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In Italia c'è la fabbrica di gomme Michelin più grande d’Europa

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    #1

    In Italia c'è la fabbrica di gomme Michelin più grande d’Europa

    Siamo abituati a pensare che le fabbriche dell’industria automobilistiche siano delocalizzate, magari nei Paesi dell’Europa orientale, oppure fuori dal Vecchio Continente. E spesso si parla anche di come l’Italia non invogli le aziende straniere ad investire nel nostro Paese.

    Non è il caso dello stabilimento Michelin di Cuneo, che nel 2023 festeggia 60 anni dalla costruzione e che oggi impiega 2.300 lavoratori, collaborando anche con imprese del territorio. La capacità produttiva annuale installata è di 13 milioni di pneumatici per autovetture, che sommati a quelli degli altri siti produttivi italiani di Michelin porta a 14 milioni di gomme all’anno costruiti da Michelin in Italia, pari al 58% del totale.

    In pratica, su 100 gomme “made in Italy”, 58 escono da fabbriche Michelin e 42 dagli stabilimenti di altri 4 costruttori messi insieme (nel 2022, in Italia sono stati costruiti circa 20 milioni e 850 mila pneumatici).

    La fabbrica Made in Italy più grande d'Italia


    Numeri alla mano, dunque, Michelin è il più grande costruttore di gomme in Italia, e la filiale italiana di Michelin è stata fondata nel 1906 a Torino, come prima sede estera nella storia del marchio francese.





    Torino ospita tuttora la sede legale, ma in Piemonte si trovano anche un impianto di prodotti semilavorati, un polo logistico europeo e lo stabilimento di Alessandria, specializzato nella produzione di pneumatici per mezzi pesanti, agricoli, per il Genio Civile e per mezzi di trasporto pubblici come le metropolitane. Si aggiungono poi gli uffici lombardi della Direzione Commerciale e un secondo polo logistico europeo nel Lazio, a Pomezia.

    Il tutto impiegando 3.800 lavoratori, su un totale di 132.000 dipendenti del Gruppo Michelin nel mondo, in 177 Paesi diversi, con 121 stabilimenti produttivi (di cui 67 sono dedicati esclusivamente alla produzione di gomme).
    L'Italia, tra le 8 migliori al mondo


    Di queste fabbriche, quella di Cuneo è una tra le otto scelte da Michelin in tutto il mondo per sperimentare e sviluppare nuove tecnologie, che vengono poi adottate in seguito anche dagli altri stabilimenti del costruttore francese. L'80% della produzione dello stabilimento di Cuneo viene venduto sul mercato europeo, il restante 20% viene esportata fuori dall'Europa.

    Tra gli obiettivi futuri della fabbrica di Cuneo c'è quello della decarbonizzazione entro il 2050, con l'adozione di impianti come le 36 presse elettriche che hanno già consentito di risparmiare 4.000 tonnellate di CO2, o come l'impianto di trigenerazione ad alta efficienza previsto per il 2024, che genererà contemporaneamente energia elettrica, vapore e acqua per il riscaldamento e il raffrescamento.

    Si prevede così di coprire il 97% del fabbisogno energetico dello stabilimento di Cuneo e di integrare anche altre soluzioni, per disporre di un ulteriore 16% di energia proveniente da fonti rinnovabili, per una riduzione di emissioni di CO2 di 18.000 tonnellate all’anno.




    Sostenibilità verde anche per la Guida Michelin


    In linea con il percorso intrapreso per diminuire l'impatto ambientale, anche la Guida Michelin - pubblicazione dedicata al turismo e alla gastronomia per dare consigli per chi viaggia - ha introdotto nel 2021 il pittogramma della "stella verde". I ristoranti e le strutture turistiche vengono così valutate anche per la presenza ad esempio di un orto, per l'utilizzo di materie prime stagionali, per l'attenzione allo spreco alimentare e per la buona gestione dell'energia tramite le rinnovabili, o ancora per l'abbandono dell'utilizzo della plastica. Si stima che in Italia i 385 ristoranti "stellati" Michelin generino 350 milioni di euro all'anno di indotto, tenendo conto anche di quanto gli ospiti spendano anche in alberghi, musei e altre attività commerciali, oltre al conto del ristorante.
    Valorizzare la filiera locale e le PMI


    Per stringere un legame ancora più stretto tra lo stabilimento di Cuneo con il territorio e con le imprese locali, in occasione dei 60 anni viene inaugurato il laboratorio d’innovazione chiamato CIM 4.0 (Competence Industry Manufacturing 4.0), che dà supporto strategico e operativo alle aziende locali per quel che riguarda la digitalizzazione dei processi industriali, secondo i principi del progetto Industria 4.0 promosso in passato dal MISE (oggi, Ministero delle Imprese e del Made in Italy).





    Al momento le competenze sviluppate riguardano sistemi a guida autonoma interni ed esterni (Automated Guided Vehicle), sistemi di analisi vibrazionale e manutenzione predittiva per macchinari di produzione, sistemi di visione basati su Machine Learning, sistemi Robot per applicazioni industriali, sistemi di esecuzione della produzione.
    Bisognerà fare di più, con meno


    Proiettando lo sguardo sulle prossime sfide riguardanti gli pneumatici, bisogna sovrapporre la tendenza ad aumentare le dimensioni delle ruote indotta dai costruttori di automobili con la necessità di rendere più sostenibili le gomme. In particolare, pneumatici più grandi comportano un maggiore utilizzo di materie prime e fanno incrementare la resistenza al rotolamento.

    Inoltre, si aggiungono le problematiche dovute ai cambiamenti climatici, che rendono le condizioni meteorologiche meno prevedibili - con il conseguente interesse verso le
    gomme all season - e che portano all'elettrificazione dei veicoli per ridurre le emissioni.

    Le auto quindi diventano più pesanti e hann
    o pneumatici che - oltre a diventare più grandi - devono dunque sopportare carichi maggiori, gestire prestazioni di livello superiore in accelerazione e in frenata, ma essere al tempo stesso più efficienti per quel che riguarda il consumo di energia nell'avanzamento.




    Per sviluppare ulteriormente le tecnologie che, finora, Michelin ha introdotto sul mercato ad esempio con le linee di prodotto e.Primacy o CrossClimate, la sfida è quella di garantire più prestazioni, aumentare l'efficienza e migliorare l'impatto nell'utilizzo dei materiali costruttivi, lavorando sia su materie prime provenienti da fonti rinnovabili, sia sul riciclo.

    Nei prossimi 2 anni Michelin introdurrà infatti sul mercato due nuovi pneumatici, già omologati e nella fase di sviluppo finale, che contengono il 45% o il 58% di materiali sostenibili, a seconda che si tratti di coperture per veicoli passeggeri o per mezzi industriali. Si parla di usare, ad esempio, silice ricavata dalla buccia di riso, gomma naturale oppure acciaio e carbon black riciclato, proveniente da pneumatici a fine vita. E l'obiettivo è quello di arrivare a utilizzare per il 100% materiali sostenibili (rinnovabili o riciclati).

    notizia da:it.motor1.com



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    #2
    Sempre interessante leggere notizie su Michelin... questa ad esempio non la sapevo

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