“Nei primi giri ha visto che era leggermente sotto il target, quindi ha preferito mettersi in scia per far scaldare la gomma e farla andare su di pressione. Può essere che restando davanti e aumentando il ritmo, sarebbe andata su comunque, ma ha preferito mettersi dietro ad Alex per essere sicuro. Per me c’è stata una combinazione di cose. Il giorno della gara c’erano quasi 10 gradi in meno rispetto a sabato. Nella Sprint eravamo a quasi 60 gradi sulla pista. Domenica faceva più fresco, il ritmo era più lento e quello chiaramente sollecitava meno la gomma. Mettendo insieme più fattori si è arrivati al limite. Per evitare eventuali problemi a fine corsa, Marc ha preferito mettersi dietro al fratello. Una buona strategia, ma forse poteva anche restare davanti aumentando il ritmo e frenando più forte per essere dentro il target richiesto per la pressione. Sapendo di averne più degli altri, ha scelto la strategia che ha ritenuto essere meno rischiosa“.
Pecco Bagnaia a fine gara non sembrava soddisfatto della sua gomma posteriore. Avete avuto qualche riscontro da parte sua?
“Non ci ha detto niente di particolare. Lui ha usato tanto la sua gomma. Quando è arrivato al parco chiuso ha guardato la posteriore e c’era qualche patch di usura eccessiva. A Buriram avevamo visto già da venerdì che il pneumatico posteriore era al limite in termini di consumo e di temperatura, perché la pista era super calda e perché tutte le moto avevano la tendenza a spinnare dietro. Quando spinni la gomma si consuma di più. Dall’inizio abbiamo notato questo problema di spinning e di usura elevata, quindi abbiamo messo in guarda tutti i team sulla gestione della gomma, che sarebbe stata la chiave del weekend. I team e i piloti hanno fatto un ottimo lavoro.
Non è solo una questione di elettronica e di traction control, ma anche di stile di guida. In base a come il pilota accelera, può far spinnare o meno la gomma. Anche il pilota deve saper gestire. Dopo la gara metà dei piloti sono arrivati al 100% di usura e l’altra metà al 120%. Pecco Bagnaia rientrava nella seconda metà. Comunque è arrivato terzo vicino ad Alex Marquez, ha fatto una bella corsa e ha gestito bene la situazione”.
Pecco Bagnaia a fine gara non sembrava soddisfatto della sua gomma posteriore. Avete avuto qualche riscontro da parte sua?
“Non ci ha detto niente di particolare. Lui ha usato tanto la sua gomma. Quando è arrivato al parco chiuso ha guardato la posteriore e c’era qualche patch di usura eccessiva. A Buriram avevamo visto già da venerdì che il pneumatico posteriore era al limite in termini di consumo e di temperatura, perché la pista era super calda e perché tutte le moto avevano la tendenza a spinnare dietro. Quando spinni la gomma si consuma di più. Dall’inizio abbiamo notato questo problema di spinning e di usura elevata, quindi abbiamo messo in guarda tutti i team sulla gestione della gomma, che sarebbe stata la chiave del weekend. I team e i piloti hanno fatto un ottimo lavoro.
Non è solo una questione di elettronica e di traction control, ma anche di stile di guida. In base a come il pilota accelera, può far spinnare o meno la gomma. Anche il pilota deve saper gestire. Dopo la gara metà dei piloti sono arrivati al 100% di usura e l’altra metà al 120%. Pecco Bagnaia rientrava nella seconda metà. Comunque è arrivato terzo vicino ad Alex Marquez, ha fatto una bella corsa e ha gestito bene la situazione”.
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