Netflix ha pubblicato il trailer della nuova serie Supersex, che è ispirata alla vita della star per adulti, Rocco Siffredi e che vede Alessandro Borghi come protagonista. Un roboante teaser a un mese dall'anteprima mondiale, che è in programma al Festival Internazionale del Cinema di Berlino a metà febbraio.
Ma perché in sei secondi di video, ci sono ben quattro motociclette, un salto e una caduta? Ve lo spieghiamo noi: l'episodio nel trailer è un riferimento alle riprese di "Moana la scandalosa", lungometraggio con un giovane Rocco Siffredi nel 1988 e diretto da Riccardo Schicchi, che lanciò l'attrice hard di Genova (e mica solo lei) nell'olimpo delle luci rosse…
Nel cast di Supersex ci sono anche tante motociclette. Infatti, è nota la passione di Rocco Siffredi per la moto, sia a ruote tassellate che non, pure coi pattini da neve, poiché la moto è una delle passioni che l'hanno accompagnato fin dalla tenera età. Inoltre, il motociclo è fattualmente il veicolo a motore più romantico e sensuale che sia stato mai creato dall'uomo, dato che letteralmente si cavalca tra le gambe. E la Yamaha Tenere 600, anche se in livrea differente, è presente nella serie Supersex di Netflix, guidata da Alessandro Borghi.
Però su che motocicletta si vede sfrecciare l'attore, nel teaser trailer pubblicato il 15 gennaio da Netflix? è una Honda XR 500 R. Infatti negli appena sei secondi del trailer su Youtube in cui si vede, è facile distinguere una stilosissima Honda XR 500 R, che è la moto su cui è seduto nudo Alessandro Borghi e che non è la moto che viene utilizzata dal suo stuntman nella successiva ripresa della caduta nelle acque.
Borghi in sella è nudo ed è insieme ad altre tre moto Honda XL 500 L, tutte di diverse annate e sempre cavalcate rigorosamente da uomini tutti nudi.
Ed era proprio un'Honda XL 500 L ad essere utilizzata nelle riprese del lungometraggio del 1988 da Rocco Siffredi: lui era alla guida, mentre il cugino Gabriele, presente anch'egli nel film col nome d'arte di Gabriel Zero, era seduto dietro come passeggero. Loro sono entrambi nudi e si incontrano con altri due appartenenti alla banda di motociclisti-nudisti, ma c'è persino un quinto "membro", anch'egli tutto nudo, che arriva a piedi inspiegabilmente da dietro la telecamera: letteralmente un'invasione fuori campo.
E l'altra motocicletta su cui arrivano due della "banda dei cinque" nudisti-motociclisti, è un'altra icona monocilindrica dell'epoca: una Suzuki DR 600. Questa scena di sesso corale con cinque motociclisti-nudisti e Moana Pozzi è oggi alquanto incomprensibile, nonché inpubblicabile: è la rappresentazione di un reato.
Una violenza carnale di gruppo, come si diceva in quegli anni. Infatti i cinque gaglioffi senza veli, tra cui Rocco Siffredi che indossa solo un casco di colore nero, si lanciano nella pozza in cui è immersa Moana Pozzi a tergersi in stile Cleopatra e la assalgono in gruppo per consumare una violenza sessuale, senza il minimo consenso, tutti insieme, pure a turno.
Nella gigantesca iperbole della rappresentazione del sesso che è la pornografia, forse in quegli anni era sconosciuto il significato di: consenso durante l'atto sessuale. E forse non solo nei lungometraggi per adulti.
La scena nel trailer di Netflix è dunque l'incipit di Moana la scandalosa: la pellicola hardcore fu diretta da Riccardo Schicchi e prodotta dalla società di produzione di sua proprietà, Diva Futura, nel 1988. Il film fu uno dei titoli che lanciarono Moana Pozzi nell'olimpo delle luci rosse durante quegli anni e la trama, piuttosto arzigogolata, vede Moana quale protagonista nel ruolo di una dottoressa sessualmemente complessata.
Moana Pozzi incontra Rocco Siffredi nel ruolo di paziente al quale la dottoressa sta curando una ferita dopo una gara di motocross, che si innamora di lei e, per redimerla dai propri complessi sessuali, decide di lanciarla come attrice di film a luci rosse e sposarla. La storia tra i due che è descritta nel film di oltre 35 anni fa, oggi viene qualificata come "un amore tossico": Moana si preoccupa sempre per Rocco, pensa a lui anche mentre partecipa alle orge di sesso sfrenato, mentre il giovane Rocco sfrutta la fidanzata e si fa coprire di soldi e attenzioni, compresa una Mercedes in regalo.
Per farla breve: lei si stufa, lo tradisce e chiede il divorzio. Allora lui si apposta come uno stalker e la coglie letteralmente "in fallo" con l'amante: aggredisce e lega lui, mentre si accoppia con Moana per poi ucciderla con la pistola e infine suicidarsi. La cronaca di un femminicidio, con unico risultato: l'omicidio e il sucidio. Oggi pare strano, maall'epoca il film contribuì enormemente al successo di Moana Pozzi.
notizia da: mowmag.com
Ma perché in sei secondi di video, ci sono ben quattro motociclette, un salto e una caduta? Ve lo spieghiamo noi: l'episodio nel trailer è un riferimento alle riprese di "Moana la scandalosa", lungometraggio con un giovane Rocco Siffredi nel 1988 e diretto da Riccardo Schicchi, che lanciò l'attrice hard di Genova (e mica solo lei) nell'olimpo delle luci rosse…
Nel cast di Supersex ci sono anche tante motociclette. Infatti, è nota la passione di Rocco Siffredi per la moto, sia a ruote tassellate che non, pure coi pattini da neve, poiché la moto è una delle passioni che l'hanno accompagnato fin dalla tenera età. Inoltre, il motociclo è fattualmente il veicolo a motore più romantico e sensuale che sia stato mai creato dall'uomo, dato che letteralmente si cavalca tra le gambe. E la Yamaha Tenere 600, anche se in livrea differente, è presente nella serie Supersex di Netflix, guidata da Alessandro Borghi.
Però su che motocicletta si vede sfrecciare l'attore, nel teaser trailer pubblicato il 15 gennaio da Netflix? è una Honda XR 500 R. Infatti negli appena sei secondi del trailer su Youtube in cui si vede, è facile distinguere una stilosissima Honda XR 500 R, che è la moto su cui è seduto nudo Alessandro Borghi e che non è la moto che viene utilizzata dal suo stuntman nella successiva ripresa della caduta nelle acque.
Borghi in sella è nudo ed è insieme ad altre tre moto Honda XL 500 L, tutte di diverse annate e sempre cavalcate rigorosamente da uomini tutti nudi.
Ed era proprio un'Honda XL 500 L ad essere utilizzata nelle riprese del lungometraggio del 1988 da Rocco Siffredi: lui era alla guida, mentre il cugino Gabriele, presente anch'egli nel film col nome d'arte di Gabriel Zero, era seduto dietro come passeggero. Loro sono entrambi nudi e si incontrano con altri due appartenenti alla banda di motociclisti-nudisti, ma c'è persino un quinto "membro", anch'egli tutto nudo, che arriva a piedi inspiegabilmente da dietro la telecamera: letteralmente un'invasione fuori campo.
E l'altra motocicletta su cui arrivano due della "banda dei cinque" nudisti-motociclisti, è un'altra icona monocilindrica dell'epoca: una Suzuki DR 600. Questa scena di sesso corale con cinque motociclisti-nudisti e Moana Pozzi è oggi alquanto incomprensibile, nonché inpubblicabile: è la rappresentazione di un reato.
Una violenza carnale di gruppo, come si diceva in quegli anni. Infatti i cinque gaglioffi senza veli, tra cui Rocco Siffredi che indossa solo un casco di colore nero, si lanciano nella pozza in cui è immersa Moana Pozzi a tergersi in stile Cleopatra e la assalgono in gruppo per consumare una violenza sessuale, senza il minimo consenso, tutti insieme, pure a turno.
Nella gigantesca iperbole della rappresentazione del sesso che è la pornografia, forse in quegli anni era sconosciuto il significato di: consenso durante l'atto sessuale. E forse non solo nei lungometraggi per adulti.
La scena nel trailer di Netflix è dunque l'incipit di Moana la scandalosa: la pellicola hardcore fu diretta da Riccardo Schicchi e prodotta dalla società di produzione di sua proprietà, Diva Futura, nel 1988. Il film fu uno dei titoli che lanciarono Moana Pozzi nell'olimpo delle luci rosse durante quegli anni e la trama, piuttosto arzigogolata, vede Moana quale protagonista nel ruolo di una dottoressa sessualmemente complessata.
Moana Pozzi incontra Rocco Siffredi nel ruolo di paziente al quale la dottoressa sta curando una ferita dopo una gara di motocross, che si innamora di lei e, per redimerla dai propri complessi sessuali, decide di lanciarla come attrice di film a luci rosse e sposarla. La storia tra i due che è descritta nel film di oltre 35 anni fa, oggi viene qualificata come "un amore tossico": Moana si preoccupa sempre per Rocco, pensa a lui anche mentre partecipa alle orge di sesso sfrenato, mentre il giovane Rocco sfrutta la fidanzata e si fa coprire di soldi e attenzioni, compresa una Mercedes in regalo.
Per farla breve: lei si stufa, lo tradisce e chiede il divorzio. Allora lui si apposta come uno stalker e la coglie letteralmente "in fallo" con l'amante: aggredisce e lega lui, mentre si accoppia con Moana per poi ucciderla con la pistola e infine suicidarsi. La cronaca di un femminicidio, con unico risultato: l'omicidio e il sucidio. Oggi pare strano, maall'epoca il film contribuì enormemente al successo di Moana Pozzi.
notizia da: mowmag.com