Nel 2026 la leggendaria Route 66 festeggerà il suo centenario. Ben 100 anni, un traguardo che non riguarda solo gli Stati Uniti, ma tutti gli appassionati di viaggi e motori che nel mito della “Mother Road” hanno trovato ispirazione, avventura e libertà.
Inaugurata nel 1926, la Route 66 collegava Chicago a Santa Monica per quasi 4.000 chilometri, attraversando otto stati e diventando l’arteria principale verso l’Ovest. Non era solo una strada: era il simbolo di un’America che si muoveva, che cercava nuove opportunità, che inseguiva il sogno di frontiera.
Negli anni è entrata di diritto nell’immaginario collettivo: celebrata in film, canzoni e romanzi, ha visto passare generazioni di viaggiatori. Anche se nel 1985 è stata ufficialmente rimossa dalla rete federale, la sua anima non si è mai spenta. Oggi molti tratti sono ancora percorribili e riconosciuti come “Historic Route 66”, soprattutto in Arizona e New Mexico, dove il paesaggio desertico regala scenari senza tempo.
Qualche curiosità:
- Il nome “Main Street of America” veniva usato perché attraversava otto stati e decine di cittadine, dando impulso all’economia locale.
- Nonostante sia stata ufficialmente dismessa come highway federale nel 1985, la Route 66 non è mai morta: gran parte del tracciato originale è visitabile e segnalato come “Historic Route 66”.
- In Arizona si trova uno dei tratti meglio conservati, dove ancora si respira l’aria del vecchio West.
Per i motociclisti, la Route 66 resta un pellegrinaggio, un viaggio che unisce la leggenda al piacere della strada: diner vintage, motel colorati, neon anni ’50 e chilometri di asfalto che sembrano non finire mai.
Il 2026 non sarà solo una ricorrenza, ma l’occasione per celebrare un secolo di storia e rinnovare un mito che continua a far battere il cuore di chi ama la libertà delle due ruote.
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