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Soundsation Rider Retrò Stratocaster

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    Soundsation Rider Retrò Stratocaster

    Rider Retro: in prova il vintage Soundsatio
    La Rider Retro è la Strat-style in chiave vintage di Soundsation. Pickup e hardware Wilkinson si abbinano a finiture d’annata per un classico senza tempo dal prezzo accattivante. La testiamo per voi.
    Soundsation si è fatta un nome negli ultimi anni grazie a un’offerta di strumenti musicali dedicati agli studenti e ai neofiti con alcuni accorgimenti appetibili anche per i musicisti più navigati, tutto con le cifre fortemente accessibili della produzione orientale.
    Su Accordo abbiamo già messo le mani sulla loro Rider Pro, chitarra elettrica in stile Stratocaster pensata per assecondare gli approcci musicali più moderni e con alcuni upgrade tipici per la tipologia. La Rider Retro ne è la versione vintage-style, maggiormente legata ai canoni estetici e stilistici propri della metà del secolo scorso, con una cifra sul cartellino ancora più abbordabile.
    Finitura rossa d’ordinanza e 21 tasti in acero, ne abbiamo provata una sul campo.



    La Rider Retro guarda al vintage, ma non insegue lo “storicamente corretto” a tutti i costi. Così, quello che ne risulta è un mix capace di una certa versatilità, per strizzare l’occhio anche a chi proviene da (o vorrà poi spostarsi verso) chitarre d’impianto più moderno.

    I punti d’ispirazione della Retro sono chiari fin da una prima occhiata. Tra le finiture disponibili spiccano colori vicini ad alcune delle tonalità che hanno fatto la storia della liuteria elettrica californiana, come la simil Dakota Red in prova che, in abbinamento al battipenna, ai potenziometri e alle cover dei pickup mint green, sembra voler gridare “anni ’60” da ogni poro.

    Un body in frassino leggero (swamp ash) si abbina a un manico in acero, con tastiera in acero anch’essa. In catalogo sono presenti anche modelli con tastiera in eco-rosewood, legno indicato da Soundsation come un valido sostituto del regolare palissandro ma con un minore impatto ambientale.
    Nella versione in acero, l’intero manico è verniciato. Fa piacere scoprire che la finitura lucida non compromette la scorrevolezza, permettendo alla mano di non impicciarsi nel viaggiare attraverso il profilo tondeggiante e mediamente sottile del manico, appena “puntuto” in prima posizione come per ricalcare i canoni di un soft V, molto, molto soft.



    Come da tradizione, la Rider in versione Retro conta 21 fret, ma mostra un raggio molto più piatto rispetto a quello che ci si aspetterebbe da una Strat-style. La scheda tecnica segnala la bellezza di 16 pollici, per una tastiera capace di far sentire a casa anche i patiti delle derive elettriche più moderne.
    È forse anche grazie al raggio quasi piatto che la Rider Retro può permettersi un’action mediamente bassa senza perdere un colpo durante l’esecuzione di bending estremi.

    Non ci si illuda di avere tra le mani una chitarra da corsa, comunque. La Retro è, per l’appunto, “retrò” e non va strapazzata eccessivamente. Rispetto all’edizione Pro, perde le meccaniche bloccanti in favore di un set classico ad alberelli sottili, che potrebbero non tenere il passo quando si pretendono escursioni eccessive dal ponte Wilkinson. Quest’ultimo è ancora una volta un Tremolo tradizionale, con sei viti in stile vintage ma con sellette chiuse d’estrazione moderna e leva a incastro, comoda per tenerla sempre a portata di mano senza rischiare di ritrovarla penzoloni come spesso accade con gli innesti a vite.

    Oltre l’hardware, Wilkinson firma anche l’elettronica, con un circuito dei più classici che abbiamo approfondito in video, tra squillanti puliti e maleducati distorti.



    La voce della Rider Retro è esattamente quella che ci si aspetta da una Strat-style. I bassi sono profondi, gli acuti brillanti ma non penetranti e, nell’interpretazione Wilkinson, il mix si connota di una certa presenza sonora e di una punta di naso che rende tutto più “in faccia”.

    In particolare, il single coil al manico si dimostra subito diretto e compatto. Forse non è un pickup “colto”, particolarmente ricco di armoniche o dettaglio, ma si rivela ottimale per ripercorrere certi suoni sfacciati di un blues d’epoca, magari in abbinamento con un amplificatore bene imballato da una saturazione compressa e caricata sui medi.

    In genere, su chitarre della sua fascia, il suono diventa più deludente man mano che ci si avvicina al pickup al ponte. Qui invece fa piacere riscontrare che i Wilkinson sanno affrontare le frequenze più acute senza acquistare acidità. Perfettamente in linea con i timbri aperti e percussivi tipici di un certo tipo di vintage, si può quasi dire che la Rider Retro diverte di più man mano che ci si avvicina al ponte, offrendo un’opzione stimolante per gli appassionati di country, rockabilly, rock n roll e dintorni.

    Va senza dubbio fatto notare come il suono resti organico e intelligibile anche in distorsione. Qui le differenze tra i pickup non si appiattiscono e il musicista può sentire chiaramente il timbro cambiare a seconda della posizione sul selettore o della zona in cui plettra.
    Aspetti di questo tipo possono sembrare scontati per chi è abituato a strumenti di fascia superiore ma, nell’ambito dell’entry level e delle aree di prezzo più basse in generale, non è sempre così. In particolare per un esordiente, il cui tocco e approccio allo strumento sono ancora in via di formazione, un aspetto simile è senza dubbio importante.

    In generale, l’elettronica si dimostra efficace, onesta, insomma più che giusta per la destinazione dello strumento. La Rider Retro è in grado di garantire al chitarrista ore di divertimento senza lasciargli quell’amaro in bocca dovuto a un pickup gommoso o a un potenziometro poco reattivo, aspetti spesso collegati alle chitarre di primo prezzo e che portano inevitabilmente a degli upgrade a volte costosi e non sempre risolutivi.



    Nel suo insieme, la Soundsation Rider Retro convince.
    Un chitarrista alle prime armi può trovarci una nave scuola in grado di reagire in modo trasparente al suo suonato, che non perdona errori e valorizza le buone esecuzioni, e che regala una panoramica eloquente delle sonorità tipiche dell’universo stratoide.
    Un musicista più smaliziato può vederci un muletto efficace ed efficiente, con un buon manico e una dotazione elettronica valida, sul quale probabilmente esercitare le sue capacità di setup e regolazioni di fino a causa di un settaggio di fabbrica non sempre impeccabile ma che, una volta messo a punto, concede di aggiungere in rastrelliera uno stimolante ibrido tra sound d’annata e suonabilità al passo coi tempi.
    Se il mix vi intriga, un giro sotto le dita è consigliato. Nell’attesa, potete approfondire la conoscenza della Rider Retro sul sito Soundsation
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