La suora giovane
E’ una Torino solenne, grigia, operosa, stretta attorno al “fiato gelido” del suo fiume e alle sue nebbie, una Torino dallo scrittore amata e vissuta intensamente, lo scenario di una storia avvincente e dura, che sino all’ultimo non si sa dove conduca. Antonio Mathis, un ragioniere immerso in una vita di solitaria routine, che inizia la mattina ancora al buio alla fermata dell’autobus, si accorge che una giovane suora che incontra ogni giorno all’andata e al ritorno, lo guarda con insistenza. Mathis, di carattere timido e introverso, pur molto attratto dalla suora, non ha il coraggio di rivolgerle la parola e si dedica per giorni e giorni a esperimenti e trucchi per essere sicuro di non sbagliarsi. Nel frattempo si macera nel dubbio e cerca penosamente di proseguire la stanca relazione- se possibile ancora più routinaria del suo lavoro- con una fidanzata che non ha mai voluto sposare, e che le fantasticherie sulla suora non fanno che rendere sempre meno sopportabile. Infine dopo mille tormenti si decide: rivolge la parola alla suora e deve subito accorgersi che lei, Serena, non aspettava altro che il suo approccio. Non si tratta, scopre, di una suora, ma di una novizia che ancora non ha preso i voti ed è molto dubbiosa se prenderli: ora più che mai, dato che, da quando lo ha incontrato, non fa che pensare a lui. Tra infinite cautele i due cominciano a frequentarsi, in modo assolutamente platonico, con lunghi emozionanti incontri sul pianerottolo delle scale del palazzo in cui lei si reca tutti i giorni per assistere un malato. Si raccontano la propria vita, si tengono per mano, la confidenza e il trasporto aumentano e sembrano preludere naturalmente al grande passo: lei abbandonerà l’abito monacale e si sposeranno. Ma lui, uomo pieno di insicurezze e di una delicata interiorità, pur innamoratissimo, tergiversa forse troppo e un certo giorno la giovane suora sparisce. Inizia quindi per Antonio un calvario fatto di spasmodiche attese e ricerche, in cui si inserisce anche il memorabile episodio dell’ultima, grottesca uscita con la fidanzata ed un insopportabile collega di ufficio accompagnato da un’amica: un’ambigua e ammiccante gita notturna ad un ristorante sul Po, in cui tutto riesce malissimo- c’è persino un suicidio, qualcuno si getta da un ponte nell’acqua gelida- e che culmina con la definitiva rottura della sua relazione.
La scomparsa di Serena porta Antonio alla disperazione. Infine decide di andarla a cercare nel paesino di origine, e qui, nell’incontro con i genitori di lei, si trova di fronte ad un’inaspettata, spiacevolissima realtà, fatta di povertà e di cinismo, che lo conduce ad una visione molto diversa della ragazza amata. Non anticipo la conclusione del romanzo. Romanzo, o racconto lungo, di cui Montale ebbe a scrivere: “…ha tutta l’aria di essere un capolavoro nel suo genere”, e conoscendo la severità di giudizio del grande poeta, questo dice tutto su quest’opera straordinaria, che si affianca senza complessi ad altre grandi storie di monache, dalla Monaca di Diderot, alla Monaca di Monza di manzoniana memoria, alla Storia di una capinera di Verga, alle Lettere di una novizia di Piovene.
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E’ una Torino solenne, grigia, operosa, stretta attorno al “fiato gelido” del suo fiume e alle sue nebbie, una Torino dallo scrittore amata e vissuta intensamente, lo scenario di una storia avvincente e dura, che sino all’ultimo non si sa dove conduca. Antonio Mathis, un ragioniere immerso in una vita di solitaria routine, che inizia la mattina ancora al buio alla fermata dell’autobus, si accorge che una giovane suora che incontra ogni giorno all’andata e al ritorno, lo guarda con insistenza. Mathis, di carattere timido e introverso, pur molto attratto dalla suora, non ha il coraggio di rivolgerle la parola e si dedica per giorni e giorni a esperimenti e trucchi per essere sicuro di non sbagliarsi. Nel frattempo si macera nel dubbio e cerca penosamente di proseguire la stanca relazione- se possibile ancora più routinaria del suo lavoro- con una fidanzata che non ha mai voluto sposare, e che le fantasticherie sulla suora non fanno che rendere sempre meno sopportabile. Infine dopo mille tormenti si decide: rivolge la parola alla suora e deve subito accorgersi che lei, Serena, non aspettava altro che il suo approccio. Non si tratta, scopre, di una suora, ma di una novizia che ancora non ha preso i voti ed è molto dubbiosa se prenderli: ora più che mai, dato che, da quando lo ha incontrato, non fa che pensare a lui. Tra infinite cautele i due cominciano a frequentarsi, in modo assolutamente platonico, con lunghi emozionanti incontri sul pianerottolo delle scale del palazzo in cui lei si reca tutti i giorni per assistere un malato. Si raccontano la propria vita, si tengono per mano, la confidenza e il trasporto aumentano e sembrano preludere naturalmente al grande passo: lei abbandonerà l’abito monacale e si sposeranno. Ma lui, uomo pieno di insicurezze e di una delicata interiorità, pur innamoratissimo, tergiversa forse troppo e un certo giorno la giovane suora sparisce. Inizia quindi per Antonio un calvario fatto di spasmodiche attese e ricerche, in cui si inserisce anche il memorabile episodio dell’ultima, grottesca uscita con la fidanzata ed un insopportabile collega di ufficio accompagnato da un’amica: un’ambigua e ammiccante gita notturna ad un ristorante sul Po, in cui tutto riesce malissimo- c’è persino un suicidio, qualcuno si getta da un ponte nell’acqua gelida- e che culmina con la definitiva rottura della sua relazione.
La scomparsa di Serena porta Antonio alla disperazione. Infine decide di andarla a cercare nel paesino di origine, e qui, nell’incontro con i genitori di lei, si trova di fronte ad un’inaspettata, spiacevolissima realtà, fatta di povertà e di cinismo, che lo conduce ad una visione molto diversa della ragazza amata. Non anticipo la conclusione del romanzo. Romanzo, o racconto lungo, di cui Montale ebbe a scrivere: “…ha tutta l’aria di essere un capolavoro nel suo genere”, e conoscendo la severità di giudizio del grande poeta, questo dice tutto su quest’opera straordinaria, che si affianca senza complessi ad altre grandi storie di monache, dalla Monaca di Diderot, alla Monaca di Monza di manzoniana memoria, alla Storia di una capinera di Verga, alle Lettere di una novizia di Piovene.
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