato lui a scovare su secondamano l'annuncio di vendita di
                      quella che sarebbe diventata la mia moto. Una RS125 Chesterfield del '98,
                      proprio la moto cei miei sogni, quella che pi? di ogni altra avrei voluto. A
                      volte pensavo che mi leggesse nel pensiero. A lui il 2 tempi non piaceva, ma
                      alla fine fin? per apprezzare quella piccola grande moto, quasi quanto me.
                      "E' una moto da circuito, cosa te ne fai per strada" lo aveva detto quasi
                      subito, anticipando di pi? o meno 3 anni la mia decisione di usare la moto
                      solo in pista. E quando presi quella decisione, con tutta la famiglia
                      contro, lui fu il primo a dirmi che facevo la cosa giusta.
                      Intanto crescevo ancora, finite le superiori iniziava il mio lungo e
                      difficile percorso verso la laurea in ingegneria, durante il quale lui fu il
                      mio pi? grande fan. Mi aveva sempre spronato a studiare, pi? che a correre
                      in moto, forse perch? memore dei tempi difficili che aveva duvuto passare
                      quando smise di correre e si trov? disoccupato e senza un titolo di studio.
                      Ricordo ancora, serate passate insieme a Cascina Costa al raduno annuale
                      della MV Agusta, io lui e altre vecchie volpi dell'ambiente, persone
                      incredibili, capaci di divertirsi come ventenni pur avendo un'et? anagrafica
                      tre o pi? volte superiore. Aveva lasciato il suo cuore nel passato, la MV
                      restava la moto che amava di pi? pur essendo stata solo una breve parentesi
                      rispetto alla sua lunga avventura in sella alla Morini. Ma le emozioni che
                      gli aveva regalato la 500 di Verghera probabilmente erano state le pi? forti
                      che avesse mai provato in sella ad una moto, forse per quello la conservava
                      cos? cara nel suo cuore. Solitude, Spa-francoshamps, Montmelo, pi? tutte le
                      piste italiane e le gare di durata su strada... ne aveva visto di asfalto,
                      in tutta Europa.. e il momento migliore che aspettavo, in occasione delle
                      nostre cene o pranzi a tema motociclistico, era quando iniziava a raccontare
                      qualcosa, qualunque cosa.. di quei tempi spettacolari che aveva vissuto lui.
                      Forse avrebbe voluto vedermi su una F4, lui che per la MV aveva sempre
                      stravisto e che era cos? contento quando nel 98 il marchio torn? a vivere..
                      Ma in fondo aveva capito che anche io, come lui, avevo ormai concesso il mio
                      cuore di appassionato ad un altro marchio, sempre italiano, sempre legato a
                      doppio filo alle corse.
                      Ricordo, non pi? tardi di tre mesi fa, un tiepido pomeriggio di Novembre a
                      Monza, io che rientro in corsia box, finito il mio turno in sella alla RSV,
                      e lui poco pi? avanti che mi saluta facendo segno con il pollice verso
                      l'alto. Per me essere l?, in quella pista che lui tanto amava, ed averlo
                      come spettatore.. era bellissimo. Ricordo, poco dopo, quando mi aveva
                      accompagnato sul muretto a prendere la torretta del transponder, un discorso bellissimo, sempre sulle moto e su Monza.. durato poco pi? di 5 minuti, io e lui insieme a guardare sfrecciare le moto sul rettifilo mentre iniziava lentamente a calare il sole sull'Autodromo.
                      Si pu? raccontare molto su chi era Emilio Mendogni, come pilota. Ma io credo
                      di avere avuto una fortuna.
                      Avere avuto al mio fianco, per questi 24 anni, Emilio Mendogni, l'uomo.
                      Una persona eccezionale sotto ogni punto di vista, un pilota gentiluomo, un
                      uomo limpido e solare che s? ? fatto voler bene da tutti coloro che lo hanno
                      conosciuto. E se c'? atato chi gli voleva male, lo faceva solo perch? lo invidiava a morte.
                      Per cui non posso fare a meno che dire... Nonno Emilio, grazie di tutto.
                      Siamo stati fan l'uno dell'altro per tanto tempo, ma ogni volta che
                      qualcuno, vedendo le mie foto in moto, oppure vedendomi andare in moto, dir? "Sei come tuo nonno" io contunier? a declinare gentilmente il complimento... perch? io non sono neanche la met? di mio nonno. Spero un giorno di poter
                      diventare un Grande come te.

                      Comment


                      • Font Size
                        #12
                        Originally posted by Fogster View Post
                        Ci sono molti modi di raccontare una storia. Ma stavolta ? pi? difficile. Ci
                        vorr? un p? di tempo. Fatemi fare un bel respiro, ho bisogno di un attimo
                        prima di cominciare.
                        Potrei raccontare di quando, a 16 anni, per poterlo far correre gli
                        dovettero falsificare i documenti. Raccontare del suo terzo posto finale nel
                        campionato del mondo 125 del '52. Raccontare la sua vittoria a Monza nel
                        '58, con 10 secondi di vantaggio sul primo degli inseguitori.
                        Ma non c'ero. Non ho potuto vivere quei momenti, anche se avrei tanto
                        voluto. Eroi, uomini con un coraggio incredibile che rischiavano la vita a
                        velocit? folli.. con standard di sicurezza lontani anni luce da quelli di
                        oggi. E lui era uno di loro.
                        Sarebbe bello tornare indietro, rivivere quei momenti e raccontarli. Sedermi
                        alla tribuna Ascari e potermi godere da spettatore quel Gran Premio delle
                        Nazioni del '58. Ma non si pu?. Tutto quello che posso fare ? raccontare
                        un'altra storia, un p? pi? recente. Ma per me, ? sempre qualcosa di
                        bellissimo. Anche se non ci sono di mezzo vittorie o trionfi.
                        Ricordo una notte d'estate, a Milano. C'erano moto dappertutto, rombavano
                        avanti e indietro in continuazione.. moto d'epoca. Ero piccolo, avevo s? e
                        no quattro anni, e non capivo bene cosa stesse succedendo intorno a me, la
                        presenza di tutti quei centauri in tuta nera sulle loro lucenti e romurose
                        moto di un tempo mi galvanizzava... ma io ero l? solo per uno di loro.
                        Sorridente, tranquillo, imperturbabile come al solito, si sistemava la
                        pettorina bianca con il numero, sentivo che stava per succedere qualcosa ma
                        non realizzavo bene.. ero l? di fianco a lui e lo osservavo, senza dire una
                        parola, il "nonno che correva in moto", lui per me era un idolo, ogni sua
                        mossa, espressione, gesto.. meritavano attenzione. Nel trambusto generale,
                        mentre era intento a prepararsi, trov? un p? di tempo anche per me... lo
                        trovava sempre. Con quel sorriso che mi affascinava, calcmo, tranquillo e
                        sicuro di s?, mi abbracci? forte e mi sollev? fino ad appoggiarmi sul
                        serbatoio della sua moto. Ricordo che un giornalista ci fece una foto. Ero
                        contentissimo, ma lui doveva andare. Di l? a poco, insieme ad altre decine e
                        decine di piloti, spar? rombando a tutto gas nell'oscurit?. Era la prima
                        rievocazione della milano Taranto e, come allora, le moto partivano
                        dall'Idroscalo di Milano a mezzanotte in punto, per poi avventurarsi a tutta
                        velocit? nel buio.
                        Gli anni passavano e io crescevo, lui non si fermava mai, sempre impegnato
                        tra raduni, rievocazioni storiche e viaggi. Ricordo una giornata passata al
                        seguito di altre decine di moto d'epoca sul circuito del Lario, dietro di
                        lui sulla Morini Corsaro 125. Ricordo il divertimento, le emozioni e un p?
                        di paura quando scendendo dai tornanti del ghisallo sentivo le pedane della
                        moto grattare fragorosamente a terra... ma in fondo non c'era molto da avere
                        paura.. si stava solo divertendo, anzi, probabilmente io l? dietro gli stavo
                        solo facendo da zavorra. Ricordo quando arrivai ai fatidici 14 anni e
                        dovetti fare i conti con la sua scuola precisa e intransigente mentre mi
                        insegnava i primi rudimenti di guida con il Corsarino 50... un piccolo,
                        rumorosissimo, singolare oggetto a due ruote con motore 50 cc a quattro
                        tempi ad aste e bilancieri, che mi rendeva oggetto di derisione da parte di
                        tutti i miei coetanei con i loro fiammanti scooter dell'ultima generazione..
                        ma non mi importava, guidavo una moto a marce e gi? quello mi bastava. E poi lui mi aveva sempre insegnato che non fa la differenza cosa guidi ma come lo guidi.
                        Erano gli anni delle superiori, dei primi amori, delle avventure in sella al
                        mio singolare 50ino... ma anche gli anni in cui la mia passione cresceva a
                        dismisura. Con le sue conoscenze, per lui non era un problema trovare
                        biglietti d'ingresso per ogni manifestazione che volessimo andare a vedere.
                        Anzi, era lui il primo a volerci andare. Come dimenticare quei giorni
                        passati insieme in tribuna Ascari a goderci i virtuosismi di Fogarty,
                        Slight, Chili, Corser, Haga, a parlere di moto, di velocit?, e di quanto gli
                        piacessero ancora le corse di oggi, anche se rimaneva sempre innamorato dei
                        suoi tempi. Ma stare l? gli piaceva da morire, cos? come il rumore delle
                        Ducati, la grinta di Chili, lo spettacolo delle supersport "ammucchiate del
                        genere ai miei tempi se ne vedevano di rado" poi scoppiava a ridere "per
                        fortuna!" .
                        Ricordo che era stato lui a scovare su secondamano l'annuncio di vendita di
                        quella che sarebbe diventata la mia moto. Una RS125 Chesterfield del '98,
                        proprio la moto cei miei sogni, quella che pi? di ogni altra avrei voluto. A
                        volte pensavo che mi leggesse nel pensiero. A lui il 2 tempi non piaceva, ma
                        alla fine fin? per apprezzare quella piccola grande moto, quasi quanto me.
                        "E' una moto da circuito, cosa te ne fai per strada" lo aveva detto quasi
                        subito, anticipando di pi? o meno 3 anni la mia decisione di usare la moto
                        solo in pista. E quando presi quella decisione, con tutta la famiglia
                        contro, lui fu il primo a dirmi che facevo la cosa giusta.
                        Intanto crescevo ancora, finite le superiori iniziava il mio lungo e
                        difficile percorso verso la laurea in ingegneria, durante il quale lui fu il
                        mio pi? grande fan. Mi aveva sempre spronato a studiare, pi? che a correre
                        in moto, forse perch? memore dei tempi difficili che aveva duvuto passare
                        quando smise di correre e si trov? disoccupato e senza un titolo di studio.
                        Ricordo ancora, serate passate insieme a Cascina Costa al raduno annuale
                        della MV Agusta, io lui e altre vecchie volpi dell'ambiente, persone
                        incredibili, capaci di divertirsi come ventenni pur avendo un'et? anagrafica
                        tre o pi? volte superiore. Aveva lasciato il suo cuore nel passato, la MV
                        restava la moto che amava di pi? pur essendo stata solo una breve parentesi
                        rispetto alla sua lunga avventura in sella alla Morini. Ma le emozioni che
                        gli aveva regalato la 500 di Verghera probabilmente erano state le pi? forti
                        che avesse mai provato in sella ad una moto, forse per quello la conservava
                        cos? cara nel suo cuore. Solitude, Spa-francoshamps, Montmelo, pi? tutte le
                        piste italiane e le gare di durata su strada... ne aveva visto di asfalto,
                        in tutta Europa.. e il momento migliore che aspettavo, in occasione delle
                        nostre cene o pranzi a tema motociclistico, era quando iniziava a raccontare
                        qualcosa, qualunque cosa.. di quei tempi spettacolari che aveva vissuto lui.
                        Forse avrebbe voluto vedermi su una F4, lui che per la MV aveva sempre
                        stravisto e che era cos? contento quando nel 98 il marchio torn? a vivere..
                        Ma in fondo aveva capito che anche io, come lui, avevo ormai concesso il mio
                        cuore di appassionato ad un altro marchio, sempre italiano, sempre legato a
                        doppio filo alle corse.
                        Ricordo, non pi? tardi di tre mesi fa, un tiepido pomeriggio di Novembre a
                        Monza, io che rientro in corsia box, finito il mio turno in sella alla RSV,
                        e lui poco pi? avanti che mi saluta facendo segno con il pollice verso
                        l'alto. Per me essere l?, in quella pista che lui tanto amava, ed averlo
                        come spettatore.. era bellissimo. Ricordo, poco dopo, quando mi aveva
                        accompagnato sul muretto a prendere la torretta del transponder, un discorso bellissimo, sempre sulle moto e su Monza.. durato poco pi? di 5 minuti, io e lui insieme a guardare sfrecciare le moto sul rettifilo mentre iniziava lentamente a calare il sole sull'Autodromo.
                        Si pu? raccontare molto su chi era Emilio Mendogni, come pilota. Ma io credo
                        di avere avuto una fortuna.
                        Avere avuto al mio fianco, per questi 24 anni, Emilio Mendogni, l'uomo.
                        Una persona eccezionale sotto ogni punto di vista, un pilota gentiluomo, un
                        uomo limpido e solare che s? ? fatto voler bene da tutti coloro che lo hanno
                        conosciuto. E se c'? atato chi gli voleva male, lo faceva solo perch? lo invidiava a morte.
                        Per cui non posso fare a meno che dire... Nonno Emilio, grazie di tutto.
                        Siamo stati fan l'uno dell'altro per tanto tempo, ma ogni volta che
                        qualcuno, vedendo le mie foto in moto, oppure vedendomi andare in moto, dir? "Sei come tuo nonno" io contunier? a declinare gentilmente il complimento... perch? io non sono neanche la met? di mio nonno. Spero un giorno di poter
                        diventare un Grande come te.

                        Comment


                        • Font Size
                          #13
                          complimenti.......mi hai toccato il cuore!!!!! non è vero che non sei nemmeno la metà di tuo nonno... un abbraccio virtuale da uno sconosciuto

                          Comment


                          • Font Size
                            #14
                            Fogster, un saluto ed un abbraccio davvero forte....

                            Comment


                            • Font Size
                              #15
                              Non lo conoscevo ma dispiace sempre quando viene a mancare un grande uomo che va ad impoverire il nostro mondo sempre più privo di personaggi giusti

                              Comment

                              X
                              Working...
                              X