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per Robin e Kanaya63

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    #1

    per Robin e Kanaya63

    innanzi tutto grazie per il prezioso contributo,che avete dato a questo forum animando una discussione sanguigna e verace ,ma pur sempre ben argomentata e corretta, mi piacerebbe se ognuno di voi raccontasse qualche aneddoto o storia inedita sui vostri idoli.....
    grazie ancora

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    #2
    La gara che,penso abbia convinto il Conte Agusta,ad ingaggiare
    Giacomo,fu il GP di Monza,classe 250,1964,Agostini era pilota
    ufficiale della Morini,il mono piu' veloce del mondo...
    Gli avversari piu' agguerriti,si chiamavano Phil Read e Mike Duff,
    con le Yamaha 4 cilindri,2 tempi a disco rotante,con le Honda,
    Jim Redman e Luigi Taveri,con le MZ,Shepard e Woodman.
    Questo me lo ha raccontato mio padre,suo super tifoso,da quando
    lo vide vincere a Morciano,da perfetto sconosciuto,con una
    Morini 175 privata,"ho sempre dett,che,che burdlacc e saria
    dvent e pio' fort de mond"..l'avro' sentita 100 volte questa frase.

    Eravamo alla Parabolica,aspettavamo di vedere uscire dalla
    Ascari il gruppo compatto,invece c'era una moto nettamente
    davanti alle altre,La Morini di Ago,al secondo passaggio,invece
    di essere raggiunto,il suo vantaggio aumenta ancora..e' da solo,
    Quando sembra sicuro il trionfo..la sfiga ci mette lo zampino,la
    ghiera dello scarico si allenta,e deve fermarsi ai box..riparte,
    la gara ormai e' andata,ma il potenziale del ragazzo e sotto gli
    occhi di tutti..da li a poco,la chiamata del Conte..la MV..il resto
    e' storia.

    La classifica di quella gara:

    1 Phil Read Yamaha 41'24''200 media 183,318

    2 Mike Duff Yamaha a 10''

    3 Jim Redman Honda a 10''300

    4 Giacomo Agostini Morini a 23''600

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      #3
      Io invece voglio ricordare essendo stato presente con mio padre, l' ultima corsa del Paso.Lo faccio riportando questo bel articolo del giornalista Fulvio Vannoni che ho conosciuto un anno fa.

      A cura di Fulvio Vannoni

      La vita ci insegna che le cose non sono mai uguali per tutti ed ? giusto che debba essere cos?. Alcuni titoli sono sudatissimi, altri quasi regalati e si arriva al punto che talvolta si riesce a vincere un titolo senza mai aver vinto una gara. A questo si potrebbe ovviare modificando i punteggi e premiando maggiormente le vittorie. Il punto di oggi per? non ? questo ma il fatto che vi sono stati dei piloti che pur essendo stati grandissimi non hanno mai vinto un mondiale. Reggiani secondo me ne avrebbe meritato almeno uno, idem per Gianola, Ueda e ManaKo, per rimanere negli anni '90. Per l'attuale darei questo merito anche a Rolfo e Perugini ma mentre il primo ha buone chance per arrivarci, il secondo lo vedo meno favorito per via della scelta tecnica.

      Andando invece indietro con gli anni, vorrei ricordare che vi sono stati campionissimi che per una serie di motivi non sono mai riusciti a scrivere il loro nome sul libro d'oro; uno tra tutti: Renzo Pasolini. Ha vinto a raffica ma ha avuto la sfiga di essere capitato in un momento poco favorevole e quando le cose sono cambiate non ha fatto in tempo ad incassare quanto gli veniva. A parte i risultati ed i numerosi successi, c'? da dire che era uno che infiammava gli animi anche se non proprio costante e continuo. Insomma non era un ragioniere ma piaceva per questo.

      Capitava quindi che potesse deludere le aspettative ma se era in giornata non ce n'era per nessuno. Ad Imola (era forse il 1972) part? maluccio ma in pochi giri riprese tutti, poi scivol? e venne ripassato ma quel giorno era un incubo per tutti gli altri e, come se fosse la cosa pi? semplice del mondo, li ripass? per la seconda volta. Si narra che a fine gara molti piloti stracciarono la licenza e cambiarono attivit?.. E dire che era uno che si allenava poco, dormiva poco e la sera andava a bere con gli amici (una volta finirono in tre nel fosso, con l'auto, la sera prima delle prove ufficiale).




      Monza: 20 maggio 1973, gara delle 350. Part? maluccio ma la moto andava come un violino e lui randellava la manopola del gas come un fabbro incazzato.
      Normale che passasse tutti con una certa disinvoltura, meno normale il sorpasso che vidi con i miei occhi alla parabolica. C'era un certo Teuvo Lansivuori, detto Teppi che se ne stava sdraiato a met? curva con il gas onorevolmente spalancato come gli era del resto congeniale (detto tra parentesi era uno che andava proprio forte). Era entrato a randello come dice Meda e stava percorrendo la parabolica nella traiettoria giusta; insomma non andava a spasso e davanti aveva solo Ago che era andato in fuga. Mentre era li, nella traiettoria ideale, il romagnolo decide che le leggi della fisica sono da rivedere e che , volendo, alla parabolica si pu? sorpassare anche all'esterno. Era sulla sella come un ranocchio (era il suo stile) e lo pass? qualche metro all'esterno. Qualche giro dopo prese anche Agostini ed accumul? qualche metro di vantaggio. Evidentemente per? quello non era proprio il suo giorno perch? a pochi giri dalla fine qualcosa and? storto. I giornali scrissero allora che la moto ebbe un grippaggio. A me, che ero presente, sembr? che la tuta si aprisse sul davanti, sta di fatto che all'ingresso della parabolica and? dritto nella sabbia senza tuttavia cadere. Appoggi? la moto alle balle di paglia ed alz? le braccia al pubblico come per scusarsi e dire ..pi? di cos? non posso fare.. La tribuna ebbe un ondeggiamento sinistro e si sentivano i tubi Innocenti piegarsi sotto la spinta della gente che acclamava il gladiatore. Disse il vecchietto di fianco .menga pugnett, le l? l'? un fenomen.

      Era davvero un fenomeno secondo me perch?, almeno visivamente, non era una questione di tecnica, aveva un modo di guidare tutto suo, insomma era uno che il gas lo teneva spalancato di brutto, tutto qui. Se vi sembra poco posso anche aggiungere che non aveva una vista propriamente d'aquila, non era atleticamente possente e non ha mai avuto vantaggi tecnici. Con dei rottami talvolta riusciva a stare davanti e appena ha avuto un mezzo all' altezza della situazione ha dimostrato di avere nel manico e solo nel manico l'arma letale. Lo ricordo poi, per il poco che l'ho conosciuto, come una persona semplice e genuina, insomma uno che non se la tirava nemmeno un po' anche se era un personaggio. Ago attirava il grande pubblico ed i media, rotocalchi rosa compresi per via delle fanciulle che lo inseguivano, il Paso aveva l'affetto vero del popolo dei motociclisti duri e puri che lo amavano per il modo di fare e per il suo incredibile polso destro.

      Scusatemi se mi sono dilungato un po' oggi, con questo articolo. Il fatto ? che uno come lui pi? che un articoletto cos? meriterebbe un'intera enciclopedia. Sarebbe una buona idea: visto che scrivo per Maggioli (di Rimini.) e che esiste la (De) Agostini, suggerir? al mio editore la (Re) Pasolini.

      Propongo quindi per lui un titolo mondiale Honoris causa post mortem o, se non si pu? perch? i titoli sono quelli, ne toglierei uno a Nieto perch? 13 porta sfiga e almeno cos? la smette di dire 12 pi? 1.

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        #4
        sono commosso
        grazie 1000
        vi voglio bene

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