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MotoGP | Perché la Ducati è vittima dell'effetto boomerang

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    MotoGP | Perché la Ducati è vittima dell'effetto boomerang



    Se è vero che i test pre-stagionali, soprattutto quelli di Sepang e Mandalika, avevano già suggerito che la Ducati non sarebbe arrivata all'apertura del campionato così forte come previsto, non era facile immaginare uno scenario così avverso come quello che si è visto domenica in Qatar.

    Bastianini si è preso la vittoria in modo indiscutibile in una gara molto veloce, quasi 11 secondi più veloce della seconda tenutasi in Qatar lo scorso anno, su una pista con molto più grip. Dopo essere rimasto alle costole di Pol Espargaro per tutta la gara, il pilota del Gresini Racing ha scavalcato il pilota Honda a quattro giri dalla fine, con un cambio di ritmo devastante che nessuno è stato in grado di contrastare.

    In altre circostanze, questo risultato sarebbe stato solo una fonte di orgoglio per Ducati, il fornitore delle moto della squadra dell'indimenticato Fausto. Tuttavia, il costruttore di Borgo Panigale ha lasciato Doha con sentimenti contrastanti, avendo realizzato qualcosa su cui Pecco Bagnaia, la sua punta di diamante nella lotta per il Mondiale, aveva avvertito per mesi: il prototipo progettato per il 2022 non offre le stesse garanzie di quello che ha finito la scorsa stagione, un'impressione che i numeri hanno confermato in modo quasi crudele.

    La prima Desmosedici GP22 a tagliare il traguardo è stata quella di Johann Zarco, ottava, dopo aver superato Fabio Quartararo in extremis. Zarco ha finito 10"5 secondi dietro al vincitore, un divario che rappresenta una perdita media di quasi mezzo secondo al giro da "Bestia".

    Johann Zarco, Pramac Racing

    Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

    Ducati è in un caos che deve essere risolto e risolto in fretta. Il problema è sapere da che parte andare, visti i diversi percorsi che esistono ora. A Losail, giovedì, ogni squadra ha dovuto omologare il tipo di motore che utilizzerà durante l'anno. E il costruttore bolognese ha consegnato tre diverse specifiche, dopo che Bagnaia ha optato per fare due passi indietro e tornare alla base del motore 2021, a cui sono state applicate alcune modifiche, come riportato da Motorsport.com.

    Per regolamento, la decisione di Bagnaia ha trascinato anche Jack Miller, e ha indirettamente alterato i piani della Ducati, che ora avrà tre percorsi di sviluppo da perseguire quando inizialmente ne erano previsti solo due. Delle otto Desmosedici che condividono la griglia, tre, compresa quella di Bastianini, sono il modello usato l'anno scorso (GP21). Le moto di Zarco, Jorge Martin e Luca Marini sono la versione più recente di tutti (GP22). E ora c'è anche un terzo modello, quello ibrido guidato da Bagnaia e Miller.

    Si interpreta come normale che la moto di Bastianini, essendo molto più vicina al suo punto massimo di evoluzione, possa iniziare il campionato del mondo un passo avanti a quelle nuove, che in questa fase soffrono di problemi di gioventù che il passare dei chilometri normalmente corregge. Tuttavia, il margine che esiste al momento tra le due è molto ampio, e questa non è un'impressione esterna, ma sono i piloti stessi a darne voce.

    Bagnaia e Miller, le due principali scommesse di Ducati per lottare per la corona iridata, hanno trascorso la maggior parte del fine settimana a testare alcune cose, quando invece avrebbero dovuto concentrarsi sulla messa a punto dei loro prototipi. Un vero paradosso considerando che il marchio italiano ha più moto in pista di qualsiasi altro rivale (un terzo della griglia), cosa che dovrebbe consentire di diversificare il suo lavoro di analisi dei componenti ed essere più efficace nella diagnostica.

    "Portare otto moto è qualcosa che abbiamo fatto in passato. È tutta una questione di organizzazione, e penso che abbiamo il gruppo giusto in questo senso", ha detto Gigi Dall'Igna, direttore generale di Ducati Corse, prima di arrivare in Qatar. "Sarà sicuramente importante perché saremo in grado di raccogliere più informazioni. E non solo per questo, ma anche perché avremo la possibilità di testare più parti", aveva avvertito l'ingegnere, che sicuramente non immaginava come quel vantaggio potesse ritorcersi contro di lui.



    © Motorsport.comFrancesco Bagnaia, Ducati Team dopo la caduta

    Francesco Bagnaia, Ducati Team dopo la caduta

    Photo by: MotoGP

    "Semplicemente non siamo preparati. Non sono un collaudatore, sono qui per vincere, per concentrarmi sul guidare nel miglior modo possibile. Abbiamo avuto cinque giorni per testare le cose, proprio per evitare di doverlo fare nel weekend di gara. Prima erano i team satellite a fare quella parte di lavoro", si è lamentato Bagnaia, poco dopo aver eliminato Jorge Martin dalla gara al 12° giro, in un incidente che è stato una perfetta metafora della situazione attuale della Ducati.

    "Se continuiamo a lavorare in questo modo è chiaro che sarà più difficile ottenere i risultati dell'anno scorso. Se vogliamo vincere, devo essere in grado di concentrarmi su me stesso", ha aggiunto il pilota torinese, che pochi giorni fa ha annunciato il suo rinnovo con la Ducati fino alla fine del 2024.

    Leggi anche:Video MotoGP | Ducati vince, Ducati perde. Scopriamo perchéMotoGP | Bagnaia: "Non sono qui per fare il tester, ma per vincere"Ducati sul motore: "Non bocciato, solo specifica più adatta"
    Interrogato su queste dichiarazioni, Davide Tardozzi, team manager della squadra, ha intonato il mea culpa ed invitato ad analizzare ciò che è accaduto. E a farlo rapidamente. "Dobbiamo essere autocritici. La responsabilità del momento attuale è della Ducati, non di Pecco, di cui ci fidiamo al 100%. Questo non può accadere di nuovo", ha risposto l'ex pilota in mezzo alle scatole che venivano imballate nel paddock di Losail.

    La frustrazione di Bagnaia è comprensibile se si tiene conto che è sceso da un prototipo praticamente imbattibile, vincitore di cinque delle ultime sette gare disputate (quattro nel 2021 e la prima nel 2022), per salire su un altro che, nelle parole di Martin, "ha perso tutti i suoi punti forti".


    Motorsport.com



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    #2
    È Vittima delle sue iNNovazioni ...
    Senza Sviluppo la 21 è diventata un ottima Moto ...
    Con le iNNovazioni 22 è peggiorata, come era facile prevedere
    In più perdono tempo a farle funzionare invece che Settare per la gara ...

    La cosa buona è che basta tornare indietro e ritrovare la competitività...
    Dipende da quanto tempo ci mettono a comprenderlo

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