Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Auto elettriche ... miraggio o realt? imminente ?

Collapse
X
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #121
    Originally posted by Lele-R1-Crash View Post
    Dimentichi il piacere di guida .

    Dimentichi la goduria nel sentire il motore che urla agli alti regimi .

    Dimentichi l'entrata in coppia che trasmette adrenalina .



    Si ... se dimentichi tutto questo che ? l'essenza del piacere di guida , puoi farti un hamburger vegetariano a mezzogiorno e compiacerti che ? pi? salutare di un fiorentina fuori dal Mugello


    Allora potrei dirti che bisogna levare tutti i controlli elettronici ad auto e moto ... per avere il "piacere di guida"

    Il piacere di guida ? andare pi? forte possibile

    Comment


    • Font Size
      #122
      Perch? l’auto elettrica ? un affare per gli altri e un fiasco per l’Italia

      (Fotolia)
      Un affare per gli altri, l’ennesimo fiasco per noi italiani. Ecco la curiosa sfida dell’auto elettrica, che si presenta per il nostro paese come l’ennesima opportunit? negata dall’impreparazione delle istituzioni. Generose nelle promesse, radicate nei ritardi prodotti per un sistema paese che invece avrebbe cospicui vantaggi. Ce lo dice il libro bianco sull’auto elettrica che sar? presentato marted? da Cei-Cives, l’organizzazione per la formazione della mobilit? elettrica di cui fa parte il comitato elettrotecnico italiano con la collaborazione di Start Magazine e il patrocinio delle maggiori industrie e associazioni che vorrebbero accelerare la sfida. Dall'Enel all’associazione confindustriale Elettricit? Futura, dall’Anev (imprese dell'energia eolica) alla Regione Lombardia, che evidentemente vorrebbe smarcarsi dalla sonnolenza delle istituzioni.

      Il prezzo della rinuncia
      Nuovi incentivi all’auto verde sarebbero troppo onerosi per le dissestate casse dello Stato? Tecnologie ancora immature? La sfida ? dunque velleitaria? Tutto il contrario, insistono gli artefici del libro bianco. Che vanno dritti al sodo: a dettarci la tabella di marcia a tempi stretti ? l’Unione europea, le cronache dei giornali sono piene in questi giorni degli impegni fattivi delle imprese e di molte istituzioni europee e invece noi rinunciamo a uno scenario tutto a saldo positivo. Perch? se solo riuscissimo a creare una filiera normativa e industriale in grado di garantire al 2021 la circolazione in Italia di almeno 300mila auto a emissioni zero (comunque un’inezia rispetto a 37 milioni di quattro ruote scoppiettanti che mobilitano ma opprimono il paese, ma comunque ben di pi? del miserevole 0,1% di oggi, con non pi? di 10mila auto effettivamente circolanti) sarebbe un affare.
      Con una politica di incentivi mirati e soprattutto un quadro normativo favorevole, almeno allineato ai piani dell’Unione europea, l’Italia si garantirebbe - secondo le stime Cives – consistenti vantaggi economici. A partire da un risparmio certo di 1,8 miliardi di euro nei 10 anni di vita dei veicoli verdi ?per il 69% come minor esborso per l'importazione di petrolio e gas, per il 14% come minori spese sanitarie per l'inquinamento dell’aria imputabile alla mobilit?, e per il 17% come valore monetario delle emissioni di CO2 evitate, che sono oggetto di un trading internazionale?.

      Effetto volano
      Ma l’effetto volano sarebbe ben pi? ampio: ?Economie ancora pi? consistenti vi sarebbero se venisse sviluppato anche in Italia un nuovo settore industriale? che comprenda anche le attrezzature per la ricarica, i servizi, i business collaterali complementari (noleggi, sharing ecc.). Per non parlare dei vantaggi che deriverebbero da una strategia d'anticipo sul nuovo mondo “verde” frutto della convergenza tra auto verde, gestione delle energie rinnovabili e telecomunicazioni: l’auto come accumulatore personale in grado di prelevare ma anche di conferire energia alla rete o semplicemente alla nostra seconda casa. Perch? rinunciare a uno degli elementi fondamentali delle nuove smart grids e smart cities?
      Bisogna guardare a oggi. Ma conviene ancor di pi? guardare al domani. Sintomatico - si legge nel libro bianco - il caso dell’Olanda, paese che pur non avendo un’industria dell’auto ha attivato una forte politica di stimolo e sostegno alla mobilit? elettrica, con vendite medie del 5% del mercato auto interno e punte del 9%. Il risultato ? stato che nel 2014 con un circolante elettrico di sole 30mila auto, lo sviluppo della rete di ricarica e l’indotto per il servicing e l'assistenza di tale parco hanno portato secondo la DOET (l’agenzia nazionale per l’impresa) alla creazione di 3200 posti di lavoro con una produzione di 820 milioni di euro e un valore aggiunto di 260 milioni di euro per l’economia nazionale.

      Cos? in Europa
      Il confronto tra noi e gli altri ? davvero impietoso. L’accordo mondiale ZEVA (zero emission veichle alliance), che vede la partecipazione di mezza Europa compresi i riottosi inglesi oltre agli stati pi? avanzati dell’America preda del negazionismo ambientale di Trump, si punta alla completa conversione ai veicoli a emissioni zero addirittura entro il 2025 per ridurre di almeno 1 miliardo di tonnellate l’anno le emissioni di CO2 nei trasporti tagliando di quasi la met? le emissioni mondiali dei veicoli. Certo, questo s? che ? un obiettivo velleitario. Ma come si sa le provocazioni in qualche caso fanno bene.
      Un po’ pi? realistico e il piano di battaglia tracciato dalla Ue che impone di passare da una media nel parco automobilistico di 130 grammi di emissioni di Co2 per chilometro ai 95 grammi nel 2021 per arrivare ai 70 nel 2025, con il grosso del taglio affidato alla maggior penetrazione dell’auto elettrica. Volvo, che ? svedese ma propriet? dei cinesi, azzarda la completa riconversione all’elettrico gi? dal 2019: due anni di vita appena per il motore endotermico. BMW, Mercedes, Opel, puntano forse pi? realisticamente a una quota a doppia cifra gi? tra qualche anno, e lavorano di conseguenza.

      Mutazione in dieci anni
      Un onere, magari solo momentaneo, per l’automobilista? No, anche qui. Il libro bianco cita una ricerca condotta da Bloomberg New Energy Finance: nel 2026 il prezzo dei veicoli elettrici sar? inferiore a quello delle auto che usiamo oggi, grazie al crollo del costo delle batterie e alla loro aumentate efficienza, che tra l'altro consentir? superare alla grande il limite dell’autonomia.
      E mentre Francia e Spagna, ad esempio, varano nuovi incentivi mirati per gli automobilisti e per l’industria, in Italia tutta la disciplina di settore ? praticamente ferma alle promesse, a partire dal tanto acclamato piano nazionale per le infrastrutture di ricarica, il PNIRE, che pur puntava al minimo indispensabile. Alla fine dello scorso anno i punti di ricarica dovevano essere 90mila per salire a 110mila nel 2018 e 130mila nel 2020, partendo dalle citt? per poi diffondersi tutta la rete stradale con colonnine di tipo “fast” in grado di garantire una ricarica completa in meno di 30 minuti. Il tutto gestito da una piattaforma unica nazionale. Niente. Siamo praticamente a zero.

      Promesse e realt?
      Qualche denaro era stato stanziato, 20 milioni di euro gi? a partire dal 2013 e qualcosa di meno negli anni successivi. Ma perfino la burocrazia c’ha messo lo zampino. ? stata direttamente la Corte dei conti – si legge nel libro bianco - a far rilevare una clamorosa falla: il capitolo di spesa ? stato infatti intestato erroneamente al Dipartimento per i trasporti e la navigazione e non, come doveva essere, alla Direzione generale per lo sviluppo del territorio. E anche questo ha contribuito a impantanare l’operazione. E non c’? neanche la scusa dell'ignoranza o della inconsapevole inettitudine.
      Esattamente un anno fa la Presidenza del consiglio ha istituito un tavolo tecnico guidato dall’allora vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, oggi capo gabinetto del Ministero dell’ambiente, per recuperare il tempo perduto riagganciare il treno della sfida. Il tavolo tecnico ha prodotto un buon documento, che riassume correttamente i termini della questione e traccia con fedelt? lo scenario nazionale e internazionale. ? sicuramente uno sforzo di buona volont?. Potrebbe non bastare.

      Comment


      • Font Size
        #123
        Originally posted by arabykola View Post
        Perch? l?auto elettrica ? un affare per gli altri e un fiasco per l?Italia

        (Fotolia)
        Un affare per gli altri, l?ennesimo fiasco per noi italiani. Ecco la curiosa sfida dell?auto elettrica, che si presenta per il nostro paese come l?ennesima opportunit? negata dall?impreparazione delle istituzioni. Generose nelle promesse, radicate nei ritardi prodotti per un sistema paese che invece avrebbe cospicui vantaggi. Ce lo dice il libro bianco sull?auto elettrica che sar? presentato marted? da Cei-Cives, l?organizzazione per la formazione della mobilit? elettrica di cui fa parte il comitato elettrotecnico italiano con la collaborazione di Start Magazine e il patrocinio delle maggiori industrie e associazioni che vorrebbero accelerare la sfida. Dall'Enel all?associazione confindustriale Elettricit? Futura, dall?Anev (imprese dell'energia eolica) alla Regione Lombardia, che evidentemente vorrebbe smarcarsi dalla sonnolenza delle istituzioni.

        Il prezzo della rinuncia
        Nuovi incentivi all?auto verde sarebbero troppo onerosi per le dissestate casse dello Stato? Tecnologie ancora immature? La sfida ? dunque velleitaria? Tutto il contrario, insistono gli artefici del libro bianco. Che vanno dritti al sodo: a dettarci la tabella di marcia a tempi stretti ? l?Unione europea, le cronache dei giornali sono piene in questi giorni degli impegni fattivi delle imprese e di molte istituzioni europee e invece noi rinunciamo a uno scenario tutto a saldo positivo. Perch? se solo riuscissimo a creare una filiera normativa e industriale in grado di garantire al 2021 la circolazione in Italia di almeno 300mila auto a emissioni zero (comunque un?inezia rispetto a 37 milioni di quattro ruote scoppiettanti che mobilitano ma opprimono il paese, ma comunque ben di pi? del miserevole 0,1% di oggi, con non pi? di 10mila auto effettivamente circolanti) sarebbe un affare.
        Con una politica di incentivi mirati e soprattutto un quadro normativo favorevole, almeno allineato ai piani dell?Unione europea, l?Italia si garantirebbe - secondo le stime Cives ? consistenti vantaggi economici. A partire da un risparmio certo di 1,8 miliardi di euro nei 10 anni di vita dei veicoli verdi ?per il 69% come minor esborso per l'importazione di petrolio e gas, per il 14% come minori spese sanitarie per l'inquinamento dell?aria imputabile alla mobilit?, e per il 17% come valore monetario delle emissioni di CO2 evitate, che sono oggetto di un trading internazionale?.

        Effetto volano
        Ma l?effetto volano sarebbe ben pi? ampio: ?Economie ancora pi? consistenti vi sarebbero se venisse sviluppato anche in Italia un nuovo settore industriale? che comprenda anche le attrezzature per la ricarica, i servizi, i business collaterali complementari (noleggi, sharing ecc.). Per non parlare dei vantaggi che deriverebbero da una strategia d'anticipo sul nuovo mondo ?verde? frutto della convergenza tra auto verde, gestione delle energie rinnovabili e telecomunicazioni: l?auto come accumulatore personale in grado di prelevare ma anche di conferire energia alla rete o semplicemente alla nostra seconda casa. Perch? rinunciare a uno degli elementi fondamentali delle nuove smart grids e smart cities?
        Bisogna guardare a oggi. Ma conviene ancor di pi? guardare al domani. Sintomatico - si legge nel libro bianco - il caso dell?Olanda, paese che pur non avendo un?industria dell?auto ha attivato una forte politica di stimolo e sostegno alla mobilit? elettrica, con vendite medie del 5% del mercato auto interno e punte del 9%. Il risultato ? stato che nel 2014 con un circolante elettrico di sole 30mila auto, lo sviluppo della rete di ricarica e l?indotto per il servicing e l'assistenza di tale parco hanno portato secondo la DOET (l?agenzia nazionale per l?impresa) alla creazione di 3200 posti di lavoro con una produzione di 820 milioni di euro e un valore aggiunto di 260 milioni di euro per l?economia nazionale.

        Cos? in Europa
        Il confronto tra noi e gli altri ? davvero impietoso. L?accordo mondiale ZEVA (zero emission veichle alliance), che vede la partecipazione di mezza Europa compresi i riottosi inglesi oltre agli stati pi? avanzati dell?America preda del negazionismo ambientale di Trump, si punta alla completa conversione ai veicoli a emissioni zero addirittura entro il 2025 per ridurre di almeno 1 miliardo di tonnellate l?anno le emissioni di CO2 nei trasporti tagliando di quasi la met? le emissioni mondiali dei veicoli. Certo, questo s? che ? un obiettivo velleitario. Ma come si sa le provocazioni in qualche caso fanno bene.
        Un po? pi? realistico e il piano di battaglia tracciato dalla Ue che impone di passare da una media nel parco automobilistico di 130 grammi di emissioni di Co2 per chilometro ai 95 grammi nel 2021 per arrivare ai 70 nel 2025, con il grosso del taglio affidato alla maggior penetrazione dell?auto elettrica. Volvo, che ? svedese ma propriet? dei cinesi, azzarda la completa riconversione all?elettrico gi? dal 2019: due anni di vita appena per il motore endotermico. BMW, Mercedes, Opel, puntano forse pi? realisticamente a una quota a doppia cifra gi? tra qualche anno, e lavorano di conseguenza.

        Mutazione in dieci anni
        Un onere, magari solo momentaneo, per l?automobilista? No, anche qui. Il libro bianco cita una ricerca condotta da Bloomberg New Energy Finance: nel 2026 il prezzo dei veicoli elettrici sar? inferiore a quello delle auto che usiamo oggi, grazie al crollo del costo delle batterie e alla loro aumentate efficienza, che tra l'altro consentir? superare alla grande il limite dell?autonomia.
        E mentre Francia e Spagna, ad esempio, varano nuovi incentivi mirati per gli automobilisti e per l?industria, in Italia tutta la disciplina di settore ? praticamente ferma alle promesse, a partire dal tanto acclamato piano nazionale per le infrastrutture di ricarica, il PNIRE, che pur puntava al minimo indispensabile. Alla fine dello scorso anno i punti di ricarica dovevano essere 90mila per salire a 110mila nel 2018 e 130mila nel 2020, partendo dalle citt? per poi diffondersi tutta la rete stradale con colonnine di tipo ?fast? in grado di garantire una ricarica completa in meno di 30 minuti. Il tutto gestito da una piattaforma unica nazionale. Niente. Siamo praticamente a zero.

        Promesse e realt?
        Qualche denaro era stato stanziato, 20 milioni di euro gi? a partire dal 2013 e qualcosa di meno negli anni successivi. Ma perfino la burocrazia c?ha messo lo zampino. ? stata direttamente la Corte dei conti ? si legge nel libro bianco - a far rilevare una clamorosa falla: il capitolo di spesa ? stato infatti intestato erroneamente al Dipartimento per i trasporti e la navigazione e non, come doveva essere, alla Direzione generale per lo sviluppo del territorio. E anche questo ha contribuito a impantanare l?operazione. E non c?? neanche la scusa dell'ignoranza o della inconsapevole inettitudine.
        Esattamente un anno fa la Presidenza del consiglio ha istituito un tavolo tecnico guidato dall?allora vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, oggi capo gabinetto del Ministero dell?ambiente, per recuperare il tempo perduto riagganciare il treno della sfida. Il tavolo tecnico ha prodotto un buon documento, che riassume correttamente i termini della questione e traccia con fedelt? lo scenario nazionale e internazionale. ? sicuramente uno sforzo di buona volont?. Potrebbe non bastare.


        Comment


        • Font Size
          #124
          Popolo di pastori

          Comment


          • Font Size
            #125
            Sempre andare a controllare le affermazioni......

            STARTMAG - startmag
            Il libro viene presentato alla biblioteca della camera dei deputati......quindi nn oartecipa nessun esponente del governo....questo incontro si tiene una volta l anno...esiste il file pdf sul sito startmag con gli articoli di giornale sull evento..

            I pratica solo enel partecipa come psonsor..per il fatto che vende energia elettrica gia con qualche colonnina...e il pu to e sempre il soito ..

            Chi paga per le infrastrutture di ricarica etc..etc....l anno scorso si e ancora puntato sul mettere il costo in bollette insieme ai pannelli.....

            Poi hanno fatto notare che tra quei costi ..incentivi e mancate accise sui carburanti...ci vuole un altra manovra economica.....


            Qui il file pdf da scaricare....






            Prima di postare facili proclami ..sarebb eilcaso di ocntrollare.....un p? come nell altro 3d....crolla la vendita del diesel.....poi vai avedere i dati ed ? il 5%...ma ? quasi il 20% come specificato nei titoloni dei giornali....o non si clicca........e non guadagna inpubblicit?....

            Comment


            • Font Size
              #126
              Ah ok... se non ? proprio cos? allora noi siamo avanti

              Avoja :gaen:

              Francia, entro il 2040 stop alla vendita di auto a benzina e | DDay.it

              Dai "verifica" pure questa
              Last edited by arabykola; 09-07-17, 11:22.

              Comment


              • Font Size
                #127
                Lo stesso sito cita la fine dell immatricolazione di motori endotermici.....non della vendita....per quanto riguarda la francia....per il 2040......



                Altroche il 2025 o 2020 come ipotizzato per nazioncine con 4 gatti di abitanti............

                Anche la Francia vieter? la vendita di auto a benzina e diesel. Dal 2040 - startmag
                A partire dal 2040 la Francia vieter? la vendita di auto endotermiche. Previsti incentivi per accelerare la diffusione delle vetture elettriche



                Dopo la Norvegia e l?Olanda, anche la Francia ha deciso di dire stop alle auto a benzina e diesel. I tempi, per?, sono lunghi: il divieto di immatricolazione, infatti, partir? dal 2040. Molto pi? coraggiose, invece, Norvegia e Olanda, pronte a rivoluzionare il mondo della mobilit? a partire dal 2025. E l?Italia? Approfondiamo insieme.

                Francia: stop alle auto a benzina, dal 2040






                Prima di cominciare a stappare lo spumante....gli impegni ..non sono dogmi.....quello che accadra tra 22 ani chi lo puo sapere...e le leggi si cambiano ...si possono aprire deroghe o altro....

                Cmq in teoria nel 2050 l europa si era kmpegnata per lo stop al motore endotermico...vedremo....
                Ricordiamo che l?Olanda, nel dicembre 2015, ha dato vita alla Zero-Emission Vehicle Alliance assieme a Germania, Regno Unito, Norvegia, British Columbia, California, Connecticut, Maryland, Massachusetts, New York, Oregon, Qu?bec, Rhode Island e Vermont. L?obiettivo? Arrivare, entro il 2050, alla vendita esclusiva di auto a emissioni zero. Ma se l?iter legislativo non incontra importanti ostacoli, l?Olanda ci arriver? molto prima a dire addio alle auto endotermiche. E ci arriver? da sola, tra i Paesi dell?Ue a 27.

                Comment


                • Font Size
                  #128
                  Ah davvero?

                  Quindi quella ? "verificata" ?
                  Last edited by arabykola; 09-07-17, 11:32.

                  Comment


                  • Font Size
                    #129
                    no dico vi ricordate anno 2003...settembre...tutta italia senza luce per una notte intera fino (dalla sera mi pare) fino al mattino dopo??
                    Perch? si era guastato qualcosa sulla linea che ci porta elettricit? DALLA svizzera mi pare
                    Si facciamo le elettriche cos? arricchiremo ancora di pi? i paesi che hanno il nucleare a ridosso dei nostri confini...
                    Last edited by luciocabrio; 10-07-17, 07:42.

                    Comment


                    • Font Size
                      #130
                      Gi?... meglio importare del petrolio

                      Comment


                      • Font Size
                        #131
                        2040 ed oltre in Italia...avr? pi? di 70 anni....ma chissene di cosa si guider?...

                        Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk

                        Comment


                        • Font Size
                          #132
                          Originally posted by arabykola View Post
                          Gi?... meglio importare del petrolio
                          non ho detto questo...

                          ma fra le due preferisco comprare petrolio dagli arabi\altri...piuttosto che comprare elettricit? da paesi appicciacti a noi...elettricit? che NOI abbiamo rifiutato di produrre internamente...
                          Cosa che poteva essere plausibile...se non ci fossero state altre centrali in europa o nei nostri confini.
                          Della serie se tanto devo crepare preferisco farlo col borsello pieno

                          per? ripeto le macchine elettriche vannoa elettricit?...prodotta in gran parte dalle centrali nucleari...pi? richiesta=pi? centrali=pi? rischi d'incidenti+ maggiori scorie.

                          al sud il giorno del blackout la luce ? stata via fino a quasi sera.
                          con una macchina elettrica dove ti attacchi? al caxxo?

                          Invece la macchina con lo sporco e nero petrolio andava lo stesso

                          Comment


                          • Font Size
                            #133
                            Originally posted by interceptor79 View Post
                            2040 ed oltre in Italia...avr? pi? di 70 anni....ma chissene di cosa si guider?...

                            Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
                            oh ma a 70 anni mica si ? vecchi eh

                            Comment


                            • Font Size
                              #134
                              Originally posted by luciocabrio View Post
                              oh ma a 70 anni mica si ? vecchi eh
                              Ma oddio....marted? sono andato via con mio padre che ne ha 72 e si vedevano tutti......secondo me a 70 non si dovrebbe pi? guidare a meno di superare determinati esami super severi

                              Comment


                              • Font Size
                                #135
                                Originally posted by interceptor79 View Post
                                Ma oddio....marted? sono andato via con mio padre che ne ha 72 e si vedevano tutti......secondo me a 70 non si dovrebbe pi? guidare a meno di superare determinati esami super severi
                                mio nonno ha guidato (decentemente) fino a 85 anni. un mio parente a 91 ancora guida...e sua moglie ha guidato fino a 87 anni...fino a quando entrambi hanno avuto un incidente(non per colpa loro) mentre erano una rotonda.
                                lei ha avuto paura.

                                ora non so...noncredo siam tutti uguali...c'? gete di oltre 70 anni che fa il doppio dei mie chilometri
                                Last edited by luciocabrio; 10-07-17, 10:04.

                                Comment

                                X
                                Working...
                                X