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Gli orologi giapponesi che stanno conquistando i trentenni

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    Gli orologi giapponesi che stanno conquistando i trentenni

    Vague si ispira agli orologi più classici al mondo, ma ci mette del suo, dalla manifattura made in Japan ai prezzi medio-bassi.

    La sensibilità dell’omaggio non è mai un fatto semplice, spontaneo o scontato. Soprattutto se chi decide di farlo lavora su un prodotto noto al grande pubblico, che ha segnato un’epoca, che ha fatto storia e scuola, che ha subito plagi e imitazioni. Ai designer giapponesi, la sensibilità sembrano insegnarla sin dalla nascita e, nelle loro mani, l’oggetto omaggiato finisce per esaltare quello d’origine al massimo grado. È il caso dei Vague Watch Co. Se basta un’occhiata per ritrovare, in ogni modello, una pietra miliare dell’orologeria occidentale, dal Submariner di Rolex fino agli indimenticabili Swatch degli anni Novanta, allo stesso modo c’è il piglio di una progettualità nuova.

    Da una ricognizione generale sul sito del brand, emergono almeno tre punti fondamentali: primo in assoluto, il fatto di essere made in Japan – qui si potrebbe aprire un capitolo sull’orgoglio nazionale, proprio in un settore dove da sempre Tokyo ha cercato di rivaleggiare con la Svizzera; poi il prezzo, decisamente competitivo rispetto alla tipologia di segnatempo; ultimo un'allure vintage che si articola tra colori, silhouette e packaging.

    Andiamo per ordine. “Fatto in Giappone” (e da poco venduto a livello globale) significa che tutto, dal bozzetto alla tecnologia, fino ai vari componenti interni, è nato lì, dentro ai confini del paese del Sol Levante. Significa rivendicare la propria maestria, il proprio modo di fare, che non ha nulla da invidiare a quello antico e certamente complesso messo a punto dagli artigiani ginevrini, ma che è diverso, spesso più sperimentale, altre volte solo più diretto, come fu ai tempi del quarzo. Ancora, è prendere un racconto, quello iniziato dai grandi nomi come Seiko o Casio e rimetterlo in discussione per chi oggi ha dai venti ai massimo quarant’anni (è evidente che la fascia di pubblico intercettata sia quella).

    Considerazioni che, a cascata, giustificano un posizionamento medio di costo finale, in alcuni casi medio bassa, in cui collocare i vari “Diver” e “Chronographer”; tutto a vantaggio di chi decide di iniziare una collezione, di capire come funzionano i meccanismi principali o, nel caso di chi ne ha già una, di soddisfare il puro gusto di arricchirla con qualcosa che è immediatamente databile tra il 2000 e il 2020. Essere contemporanei è una dote, perché oggi il passato piace molto più che qualsiasi idea di futuro o futuribile. Da mettere alla prova, allora, proprio un Submariner, un Diver’s Son e un Gentleman di Vague Watch Co.

    Nel primo la silhouette è quella inconfondibile di fine anni Quaranta, l’acciaio inossidabile dà immediatamente la sensazione di un orologio sportivo, il quadrante, 40 millimetri, protetto da un vetro cristallo, ha il fondo nero e gli indici geometrici applicati (triangolo per le ore 12, rettangolo per le 3, le 6 e le 9, cerchio per le altre); resistenza fino a 100 metri sott’acqua e movimento automatico ne completano l’identikit.

    Subacqueo, è già nel nome, anche il Diver’s Son, che ha un appeal giocoso, quasi grafico: in 36 millimetri di diametro, il suo quadrante a fondo avorio ha una leggibilità sorprendente al punto da permettersi il lusso di aprire una finestrella per il datario a ore tre; il movimento qui è al quarzo, mentre il cinturino base è in caucciù nero.

    A metà tra il formale da lavoro e l’elegante eclettico da viaggio intorno al mondo, il Gentleman è un buon mix di prestazioni sportive e dettagli ricercati anni Sessanta, come la lunetta d’ingrandimento sul datario, anche qui a ore tre, il cinturino in pelle e lancette e indici placcati oro che spiccano su un fondo marrone intenso. Il movimento al quarzo lo rende a portata di tasca. Perché pensare a una macchina capace di fare per noi qualcosa di stupefacente quando la storia ci ha dato capolavori che non tradiscono mai le nostre aspettative?

    notizia da:esquire.com

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