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Vendo R1 2003

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    #1

    Vendo R1 2003

    Ora come ora la moto è completa di tutti gli accessori (a parte l'airbox) e preferirei venderla così. Se qualcuno la vuole originale o con qualche accessorio valuto la cosa e POI, SOLO POI vendo gli eventuali accessori rimasti

    DESCRIZIONE

    colore argento

    9.000km circa (di cui 1.500 circa in pista, sempre olio buono, cambiato ogni 500km)

    tubi in treccia

    mono WP doppia reg. alte e basse velocità e reg. interasse (top di gamma dell'anno scorso)

    anteriore così composto:
    - forcelle SHOWA ø49 modificate ANDREANI (olio e lamelle)
    - piastre MV750s
    - cerchio completo MV750s

    ammortizzatore di sterzo MatrisM4 regolabile (top di gamma dell'anno scorso)

    pompa radiale brembo 19x20

    filtro BMC race

    trattamento motore "Sintoflon"

    trasmissione passo 520 con pignone -1 (15), corona +1 (44) e originale (43)

    trasmissione originale (16/43)

    antifurto originale Yamaha

    speedohealer ???

    *********** in questa configurazione 6.400€ ***********



    ACCESSORI GIA' INSTALLATI

    completo Leovince alluminio (400€)
    PC3r + mappatura (150€)
    con queste due modifiche la moto ha dato 154cv DIN all'albero, niente di che, ma neanche male vista la base di partenza (147,5cv albero)

    VTR West (300€)

    parafanghi (ant. e post.) carbonio (150€)

    paratelai (dx e sx) carbonio (100€)

    paracarter (frizione sx e coppa olio dx) carbonio (100€)

    serbatoio carbonio/kevlar (400€)

    airbox VTR (250€)

    *********** in questa configurazione (RIPETO, soluzione che preferisco per la vendita ) 7.800€ (anzichè 8.250€) ***********

    La moto è caduta a Brno (07/05) senza grosse conseguenze (solo steli storti e un po' di plastiche varie ) ed è stata perfettamente risistemata (carene comprate nuove), con la miglioria dell'anteriore completo MV, che ha migliorato moltissimo la staccata, rendendola più sicura, e della ormai immancabile pompa radiale

    Il motore gira a meraviglia e il Leovince ha un sound davvero notevole

    Lunedi sono a Rijeka a girare quindi se qualcuno è interessato può vederla dal vivo

    un paio di fotine con le vetroresine, l'origianle la conoscete tutti

    lato dx alta ris. 1,12Mb
    lato sx alta ris. 1,09Mb

    lato dx bassa ris. 234kb
    lato sx bassa ris. 282kb





    Accetto le condizioni di daidegas
    Last edited by feperis; 08-03-06, 16:49.

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    #2
    buffone....
    non dovevi tenerla anche quest'anno.....??

    Ch ti prendi di bello???

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      #3
      Originally posted by emilius
      buffone....
      non dovevi tenerla anche quest'anno.....??

      Ch ti prendi di bello???
      azz...sgamato subito

      avrei una buona occasione per un gixxer 2002

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        #4
        mi vendi la mia graziella???? c'ho messo anche ammortizzatore di sterzo!!!!

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          #5
          Originally posted by Paolino81
          mi vendi la mia graziella???? c'ho messo anche ammortizzatore di sterzo!!!!
          ma chi ? sta graziella che svendi dappertutto?

          tua sorella?

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            #6
            ragazzi, scusate ma ritiro l'offerta...il mio affare sostitutivo non c'? pi?
            Last edited by feperis; 10-03-06, 09:47.

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              #7
              Originally posted by feperis
              ma chi ? sta graziella che svendi dappertutto?

              tua sorella?

              Graziella, la bicicletta pieghevole



              Quando si parla di Graziella la mente vola subito al felice periodo della nostra fanciullezza, fatto di lunghi pomeriggi d'estate, di golosi panini con la Nutella, di canzoni di Lucio Battisti che riecheggiano nell'aria e naturalmente di interminabili giri in bicicletta nel giardino pubblico, per le strade del quartiere o addirittura nel cortile di casa nostra. Ma perch? ancora oggi il nome di Graziella riesce ad essere cos? magico? Facciamo un doveroso salto indietro nel tempo per ricostruire la storia di questa bicicletta tanto amata dalla generazione di chi era bambino pi? di trent'anni fa. Era il 1964 e sull'onda del boom economico che stava attraversando l'Italia con un'irrefrenabile carica d'entusiasmo, la bicicletta incominciava finalmente ad assumere un'immagine diversa da quella del mezzo di trasporto povero, persino un po' triste ed usato da chi non poteva permettersi di pi? per recarsi in fabbrica o in ufficio. Su geniale progetto di Rinaldo Donzelli, la Teodoro Carnielli di Vittorio Veneto (TV) presenta in quell'anno un'assoluta novit?: la Graziella, un'elegante bicicletta pieghevole destinata a rivoluzionare per oltre vent'anni il mondo delle due ruote. Appoggiata da un'intelligente campagna pubblicitaria, la Graziella incontra immediatamente i favori di una larga fascia di clienti per quella sua immagine raffinata, favorita anche dalla musicalit? del suo nome gentile ed armonioso. Uno slogan dell'epoca la definisce con una punta di civetteria "la Rolls Royce di Brigitte Bardot" e il paragone con la Casa automobilistica d'Oltremanica non sar? affatto irriverente, vista la straordinaria qualit? costruttiva di questa bicicletta ormai assurta a simbolo di un'epoca irripetibile.
              Carta vincente della Graziella fu in primo luogo la sua straordinaria praticit?. Il robusto telaio, pieghevole grazie alla cerniera centrale e all'assenza della canna orizzontale, le ruote piccole, la sella imbottita ed il manubrio ambedue sfilabili con la massima facilit? ne consentivano un agile trasporto anche nell'abitacolo di un'utilitaria di piccole dimensioni. Da queste poche caratteristiche era praticamente immediato identificare la Graziella come un nuovo simbolo di libert? e di anticonformismo. Possedere una Graziella significava infatti sintonizzarsi immediatamente con il colorato spirito del tempo, all'insegna di uno stile di vita allegro e spensierato. Sulla scia di questo strepitoso successo nacquero ben presto agguerrite rivali della Graziella, che ne riproponevano la linea in chiave pi? essenziale e ad un prezzo decisamente inferiore. L'Atala, la Legnano, l'Aurelia Dino, la Girardengo, la Olmo, la Bianchi, la Gerbi ed innumerevoli marche meno note invasero rapidamente il mercato, contribuendo a familiarizzare tantissime persone, specie i bambini, col fantastico mondo delle due ruote. Fu cos? che, nel 1971, la Carnielli decise di sottoporre la Graziella ad un profondo quanto necessario re-styling, dal quale nacque una autentico miracolo di purezza di linee e di esclusivit? dei contenuti. "Reinventata da Carnielli", come dicevano le pubblicit? dell'epoca, la nuova Graziella si distingueva dal modello precedente per le ruote di diametro maggiorato e per un telaio di dimensioni finalmente adatte a tutte le corporature. A queste prime particolarit?, si aggiungeva tutta una serie di dettagli unici, studiati appositamente dalla Carnielli per identificare a colpo d'occhio la Graziella rispetto a tutti i modelli concorrenti. Il colore, innanzitutto, che come per la serie precedente continuava ad essere il classico bianco panna o in alternativa un delizioso blu oltremare. Onde consentire all'acquirente di mantenere l'integrit? dell'impeccabile verniciatura, la Carnielli forniva insieme alla Graziella un tubetto di vernice, con tanto di pennellino incorporato nel tappo, per eventuali ritocchi che solitamente interessavano il portapacchi, normalmente assai esposto ad urti e graffiature. Quest'ultimo era forse il pi? vistoso motivo di distinzione della Graziella: guardandolo di fianco, esso era caratterizzato da due tubi orizzontali di eguale lunghezza raccordati con un tubo piegato a semicerchio, mentre nelle imitazioni i due tubi orizzontali, di diversa lunghezza, erano uniti da un tratto dritto ottenendo cos? la forma di un trapezio scaleno. Il manubrio conservava la stessa slanciata forma rettangolare della serie precedente e costituiva un ulteriore caratteristica per non confondere la Graziella con le sue rivali, che solitamente ne montavano uno dalla forma trapezoidale. Persino il campanello dava alla Graziella quel tocco di classe in pi?: costruito in solido metallo cromato, recava una vezzosa "G" sbalzata su un esagono allungato di colore blu ed era dotato di un suono potente, che sembrava quasi sorridere tanto era gaio e squillante nel timbro. Il fanale era incorporato nel telaio tramite un pregevole scatolato in lamiera smaltata di bianco con allegre guarnizioni blu, mentre le altre marche lo avevano semplicemente fissato sul parafango anteriore e non di rado realizzato in plastica di modesta fattura. Pur cos? ben fatto, questo fanale aveva un grave difetto che gi? allora sorprendeva per la sua illogicit?: rimanendo solidale al telaio, nelle curve illuminava i lati della carreggiata rendendo cos? la Graziella un mezzo poco consigliabile per passeggiate serali in strade non rettilinee. Incredibile a dirsi, la Graziella era anche dotata di un antifurto, non del tutto affidabile in verit?, che si azionava con una chiave la cui serratura era parte integrante del telaio. Ultima ma non meno importante caratteristica, la facile quanto sicura smontabilit?: dotata di un curatissimo meccanismo con leva di serraggio delle flangie, vite a brugola e dado di chiusura, la meticolosa Carnielli dava in dotazione una piccola trousse di attrezzi appositamente realizzati, da inserire in dedicate sedi del telaio onde portarli sempre con s?.
              La nuova Graziella non deluse le aspettative, al punto che la sua Casa costruttrice le affianc? delle versioni speciali degne di essere ricordate in questa sede: la bizzarra Graziella Flor dalle decorazioni floreali in stile hippy, con la quale si riceveva in omaggio il 45 giri Fonit-Cetra "Io vado sul fiore?vieni anche tu?", la sportiva Graziella Cross con cambio a cloche e lo splendido chopper Graziella Leopard, corredato da una ricca serie di accessori dedicati ma costoso quasi come un ciclomotore. Fu persino commercializzata una Moto Graziella, sempre di produzione Carnielli, pieghevole anch'essa ma che nonostante l'originalit? dell'idea ebbe scarso successo per la linea alquanto disomogenea, nella quale le ruote troppo piccole mal si accordavano al manubrio eccessivamente lungo.
              La lunga, grande, calda estate giovane degli anni '70 volgeva per? al termine ed i vistosi limiti della Graziella, comuni a tutte le altre biciclette pieghevoli, incominciavano a farne dimenticare i pur notevoli pregi.
              Eccessivamente pesante soprattutto in salita oltre che cronicamente priva del cambio di velocit?, la Graziella mostrava pericolose instabilit? ad andature relativamente veloci, che certo non si addicevano al carattere tranquillo ed un po' snob di questa bicicletta. Ciononostante, non erano pochi i ragazzini che la utilizzavano per affrontare massacranti arrampicate, per sgommate a bici aperta o per impennate sulla sola ruota posteriore. Nel frattempo, nuovi mezzi a due ruote stavano irrompendo sul mercato: la BMX, che visse la sua breve stagione sulla scia della popolarit? del film "ET l'extra-terrestre" e soprattutto la Mountain Bike, adatta a qualsiasi terreno e fornita di un eccellente cambio Shimano anche nelle versioni pi? economiche. Fu l'inizio del declino per la Graziella, che con la discrezione che sempre ne accompagn? l'esistenza scomparve silenziosamente dalle scene alla fine degli anni '80.
              Oggigiorno la Graziella costituisce un ricercato oggetto di modernariato e non ? da escludere un suo rilancio in chiave moderna, cos? come ? avvenuto in tempi recenti per il monopattino. Si potrebbe allora pensare di portarla sempre con s? nel bagagliaio della propria automobile, in modo da disporre in qualsiasi momento del mezzo di trasporto ideale con cui muoversi agilmente nel convulso traffico delle nostre citt?. Proprio come suggeriva lo spot televisivo di oltre trent'anni fa?







              MA TE DOVE VIVI?????????

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