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Nurburgring da zavorrina

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    #1

    Nurburgring da zavorrina

    Questa ? stata la prima vacanza in moto sia per me che per Warsteiner, di seguito nominato IL VECCHIO. La scelta era obbligatoria, erano 15 anni che lui sognava di girare al ring. Per semplicit? riporto il diario che ho tenuto giorno per giorno su Facebook, un po' lungo, ma spero vi piaccia. Buona lettura!


    Primo giorno:
    700 km
    13 ore in moto
    4 fermate ( 2 per rifornimento veloce e 2 per colazione e pranzo, non pi? di un'ora)
    TANTI PASSI ALPINI :
    Italia: Aprica;
    Svizzera: Bernina, Julier, Oberalppass, Furkapass, Grimselpass, Br?nig (e altri ci aspettano per il ritorno)
    Dal Veneto a poco oltre il confine con la Germania, attraverso la Svizzera.
    Panorami indimenticabili, vette solenni, innumerevoli cascate d'acqua ad illuminare i versanti delle montagne che risplendono sotto il sole. Si gettano nei lagni di un azzurro quasi artificiale e scendono a valle in ruscelli cristallini. Angosciante il restringimento dei ghiacciai, ormai piccole lingue sovrastanti enormi rocce che sembrano colate di lava antichissime.
    Da notare: la dolcezza delle mucche mentre si coccolano a vicenda.
    Strade magnifiche, ben fatte e mantenute.
    In Svizzera l'ambiente sembra un quadro, prati perfetti e tutto ordinato, forse troppo.
    Per me oggi sar? la giornata della linea tratteggiata nelle curve strette, impensabile in Italia. Un appunto: troppo stringenti i limiti, quasi snervanti.
    Il mio stato: chiappe doloranti, troppo infreddolita e stanca morta.
    PS del Vecchio: fate tutto sso rumore co ssi scarichi, poi su pe li passi non ce sapete gi, 'mbicciede!

    PASSO DEL BERNINA


    FURKAPASS


    GRIMSELPASS



    Secondo giorno:
    11ore di viaggio
    600km
    una fermata per mettere l'antipioggia, perch? era troppo freddo, e due per il carburante (dalle 10 alle 16,30 in sella continuativamente, nuovo personale record)
    Dal confine con la Svizzera alla Foresta Nera. Mi ha colpito il netto passaggio tra il bosco e i pascoli, si passa da alberi altissimo a erba perfetta. Ogni casa poi ha il suo branco di mucche. Le case tipiche hanno il tetto fino a terra cos? da poterci salire con i trattori e poterci lasciare il fieno, con un grande tettoia davanti per il legno.
    Alberi altissimi, talmente fitti che sotto non passa la luce, forse per questo si chiama Nera.
    Valli coperte da foreste a perdita d'occhio.
    Si vede per? come l'uomo rispetti l'ambiente, costruendo e usando le risorse seguendo un progetto in linea con la natura e quello che pu? offrire, e soprattutto di quello che ha bisogno, un esempio sono gli alberi tagliati, sono in numero uguale a quelli ripiantati e le citt? non soffocano e non si espandono inconsapevolmente, ma sembra tutto in armonia, dove dovrebbe stare.
    Una foresta maestosa e senza fine.
    Le strade sono enormi, sembrano autostrade, ma con tante curve e bellissimi paesaggi, inghiottite dal bosco, la b500 ? spettacolare (con dei limiti di velocit? umani).
    Ci siamo poi immersi nella strada dei vini, un'immensa distesa di vigneti senza interruzione, solo alcuni erano disposti perpendicolare all'appezzamento adiacente, ma in lontananza sembrava un unico mare verde.
    Puoi capire la regione dalla struttura delle case e delle chiese, qui abbiamo trovato case molto vicine tra loro e con travi di legno scuro a vista a formare disegni geometrici, in contrasto con l'intonaco chiaro.
    Siamo arrivati alla Valle del Medio Reno, patrimonio dell'umanit? (come dice Alberto Angela): 14 castelli, uno tra tutti Sankt Goar, le rive tappezzate di vigne, ma sono talmente ripide da risultare praticamente verticali, per coltivare hanno costruito vere muraglie, non muretti.
    Il Reno ? un fiume molto grande, come le sue barche, bassissime, larghe e lunghe, i battelli per i turisti sembrano quelli della Luisiana.
    Siamo saliti verso la "Valle delle Pale Eoliche", in realt? un altopiano, dove ad aspettarci c'era Noe: talmente tanta acqua da impedirmi la visuale e , insieme alle raffiche di vento, sono riuscita a bagnarmi l'interno del casco; per il resto fortuna la tuta antipioggia.
    Infine siamo arrivati al Mosella,precisamente a Fankel (un posto dove mi ci hanno mandato spesso).
    PS del Vecchio: le targhe di Cockem sono spettacolari, iniziano per Coc, una era COC HA, un'altra COC KK
    PS mio: ma come fanno i ristoranti a chiudere alle 20, ma siete proprio teteski!

    FORESTA NERA




    Terzo giono:
    NURBURGRING
    Dopo esserci rilassati questa mattina, abbiamo pranzato con in sottofondo le auto che giravano nel circuito piccolo, chiuso al pubblico. In attesa che aprisse alle 17 il circuito del Nordschleife, il circuito storico di 22 km al cui interno si trova la citt? di Nurburg, ci siamo fatti un giro nella regione dell' Eifel, che presenta molte pi? curve rispetto alle strade dei giorni precedenti. Siamo passati anche ad Adenau, famoso ai motociclisti per il ponte su cui passa il circuito. Ci presentiamo al circuito 30 minuti prima e il parcheggio era gi? pieno di auto, infatti solo le moto potevano entrare nel parcheggio. Tutte macchine spaziali, una pi? bella dell'altra. Una volta aperto il circuito, tutti a fare la fila e alla sbarra subito hanno controllato che avessi le protezioni integrali ( io indossavo i jeans e volevano assicurarsi che avessi le ginocchiere, nonostante siano molto evidenti esternamente). Primo giro di scoperta, a guardare pi? dietro che avanti per far passare le macchine che arrivano come fulmini con il rischio di investirti. ? un circuito molto pericoloso. Secondo giro abbiamo iniziato ad imparare qualcosa, ma ? stato interrotto dalla scivolata di un motociclista: lui non si ? fatto niente ma hanno dovuto chiudere la pista per pulirla e per portare via la moto. Terzo giro SPETTACOLARE, pi? conosci il tracciato e pi? lo apprezzi. Ha tutti i possibili tipi di curve, salite, discese, curve nascoste, penso sia questo il motivo per cui tutte le case automobilistiche testino qui le loro sportive. Alla fine di ogni giro desideravo sempre di pi? poter guidare io, poter affrontare quelle curve con la mia moto, la bramo. Ringrazio il mio Vecchio che mi ha portato sempre con lui, avrebbe potuto andare da solo in pista ed ero pronta a lasciarlo andare, ma mi voleva accanto e ci siamo goditi questa meravigliosa esperienza insieme. ? stata l'esperienza pi? bella della mia vita, per ora.
    Al ritorno ci siamo fermati a Cochem, citt? sul Mosella con un bellissimo castello che la sovrasta.

    PS ci torneremo con una bella Porsche per portarci anche Benny, il mio amore canino, che sbuffer? in faccia a tutti dal finestrino anteriore.





    COCHEM




    Quarto giorno:
    Dovevamo andare al Ring questa mattina presto, ma il meteo metteva pioggia fino a pranzo. Abbiamo aspettato, ma continuava a piovere. Non potevano rinunciare e siamo partiti verso le 11 sotto l'acqua. A Nurburg non pioveva, ma la pista era chiusa per incidente. Ci siamo avvicinati a dei motociclisti italiani per sapere le condizioni della pista: ci hanno raccontato che durante la mattina erano in pochi a girare, ma quelli andavano veramente forte, talmente tanto da causa 4 incidenti in un giro, questo ha causato la chiusura della pista alle sole moto. Avevo letto che se ci sono molti incidenti, anche solo di macchine, la direzione preferisce riaprire alle sole auto, anche per l'intera giornata rimasta. Avevo paura che non avremmo potuto girare. Dopo aver pranzato al bar, dall'altoparlante una voce celestiale annuncia la riapertura del circuito alle moto. Fatti i biglietti, siamo saliti subito in sella. Un giro per vedere le condizioni, tutto asciutto e pulito, poi tre giri indimenticabili. Mi ricordavo le curve e come affrontarle. Prima dell'ultimo giro ero talmente tesa che quasi mi dimenticavo di allacciare il casco. Entrata, sbarra su, dosso artificiale bastardo e via, accelerata lunga su curva fino alla prima destra-sinistra e poi curva a 90? e poi serie di curve intervallo da lunghi falsi rettilinei, una curva a sinistra in salita seguita immediatamente da un'altra nascosta a destra che scollinava. Un paio di curve in discesa dopo un rettilineo che in frenata la moto si abbassava di botto. Tre curve continue che sembravano una. Il ponte di Adenau con gli spettatori: curva a sinistra poi subito salita e poi curva a destra. Le due curve paraboliche che sembra di andare sullo sterrato da quanto sobbalzi, per? in uscita abbiamo impennato. Su tre punti ho sentito grattare la pedana. Il pubblico sui curvoni lunghi. Il rettilineo finale tutti gi? e quando freni tiri su la testa e prendi tutto il vento del mondo. Alla fine ridevo come una matta di gioia.
    Torner?!
    Finito l'ultimo giro e la pista chiude per ennesimo incidente, mettiamo l'antipioggia e inizia a piovere (porto sfiga). Dovevamo fare un percorso pi? lungo di ritorno ma sotto la pioggia non ci andava, abbiamo optato per avvicinarci al Mosella e vedere le sue rive. Era un po' noioso e io mi addormentavo, facendo avanti e indietro con la testa finch? l'ho sbattuta sul casco del Vecchio. Ci siamo allora fermati a Cochem per un gelato (il proprietario della gelateria, un italiano: "Siete venuti fino in Germania a prendere l'acqua? Ma potevate stare in Italia!"), poi dritti in hotel per riposare, ho tutti i muscoli indolenziti e le mani segnate dalla presa salda sulle maniglie. Rifarei tutto!

    PS mio: anche oggi volevano assicurarsi che i miei jeans avessero le protezioni da moto, altre zavorrine prima di me non sono state fermate anche se non avevano scarpe con le protezioni. Non colgo la differenza.






    Quinto giorno:
    Ripartiamo verso la foresta nera sotto la pioggia, che presto ci lascia per regalarci una bella giornata in moto. Purtroppo arrivati a Baden Baden, dopo esserci fermati per pranzo, mi esplode una fortissima emicrania, che mi ha costretta a fermarmi per 3 ore. Una volta risaliti in sella ho potuto godermi il paesaggio, una foresta senza fine, talmente fitta che il suo verde diventa nero, vallata intere che in lontananza quasi diventano di un blu sfocato. Dopo tre giorni in Germania, vedendo anche come guidano i tedeschi abbiamo deciso che fuori i centri abitato si poteva andare un po' di pi?, su quelle strade ? un divertimento assicurato. Nota dolente: troppe strade chiuse per lavori, che obbligano a grandi deviazione.
    Non ho purtroppo foto di questa giornata, perch? non ci siamo potuti fermare pi? dopo la grande pausa pranzo, dovevano arrivare alla pensione dove avremmo dormito. In Germania sono molto fiscali con gli orari e si spazientiscono se arrivi dopo le 20.



    Sesto giorno:
    Durante la notte la pioggia ha fatto un po' di casino, tanto da svegliarmi con la paura che fosse successo qualcosa alla moto, ma il Vecchio mi ha tranquillizzata. Questa mattina saremmo dovuti andare alle cascate di Sciaffusa, ma il meteo era molto severo, quindi abbiamo preferito tentare il ritorno a casa. Prima del confine facciamo una strada con una serie infinita di curve, una di seguito all'altra, quasi stancante, purtroppo l'asfalto era bagnato e sporco.
    Arrivati in Svizzera, a Lucera dovevamo scegliere se fare i passi che ci mancavano o proseguire con l'autostrada, in base al meteo. Sembrava reggere, allora iniziamo la scalata.
    Iniziamo la strada dei laghi, tutti di colore diverso: passano dal verde scuro, al bianco con un tocco di verde, al celeste, poi azzurro e infine quasi nero. Mentre noi saliamo, scendono dalla cima innumerevoli cascate, che illuminano le montagne.
    Iniziano i passi:
    il Brunig;
    il Grimselpass, con tre dighe artificiali;
    il Nufena;
    il San Gottardo, per? abbiamo affrontato il percorso vecchio, cio? il Tremola, nome azzeccato dato che ? fatto tutto da sampietrini e le sue strade si affacciano l'una sull'altra, talmente ? ripido e pieno di tornanti.
    Dopo esserci fermati per pranzo, la stanchezza si fa sentire e il Vecchio preferisce tornare ad Airolo e prendere l'autostrada fino a casa (io odio l'autostrada).
    TOTALE: 3200 km e 47 ore in sella.

    GRIMSELPASS


    NUFENENPASS


    PASSO DELLA TREMOLA



    Sono passata attraverso il paese delle foreste, la Germania, e il regno delle rocce, la Svizzera. Tantissima strada e altrettanti ricordi. Grazie!



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    #2
    Che spettacolo!!!il giro che vorrei fare prima o poi!! per? 12 ore di viaggio al giorno con una sportiva le vedo dure...penso di tagliare qualche passo

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      #3
      Bravi!

      Dal bel report si coglie la passione vera per la moto ed il senso di avventura e conquista che un viaggio in moto regala a chi ?osa? farlo.

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        #4
        Bravissimi! Una vacanza coi fiocchi Secondo me ci ritornerete

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