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La storia di come è nato il successo dei bastoncini di pesce

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    La storia di come è nato il successo dei bastoncini di pesce

    Ci sono molti aneddoti sui bastoncini di pesce: l’invenzione di questo cibo surgelato ha ottenuto un numero di brevetto statunitense: US2724651A; ci si può costruire una torre alta fino a 74 strati; si dice che ogni anno una fabbrica in Germania ne produca un numero sufficiente a girare quattro volte intorno alla Terra.

    Tuttavia l’elemento più peculiare dei bastoncini di pesce potrebbe essere la loro semplice esistenza. Sono comparsi il 2 ottobre del 1953, quando la General foods li lanciò con l’etichetta Birds eye. Questo curioso cibo impanato faceva parte di una serie di altri alimenti in formato rettangolare da poco introdotti sul mercato: bastoncini di pollo, di prosciutto, di vitello, di melanzane e bastoncini di fagioli di Lima secchi. Solo quelli di pesce sono sopravvissuti. Anzi, hanno prosperato. In un mondo in cui molte persone diffidano del pesce, i bastoncini di pesce si sono diffusi superando perfino la cortina di ferro durante la guerra fredda.

    Amati da alcuni, semplicemente tollerati da altri, i bastoncini di pesce sono diventati onnipresenti, sia come inevitabile rito alimentare di passaggio per i bambini sia come icone culturali. C’è un intero episodio di South Park che gioca con il termine bastoncini di pesce e l’artista Banksy li ha inseriti in una mostra del 2008. Quando la regina Elisabetta ha festeggiato il suo novantesimo compleanno nel 2016, la Birds eye le ha regalato un sandwich da 257 dollari imbottito di asparagi lessi, maionese allo zafferano, fiori commestibili, caviale e, in bella mostra, dei bastoncini di pesce in foglia d’oro.

    Ci sono molti aneddoti sui bastoncini di pesce: l’invenzione di questo cibo surgelato ha ottenuto un numero di brevetto statunitense: US2724651A; ci si può costruire una torre alta fino a 74 strati; si dice che ogni anno una fabbrica in Germania ne produca un numero sufficiente a girare quattro volte intorno alla Terra.

    Tuttavia l’elemento più peculiare dei bastoncini di pesce potrebbe essere la loro semplice esistenza. Sono comparsi il 2 ottobre del 1953, quando la General foods li lanciò con l’etichetta Birds eye. Questo curioso cibo impanato faceva parte di una serie di altri alimenti in formato rettangolare da poco introdotti sul mercato: bastoncini di pollo, di prosciutto, di vitello, di melanzane e bastoncini di fagioli di Lima secchi. Solo quelli di pesce sono sopravvissuti. Anzi, hanno prosperato. In un mondo in cui molte persone diffidano del pesce, i bastoncini di pesce si sono diffusi superando perfino la cortina di ferro durante la guerra fredda.

    Amati da alcuni, semplicemente tollerati da altri, i bastoncini di pesce sono diventati onnipresenti, sia come inevitabile rito alimentare di passaggio per i bambini sia come icone culturali. C’è un intero
    episodio di South Park che gioca con il termine bastoncini di pesce e l’artista Banksy li ha inseriti in una mostra del 2008. Quando la regina Elisabetta ha festeggiato il suo novantesimo compleanno nel 2016, la Birds eye le ha regalato un sandwich da 257 dollari imbottito di asparagi lessi, maionese allo zafferano, fiori commestibili, caviale e, in bella mostra, dei bastoncini di pesce in foglia d’oro.

    Il mondo non li aveva chiesti

    Per spiegare questo successo non esiste forse guida migliore di Paul Josephson, che si autodefinisce “signor bastoncino di pesce”. Josephson insegna russo e storia sovietica al Colby college, nel Maine, ma nelle sue ricerche spazia dai reggiseni sportivi alle lattine di alluminio ai dossi artificiali. Nel 2008 ha scritto quello che ancora oggi è considerato il più
    importante saggio accademico su questo prodotto. Per quella ricerca ha dovuto procurarsi informazioni dalle aziende ittiche, cosa che si è rivelata particolarmente difficile. “Per certi versi era più facile entrare in archivi sovietici che avevano a che fare con le bombe nucleari”, ricorda.

    A Josephson i bastoncini non piacciono. Anche da piccolo non capiva perché fossero così apprezzati. “Li trovavo secchi”, dice. Tralasciando i gusti personali, Josephson osserva che il mondo non aveva chiesto i bastoncini di pesce. “Non li ha richiesti nessuno”.

    Ma invece hanno risolto un problema creato dalla tecnologia: l’eccesso di pesce. Motori diesel più potenti, navi più grandi e nuovi materiali avevano determinato dopo la seconda guerra mondiale un aumento del pescato. I pescatori avevano cominciato a prendere quantità di pesce mai viste prime. Per impedire che marcisse, il pesce veniva pulito, eviscerato, disossato e congelato a bordo.

    Il successo è arrivato quando i mattoni di pesce surgelato sono stati tagliati in bastoncini tutti uguali

    Il cibo surgelato però aveva una pessima reputazione. I primi congelatori raffreddavano carne e verdure lentamente e questo causava la formazione di grandi cristalli di ghiaccio che rendevano il cibo molliccio una volta scongelato. E la tecnica di congelamento messa a punto negli anni venti del novecento dall’imprenditore Clarence Birdseye non aveva risolto il problema: anche se le placche a -30 gradi usate per congelare il cibo avevano eliminato il problema dei ghiaccioli, il pesce ne usciva ridotto a grandi blocchi di filetti mescolati che, una volta separati, si disfacevano in “pezzi maciullati e poco appetibili”, ha scritto Josephson. Ci sono stati tentativi di vendere questi blocchi sotto forma di mattoni confezionati come gelati con l’idea che una casalinga potesse tagliare di volta in volta la quantità di pesce desiderata. I mattoni, molto ingombranti, non hanno avuto fortuna nei supermercati e molti negozi non avevano nemmeno sufficiente spazio refrigerato per esporli.

    Il successo è arrivato quando i mattoni sono stati tagliati in bastoncini tutti uguali. Con un processo rimasto sostanzialmente invariato, nelle fabbriche i blocchi di pesce passano attraverso un macchinario a raggi X per assicurarsi che siano senza lische, poi vengono tagliati a fette con seghe a nastro. Queste “dita” vengono immerse in una pastella di uova, farina, sale e spezie, e poi impanate e fritte velocemente nell’olio bollente per fissare l’impanatura. L’intero processo richiede circa venti minuti, durante i quali il pesce resta surgelato, anche quando viene immerso nella friggitrice.

    Fascino paradossale

    Nel 1953, tredici aziende producevano 3,4 milioni di chili di bastoncini di pesce. Un anno dopo altre 55 aziende producevano ulteriori quattro milioni di chili. Questa popolarità fu in parte dovuta a una spinta pubblicitaria che sottolineava la convenienza di questo nuovo alimento: “Niente lische, niente rifiuti, niente cattivo odore, niente sforzi”, dichiarava un annuncio pubblicitario della Bird eye.

    Il fascino dei bastoncini di pesce è in un certo senso paradossale. Contengono pesce, ma quello dal sapore meno forte, che per di più è stato travestito per farlo somigliare alle crocchette di pollo.

    Il travestimento dell’impanatura potrebbe essere necessario perché, quanto meno nell’America settentrionale, il pesce è spesso di second’ordine. “Abbiamo considerato spesso il consumo di pesce come qualcosa al di sotto delle nostre aspirazioni”, scrive lo chef e scrittore Barton Seaver su American Seafood. Nella tradizione il pesce è stato associato al sacrificio e alla penitenza, cibo da mangiare quando non ci si poteva permettere la carne o, nel caso dei cattolici, da mangiare nei tanti giorni in cui la carne è proibita. Il pesce inoltre va a male molto rapidamente, ha un cattivo odore e contiene lische acuminate con cui si rischia di soffocare.

    notizia da:internazionale.it



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