Un'amica che abita in Spagna mi ha mandato una parte di libro di una scrittrice spagnola tradotto da lei.. l'ho trovato un testo simpatico! mi ha detto che il libro fa scompisciare..
tema un p? hot!
"Mia madre era solita ritagliare i punti che trovava sui pacchi del detersivo. Due per pacco. Arrivata a trenta, li metteva in una busta, la affrancava e la inviava all?indirizzo del fabbricante. Dopo un mese, ricevevamo a casa una tazza per il caffelatte decorata con decalcomanie di animali. Le conserva ancora nella credenza.
La vagina ha sempre pi? punti. Dal momento in cui si ? ufficialmente scoperto che ? insensibile, con cos? poche terminazioni nervose che ? possibile fare una raschiamento del collo dell?utero senza quasi anestesia, cominciarono ad apparire in tutte le parti della sua geografia. Gli misero pure le iniziali: 'F', 'A', 'K', 'G'. .., che sono sempre pi? serie e scientifiche delle loro descrizioni.
Che nessuno si preoccupi, se finissero le lettere, si potrebbe sempre fare come con le matricole e mettere numeri, e che nessuno tantomeno si turbi per la limitata dimensione della vagina; in dodici elastici centimetri entrano molte cose, e se sono punti, ancora di pi?.
Lo svantaggio dei superlativi ? che non si possono qualificare. Non si pu? dire, ad esempio, 'molto buonissimo' o 'estremamente massimo'. Comunque, questi punti, nei loro annunci, promettono di riuscire a magnificare un superlativo: l'orgasmo. Promettono anche di redimerci, noi che continuiamo a stimolare il clitoride, della nostra ignoranza e della nostra mediocre capacit? di godere.
Nel frattempo, alcune, ancora ragazzine, chiedono se i preservativi devono essere ingeriti arrotolati o dispiegati, se rischiano di rimanere incinte con una fellatio o se la pillola deve essere introdotta nella vagina, e altri, non tanto ragazzini, si spremono il cervello chiedendosi se un pene di dodici centimetri ? normale, o se tre volte alla settimana ? poco.
Nel frattempo, la scienza continua a non sapere se... beh, continua a non sapere. E intanto, il coito, il re delle pratiche erotiche del "discorso normativo del sesso" sorride.
Quello su cui non c?? dubbio, n? per le ragazzine ne per gli adulti, ? che penetrando a fondo, la donna raggiunge immancabilmente ci? che chiamavano, non molto tempo fa, ?il parossismo isterico? ('orgasmo' per i comuni mortali). Isterica, con tanto mettere e togliere, una pu? diventare, ? vero, ma alla pi? pura isteria ? destinata colei che deve affrontare uno di quei 'frugatori vaginali' o 'esploratori di grotte' sempre pi? frequenti nel leggere ci? che non dovrebbero, che credono che la vagina sia un frigorifero pieno in tempi di quaresima.
Il punto G almeno serve per distinguere due tipi di donne: quelle che dicono di averlo e lodano le sue virt? e quelle che negano o ignorano la sua esistenza e hanno seri dubbi sulle sue qualit?, nel caso in cui esistesse. Entrambe le posizioni, credenti contro agnostiche e atee, si affrontano in una spietata lotta in cui la suscettibilit? si irrita e il rango della femminilit? sembra essere in gioco.
Gli uomini, in generale, sembrano avere le idee molto pi? chiare: la stragrande maggioranza delle donne 'vengono', correndo come gazzelle perseguitate da leoni nella savana, appena penetrate. In ogni caso, la questione ? molto delicata (possibilmente tanto quanto o molto pi? del punto di Grafenberg).
Personalmente, come si potr? dedurre, mi metterei nel gruppo delle agnostiche. Non ho mai sperimentato un orgasmo derivato esclusivamente dalla stimolazione vaginale. Quando stimolo, o mi stimolano, l?area rugosa che corrisponde, secondo le mappe, al punto G, non sento ne smetto di sentire, forse perch? non dimentico che si sta stimolando la radice interna del clitoride e si sta facendo pressione sull?uretra.
Quindi, direi che il punto G ne esiste ne non esiste, al contrario. Credo che le donne che sperimentato orgasmi attraverso questa zona della vagina sono sincere nelle loro affermazioni (vivono quello che raccontano), ma penso che quelle che lo negano siano veritiere nelle loro (? vero quello che raccontano).
Quello a cui senza dubbio serve il punto G, e in questo insisto, e tutti gli altri, ? a perpetuare il modello di una sessualit? vocazionale riproduttiva e di pratica copulativa. Non sappiamo nulla e non ci permettono di sapere della sessualit? femminile, che per alcuni continua ad essere un animale avido con vita propria che divora e inumidisce tutto quello che le si avvicina. Se si determina qualcosa di vero, lo inondano di punti e sequenze. Troppi punti per qualcuno che, come me, preferisce il caff? alle tazze."


"Mia madre era solita ritagliare i punti che trovava sui pacchi del detersivo. Due per pacco. Arrivata a trenta, li metteva in una busta, la affrancava e la inviava all?indirizzo del fabbricante. Dopo un mese, ricevevamo a casa una tazza per il caffelatte decorata con decalcomanie di animali. Le conserva ancora nella credenza.
La vagina ha sempre pi? punti. Dal momento in cui si ? ufficialmente scoperto che ? insensibile, con cos? poche terminazioni nervose che ? possibile fare una raschiamento del collo dell?utero senza quasi anestesia, cominciarono ad apparire in tutte le parti della sua geografia. Gli misero pure le iniziali: 'F', 'A', 'K', 'G'. .., che sono sempre pi? serie e scientifiche delle loro descrizioni.
Che nessuno si preoccupi, se finissero le lettere, si potrebbe sempre fare come con le matricole e mettere numeri, e che nessuno tantomeno si turbi per la limitata dimensione della vagina; in dodici elastici centimetri entrano molte cose, e se sono punti, ancora di pi?.
Lo svantaggio dei superlativi ? che non si possono qualificare. Non si pu? dire, ad esempio, 'molto buonissimo' o 'estremamente massimo'. Comunque, questi punti, nei loro annunci, promettono di riuscire a magnificare un superlativo: l'orgasmo. Promettono anche di redimerci, noi che continuiamo a stimolare il clitoride, della nostra ignoranza e della nostra mediocre capacit? di godere.
Nel frattempo, alcune, ancora ragazzine, chiedono se i preservativi devono essere ingeriti arrotolati o dispiegati, se rischiano di rimanere incinte con una fellatio o se la pillola deve essere introdotta nella vagina, e altri, non tanto ragazzini, si spremono il cervello chiedendosi se un pene di dodici centimetri ? normale, o se tre volte alla settimana ? poco.
Nel frattempo, la scienza continua a non sapere se... beh, continua a non sapere. E intanto, il coito, il re delle pratiche erotiche del "discorso normativo del sesso" sorride.
Quello su cui non c?? dubbio, n? per le ragazzine ne per gli adulti, ? che penetrando a fondo, la donna raggiunge immancabilmente ci? che chiamavano, non molto tempo fa, ?il parossismo isterico? ('orgasmo' per i comuni mortali). Isterica, con tanto mettere e togliere, una pu? diventare, ? vero, ma alla pi? pura isteria ? destinata colei che deve affrontare uno di quei 'frugatori vaginali' o 'esploratori di grotte' sempre pi? frequenti nel leggere ci? che non dovrebbero, che credono che la vagina sia un frigorifero pieno in tempi di quaresima.
Il punto G almeno serve per distinguere due tipi di donne: quelle che dicono di averlo e lodano le sue virt? e quelle che negano o ignorano la sua esistenza e hanno seri dubbi sulle sue qualit?, nel caso in cui esistesse. Entrambe le posizioni, credenti contro agnostiche e atee, si affrontano in una spietata lotta in cui la suscettibilit? si irrita e il rango della femminilit? sembra essere in gioco.
Gli uomini, in generale, sembrano avere le idee molto pi? chiare: la stragrande maggioranza delle donne 'vengono', correndo come gazzelle perseguitate da leoni nella savana, appena penetrate. In ogni caso, la questione ? molto delicata (possibilmente tanto quanto o molto pi? del punto di Grafenberg).
Personalmente, come si potr? dedurre, mi metterei nel gruppo delle agnostiche. Non ho mai sperimentato un orgasmo derivato esclusivamente dalla stimolazione vaginale. Quando stimolo, o mi stimolano, l?area rugosa che corrisponde, secondo le mappe, al punto G, non sento ne smetto di sentire, forse perch? non dimentico che si sta stimolando la radice interna del clitoride e si sta facendo pressione sull?uretra.
Quindi, direi che il punto G ne esiste ne non esiste, al contrario. Credo che le donne che sperimentato orgasmi attraverso questa zona della vagina sono sincere nelle loro affermazioni (vivono quello che raccontano), ma penso che quelle che lo negano siano veritiere nelle loro (? vero quello che raccontano).
Quello a cui senza dubbio serve il punto G, e in questo insisto, e tutti gli altri, ? a perpetuare il modello di una sessualit? vocazionale riproduttiva e di pratica copulativa. Non sappiamo nulla e non ci permettono di sapere della sessualit? femminile, che per alcuni continua ad essere un animale avido con vita propria che divora e inumidisce tutto quello che le si avvicina. Se si determina qualcosa di vero, lo inondano di punti e sequenze. Troppi punti per qualcuno che, come me, preferisce il caff? alle tazze."
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